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  mymarketing.it: il marketing fresco di giornata... di Admin
 
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Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Matteo B. (del 14/12/2005 @ 07:15:00, in Internet, linkato 2057 volte)
Anche Yahoo!, forse per non perdere la sfida a distanza con Google, ultimamente è diventato iperattivo, e si appresta a intraprendere numerose battaglie su più fronti, a suon di alleanze e acquisizioni.

Una delle sfide più recente è quella a Skype. Yahoo! Messanger, che attualmente consente solo le chiamate voce da PC a PC, darà la possibilità di chiamare numeri fissi, sia nazionali che internazionali e anche cellulari. I servizi sono stati chiamati “Phone In” e “Phone Out” e, grazie all’utilizzo della tecnologia VOiP, costeranno pochi centesimi a seconda del tipo di chiamata e saranno utilizzabili tramite schede prepagate. La fase di sviluppo del servizio vede protagoniste sette nazioni (Italia, ISA, Germania, Spagna, Cina e Singapore), ma è prevista la progressiva estensione ad altri Paesi.

La seconda iniziativa, molto rilevante anche per le implicazioni legate all’internet marketing, riguarda le voci sulla probabile acquisizione di Delicious, un sito di social networking che permette tramite un unico punto di accesso di condividere link a documenti, blog, musica e altro con amici e parenti. Questa acquisizione rientra probabilmente nella strategia di sviluppo delle attività legate al social networking, che Yahoo! ha già dimostrato di gradire con l’acquisizione di Flickr e Upcoming. Il risultato di questa operazione dovrebbe essere finalizzato ad un’integrazione tra tutte le piattaforme acquisite, creando un vasto network con funzionalità condivise e un numero di utenti considerevole.

La terza riguarda la partnership con Six Apart, ed è legata alla diffusione della piattaforma software per blog Movable Type, che non è ancora chiaro se possa creare sinergie con l’iniziativa precedente.

La quarta à legata alla recente release di Konfabulator, acquisito da Yahoo! lo scorso luglio. Si tratta di un motore di ricerca per widgets (applicazioni utilizzate per vari scopi, ad es. le scroll-bar o bottoni) che da quest’ultima versione consente il riconoscimento dell’ID di Yahoo! Un utilizzo tipico di questo strumento è legato alla visualizzazione e gestione delle foto, che possono essere modificare liberamente ma anche selezionate per l’upload.

L’integrazione con i servizi di Yahoo! riguarda anche la gestione dei contatti, la ricerca dei risultati tramite il motore di ricerca, la possibilità di utilizzare Yahoo! Maps e l’accesso immediato a informazioni di vario tipo tra cui le news di borsa.

La sfida tra i principali player su internet (chiamarli motori sarebbe oltremodo riduttivo) prosegue serrata. Gli sviluppi più interessanti saranno evidenti soprattutto per gli aspetti legati all’integrazione tra i vari servizi (posta elettronica, ricerca, social networking, telefonia e applicazioni varie) in modo da fidelizzare gli utenti garantendo un unico punto di accesso a internet e ai servizi maggiormente utilizzati.

Ci sarà ancora spazio per i piccoli fornitori di servizi specializzati o saranno inevitabilmente assorbiti o messi fuori gioco da questi imponenti e integrati sfidanti?
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Di Alessandro Figus (del 14/12/2005 @ 11:18:50, in Marketing non convenzionale, linkato 4076 volte)

         

Sono stati trovati negli States numerosi graffiti raffiguranti ragazzi con in mano la loro PlayStation Portable; le città tappezzate sono state New York, Los Angeles, San Francisco, Philadelphia e Chicago. Nonostante la Sony abbia negato ogni legame con questa iniziativa, non avrebbe senso pensare che i writers di metropoli, oltretutto così distanti tra loro, abbiano volontariamente disegnato tutti questi pupazzi alle prese con le rispettive Psp. Ma ciò che poi ha fatto maggiormante notizia è stata la reazione dei veri street artists americani che in modo fin troppo schietto hanno cancellato o modificato questi graffiti lasciando in alcuni casi anche il loro personalissimo giudizio riguardo questa mossa della Sony.

L’obiettivo della campagna sarebbe stato quello di avvicinare maggiormente l’immagine della Psp ad una cultura street, di farla penetrare ancor di più in quel tessuto underground che peraltro già apprezzava la PlayStation più delle altre console; inoltre è lecito pensare che con questa azione la Sony sperava di innescare un effetto imitazione e quindi la creazione di una moda, di una mania grazie alla quale i writers americani avrebbero riprodotto decine e decine di Psp sui muri dei quartieri metropolitani. Tutto questo ricorda una campagna della Nike risalente alla sponsorizzazione dei tornei di street-soccer che si tenevano nelle gabbie; il logo utilizzato(anche negli spot televisivi) era lo scorpione, che in molti ancora ricorderanno. Segretamente, i brand manager della Nike fecero riprodurre questo simbolo sui muri delle città e l’idea venne poi seguita da tantissimi giovani; la campagna riuscì perchè il segno venne fatto portatore di alcuni valori metropolitani condivisi ed accettati dai teens, anche se isolate azioni di ragazzi in disaccordo si riscontarono anche in questa occasione.

Tornando a Sony, questa comunicazione rischia di aver addirittura provocato effetti contrari a quelli sperati e che oltre ad una evidente figuraccia abbia creato anche preoccupanti antipatie(come si può notare dalle foto). Una prerogativa per una corretta azione di Guerrilla, che probabilmente è stata tralasciata durante la pianificazione della campagna, è la perfetta conoscenza del terreno su cui si opera, raggiungibile soprattutto con attente analisi psicologiche, culturali e comportamentali del target a cui ci si rivolge.
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Di Jacopo Gonzales (del 14/12/2005 @ 13:58:53, in Pubblicità, linkato 4083 volte)

La campagna pubblicitaria della Lakudia Oil.

Geniale. No comment! [via marketing-adv]

Lakudia Olive Oil

 

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Di Jacopo Gonzales (del 14/12/2005 @ 15:37:11, in Brand, linkato 3427 volte)

Milano, 13 dic. (Apcom) - Un nuovo tassello per la diffusione del made in Italy in Cina è stato posto con la creazione del progetto Eurostreet, sostenuto dalla fondazione Italia Cina. Eurostreet - presentato oggi - è un complesso commerciale nella città di Hangzhou realizzato per diffondere marchi del lusso come Dolce & Gabbana, Armani, Alviero Martini, Silvano Lattanzi, Zegna, Corneliani e Ferrari.

Secondo la percezione del consumatore cinese - spiega la Fondazione Italia Cina - il lusso è il settore maggiormente rappresentativo del made in Italy, tuttavia l'Italia non ha potuto sfruttare appieno le potenzialità di questo prodotto, soprattutto a causa di barriere amministrative e commerciali della Repubblica Popolare Cinese. Vista l'esperienza non positiva degli show rooms monomarca si è deciso di puntare su questa esperienza per arrivare al consumatore cinese.

L'avvio è promettente: "all'inaugurazione a ottobre 2005 erano presenti molte autorità cinesi, più del previsto" spiega Cesare Romiti, presidente della Fondazione Italia Cina.

Le potenzialità della Cina sono enormi e ben lontane dall'essere sfruttate appieno. "La Cina è il futuro del mondo - ha affermato Romiti - noi italiano dobbiamo sfruttare appieno la particolare simpatia che i cinesi ci dimostrano".  [fonte Virgilio]

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Di Jacopo Gonzales (del 14/12/2005 @ 21:23:56, in Advertising, linkato 1996 volte)

Navigando in rete mi sono imbattuto in quello che definirei un bell'esempio di social (e low-cost) advertising e che probabilmente si commenta anche da solo...

Client: Mass Coalition for the Homeless
Project: Outdoor Advertising Campaign

"You don't need a big budget. You need a big idea. This low-cost billboard for the homeless created a stir in Boston and led to a major increase in donations to the Massachusetts Coalition for the Homeless. The ad was published in The One Show, a compilation of the best advertising created worldwide."

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Di Max Da Via' (del 15/12/2005 @ 07:20:04, in Marketing, linkato 2865 volte)
Prendo ampio spunto da una newsletter di Peppers & Rogers che mi è stata recapitata qualche giorno fa per trattare questo argomento. Recentemente l’articolo pubblicato da Gianluigi sul marketing one to one ha destato molto interesse, e mi sembra quindi stimolante affrontare nuovamente il tema della fidelizzazione da un altro punto di vista.

L’intervento dei due guru del marketing one to one parte dall’analisi del rapporto tra fedeltà dei clienti e redditività dell’azienda, analizzanto per verificare il grado di correlazione tra le due variabili.

L’utilizzo di programmi tesi a migliorare la fedeltà è molto comune in vari settori, tra i quali spiccano quello della grande distribuzione e dei trasporti aerei. Nonostante gli sforzi di molte aziende tuttavia l’efficacia di questa operazione è spesso limitata, e gli utenti non si sentono eccessivamente legati ad un operatore in particolare solo per il fatto di partecipare ad una raccolta punti.

Anche nel settore del credito la situazione non è molto migliore. Un’analisi condotta presso 16.000 clienti di banche dalla BAI Research ha dimostrato che oltre il 70% degli intervistati non è interessato ad avere rapporti più stretti con la propria banca, anche se il 90% degli istituti ha affermato di ricorrere a programmi più o meno ambiziosi di fidelizzazione.

Tornando però all’analisi del rapporto tra fedeltà e redditività il 2005 Walker Loyalty Report, una ricerca di mercato che ha analizzato oltre 18.000 diversi brand ha dimostrato che le aziende leader nel loro settore per gli aspetti legati alla fidelizzazione dei clienti mediamente si garantiscono margini operativi migliori del 13% rispetto ai concorrenti meno blasonati, con un impatto positivo anche sul valore delle azioni quando quotate.

La rivista Brandweek Magazine in collaborazione con Brand Keys, pubblica ogni anno i propri awards, attraverso i quali premia le 50 aziende che più si sono distinte nei programmi di fidelizzazione. La classifica è redatta intervistando un panel di 16.000 consumatori, e analizzando attitudine all’acquisto, comportamento e valutazione delle esperienze più recenti.

Incrociando la top ten di questa classifica con un’analisi della situazione finanziaria di queste aziende appare plausibile una precisa correlazione anche se, ovviamente, la fedeltà alla marca non è l’unico driver del successo.

Il numero uno della classifica, un certo Google, nel terzo trimestre ha realizzato ricavi per oltre 1,578 miliardi di dollari, segnando un incremento del 96% rispetto a quanto avvenuto nello stesso periodo dell’anno precedente.

Anche le altre aziende della top ten oltre ad essere brand molto forti e apprezzati mostrano una situazione finanziaria particolarmente positiva, basta dare un’occhiata alla lista per far sorgere il sospetto che clienti fedeli aiutino e di molto a mantenere solida l’azienda.

2. Avis
3. Yahoo!
4. Treo
5. Samsung
6. Blackberry
7. Verizon Long Distance
8. Canon Color Printers
9. Miller Genuine Draft
10. Marriot Hotels
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Di Eli (del 15/12/2005 @ 19:05:55, in Advertising, linkato 4428 volte)
I pneumatici Continental durano più degli altri... ma questo non rende felici proprio tutti. Simpatico advertising di Grey Worldwide.



Via Advertising/Design Goodness
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Di Max Da Via' (del 15/12/2005 @ 19:46:16, in Segnalazioni, linkato 1934 volte)
La tradizionale festa di Natale del Club del Marketing e della Comunicazione si terrà Martedì 20 dicembre dalle ore 18,30 in poi presso Atelier della Comunicazione in Via Trezzo d'Adda 3 ( ang. Via Foppa) a Milano.

Una novità (da constatare e vivere di persona) per i momenti di marketing relazionale, permetterà ad ogni singolo socio , in modo semplice ed efficace, di conttatare ogni altro socio presente al cocktail party a base di spumante, drink e panettone artigianale.

L'evento sarà assolutamente gratuito per i soci ed i loro invitati.

Per informazioni:
Francesca Caratù
Seg. Gen. Club
Tel 02 2610052
info@clubdelmarketingedellacomunicazione.com
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Di Max Da Via' (del 16/12/2005 @ 07:15:21, in Strategie, linkato 5078 volte)
In questi giorni di acquisti natalizi compulsivi uno degli oggetti più ricercati è la nuova Xbox 360, la console targata Microsoft appena lanciata sul mercato e andata quasi subito esaurita. Molti negozi on-line hanno finito le scorte, mentre su eBay si sono scatenate le prime aste.

Anche le 300.000 console messe in vendita in Europa si sono rivelate in numero non sufficiente per soddisfare le attese dei videogiocatori più incalliti, che dovranno in buona parte rassegnarsi ad aspettare il ritorno dalle vacanze per mettere le mani su questo nuovo gioiellino tecnologico.

Il mercato dei videogiochi è in crescita e si presenta molto interessante, con un valore globale stimabile in oltre 25 miliardi di dollari l’anno. Logico quindi che la neonata divisione Home Entertainment di Microsoft sfrutti appieno le proprie risorse di marketing per conquistare una bella fetta di questo piatto appetitoso, che vede la rivale Sony, in procinto di lanciare la nuova PlayStation 3, saldamente al comando in termini di quote di mercato.

Tale è la determinazione della Microsoft di scalzare dal podio il pericoloso concorrente che, a detta di molti, è disposta a vendere la nuova Xbox sottocosto. Questo dispositivo, in grado di fungere oltre che da postazione di gioco anche da lettore dvd e cd, mp3 player e centro multimediale per la riproduzione di foto e filmati, viene infatti venduto nella versione premium al modico prezzo di 399 dollari contro un costo complessivo stimato da alcuni esperti di oltre 500 dollari.

Perché vendere in perdita? Per cercare di piazzare a livello mondiale 5,5 milioni di Xbox entro la metà dell’anno prossimo, soffiando quote di mercato alle console Sony e Nintendo di imminente lancio. Il dispositivo non è infatti che il primo tassello di un ricco mercato che comprende videogiochi prodotti dai Microsoft Game Studios, l’accesso a pagamento ai giochi on-line tramite il servizio Xbox Live più tutta una serie di costosi accessori come controller, cavi e adattatori vari e dischi rigidi addizionali, che possono rivelarsi estremamente redditizi in termini di margini.

Questo business consente inoltre a Microsoft di differenziare maggiormente il proprio portafoglio prodotti, fortemente incentrato su sistemi operativi e software per pc. Questo mercato sta diventando sempre più difficile a causa dalla concorrenza agguerrita di software open source o comunque decisamente più economici che sono ormai paragonabili ai prodotti Microsoft in termini di funzionalità e performances.


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Di Eli (del 16/12/2005 @ 19:22:42, in Marketing, linkato 3436 volte)
Le immagini sono state dichiaratamente ritoccate al computer, però l’effetto è molto interessante. Che possano essere di ispirazione per qualcuno?






Via Avertising/Design Goodness
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