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Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
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Di Altri Autori (del 26/09/2011 @ 07:59:39, in Social Networks, linkato 2046 volte)

Che cosa sta diventando Facebook? Le più grandi novità del social network, che ormai conta tra i suoi iscritti quasi 800 milioni di persone, da qualche anno vengono annunciate durante l'F8 di San Francisco da Mark Zuckerberg. Studente con la felpa quando nel 2003 in una stanza di Harvard ha messo online la bozza di quello che sarebbe rapidamente diventato un fenomeno planetario; imprenditore, leader e miliardario, sempre con la felpa, oggi.

Come capacità di creare attesa e suscitare riflessioni sulle conseguenze dei suoi annunci Facebook, oggi, è seconda soltanto a Apple. Le ultime novità introdotte da Zuckerberg continuano un percorso evolutivo che in pochi anni ha avuto enorme successo, trovando la formula per aumentare oltre ogni previsione le iscrizioni.

Il social network è riuscito nell'impresa di uscire da Harvard, arrivare nelle università americane, poi europee e così via fino a diventare quasi un dato di fatto per ogni giovane in mezzo mondo. Per coinvolgere sempre più persone ha fatto in modo che le occasioni di aggiornamento sugli altri fossero sempre di più. Prima le notizie, sulla propria bacheca, poi lo status, le foto, i video. Molte di queste modifiche, una volta introdotte, hanno suscitato minacce di abbandono da parte degli utenti.

Così non è stato. L'introduzione delle foto in particolare ha fatto fare un salto di iscrizioni senza precedenti. Tutti potevano vedere dov'era l'amico in vacanza e scrivere un commento sotto la foto. Lo sviluppo della tecnologia mobile ha permesso di essere sempre connessi e una piattaforma dove aggiornare chiunque in tempo reale è una tentazione troppo forte.

Il percorso è proseguito con Open Graph ad aprile 2010. E' stata una vera svolta e ha gettato il seme delle novità introdotte da Zuckerberg giovedì. Il "grafo aperto", in parole povere, è l'estensione della piattaforma e della rete di contatti di Facebook fuori da Facebook. Ce ne siamo accorti quando milioni di pulsanti "Like" sono usciti dal social network addobbando altrettante pagine web. Per diverse settimane è montata una violenta polemica sul modo in cui venivano trattati i dati personali. Si è parlato di abbandono in massa, ma in quei giorni gli iscritti erano 400 milioni, oggi sono quasi il doppio.

Il cuore del progetto di Zuckerberg è la piattaforma. La timeline - una delle novità appena annunciate - permetterà di avere la storia della propria vita in digitale. Sostituisce l'anteprima delle foto che troviamo oggi su ogni profilo. Inserisce la memoria grazie a un software. E dai primi commenti in rete sembra piacere agli utenti. Ma soprattutto, l'arrivo di applicazioni di ogni natura (fino a oggi erano soprattutto giochi), musica, film, giornali, con la possibilità di vedere in tempo reale non solo che cosa piace, ma anche che cosa ascolta, che cosa legge, e così via, un nostro amico.

Viene spinta l'interazione in tempo reale. E fatto un passo in più verso una trasformazione della rete di cui si parla da tempo. Il web semantico. E cioè il passaggio dalle informazioni cercate con un algoritmo, sul modello di Google, a una ricerca che contempli anche il significato. Lo sviluppo del web sociale rende il concetto di semantico molto legato al significato che le informazioni hanno per la persona che "avvia" la ricerca. Il mondo di Facebook, così come annunciato da Zuckerberg, è un mondo digitale dove vedi il film perchè in quel momento lo sta guardando un tuo amico, magari uno con cui condividi la stessa passione. E' un informazione piena di valore per l'utente.

Di tanto in tanto ci si chiede se Facebook sia una moda passeggera o qualcosa di più. Nel digitale cambia tutto alla velocità della luce, ma sembra che la risposta sia la seconda. Google ha capito che l'universo esplorato da Zuckerberg non può essere trascurato e, dopo alcuni goffi tentativi, con Google Plus ha lanciato una sfida che ha tutte le caratteristiche per essere seria. Solo che trovare un motivo per uscire da Facebook sta diventando davvero difficile.

di Luca Salvioli su IlSole24ORE.com

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Di Altri Autori (del 27/09/2011 @ 07:04:10, in Mobile, linkato 2031 volte)

Dati significativi emergono da una ricerca che fotografa il ruolo degli smartphone nella vita degli italiani elaborata da Ipsos MediaCT in collaborazione con Google, il colosso del web sempre più interessato al mondo mobile come dimostra il recente acquisto di Motorola.

Andando nello specifico, la ricerca evidenzia che ben oltre la metà dei 20 milioni di utilizzatori difficilmente si separa dal proprio smartphone e lo utilizza ovunque: in casa, fuori casa e in ufficio.

E spesso lo consulta in parallelo con altri media: mentre ascolta musica (47%) o guarda la tv (32%) e nel 30% dei casi persino quando naviga su Internet con un altro dispositivo. Che rapporto lega gli italiani alle app? Secondo l’indagine, quelli dotati di smartphone possiedono in media 19 applicazioni, di cui 4 sono state acquistate. Ogni mese ne utilizzano 7 con una certa frequenza e il trend è in crescita: il 39% degli intervistati è convinto infatti che incrementerà l’utilizzo nei prossimi 12 mesi.

Altro dato è quello, incredibile, relativo al volume di ricerca con un +224% sul 2010. Il 53% degli intervistati effettua quotidianamente ricerche dal proprio smartphone, il 29% ogni settimana. Lo smartphone sta inoltre diventando sempre più centrale del processo d’acquisto, tanto che si vanno sempre più intensificando le sperimentazioni di pagamento con questo mezzo. Secondo i dati, il 23% dei possessori ha dichiarato di aver già effettuato un acquisto via mobile. Un dato non troppo distante da quello registrato negli Stati Uniti, Gran Bretagna e Germania e superiore alla media

Via Quo Media

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Di Altri Autori (del 30/09/2011 @ 07:28:11, in Internet, linkato 1831 volte)

Continua a crescere il numero degli internauti in Cina. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Ufficio informazioni del Consiglio di Stato, sono oggi 500 milioni gli abitanti della Repubblica popolare ad avere accesso al web (circa il 40% totale della popolazione). Un numero impressionante che costituisce il mercato virtuale più importante al mondo.

Via Quo Media

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