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  mymarketing.it: perchè interagire è meglio!... di Admin
 
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Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
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\\ : Storico : Marketing (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Max Da Via' (del 18/04/2006 @ 07:42:08, in Marketing, linkato 3468 volte)
La popolarità del lettore audio e video della Apple appare in continua crescita, grazie alle numerose iniziative che hanno l’iPod come protagonista.

Tra le ultime e rilevanti novità spicca senza dubbio la decisione della National Academy of Television, Arts and Sciences di introdurre una nuova categoria nell’ambito dei prestigiosi Emmy Awards (i più importanti premi televisivi americani) dedicata a Prodotti per internet, cellulari e iPod.

Il presidente dell’ente organizzativo, Peter Price, si è dichiarato molto soddisfatto dell’ottimo riscontro ottenuto dall’introduzione della nuova categoria: “La risposta è stata fenomenale, in meno di due mesi sono stati segnalati 74 progetti, più che in ogni altra categoria degli Emmy (...) oggi gli utenti hanno la possibilità di consultare video ovunque e in ogni momento, e con lo sviluppo delle tecnologie saranno i contenuti a catalizzare la domanda. Per questo la National Tv Academy vuole incoraggiare e riconoscere la creatività editoriale e produttiva di questi nuovi media".


La prima considerazione, di carattere generale, è che si tratta una bella pubblicità gratuita anche per l’iPod, considerato da molti, e in maniera non corretta, sinonimo di audio e video podcasting, anche se si tratta di standard universali non legati quindi a lettore Apple.

Questi file possono infatti essere riprodotti anche dai numerosi dispositivi concorrenti in circolazione, ma sono comunemente associati all’iPod grazie all’enorme popolarità che lo contraddistingue. L’essere diventato sinonimo sia di lettore mp3 che di strumento per la gestione in generale dei file audio e video disponibili su internet per il download è un bel vantaggio in termini di immagine e brand, che non può che far piacere al marketing della casa della mela.

La seconda riflessione, legata invece alla decisione di creare una nuova categoria, deriva dall’importanza crescente che queste nuove forme di distribuzione delle informazioni stanno assumendo. Il fatto che un’istituzione importante come gli Emmy Awards, evento di riferimento nel panorama televisivo d’oltreoceano, riconosca l’importanza di questa nuova modalità di fruizione dei contenuti televisivi, slegata dalle tradizionali logiche di broadcasting, segna una svolta nell’importanza rivestita da questi nuovi media, che delimita i passaggio da un pubblico “di nicchia” ad un’audience universale.

Via melablog
 
Di Altri Autori (del 24/04/2006 @ 07:41:19, in Marketing, linkato 6170 volte)
Per comunicare la linea dei Primi surgelati Barilla , Mirata ha studiato una strategia di comunicazione che permette di contattare il target di riferimento, teenager e ragazzi tra i 15 ed i 25 anni, attraverso un'operazione di street marketing nei luoghi più frequentati dai giovani.

L'attività di street marketing si svolgerà a cavallo del mese di Aprile-Maggio su tutto il territorio nazionale, nelle principali città italiane, con l'obiettivo di raggiungere questo target di ragazzi e promuovere l'operazione a premi "100 messaggi gratis".

L'Agenzia di comunicazione Mirata ha selezionato i luoghi in cui il pubblico di riferimento è maggiormente concentrato con un programma di richiamo per giovani e teenager: circuiti scuole superiori, università e cinema.

Fornitore di premi - TIM
Denominazione della manifestazione promozionale - “100 messaggi”
Ambito territoriale - Tutto il territorio nazionale
Destinatari - I consumatori finali, residenti in Italia.
Periodo di svolgimento - Dal 06/02/2006 al 30/09/2006.
Prodotti in promozione - La gamma dei Primi Surgelati Barilla.

Per ottenere un incremento del risultato tra le altre attività è stato istituito un sito web dove poter trovare tutte le informazioni necessarie per partecipare al concorso con una esauriente descrizione della nuova linea I Primi Surgelati di Barilla.


Leonardo de Nardis


 
Di Max Da Via' (del 26/04/2006 @ 07:43:04, in Marketing, linkato 3992 volte)
Via fluido leggo di un interessante esperimento di Land Rover, che ha recentemente lanciato un vero e proprio canale televisivo tematico via internet, denominato "Go Beyond TV" (nota: per un utilizzo agevole occorre un collegamento veloce).

Specificatamente ideato per gli amanti dei viaggi, dello sport e dell’avventura, cioè per una percentuale consistente del target Land Rover, questo canale presenta alcuni dei luoghi più belli della terra in una sorta di documentario in streaming, con una programmazione che spazia da contenuti più “documentaristici” ad altri più specificatamente commerciali (come interviste a clienti Land Rover che parlano del sito), con l’obiettivo dichiarato di creare una community di persone che condividano uno stile di vita e la passione per le macchine della casa inglese. Phil Popham, Managing Director Land Rover, ha le idee chiare in proporsito “Go Beyond significa andare oltre le barriere personali, per vivere un’avventura in tutte le sue forme”.

L’iniziativa enfatizza quelle che sono le caratteristiche distintive del marchio Land Rover inteso come desiderio di esplorazione e di andare oltre i confini quotidiani. Il progetto dovrà anche supportare le attività promosse a livello di concessionaria (dove sarà visibile) e si integrerà con il sito istituzionale landrover.com, allo scopo di incrementare le vendite e migliorare la fidelizzazione dei clienti.

Uno degli aspetti più interessanti legati a questa iniziativa è che parte dei contenuti, nelle prossime fasi del progetto, sarà personalizzata a seconda del luogo nel quale si trova il visitatore, con canali tematici specificatamente dedicati alla nazione in cui ci si trova e con la possibilità di scegliere tra 6 lingue, compreso l’italiano. Sono inoltre possibili occasionali dirette nel caso di manifestazioni di particolare interesse, come ad esempio nel caso di importanti saloni dedicati all’auto.

Un altro elemento da sottolineare è che prossimamente parte dei contenuti potranno essere definiti e quindi condivisi anche dai navigatori, rendendo il canale realmente interattivo ma soprattutto con la possibilità di creare una vera e propria community di appassionati da studiare, ponendola al centro delle future iniziative di marketing.

 
Di Matteo B. (del 28/04/2006 @ 19:30:12, in Marketing, linkato 4052 volte)
La scelta del testimonial migliore per i propri prodotti può rivelarsi particolarmente difficile, specie quando si tratta di scegliere in settori inflazionati come lo sport e lo spettacolo.

Per tentare di risolvere la situazione Ipsos e StageUp hanno recentemente lanciato un nuovo strumento, denominato Top Star, finalizzato a identificare il proprio testimonial ideale, coerente con l’immagine dell’azienda e dei prodotti che si vogliono promuovere.

La metodologia alla base dello strumento prevede l’utilizzo di interviste fatte via computer ad un (non meglio specificato) campione rappresentativo della popolazione italiana di età superiore ai 14 anni. Sono oggetto di monitoraggio oltre 1.000 personaggi appartenenti a diverse categorie, per ciascuno dei quali vengono forniti una serie di dati che dovrebbero orientare nella scelta del personaggio più adatto alle proprie esigenze, come:

* Riconoscimento dell’immagine;
* Notorietà;
* Gradimento;
* Bravura;
* Forza;
* Polarizzazione/Segmentazione;
* TopEquity

I risultati di ogni personaggio possono essere analizzati a livello totale e sui principali macro-target,in modo da orientare il processo di scelta.

 
Di Altri Autori (del 01/05/2006 @ 12:51:49, in Marketing, linkato 2798 volte)
Viral message per i marketer in cerca di nuove tendenze di mercato: il 2007 a quanto pare segnare un repentino cambiamento di tendenza degli investimenti da parte delle maggiori aziende, a cominciare dagli Stati Uniti, e speriamo questa volta di non arrivare in ritardo.

Ken DychtwaldKen Dychtwald, demografo e sociologo statunitense, dopo anche aver consultato i dati di Nielsen Media Resarch, ha potuto confermare la sua tesi, dove esplica in modo chiaro e convincente il fatto che investire solo sui giovani è un grande errore, e queste sono le sue motivazioni:
"i giovani hanno limitate disponibilità di denaro ed un range di bisogni tutto sommato ridotto; i 40-60enni hanno invece un enorme potere d'acquisto e sono indiscutibilmente i maggiori acquirenti di software e hardware per il computer, abiti, cellulari, elettrodomestici, auto, moto, barche, viaggi, hotel, case, e molti altri prodotti". In questo modo il sociologo statunitense ha spiegato perchè molti media mancano il bersaglio continuando a concentrarsi invece di puntare sui giovani invece di puntare su un pubblico più maturo.

I dati di Nielsen Media Research confermano infatti la tesi di Dychtwald: al ristorante Cipriani di Manhattan, ad un incontro di Dychtwald, con media buyer e rappresentanti di aziende, ha dichiarato che chi compra spazi pubblicitari sulle emittenti televisive punta nella stragrande maggioranza dei casi ad un pubblico di età compresa tra i 18 ed i 49 anni o al massimo su quello tra i 25 ed i 54 anni, ignorando il fatto che le vere forze del mercato sono i "baby boomer" cioè i nati durante il boom economico del dopo guerra, vale a dire gli attuali 40-60enni.

La fidelizzazione a vita a un marchio sta sparendo (causa l'incredibile aumento delle aziende in tutti i settori con il conseguente sviluppo della competitività) e pensare che i boomer siano troppo rigidi per essere influenzati dalla pubblicità e cambiare atteggiamento nei confronti del consumo, è un grave errore. TV Land per esempio è stata la prima tv via cavo a tener conto del target maturo, solitamente bistrattato dagli inserzionisti, in controtendenza rispetto alle altre televisioni statunitensi che hanno preso parte all'incontro di New York, come Lifetime, TBS e S&E.

Il 2007 segnerà sicuramente questo cambio di tendenza negli investimenti pubblicitari; investire sui giovani non è sbagliato ma investire sui boomer per moltissime aziende può permettere di ottenere risultati maggiori.

Fonte: Prima Comunicazione, Nielsen Media Research, Age Wave.

Leonardo de Nardis
 
Di Danilo Arlenghi (del 07/05/2006 @ 15:09:25, in Marketing, linkato 3471 volte)
Il termine evento trae origine da quello latino eventus e/o eventum, ed etimologicamente proviene da evenire (venir fuori, accadere) ed entra in italiano nel XIV secolo. Nella filosofia scolastica del Medioevo, eventum - con il valore di circostanza particolare - divenne sinonimo di accidens, accidente. Con il vocabolo eventa si indicavano quegli elementi che caratterizzano il singolo individuo, contrapposti alla substantia, cioè ai tratti distintivi di un'intera specie.

Al lemma evento si connettono anche l'aggettivo eventuale, ricostruito nel Seicento sul latino eventualis, e l'avverbio eventualmente, entrato in uso nell'Ottocento.

Con evento si indica un fatto che è avvenuto o può avvenire in un intervallo di tempo breve e che si può identificare con esattezza, colto non nella sua durata o continuità ma nel suo svolgersi puntuale. In questo senso, un evento può essere la fase conclusiva della liberazione dell'Italia dal fascismo, avvenuta il 25 aprile 1945 della quale festeggiamo la ricorrenza proprio oggi, o l'arrivo del primo uomo sulla Luna, a bordo dell'Apollo 11, nell'estate del 1969.

Evento, secondo il dizionario Garzanti, significa ciò che è avvenuto o potrà avvenire; qualsiasi cosa accada; fatto di una certa rilevanza. Il significato implica anche l'esito, ovvero il modo, le circostanze ed i particolari di esso.
In fisica, il termine evento ha il valore di punto spazio-temporale: il matematico e filosofo inglese Whitehead formulò, già nel 1919, il concetto di event-particle con cui si intende un elemento astratto, privo di estensione e durata, definibile con tre coordinate spaziali e una temporale.
Sempre e comunque, in tutte le accezioni lo si consideri, è un avvenimento, un fenomeno determinato ed "eccezionale". Nel linguaggio comune, il termine evento significa fatto importante, fortemente impresso nella memoria individuale o collettiva.

Una doverosa premessa gnoseologica ci induce a distinguere tra eventi naturali, alcuni, aihmè, di portata catastrofica, vedi tsunami o uragani, altri, per fortuna entusiamanti ed ecclatanti, quali l'eclisse o l'arcobaleno, ad esempio, e tra eventi creati, costruiti e gestiti dall'uomo dei quali ci occuperemo. Un sintetico excursus storico dell'evento ci consente di prendere contezza del fatto che gli eventi "umani" sono sempre esistiti. Molte recenti scoperte di esempi di arte rupestre sono state effettuate in Francia, per esempio a Lascaux, in Africa ed in Australia, dimostrano come in tempi preistorici, venissero effettuate cerimonie rituali che comportavano un'attività fisica dei partecipanti. Alcuni di questi ritrovamenti sono stati fatti risalire ad almeno 30.000 anni fa.
Illustrazioni dell'età della pietra che ritraggono uomini nuotare e tirare con l'arco sono state ritrovate nel deserto libico.

I graffiti stessi sono una dimostrazione dell'interesse degli uomini delle caverne per attività che non fossero direttamente legate alla ricerca di cibo e alla sopravvivenza, ma che possiamo definire invece come svago. Dal 4000 A.C gli eventi sportivi maggiormente popolari nell'antica Cina sembra fossero quelli legati al mondo ginnico. Dalla ginnastica può essere facilmente fatto risalire sia lo sviluppo in Cina delle arti marziali (il più famoso stile, sicuramente il Kung-Fu del tempio Shaolin), sia la tradizione acrobatica degli artisti del circo tradizionale cinese. Dai geroglifici è stato possibile stabilire che già millenni prima dei greci, gli antichi egiziani avevano provveduto a stilare le regole di base per alcuni giochi sportivi a scopo essenzialmente ludico come il pugilato, la lotta e l'atletica, ad affidare il controllo della regolarità delle gare ad un arbitro neutro, a dotare i giocatori di uniformi, e ad ornare i vincitori assegnando loro collari di foggie particolari.

Ma l'evento degli eventi per antonomasia, i Giochi Olimpici furono ideati in Grecia nel 776 A.C. Si tenevano in onore di Zeus ogni quattro anni ad Olimpia, un piccolo villaggio del Peloponneso. Le Olimpiadi non erano solamente un avvenimento sportivo, ma erano la celebrazione dell'eccellenza individuale, della varietà culturale ed artistica dell'intera cultura greca e, soprattutto, erano l'occasione per onorare la massima divinità religiosa. Già ai tempi della fondazione di Roma venivano celebrate feste religiose all'interno delle quali erano previste gare sportive. Il termine ludi, che indicava generalmente le competizioni sportive, deriva probabilmente dall'etrusco, come gran parte dell'attività sportiva romana organizzata dai membri della classe sacerdotale ed alle gare partecipavano i giovani appartenenti alla nobiltà. La sacralità dell'evento sportivo, carattere comune all'attività dello sport in Grecia, a Roma venne però pian pian sostituito dall'aspetto spettacolare, dal desiderio di intrattenimento collettivo.

L'esasperazione della componente violenta della competizione nell'antica Roma è facilmente riscontrabile nel costante successo che riscontrarono tra la popolazione i combattimenti dei gladiatori, che vennero ben presto utilizzati come stabilizzatori sociali (panem et circenses) ed in questo senso va vista la costruzione in molte città dell'impero di grandi anfiteatri, come il Colosseo. Per non parlare poi delle sontuose feste, delle suggestive cerimonie, delle rappresentazioni teatrali e degli spettacolari tornei equestri medievali. Balli da favola e giochi popolari o nobiliari anche nel Rinascimento. Fino ai giorni nostri tutta la storia, insomma, è costellata da eventi culturali, sportivi, spettacolari, gastronomici o semplicemente ludici.

Gli eventi hanno accompagnato il cammino dell'uomo nella sua evoluzione sociale e civile.
Dallo svago/intrattenimento ( come – rumore/forma) alla comunicazione ( cosa – contenuto = lanciare messaggi, proporre idee).

Negli ultimi 50 anni è stata inarrestabile la progressiva affermazine dell'evento:
anni 60: accessorio utile per decorare una attività di comunicazione articolata in vari strumenti. Era la ciliegina sulla torta.
anni 70: mantenendo le stesse caratteristiche subisce solamente una diversificazione delle sue
tipologie = feste più colorate e utlizzo di opinin leader
anni 80: “pre-boom”! Perde la sua caratteristica di strumento di comunicazione e diventa momento
ludico fine a se stesso( espressione primaria dell'edonismo Reganiano)
anni 90: continua l'ascesa. Più contenuto che forma. Da semplice strumento all'interno di un piano di comunicazione a momento in cui la comunicazione è protagonista.
anni 2000: è vero bomm! Si afferma come nuovo media, ha una sua specifica dignità di vero protagonista del piano di comunicazione integrata grazie a FCE o a Communication by Event, e è elevato a strumento significativo nelle strategie di marketing. Le aziende, le marche ed i prodotti relazionano con i clienti/consumatori direttamente, faccia a faccia e one-to-each. Oggi è il prodotto che va al consumatore e non viceversa , come sino ad ieri.
Scenario attuale: siamo costantemente circondati dagli eventi(basta sfogliare un quotidiano per rendersene conto: eventi politici, culturali, artistici, sportivi, scientifici e tecnoligici, spettacolari, mondani, notturni, etc...). Il super affollamento di messaggi promo-pubblicitari ha reso i destinatari refrattari ad ogni tipo di messaggio
indesiderato ed invasivo. Ha , invece, favorito l'affermarsi dell'evento quale forma di comunicazione totale, duttile e malleabile, empatica, originale, interattiva e perciò stessa coinvolgente, interessante ed apprezzabile.

Un mercato di più di 6 miliardi di Euro l'anno con un numero incalcolabile di espressioni. Un dato per tutti: a Milano 9.500 convegni l'anno e più di 12.000 nella sola Roma. Provate ad aggiungere una Italia intera che realizza prime cinematografiche e teatrali, concerti di musica o road show, ed organizza sfilate di moda, inaugurazioni di boutique o di nuove società e inventa special party o presentazioni di prodotti, celebra anniversari, traguardi, vittorie. Ed ancora, difficile stimare quante conferenze stampa, convention aziendali, meeting, seminari, corsi formativi e motivazionali si tengano quotidianamente in tutta la penisola. La mente, comunque, corre anche verso il numero smisurato di eventi sportivi ritratto solo in parte ( senza tener conto di quelli dilettantistici)dai tre quotidiani nazionali sportivi.

Restando comunque solamente nel comparto degli eventi aziendali, che ci compete maggiormente in qualità di comunicatori o marketer, lo sviluppo è stato esponenziale.
Ciè è dovuto principalmente alle sue caratteristiche intrinseche e sostanzialmente alle sue molteplici finalità:
Trasferire valori, benefit e promesse – operare attività di PR con target di riferimento - creare contatto diretto con il pubblico favorendo le successive relazioni – concepire azioni di mktg interno od esterno – confezionare opportunità di intrattenimento ed ospitalità con clienti e consumatori – svolgere attività promozionale o di merchandising - comunicare in maniera più efficace (diretta ed interattiva ) con il target – differenziare i propri prodotti rispetto alla concorrenza - esprimere la mission e la vision aziendale – fidelizzare specifici target attraverso l'alta emozionalità e memorabilità – riunire in una unica occasione pubblici differenti per trasmettere messaggi mirati – lanciare nuovi prodotti – accrescere la visibilità di un marchio prodotto o aumentare la notorietà degli stessi – contattare nicchie e segmenti di mercato difficili da raggiungere altrimenti – acquisire lustro istituzionale – migliorare immagine di un prodotto con i valori espressi dall'evento.

Essendo una figura poliedrica, l'evento, è anche difficilmente classificabile nelle sue molteplici tipologie, se non considerando differenti aspetti:
In base alle finalità:
-Eventi di comunicazione o comunicazionali (conferenze stampa – conferenze - congressi - convegni- meeting - seminari- corsi- special party - sponsoring - company day, feste aziendali, presentazioni prodotti, anniversari e commemorazioni, tavole rotonde, simposi, workshop, chik off.
-Eventi di promozione o promozionali: fiere, visite aziendali, convention (incentivazione), feste aziendali, prime teatrali e cinematografiche, sfilate di moda, presentazioni prodotti, premi e riconoscimenti, inaugurazioni,
-Eventi di commercio o commerciali : rassegne spettacolo(musica, cinema , balletto), fiere ed esposizioni, mostre-mercato, manifestazioni di piazza, sagre di paese, mercatini vari(antiquariato), vernissage arte)

In base al target:
Eventi pubblici: sagre, manifestazioni, concorsi, rassegne, esibizioni, esposizioni
Eventi privati: matrimoni, cerimonie, compleanni
Eventi aziendali: (vedi sopra)

In base alla tematica:
Eventi politici, religiosi, sportivi, spettacolari, scientifici, artistici, culturali, mondani, sociali etc…

In base alla natura :
Eventi reali, virtuali, leggendari
Coca – cola = campagna pubblicitaria con Babbo Natale rosso per i sui colori , ordinariamente era verde
Pepsi –cola = girato spot alla caduta Muro Berlino
Vari Tour-Operator hanno sponsorizzato il passaggio della cometa di halley

In base alla sede:
Fissi o itineranti=tour promozionali e road show

Ed ancora si potrebbero classificare in base a origine(moderna o tradizionale), tipo di ingresso( libero, a inviti , a pagamento), cadenza ( unici, ciclici, periodici, permanenti), al bacino di interesse (locali, nazionali, mondiali)

E' proprio il caso di affermare:
Eventi, sempre eventi, fortissimamente eventi!
 
Di Max Da Via' (del 08/05/2006 @ 07:15:15, in Marketing, linkato 4152 volte)
Già da qualche tempo Pirelli ha avviato un interessante e consistente campagna di comunicazione multicanale per promuovere la release di “The Call”, il primo di una serie di un cortometraggi pubblicitari di autore, visibile solo su internet all’indirizzo www.pirellifilm.com.

Lo stile di “The Call” ricorda da vicino i classici thriller hollywoodiani e su avvale di un cast di star del calibro di John Malkovich e Naomi Campbell, impegnati in una sfida che richiama l’eterna lotta tra il bene e il male. Il breve filmato è stato girato da Antoine Fuqua, regista di "Training Day" e "King Arthur" ed è ambientato in una Roma notturna e gotica, per una durata totale di 8'45" minuti.

La lotta tra i due protagonisti è l’occasione per riproporre il noto claim “La potenza è nulla senza controllo”, che orma da anni contraddistingue gli spot della multinazionale, e termina con la vittoria di John Malkovich e la trionfale entrata in scena di un set di pneumatici.

Nonostante la cura messa nella realizzazione e il cast di asssoluto prestigio devo dire che “The Call” non mi ha entusiasmato sia per la trama tutto sommato poco brillante che per la ripetitività di alcune inquadrature. Ma questa parziale delusione deriva probabilmente in parte dalle eccessive aspettative che mi ero fatto per questo esperimento, che rimane comunque molto interessante.

The Call si inserisce infatti in un disegno più ampio, che porterà alla realizzazione di una serie di cortometraggi di qualità visibili on-line e rappresenta un ulteriore tassello della strategia di Pirelli (iniziata con i ben noti calendari) di trasformare la comunicazione in una forma di arte.

Il filmato pubblicitario non è quindi più l’occasione per mostrare un prodotto, ma diventa lo strumento per promuovere un brand e l’immagine ad esso associata, suscitando forti emozioni nello spettatore. Scelte di questi tipo sono un importante strategia che sempre più multinazionali decidono di intraprendere, ben consapevoli dei vantaggi che un’immagine e un marchio ben riconoscibili sono in gradi di apportare e non solo in termini di vendite.

In attesa del prossimo cortometraggio Pirelli, vedremo se campagne di questo tipo saranno intraprese anche da altre aziende, interessate ad utilizzare il binomio cinema-internet per promuovere in maniera alternativa le proprie strategie di comunicazione.

 
Di Altri Autori (del 11/05/2006 @ 20:25:56, in Marketing, linkato 2517 volte)
Con la nuova formula RaiPod messa a punto da Sipra con Radio Rai e RaiNet, è possibile pianificare all’interno programmi radiofonici più ‘scaricati’ dal pubblico. Il debutto di questa modalità è previsto per oggi con la campagna Punto Sport - Fiat, su tre programmi di successo delle tre reti: Radio anch’io per Radio1, Caterpillar per Radio2, Prima Pagina per Radio3.

‘RaiPod’ prevede spot radio nei break collegati al programma, banner nel portale di Radio Rai (www.radio.rai.it) e nelle pagine web di ciascuna rete, spot originale di 15 secondi in posizione singola in testa ai file mp3 dei tre programmi, scaricabili nell’area podcasting.

“Ancora una volta la radio, - commenta per Sipra Marina Ceravolo, responsabile marketing prodotti Rai - con i suoi ottant’anni, si ripropone come un mezzo straordinariamente moderno, in grado di fare proprie le opportunità offerte sia dalla tecnologia sia dai comportamenti del pubblico, e di seguire come nessun altro mezzo il proprio pubblico ovunque si trovi”. ‘RaiPod’ di Sipra è stato presentato a Milano nell’ambito della quattordicesima edizione di Radiofestival.

Dai primi 1.245 questionari proposti sui siti di Radio Rai emerge infatti che a scaricare i programmi sono per lo più uomini (83%), di età compresa fra i 18 e i 45 anni (70%), che riascoltano i brani radio più volte (53%), fuori casa (59%), condividendoli con altre persone (36%). Il 63% di chi ha compilato i questionari scarica i podcast per recuperare i contenuti radiofonici.


Via Pubblicità Italia
 
Di Max Da Via' (del 15/05/2006 @ 07:46:52, in Marketing, linkato 5057 volte)
Muovendosi con largo anticipo rispetto al periodo di in cui il prodotti sarà effettivamente disponibile sul mercato Fiat ha recentemente lanciato una campagna internazionale con il claim “500 wants you”, allo scopo di promuovere il lancio della Nuova 500, che si preannuncia uno degli eventi automobilistici più importanti del 2007.

Il primo passo di questa strategia è stata l’inaugurazione del sito www.fiat500.com. Già dalla prima pagina appare subito evidente l’intenzione dell’azienda di coinvolgere in prima persona il visitatore, tramite diverse sezioni all’interno delle quali si è invitati a partecipare alla stesura del progetto. Secondo Luca De Meo, Responsabile Brand & Commercial di Fiat, per la prima volta nella storia di questa casa automobilistica “un’auto sarà creata con la gente e per la gente”.



Particolarmente interessante è l’area dedicata al “Concorso Designboom”, dove aspiranti creativi possono proporre le proprie idee in tema di design, contribuendo così alla realizzazione di accessori, gadget o spazi dedicati alla Nuova 500.

Nello spazio “Configuration Lab” è invece possibile personalizzare una concept car, aggiungendo o togliendo accessori in modo da realizzare una versione personalizzata del prototipo. Una volta soddisfatti del proprio progetto i visitatori possono sottoporlo agli esperti del Lingotto, che assicurano un esame di tutti un concept sottoposti ed un loro eventuale utilizzo nel corso dello sviluppo del prodotto.



La sezione “500logia” dovrebbe configurarsi come una vera e propria enciclopedia on-line del veicolo compilata dagli stessi visitatori, che possono così condividere i propri ricordi in una sorta di community interamente dedicata ad un modello che è entrato di diritto nella storia dell’automobilismo.

Questo esperimento accresce ulteriormente il clima di aspettativa e di interesse che già da tempo si è creato intorno al lancio della Nuova 500, facendo leva sulla passione che molti automobilisti nutrono la mitica utilitaria. Oltre a rafforzare la percezione del brand e del modello questa iniziativa offre al marketing l’importante opportunità di analizzare dati “di prima mano” forniti direttamente da visitatori, che suggeriscono accessori, configurazioni e idee che potranno poi essere applicate in produzione, in modo da realizzare modelli e accessori che vadano realmente incontro alle esigenze degli utilizzatori.

Se il campione studiato sarà sufficientemente significativo Fiat si troverà quindi di fronte ad un patrimonio di dati di grande valore. Del resto perché cercare di predire gusti e preferenze dei potenziali clienti quando è possibile chiedere direttamente a loro cosa desiderano?

Basato su buoni presupposti il sito manca però, a mio parere, di un reale appeal. Nel complesso infatti è abbastanza spoglio di contenuti che possano stuzzicare la curiosità per questo nuovo modello e invogliare quindi ad effettuare frequenti visite.

A parte il concorso di design e l’area prototipi, che comunque non tutti i visitatori vorranno collaudare, rimane solo la sezione 500logia, dove leggere gli scarni contributi inviati dagli altri visitatori, tra l’altro con un sistema di indicizzazione deludente, basato solo sul titolo dato all’articolo dall’autore. Una ricerca per temi o parole chiave, ad esempio, avrebbe reso la navigazione più rapida e interessante.

Un’area dedicata alle anticipazioni con interviste,ai progettisti e designer, una galleria di immagini dedicata al mondo della 500, curiosità e preview e perché no anche un blog con la possibilità di utilizzare gli RSS avrebbe sicuramente reso più interessante e dinamico un progetto valido sulla carta ma poco intrigante nella realizzazione.

 
Di Jacopo Gonzales (del 19/05/2006 @ 18:22:43, in Marketing, linkato 3245 volte)

Il web propone molti strumenti, contenuti e soprattutto canali di distribuzione di contenuti, di cui il search marketing dovrebbe essere la leva promotrice. Gli utenti li usano quotidianamente, ma le aziende non li propongono nel loro carnet di servizi.

Questo mio post tenta di essere più una riflessione 'ad alta voce' che uno svelare un qualche arcano mistero. In questo periodo sto pensando molto a possibile scenari che il search marketing si troverà a vivere, a come il nostro concetto di search si sta evolvendo. La rete ormai non ragiona più da tempo di ricerca in senso stretto. Sicuramente moltissimi utenti quotidianamente cercano qualunque info su motori come google, yahoo ed msn.

Cercano informazioni di qualunque tipo. Ma non solo. Cercano qualunque tipo di contenuto in qualunque forma. Una piccola premessa.

Ormai la gran parte di noi sa che l'utente non ama essere 'disturbato' (Seth Godin parla al proposito di permission marketing), ed il grosso cruccio da parte delle aziende è trovare un giusto equilibrio tra la necessità di vendere un prodotto o un servizio e dall'altra parte cercare di far sì che questo messaggio pervenga all'utente solo nel momento in cui questo è interessato e pronto per recepire.

La cosa è meno semplice di quello che sembra, ed il problema è almeno tanto vasto quante sono le necessità dell'utente consumatore. Il contextual sembra essere la risposta. Fare in modo che l'utente ci trovi solo quando ci cerca. Perfetto. Solo che le aziende che hanno fatto del search marketing il loro core business, ignorano una gran parte degli scenari strategici che il web presenta.

In questi giorni mi sono fatto una navigazione tra le società italiane ed estere che offrono servizi di search engine marketing e search engine optimization, giusto per vedere se qualcosa nel loro punto di vista era cambiato. Per ovvie ragioni non ho navigato tutti i siti istituzionali esistenti, ma un tratto accomuna tutte quelle che ho visitato.

La mancanza di essere al passo coi tempi. Non voglio bacchettare nessuno per carità. Ma solo invitare voi e loro a riflettere. Generalmente questi sono i servizi offerti: ottimizzazione e posizionamento nei motori di ricerca, email marketing, pay per click. Servizi questi senz'altro utili, ma non sufficienti in una pianificazione strategica a 360 gradi. Mi spiego.

Milioni di utenti ogni giorno cercano contenuti video, cercano immagini, podcast, mp3, vanno su circuiti di e-shopping, amano il file sharing e si passano file a dismisura sui vari network esistenti. Pingano network come Technorati che utilizzano il sistema di tagging per categorizzare milioni di post. Si parla continuamente di Web 2.0, di RSS e della modularità offerta dall'XML, di digital broadcasting, di blog e vlog, coupon digitali, pubblicità contestuale sulle mappe online, social networking e di un milione di altre cose. Quante aziende che conoscete offrono sui loro siti un accenno a questi servizi?

A nulla di tutto ciò le aziende e i vari operatori del search marketing fanno riferimento. In generale per loro il massimo del contextual advertising è pay per click, posizionamento (che poi non ha necessariamente a che fare con la pubblicità contestuale e contestualizzata come recenti avvenimenti ci hanno mostrato) ed email marketing.

Questa strategia miope danneggia loro, che sui loro siti intontano l'utente mostrando statistiche d'uso dei motori di ricerca a cui peraltro l'utente è poco interessato.

Il cliente vuole essere seguito, aiutato, incanalato sulla giusta via. Solo che per proporre un servizio bisogna prima conoscerlo e poi essere in grado di gestirlo. Attendo una rivoluzione dei contenuti, ma prima ancora, di approccio! [via Marketing Routes]

 
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