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Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
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\\ : Storico : Mobile (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.

Di Altri Autori (del 19/02/2015 @ 07:57:35, in Mobile, linkato 1570 volte)

Gli smartphone domineranno entro il 2019 lintero mercato delle comunicazioni. A determinare la conquista di questo importante primato saranno le prestazioni tecnologiche, sempre più avanzate dei device, e il progressivo miglioramento delle reti. Anche le scelte dei consumatori sembrano confermare questa tendenza. Gli smartphone rappresentano ormai una priorità assoluta e il mercato offre una vasta scelta di alternative, con modelli nuovi, prestazioni sempre più evolute e tariffe convenienti. Gli operatori di telefonia propongono sempre più spesso dei pacchetti, che abbinano a degli smartphone di ultimo tipo delle generose possibilità di traffico. Per avere qualche esempio basta informarsi su Tim e le sue offerte, o su Wind e gli altri operatori, e scegliere la formula più adatta alle proprie esigenze.

Gli smartphone domineranno la rete
Secondo questa ultima indagine condotta da Cisco, il traffico globale nei prossimi cinque anni aumenterà di circa 10 volte. La creazione di reti sempre più veloci, il progressivo miglioramento delle prestazioni degli smartphone e ladozione di connessioni M2M machine-to-machine, saranno i fattori determinanti per la crescita del traffico globale. Se nello scorso anno, il traffico era costituito per l88% da dati provenienti da cellulari, per il 2019 si prevede unulteriore crescita con valori che toccheranno le soglie del 97%.

Il fenomeno è facilmente spiegabile se si pensa allenorme crescita e diffusione di dispositivi portatili e connessi alle rete, con elevate funzionalità. I tablet, ad esempio, rappresentano un segmento del mercato in particolare crescita, apprezzati dai consumatori per le elevate possibilità di utilizzo che presto potranno sostituire del tutto luso dei personal computer.

Proiezioni future
Anche per le reti globali si preannunciano imponenti cambiamenti. Entro il 2017 il 3G diventerà la principale tecnologia per cellulari basata sulla condivisioni della connessione alla rete, tutto questo determinerà di fatto la totale scomparsa del 2G. Con il 2019, si assisterà alluso delle reti 3G per il 44% dei dispositivi, mentre le reti per il traffico 4G faranno da supporto al 26% delle connessioni, generando il 68% del traffico globale. Si arriverà così a toccare i 65 trilioni di immagini (ovvero messaggi multimediali o foto), cioè una media di 23 immagini al giorno per ogni persona sulla Terra e 6 trilioni di videoclip, più di due video al giorno per ogni persona sulla Terra.

I valori degli smartphone
Dati spaventosi, che assumono un significato reale e concreto se si pensa a quanto siano ormai diffusi gli smartphone. Nel giro di pochi anni sono diventati parte integrante della quotidianità di ognuno, un oggetto irrinunciabile a cui vengono destinate molte attenzioni e risorse economiche. Senza poi sottovalutare le profonde implicazioni sociali, con le molteplici opportunità di creare delle relazione tra gli utenti, che si incontrano proprio nel web.

Via SoloTelco.it

 
Di Altri Autori (del 23/02/2015 @ 07:30:30, in Mobile, linkato 1554 volte)

Ancora legati al contante ma sempre più aperti ai pagamenti digitali innovativi. E questo il panorama tracciato dal recente Osservatorio Mobile Payment & Commerce della School of Management del Politecnico di Milano, presentato oggi, nel quale è stato approfondito il ruolo giocato dal comparto mobile nella diffusione dei pagamenti elettronici.

Gli italiani non hanno ancora rinunciato al contante, ma i pagamenti digitali innovativi (New Digital Payment) li stanno progressivamente abituando a utilizzare la carta di credito con maggiore frequenza e per beni di piccolo importo, soprattutto tramite acquisti e pagamenti via cellulare spiega Alessandro Perego, Responsabile Scientifico dellOsservatorio. Infatti, mentre i pagamenti elettronici con carta di credito crescono nel 2014 solo dell1,6% passando da 126 a 128 miliardi di euro, i New Digital Payment ottengono un incremento del 20%: passano da 15 a 18 miliardi di euro e conquistano il 12% dellintero mercato dei pagamenti digitali, che può così registrare un incremento complessivo del 3,6% e arrivare a quota 146 miliardi di euro. Tuttavia è possibile fare qualcosa in più e ci attendiamo una crescita media, tra il 2015 e il 2017, pari al 7% annuo, che porterà questo mercato a raggiungerei 176 miliardi di euro. Per agevolare questa crescita occorrono sia un intervento normativo che proponga incentivi e diffonda conoscenza, sia limpegno, da parte del mondo dellofferta, a puntare sui New Digital Payment, aggiunge Alessandro Perego.

Il ruolo del mobile
Il mobile gioca un ruolo fondamentale nei New Digital Payment che comprendono: eCommerce; ePayment, ovvero il pagamento da PC di ricariche e bollette; Mobile Commerce, acquisto di beni e servizi o contenuti cellulare via smartphone tramite App o Mobile site; Mobile Payment (Remote e Proximity), ovvero i pagamenti di ricariche telefoniche, parcheggi, mezzi pubblici, multe via smartphone; Mobile POS e Contactless Payment, che rappresentano i pagamenti mediante carta contactless.

LeCommerce di prodotti, servizi e contenuti digitali e lePayment detengono la quota principale: assieme valgono l86% dei pagamenti digitali innovativi. E mentre leCommerce registra una crescita del 18% toccando i 12,8 miliardi di €, lePayment vale quasi 2,5 miliardi di euro, in gran parte transati per il pagamento di ricariche e bollette.

Ma la componente più dinamica del nuovi pagamenti è rappresentata dal Mobile Payment & Commerce di beni e servizi: nel 2014 cresce del 55% e supera i 2 miliardi di euro.

Alla base di questa crescita complessiva, cè la componente del Mobile (Remote) Commerce di beni e servizi che continua nella sua crescita e raddoppia, passando da 610 milioni di euro nel 2013 a 1,2 miliardi di euro nel 2014, pari al 9% del totale transato via eCommerce (nel 2013 rappresentava il 4,5%). Questa dinamica è spiegata da un lato dal crescente numero di esercenti che stanno attivando iniziative di vendita anche tramite App o Mobile site (circa 110 esercenti tra i primi 200 nelleCommerce offrono una soluzione di Mobile Commerce, erano 75 nel 2013), dallaltro, da un cambio evidente di predisposizione da parte degli utenti. Gli italiani infatti non vedono più il Mobile solo come un canale per gli acquisti in mobilità, ma sempre più come uno strumento comodo anche per gli acquisti e i pagamenti più tradizionali, afferma Valeria Portale, Responsabile della Ricerca dellOsservatorio Mobile Payment & Commerce.

Il Mobile Remote Payment di beni e servizi, ovvero il pagamento dei biglietti di trasporto pubblico locale, parcheggi, ricariche telefoniche e bollettini, cresce e raggiunge i 160 milioni di euro.
Le ricariche telefoniche continuano a rappresentare il 70% del mercato (+22% rispetto al 2013). Crescono anche i pagamenti di bollette e bollettini (+37% rispetto al 2013). Ma il vero protagonista è il trasporto pubblico: quadruplica, infatti, il transato per servizi legati al mondo del trasporto (biglietti dei bus, pagamenti delle soste e car sharing) anche se in valore assoluto rimane ancora marginale. Nel 2014 sono stati acquistati più di 3 milioni di biglietti, pagati oltre 2 milioni di servizi di car sharing e pagate 1 milione di soste attraverso il telefono cellulare. In Italia, dei 235 servizi di Mobile Remote Payment (erano 135 nel 2013), il 77% è legato al trasporto pubblico.

Il Mobile Remote Payment & Commerce di contenuti digitali cresce di circa il 20% nel 2014, sorpassando i 760 milioni di euro, spinto dal mondo delle Applicazioni che rappresenta oltre il 38% di questo mercato.

La maggior propensione degli italiani a utilizzare lo smartphone per fare acquisti e laumento dellofferta di prodotti acquistabili via mobile da parte degli esercenti, fa prevedere una crescita del Mobile (Remote) Commerce di beni e servizi di quasi il 40% annuo, arrivando tra i 3 e i 3,4 miliardi di euro a fine 2017. I contenuti digitali, il primo servizio acquistato via cellulare dagli italiani, proseguirà con un tasso di crescita compreso tra il 10 e il 20% annuo, afferma Giovanni Miragliotta, Responsabile della Ricerca dellOsservatorio Mobile Payment & Commerce. In totale, stimiamo quindi che il Mobile Remote Payment & Commerce varrà tra i 4 e i 5 miliardi di euro nel 2017, spinto dal Mobile Commerce di beni e servizi.

NFC e pagamenti in prossimità
Il Mobile Proximity Payment & Commerce, ovvero gli acquisti e pagamenti in prossimità e agevolati dalla tecnologia NFC, non è ancora decollato, ma gli italiani sono pronti a utilizzarlo. Sono circa 12 milioni gli utenti con in mano un telefono cellulare NFC e oltre 250.000 i POS contactless attivi. Ancora poche le SIM NFC (si stimano circa 800.000 SIM già in mano ai consumatori), ma con la promessa da parte degli operatori telefonici di raggiungere quota 5 milioni entro la fine del 2015. Grandi aspettative ricadono su questo segmento di mercato, afferma Valeria Portale. Prevediamo che nel 2017 si possano raggiungere 4,8 milioni di utenti attivi per un transato di oltre 6 miliardi di euro, nel caso in cui alcuni fattori abilitanti venissero messi in atto: lavvio delle iniziative di tutte le Banche e degli operatori telefonici, la distribuzione massiva delle SIM NFC, il raggiungimento di accordi da parte di Apple con almeno le tre principali banche italiane, larrivo delle soluzioni HCE sul mercato italiano e una forte azione promozionale.

La possibilità di pagare in negozio con carte contactless e Mobile POS si sta invece allargando: le transazioni hanno raggiunto i 300 milioni di euro nel 2014.
Linfrastruttura contactless è, infatti, cresciuta nel 2014: 1 carta su 8 è contactless (si stimano 12 milioni di carte a fine 2014, raddoppiate rispetto al 2013) e 1,2 milioni (pari al 10% del totale) sono le carte attive (hanno effettuato almeno una transazione in modalità senza contatto); 1 POS su 6 è attivo in modalità contactless (250.000 a fine 2014, +67% rispetto al 2013). Tuttavia solo 1 transazione su 300 di quelle con carta è contactless, per un transato complessivo pari a circa 200 milioni di euro. un risultato ancora limitato, ma in forte crescita rispetto al 2013 (cinque volte in più), grazie anche agli sforzi messi in atto dagli esercenti che, con laiuto dei circuiti e degli acquirer, hanno fatto alcune azioni per abituare il cliente a questo tipo di pagamenti (ad esempio girando il POS verso il cliente ed invitandolo a svolgere il pagamento in autonomia).

Il futuro dei pagamenti digitali è legato alla sfida della diffusione del Mobile Payment & Commerce di prossimità e il 2015 è un anno cruciale per il comparto: si aprirà la competizione delle diverse filiere dellofferta, afferma Alessandro Perego. Da una parte la filiera cosiddetta SIM-based che vede coinvolti operatori telefonici e banche in una configurazione collaborativa (nelle infrastrutture abilitanti). Dallaltra filiere basate sulle più recenti tecnologie HCE (Host Card Emulation) che potranno consentire ad alcune banche di offrire soluzioni di pagamento su cellulare direttamente senza utilizzare la SIM. Ed infine Apple Pay. Si accettano scommesse su chi vincerà la partita conquistando quote maggiori di mercato. Certo, dipenderà molto dalla strategia commerciale degli attori che hanno già investito molto. Quello che più importa, lato consumatori, è che le regole del gioco sono ormai per buona parte definite e qualsiasi soluzione non potrà che arrivare rapidamente ed essere estremamente sicura e facile da usare.

Via Tech Economy

 
Di Altri Autori (del 06/03/2015 @ 07:38:16, in Mobile, linkato 1359 volte)

In Italia l'investimento in Mobile Advertising nel 2014 è cresciuto del 50% raggiungendo il valore di 290 milioni di euro. Si tratta del 14,5% di tutta la pubblicità su internet. Questo dato, che conferma in pratica quello dell'Osservatorio Mobile Marketing del Politecnico di Milano, sottolinea come nel nostro Paese la pubblicità sia sempre più "mobile" e come stia diventando uno dei protagonisti indiscussi del mercato.

A metterlo nero su bianco la ricerca "Survey Agency Snapshot" - condotta per la prima volta da IAB Francia, BVDW / IAB Germania, IAB Italia, IAB Spagna, IAB Regno Unito e IAB Europa tra novembre e dicembre 2014 - che ha coivolto gli addetti di 154 agenzie pubblicitarie, con l'obiettivo identificare le attuali strategie in tema di marketing. Alla ricerca ha collaborato anche l'istituto demoscopico YouGov.

La collaborazione tra gli IAB locali e IAB Europe per la produzione di questo studio, che interessa cinque mercati europei, è importante per valutare il livello di comprensione del valore del mobile in Europa, i driver e le barriere alla crescita. incoraggiante vedere che nei nuovi budget viene considarata anche la voce Mobile Advertising, questo fatto dimostra che questo mezzo attrae gli investimenti pubblicitari, ha affermato Alison Fennah, Executive Business Advisor di IAB Europe.

Per quanto riguarda il nostro Paese, emerge come stia crescendo l'interesse delle agenzie per il Mobile Advertising. L80% degli intervistati è convinto, infatti, che entro il 2015 la maggior parte delle agenzie media introdurrà il Mobile Advertising nelle proprie strategie.

Il Mobile ha fatto registrare negli ultimi anni ottime performance. Insieme al Programmatic e al Video è certamente uno dei trend trainanti di tutto il nostro comparto, ha dichiarato Michele Marzan, Vice Presidente IAB Italia.

A rimarcare la crescente consapevolezza dell'importanza e dell'efficacia di questo canale nelle strategie pubblicitarie delle aziende il fatto che il 55% degli investimenti sul canale mobile negli anni passati era stato destinato ad altri media, contro il 30% di nuovi budget destinato specificamente a questo segmento.

La ricerca ha mostrato che però c'è ancora un po' di scetticismo nell'uso del canale mobile: il 47% degli intervistati vorrebbe avere più informazioni in merito alla gestione della privacy (Mobile Privacy), il 41% sulla pianificazione e il 35% sulla tutela del proprio marchio (Brand Safety).

E non è finita qui. Come sottolinea Marzan: La ricerca ha evidenziato lesistenza di barriere da superare. Prima fra tutte la scarsa comprensione dei vantaggi del Mobile Adv da parte del cliente (segnalata dal 50% del campione, ndr), seguita da una mancanza di integrazione nelle campagne a più ampio spettro e soprattutto di sistemi chiari di misurazione. Come Associazione il nostro compito è quello di supportare tutta la Industry con attività di formazione mirate e di lavorare insieme a tutti gli stakeholder nella definizione di metriche standard per la misurazione dei risultati. I dati sono sicuramente incoraggianti ed è quindi importante continuare a valorizzare questo segmento.

In Europa il 60% delle agenzie propone campagne su Mobile ai clienti

A livello aggregato, la ricerca ha messo in luce come le potenzialità del Mobile Advertising siano ormai riconosciute: il 60% delle agenzie, infatti, afferma di averlo reso parte integrante nelle proposte di campagne avanzate ai propri clienti, e per il 2015 la percentuale sale addirittura all'82%.

Dal punto di vista del budget, il 42% riconosce che il Mobile ha in qualche modo sbloccato nuovi finanziamenti per la pubblicità. Mentre il 71% è ancora costretto a gestire un budget unico da dover allocare ai diversi canali di comunicazione (mobile, internet, televisione, stampa e radio).

Tra i fattori più apprezzati del Mobile Advertising c'è la possibilità di lanciare una campagna di comunicazione location based, segnalata nel 63% dei casi. Il fatto poi che la pubblicità su Mobile stia prendendo piede in Europa è avvalorato, anche, dal peso crescente che hanno gli operatori specializzati all'interno delle agenzie, dove il 74% degli esperti di mobile e il 76% di quelli di soluzioni digitali si sentono riconoscere un ruolo guida nel decidere le strategie pubblicitarie su device mobili.

Come accade in Italia però anche a livello aggregato le agenzie sentono la necessità di avere maggiori informazioni sugli aspetti legati alla privacy (57%) e sulla tutela del proprio marchio (45%).

Via Wireless4Innovation

 
Di Altri Autori (del 09/03/2015 @ 07:48:21, in Mobile, linkato 1456 volte)

Realizzare smartphone senza servizi non porta utili, anzi, porta solo debiti. Lo sanno bene coloro che hanno scelto di appoggiare Android e si sono ritrovati, dopo qualche anno, meri produttori di hardware che hanno arricchito Android gestendo però in prima persona tutti i problemi legati alla produzione, alle scorte, allassistenza e alle oscillazioni dei prezzi. Lo abbiamo sempre detto: la fortuna di Apple non è tanto liPhone quanto i servizi associati agli iPhone, servizi che ovviamente fruttano se sul mercato ci sono tanti utilizzatori. In principio erano le app e i contenuti a fare la fortuna di Apple, ma larrivo di soluzioni gratuite per le app più costose, di servizi di streaming a canone fisso e di contenuti freemium ha frenato un po queste fonti di guadagno comunque redditizie. La nuova gallina dalle uova doro è il pagamento elettronico: Apple, che ha già fatto debuttare Apple Pay, guadagna lo 0.15% su ogni transazione, una fetta che divide con le banche e i circuiti delle carte di credito. Considerando la diffusione sempre maggiore di Apple Pay e la quota che ha guadagnato rapidamente nelle transazioni sotto i 20 dollari negli Stati Uniti tra qualche anno è molto probabile che Apple, già piena di soldi, diventi una sorta di banca per la quantità di denaro che recupererà anche da questo nuovo fronte.

Un mercato che si sta combattendo anche in ambito Android: Google ha lanciato Android Pay mentre Samsung ha presentato Samsung Pay per il suo S6. Lazienda coreana ha fatto la fortuna di Android negli ultimi anni guadagnando davvero poco: i suoi servizi, dal Samsung App Store ai negozi per musica e video non sono riusciti ad avere la meglio sui servizi di Google come Google Play, Google Video e così via.

La fetta dei pagamenti elettronici, tuttavia, è troppo importante per arricchire ancora una volta Google ed ecco quindi che qui Samsung vuole procedere da sola: Google dovrà trovare partner importanti per Android Pay, e per la prima volta non potrà contare sul primo produttore di smartphone Android.

Tutti, in ogni caso, dovranno affrontare il problema della sicurezza: Apple per Apple Pay ha realizzato un sistema praticamente perfetto per lautenticazione ma ha sottovalutato le procedure di autenticazione delle banche che ha portato ad un incremento del 6% il tasso di frodi sui pagamenti. La segnalazione arriva dallesperto di pagamenti mobile Cherian Abraham, che spiega però come non sia colpa di Apple ma più che altro del processo delle banche per lidentificazione dei clienti Apple. LiPhone, oltre a separare i dati in una partizione dedicata criptata utilizza un codice biometrico con TouchID per lacquisto, tuttavia se un malintenzionato aggiunge una carta clonata al suo iPhone necessita solo dei codici scritti sulla carta stessa. La banca accetta la carta, ma si riserva la possibilità di verificare lidentità dellutente per acquisti di una certa entità: per farlo viene chiamato al telefono il possessore delliPhone che ha fatto la transazione e questultimo, in molti casi, deve fornire il numero di previdenza sociale o le ultime cifre della carta di credito. Dati, questi, facilmente recuperabili per chi perpetra una frode. Le banche comunque si stanno attrezzando per sistemare la questione frode, con la moltiplicazione del fenomeno potrebbe davvero assumere livelli preoccupanti: è facile per un utente capire se la carta è stata clonata quando si trova un acquisto consistente mai fatto, ma in mezzo a centinaia di micro-transazioni capire che mancano uno o due dollari non è altrettanto immediato.

Via DDay.it

 
Di Altri Autori (del 07/05/2015 @ 07:07:12, in Mobile, linkato 1659 volte)

Più ricerche da mobile che da pc. E Google lancia nuovi tool per advertising

Google registra oggi più ricerche da mobile, tablet o smartphone, che dalla navigazione online da pc. Lo storico sorpasso è stato comunicato ieri quando lexecutive Jerry Dischler, in occasione del AdWords event, ha dichiarato che il passaggio è avvenuto su ben 10 mercati globali, tra cui America, Canada e Giappone ma non ha chiarito quali siano stati gli altri sette.

Si tratta di un dato di rilievo per il colosso che conferma il trend consolidato del mobile come principale chiave di accesso a servizi online, assunto che è alla base di molte scelte del colosso, non ultima quella di penalizzare, nel search da mobile appunto, siti web e pagine con compatibili con la visualizzazione da mobile. E il Mobilegeddon, come lo hanno definito gli esperti, che detterà necessariamente le nuove regole di presenza e business online.

Questo sorpasso rafforza, e a suo modo giustifica, anche lannuncio di nuove forme di pubblicità fortemente visuali per mobile che il colosso ha fatto sempre ieri in occasione dellevento. Google mette a disposizione un nuovo set di tool pubblicitari che include pubblicità specializzata per il comparto auto, hotel e mutui per la casa. Sono tutte pensate per aiutare i marketer a rispondere alle necessità e motivazioni degli utenti nel momento in cui conta di più spiega Dischler.

Lautomotive ad, ad esempio, permette di pubblicare immagini sulle vetture, insieme ad altre informazioni di potenziale interesse per gli acquirenti. I risultati delle ricerche con le nuove pubblicità mostreranno un carosello di foto che gli utenti potranno sfogliare per vedere maggiori dettagli. Funzionalità simili sono previste anche per la pubblicità del comparto alberghi e hotel: i risultati delle ricerche sulle strutture ricettive daranno informazioni sulle disponibilità, stelle e recensioni ma anche foto dettagliate dai partner Google.

Di pari passo verrà ampliato anche il servizio Google Compare, uno strumento che aiuta a effettuare comparazioni dei prezzi di polizze assicurative per le automobili, che includerà presto anche i mutui di casa.

Tante le novità in campo e tanta lenfasi che Google sta ponendo sul mobile in un momento in cui il colosso è nel mirino di molti stati e molte organizzazioni che laccusano di abuso di posizione dominante proprio nel mondo del search online.

Via Tech Economy

 
Di Altri Autori (del 27/05/2015 @ 07:43:38, in Mobile, linkato 1949 volte)

Secondo le stime dellOsservatorio eCommerce B2c della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2015 le vendite online via smartphone cresceranno del 70% circa e supereranno 1,8 miliardi di euro, pari al 12% delleCommerce B2c. La situazione è piuttosto diversa da settore a settore. Il comparto con la più alta penetrazione delle vendite da Smartphone è lInformatica ed elettronica con circa il 18%, seguito dallAbbigliamento con il 17%.

Troviamo infine lEditoria e il Turismo con il 15% e con l8% rispettivamente. Se si considera invece lapporto in valore assoluto, il Turismo contribuisce alle vendite con più di 440 milioni di euro, lAbbigliamento con circa 390 milioni e lInformatica ed elettronica di consumo con circa 370. Tra gli altri comparti si segnalano gli ottimi risultati del Couponing.

A sfruttare il canale mobile, sono oggi diverse categorie di iniziative. In primis, i siti delle vendite private (come ad esempio Amazon BuyVIP, Privalia, SaldiPrivati e vente-privee.com) e quelli del Couponing (come ad esempio Glamoo, Groupalia e Groupon) per unevidente affinità con un modello di business in cui listante di acquisto conta. In secondo luogo, le compagnie di trasporto (come ad esempio Alitalia, Lufthansa, Meridiana, NTV e Trenitalia) dove contano sia listante che il luogo in cui lacquisto viene effettuato. Vi sono poi alcune grandi Dot Com che fanno leva sul carattere personale del dispositivo, come ad esempio TicketOne che propone i biglietti per gli eventi degli artisti preferiti che sono presenti nelle playlist personali sullo Smartphone o sul proprio profilo Facebook. Ve ne sono altre che puntano sulla semplificazione del processo di acquisto, come ad esempio Amazon che nella sua App ha integrato il lettore del codice a barre per favorire la ricerca del prodotto senza digitazione presso i punti vendita dei retailer tradizionali. Ed infine ne troviamo altre ancora che provano a sfruttare al massimo i tempi morti (ad esempio negli spostamenti) laddove il contenuto informativo è particolarmente ampio e complesso (come ad esempio le agenzie online come Expedia, lastminute.com, i portali di hotel come Booking.com o venere.com).

Se invece consideriamo le vendite sia su smartphone che su tablet, la crescita è del 60% e porta i nuovi device a pesare per un quarto dellintero eCommerce. Erano il 5% nel 2012, il 14% nel 2013 e il 18% nel 2014. Con un peso pari al 25% delle vendite online, leCommerce attraverso dispositivi mobili è sostanzialmente in linea con UK e USA (25%), Germania (22%), Spagna (20%) e Francia (17%).

Cosa è lecito aspettarsi per il prossimo futuro? Secondo lOsservatorio eCommerce B2c sono diversi gli elementi da tenere in considerazione per valutare lo sviluppo delle vendite online da dispositivi mobili. In primis, cè la diffusione dei device. Nel 2014 si stimavano 45 milioni di smartphone e circa 11 milioni di tablet attivi nel nostro Paese, che dovrebbero arrivare nel 2015 a 52 (+16%) e 14 milioni (+25%) rispettivamente.

Negli anni successivi è attesa una crescita più importante per i tablet, che in molte attività di intrattenimento (soprattutto domestiche) andranno a sostituire il pc (desktop o laptop). In secondo luogo, si ritiene che lo smartphone avrà un ruolo sempre più significativo nellunire il mondo fisico con quello digitale, spingendo percorsi di acquisto multicanale.

Percorsi multicanale saranno resi disponibili anche attraverso nuove funzionalità come la ricerca visuale lanciata da Amazon, che consente di fotografare un prodotto in store per verificarne disponibilità e prezzi online o lacquisto tramite riconoscimento delle immagini e riconoscimento audio (sia allinterno dello store che sui media) offerto dal gruppo Miroglio (Motivi). In terza battuta, riteniamo che lofferta su smartphone e tablet sarà sempre più completa, grazie alla progettazione di siti responsive (ossia che si adattano al display del device da cui vengono fruiti) e allo sviluppo delle App (oggi solamente il 22% dei merchant del nostro campione ha una applicazione di mobile Commerce). Infine, pensiamo che anche linnovazione attraverso i social network, tipicamente fruiti da dispositivi mobili, potrà spingere ulteriormente le vendite. Amazon ad esempio negli USA dà la possibilità di inserire dei prodotti nella wishlist e nel carrello tramite tweet. Twitter stesso si è poi dotato del bottone buy e ha acquisito CardSpring, uninfrastruttura di pagamento che connette i venditori con i payment processor. Sempre in questo ambito si segnala laccordo tra YOOX Group e WeChat, in Italia, USA e poi in Cina, che consentirà ai clienti di accedere a servizi e contenuti esclusivi (come ad esempio chattare con un assistente o consultare un personal stylist dedicato).

Via Agenda Digitale

 
Di Altri Autori (del 28/05/2015 @ 07:26:55, in Mobile, linkato 1500 volte)

una generazione praticamente sempre connessa a internet e il suo dispositivo per eccellenza è lo smartphone, usato per oltre la metà del tempo per le sue funzioni online e non semplicemente per telefonare o inviare gli ormai vecchi sms. Sono i Millennials, 11,2 milioni di giovani italiani nati tra gli anni ottanta e gli anni duemila, che fin da piccoli hanno avuto a che fare con internet, il cui identikit è tracciato da una ricerca Yahoo! commissionata a Nielsen.

La generazione Millennials è rappresentata da ragazzi fra 18 e 34 anni: il rapporto indica che il 76% di loro è abitualmente connesso: ogni mese i Millennials trascorrono online 66 minuti e 34 secondi, gran parte attraverso dispositivi mobili. Il mezzo per eccellenza è lo smartphone, sul quale trascorrono 2 ore e 41 minuti ogni giorno. Così, tra social network, chat e app sono connessi a Internet il 69% del tempo. Solo per il 17% vengono utilizzate le app che non richiedono connessione online, come la fotocamera. Lutilizzo delle funzioni telefoniche rappresenta il 14% del tempo.

I Millennials sono caratterizzati da unalta propensione alla spesa: la maggior parte (69%) sceglie in autonomia i prodotti da acquistare. Il 55% vive ancora in casa con i genitori ma non tutti lo fanno per reali esigenze economiche: il 26% fa questa scelta per potersi assicurare un miglior stile di vita e il 17% lo trova più comodo per non occuparsi della gestione della casa. Solo il 16% vive da solo, un altro 16% ha formato una nuova famiglia senza figli e il 13% ha uno o più bambini.

Via Tech Economy

 
Di Altri Autori (del 16/06/2015 @ 07:28:06, in Mobile, linkato 1657 volte)

I risultati dello studio internazionale The Battle for Competitive Advantage in the App Economy, commissionato da CA Technologies, hanno rilevato la necessità di una accelerazione da parte delle aziende che oggi devono competere in quella che viene definita leconomia delle applicazioni. Firmata da Oxford Economics, la ricerca si basa su un sondaggio riguardante la strategia applicativa e il relativo impatto sui risultati aziendali condotto fra top manager di tutto il mondo. I dati emersi mostrano chiaramente che le aziende si stanno adeguando a ritmi sempre più sostenuti alle nuove esigenze dettate dalleconomia delle applicazioni, approfittandone per rivisitare i concetti di vantaggio competitivo e differenziazione.

A fronte della crescente dipendenza dal software evidenziata dalle imprese in ogni settore, ridurre i tempi necessari per mettere sul mercato applicazioni di elevata qualità diviene uno degli elementi cruciali per distinguersi dalla concorrenza. Il 43% dei soggetti intervistati ritiene infatti che oggi la trasformazione di ogni realtà aziendale in unimpresa il cui business è fondamentalmente basato sul software costituisca una leva fondamentale ai fini del vantaggio competitivo percentuale che sale al 78% se si considera un orizzonte temporale di tre anni.

Maggiore agilità e un time-to-market più rapido sono i due principali fattori strategici emersi dalle risposte delle aziende interpellate in merito agli elementi che possono creare un reale vantaggio competitivo nellapplication economy. Secondo gli intervistati, questa trasformazione verso modelli di business e operativi sempre più dipendenti dal software incide in maniera significativa sui tempi decisionali: il 45% la considera già oggi una realtà, mentre il 61% ritiene che si concretizzerà nei prossimi tre anni.

incoraggiante vedere che le organizzazioni europee sono avanti nelladozione e nella comprensione delle potenzialità dellApplication Economy, ha dichiarato Marco Comastri, General Manager e President EMEA di CA Technologies..

Secondo i risultati a livello mondiale, la crescente dipendenza dal software ha effetti positivi anche sulla quota di mercato (47%), sullo sviluppo di nuovi prodotti e servizi (42%) e sui risultati finanziari (36%) tutte tendenze date in accelerazione dai manager intervistati.

Fra gli altri rilievi in evidenza:

  • Oltre la metà dei soggetti intervistati (51%) afferma di aver investito in nuove forme di software (mobile app, software gestito tramite API, ecc.) negli ultimi tre anni, mentre una percentuale di poco inferiore dichiara di aver intenzione di aumentare il livello degli investimenti nel corso dei prossimi tre anni.
  • Il 54% sta elaborando nuove strategie di interazione con i client.
  • A testimonianza del ruolo strategico attribuito al software, il 49% del c.ampione interpellato sta riportando in azienda gran parte dello sviluppo software e il 47% sta considerando o ha già in progetto una strategia di M&A per potenziare le capacità di sviluppo applicativo.

Per unazienda non è più sufficiente avere prodotti o servizi di qualità superiore. Al giorno doggi, il successo dipende dalla capacità di offrire una customer experience migliore, ha dichiarato Otto Berkes, Chief Technology Officer di CA Technologies. La trasformazione digitale in atto nelle aziende impone la necessità di far leva sulla customer experience elemento chiave di differenziazione nellodierna Application Economy.

Via Tech Economy

 
Di Altri Autori (del 21/09/2015 @ 07:03:24, in Mobile, linkato 1545 volte)

E il trend del momento che, in prospettiva, appare anche il più promettente: è quello che, per effetto della crescente diffusione dellIoT, lega internet a device e apparati che monitorano e raccolgono dati sulla nostra salute e benessere. Un interesse che si concretizza, nel solo panorama Usa, in oltre 165mila app dedicate alla salute e dispositivi wearable con funzioni innovative per la raccolta dati attualmente disponibili per i consumatori americani. E quanto emerge da uno studio pubblicato oggi dallIMS Institute for Healthcare Informatics.

Benché la maggior parte delle applicazioni ad oggi disponibili guardino al benessere generale dellindividuo, lo studio fotografa un interesse crescente verso un più ampio utilizzo da parte del sistema sanitario soprattutto per quanto riguarda la gestione delle patologie croniche. Secondo lo studio, oggi, 1 applicazione su 10 è in grado di interconnettersi con un dispositivo o un sensore, fornendo biofeedback e dati sulle funzioni fisiologiche del paziente ampliando così laccuratezza e la praticità della raccolta dati. Quasi un quarto delle applicazioni è incentrato sulla gestione delle patologie e delle relative terapie, mentre due terzi riguarda il fitness e il benessere delle persone.

I numeri

Il numero totale delle applicazioni mHealth è in rapida ascesa: nellApp Store di Apple dal 2013 si è assistito a un incremento ben del 106% di App, e il 12% di queste rappresenta più del 90% di tutti i download effettuati, e circa la metà di tutti i download è attribuibile a sole 36 applicazioni.

Nel corso degli ultimi due anni, oltre al potenziamento della capacità di raccolta dati sugli utenti, si è assistito anche a un incremento del numero di applicazioni mHealth in grado di connettersi a reti social (dal 26% al 34% del totale), evidenziando limportanza del social networking per stimolare la partecipazione dei consumatori.

Strategico il ruolo dei medici: il retention rate a 30 giorni delle applicazioni mHealth prescritte da un medico è infatti superiore del 10% rispetto a quelle selezionate autonomamente dai pazienti. Per quanto riguarda le applicazioni per il fitness prescritte da un operatore di settore, il retention rate presenta un incremento del 30%.

Le tipologie

Le app di mHealth analizzate possono essere suddivise in due categorie principali: quelle che facilitano il benessere generale come lesercizio fisico e la dieta, e quelle che specificamente si concentrano sulla gestione di una malattia attraverso limplementazione di protocolli di trattamento, come i memo dei farmaci. Le prime sono quelle numericamente più frequenti, con i due terzi dello app: fitness, stile di vita, stress, dieta e nutrizione. Trattamento e gestione di patologie, invece, interessano un terzo delle app analizzate con solo una piccola quota specificamente concepita per particolari malattie.

I soggetti erogatori di prestazioni sanitarie concordano sul valore derivante dallutilizzo di app mHealth, ma riconoscono il persistere di barriere che ne prevengono una capillare adozione. La maggior parte dei soggetti erogatori intervistati dallIstituto sono fiduciosi che lutilizzo di app mHealth possa ridurre la spesa sanitaria e incoraggiare i pazienti ad assumere un ruolo più partecipativo nel miglioramento del proprio stato di salute. Gli intervistati hanno evidenziato come lintegrazione dei dati mHealth con la cartella clinica informatizzata sia un aspetto essenziale per migliorare il processo decisionale del clinico e la comunicazione con il paziente.

Nonostante lentusiasmo di fondo rispetto allutilizzo integrato di app mhealth nel sistema sanitario, rimangono perplessità relative ad alcuni limiti ad oggi persistenti come: la limitata connettività e integrazione con sistemi di workflow; il lento cambiamento nei processi di erogazione delle prestazioni sanitarie; riservatezza dei dati, sicurezza e incertezze normative; assenza di evidenze scientifiche finalizzate a misurare lefficacia delle applicazioni e incapacità di raggiungere i gruppi di pazienti più vulnerabili (principalmente gli anziani o coloro che non parlano inglese).

Via Tech Economy

 

Crescono del 66% nel 2015 le vendite via Smartphone da siti web con operativita in Italia sono cresciuti addirittura del 66%, sfiorando quota 1,7 miliardi di euro, pari all11% di tutto leCommerce B2c italiano. questo il responso principale riguardante il mondo Mobile del nuovo Osservatorio eCommerce B2C di Politecnico di Milano e Netcomm.

Più in dettaglio, il comparto con la piu alta penetrazione di vendite da Smartphone e labbigliamento, con circa il 18% del totale eCommerce, seguito dalleditoria con il 15%, grazie a un valore medio dellordine ridotto che favorisce lacquisto dimpulso in mobilita. Sorprende il fatto che il terzo settore per penetrazione degli acquisti Mobile (14%) sia linformatica/elettronica, nonostante questi prodotti siano difficilmente visibili in tutti i loro dettagli su schermi piccoli. Nel turismo, invece, la penetrazione del 7% è ritenuta troppo bassa dallOsservatorio, poicheì lacquisto in mobilita dovrebbe giocare un ruolo piu importante (soprattutto nei trasporti).

Anche passando al valore assoluto in euro, il settore principale rimane labbigliamento, che ha registrato vendite via Mobile per circa 415 milioni, grazie sia ai siti di vendite private (tra cui Privalia, SaldiPrivati, vente-privee.com) che ai retailer online (come YooX). Seguono il turismo con quasi 380 milioni, grazie sia alle vendite di biglietti di trasporti (tra cui Alitalia, Lufthansa, Meridiana, Ntv, Trenitalia, Trenord) sia alle agenzie online (Expedia, eDreams, lastminute.com), e linformatica/elettronica di consumo con piu di 270 milioni, grazie sia ai pure player (Amazon, eBay, ePrice, gli Stockisti) sia ai retailer multicanale (MediaWorld e Unieuro). Tra gli altri comparti si segnalano gli ottimi risultati del couponing.

Se consideriamo oltre alle vendite su Smartphone anche quelle su Tablet, la crescita e del 44% e lincidenza dei nuovi device sale a quasi un quarto dellintero eCommerce (22%): solo tre anni fa (2012) era al 5%.

Come testimoniato dai risultati della ricerca, condotta dal Politecnico con Doxa, il Tablet e pero un dispositivo utilizzato prevalentemente in casa (oltre il 70% delle connessioni avviene in wifi) e quindi sostitutivo del pc tradizionale. Tenendo conto poi che lo schermo del Tablet è di dimensioni paragonabili piu a un Pc che a uno Smartphone, il paniere delle vendite via Tablet e piu simile a quello dellintero eCommerce, anche se lOsservatorio evidenzia due differenze: un peso superiore dellabbigliamento (25% delle vendite via Tablet contro il 15% della media delleCommerce), e un'incidenza inferiore delle Assicurazioni (2% su tablet contro l8% della media delleCommerce).

Tre motivi di ulteriore crescita nei prossimi anni

Oggi, con un peso del 22% delle vendite online, lecommerce attraverso dispositivi mobili nel nostro paese e di poco inferiore a quello dei principali mercati occidentali (UK 28%, Francia, Spagna e USA 27%, Germania 26%). Se ci focalizziamo sulle vendite via Smartphone, lItalia con l11% del valore delle vendite online fa registrare lincidenza piu alta tra i principali mercati occidentali (Spagna 10%, USA 9%, Francia, Germania e UK 8%), anche se largamente al di sotto di Cina, Corea del Sud e India dove lincidenza delle vendite tramite Smartphone va anche oltre il 50%.

Secondo lOsservatorio quindi è ragionevole pensare che nel nostro paese vi siano ancora importanti potenzialita di crescita delleCommerce da Smartphone. In primis per lulteriore diffusione dei device. Nel 2020 si prevedono 60 milioni di Smartphone e circa 22 milioni di Tablet attivi nel nostro Paese. In secondo luogo anche la diffusione delleCommerce sui Social network, che tipicamente sono fruiti da dispositivi mobili, possa spingere ulteriormente le vendite. Ci sono molte attivita di sperimentazione avanzata, soprattutto allestero, su quasi tutti i principali Social (Facebook, Twitter, Instagram, Periscope e Pinterest).

In terzo luogo i ricercatori si aspettano un incremento dellofferta dedicata al canale Mobile, oggi ancora sottodimensionata (solo due terzi dei primi 200 merchant oggi hanno un Mobile site o una Mobile App), sia per il Mobilegeddon, ossia il cambiamento dellalgoritmo di ricerca di Google che favorisce i siti responsive, cioè pensati per facilitare la fruizione da Mobile, sia per il naturale ciclo di rinnovamento dei siti web da parte dei merchant.

Lo Smartphone, sottolinea lOsservatorio, e una fonte di traffico di primaria importanza, da cui in molti casi arriva anche piu del 50% degli accessi al sito. Diventa quindi fondamentale non solo sviluppare un sito responsive, ma anche progettarlo in modo adeguato per garantire unesperienza dacquisto fluida anche da Smartphone, oltre che da pc.

Un ulteriore trend positivo infine è che gli acquisti da Smartphone stanno perdendo la caratteristica di decisioni dimpulso e diventando sempre piu una consuetudine slegata dalla rilevanza dellistante dacquisto. Lincidenza delle vendite dove conta il preciso momento dacquisto è infatti scesa dal 59% del 2014 al 48% del 2015.

Via Mobile4innovation

 
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