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Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
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\\ : Storico : Pubblicità (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Max Da Via' (del 01/09/2005 @ 19:47:46, in Pubblicità, linkato 1924 volte)

La scelta controcorrente è opera dell’azienda di cosmetici Coty,che sarà la prima nella storia a lanciare in uno spot online, che passerà in televisione solo il prossimo inverno.
Il nuovo spot è trasmesso via webcasting dal sito internet della rivista Vogue, e ha come protagonista Sarah Jessica Parker, la star del serial televisivo cult “Sex and the City”.

Decisamente una bella scommessa: in questo caso sarà l’utente a dover deliberatamente scegliere di vedere lo spot, mentre sempre più spesso, almeno con altri media (ad esempio la tv), lo spettatore fa del suo meglio per evitare il bombardamento promozionale.

Dennis Keogh, vicepresidente marketing del gruppo Lancaster, di cui fa parte Coty, vede questa soluzione come una tattica per ottenere maggiore visibilità differenziandosi dai competitor, rivolgendosi nello stesso tempo a un target estremamente mirato.

Sono infatti oltre 1 milione gli utenti (in grande maggioranza giovani donne) che visitano il sito di Vogue ogni mese in cerca di consigli e novità. La fascia di utenza della rivista è quindi decisamente in linea con la testimonial prescelta, e questo potrebbe decretare il successo dell’iniziativa.

Si tratta in ogni caso di un esperimento molto interessante: fino ad ora infatti gli spot pubblicitari erano stati lanciati prima in televisione e poi eventualmente sul web, dopo un opportuno riadattamento.

Che sia l’inizio di una nuova era di maggiore integrazione tra i vari media?

 
Di Max Da Via' (del 06/09/2005 @ 12:39:18, in Pubblicità, linkato 2012 volte)
Sulla scia del fruttuoso tentativo fatto nel 2004 dalla Seagram, che ha pagato artisti di fama internazionale per citare il proprio gin in alcune delle loro canzoni, anche il colosso dei fast food McDonald’s scalpita per scalare le classifiche d’oltreoceano.

Alla base di questa strategia c’è ovviamente un’attenta valutazione dell’influenza esercitata da un certo tipo di musica sui teenager americani, da sempre cari al marketing dell’azienda.

Con l’aiuto dell’agenzia pubblicitaria Maven Strategies , la stessa che ha supportato anche la Seagram, McDonald’s selezionerà un certo numero di artisti rap ai quali verrà proposto di inserire le parole “Big Mac” nei loro testi. Nel caso in cui il pezzo diventi una hit e passi per radio ciascun artista riceverà un “bonus” che oscilla da 1 e 5 dollari per ogni volta che la canzone viene trasmessa.

Ovviamente, per evitare pericolosi boomerang, il testo nel quale sarà citato il famoso panino deve preventivamente essere approvato dal marketing di McDonald’s, che verificherà la congruenza dei messaggi in esso contenuti.

Da un certo punto di vista questa strada, già collaudata, è creativa e con rischi limitati, in quanto l’artista è pagato in funzione del livello di promozione che riesce concretamente ad effettuare. D’altro canto però cosa potrebbe succedere se uno degli artisti supportati (come talvolta succede nel mondo del rap ma non solo) dovesse avere problemi di immagine e/o con la giustizia?

Il passaggio del pezzo in radio in questo caso non sarebbe più molto gradito al re degli hamburger, che potrebbe vedere la propria immagine, già ciclicamente messa in discussione per aspetti legati alla saltuarietà dei cibo offerti, associata a personaggi diventati nel frattempo scomodi o poco edificanti.

A prescindere però dai rischi evidenziati mi sembra che si tratti di un tentativo per certi versi coraggioso di battere nuove strade, per raggiungere il consumatore utilizzando uno strumento di forte impatto come la musica in un modo sicuramente nuovo e direi in questo caso “subliminale”.

A mio parere infatti è ora che le strategie di marketing, specialmente quando portate avanti da grandi player, provino nuove strade, integrando tra loro i diversi media e proponendo alle stanche orecchie del consumatore una “musica” nuova.

 
Di Alessandro Figus (del 10/09/2005 @ 17:23:46, in Pubblicità, linkato 4534 volte)

Chi abita a Roma,Milano, Firenze, Torino o Napoli si sarà imbattuto, a partire dal 5 Settembre, nella nuova cartellonistica di Ra-Re, una griffe di moda medio-alta.Uno dei tre tipi di pubblicità rappresenta due uomini che si baciano, mentre nelle altre due gli stessi modelli,passatemi il termine, sono intenti a toccarsi. Preciso che i ragazzi sono molto ben vestiti, elemento importante ai fini della sensazione che imprime l'immagine nel suo complesso rispetto a foto di semi-nudo.

Il padre creativo della campagna è Oliviero Toscani che ha sempre abituato a dividere l'opinione pubblica in seguito alle sue ideazioni spesso d'impatto. Anche questa volta non ha tardato a comporsi il fronte degli indignati che si oppone a coloro che non reputano offensivo un "naturale" ritratto della realtà omosessuale.

Le parole usate dallo stesso Toscani per descrivere il messaggio che si cela dietro questa campagna pubblicitaria sono:"Massima libertà di comportamenti,d'interpretazione e massima libertà di espressione,anche quella di essere omosessuali". Siamo sicuri che la libertà di espressione di uno non intacchi la libertà di chi è costretto a vedere i suddetti cartelloni per strada? La capacità di analisi di un adulto sarà identica a quella di un bambino?

Dal punto di vista etico assisteremo ad ovvi dibattiti sull'idoneità di una simile pubblicità ad "arredare" i lati delle strade; ma analizzando invece l'efficenza pubblicitaria, a che risultati porterà? Sicuramente farà parlare di sè; probabilmente il target afferrerà e condividerà in buona parte il messaggio.Si sa, la novità, la stranezza capta l'attenzione.Ma c'è chi afferma di non trovarci niente di strano.

E allora, cosa c'è di strano nel pubblicizzare una marca di abbigliamento giocando con la sessualità omosessuale?Niente?In questo caso non staremmo neanche qui a discuterne. A parer mio la prima e ineccepibile stranezza risiede nel fatto che la trovata di Toscani è la prima nel suo genere e come tale è strana. Forse tra qualche tempo non lo sarà più.Bisognerà vedere se questa forma di comunicazione verrà seguita da altri brand d'avanguardia o se la società rigetterà il coraggioso tentativo.

Per giudicare in prima persona vi consiglio www.ra-re.it ,(anche fonte delle mie informazioni), andate poi nella sezione ra-re, troverete inoltre maggiori informazioni sulla campagna pubblicitaria.

 
Di Eli (del 18/09/2005 @ 13:52:30, in Pubblicità, linkato 1765 volte)

Molti di noi, compresala sottoscritta, non si ricorderanno facilmente di Carmencita, il pupazzo a forma di cono ideato da Armando Testa che sponsorizzava il caffè Lavazza, con l’ausilio del fidanzato Caballero. Navigando su internet mi sono imbattuta nella notizia e una rapida occhiata alla foto dei personaggi mi ha risvegliato vaghi ricordi.

A quarant'anni di distanza dal Carosello che li ha resi celebri, i pupazzi nati nel 1964 faranno il loro ritorno trionfale sui nostri schermi televisivi.

Questa volta però i due personaggi saranno protagonisti di una sitcom, di 12 puntate, ognuna della durata di due minuti e mezzo,al termine della quale comparirà il prodotto sponsorizzato. L’ambientazione sarà decisamente moderna e simile a quella dei trentenni dei giorni nostri. Con i due fidanzati vedremo anche nuovi personaggi: un musicista inglese, tre affiatate amiche fidanzati al seguito e un pittore gay, oltre ovviamente al gatto di casa.

 

Si tratta quindi della riscoperta di un testimonial datato, al quale sarà fatto un restyling anche in termini di ambientazione per adattarlo ai gusti e alle tendenze della società moderna.

 

L’aspetto secondo me più interessante è cercare di capire il perchè di questa scelta: chi era all’epoca dello spot origliale ventenne adesso avrà circa cinquanta anni, e potrebbe non apprezzare una rivisitazione in chiave moderna per trentenni delle avventure dei due personaggi della sitcom.

Nello stesso tempo però l’operazione potrebbe invece piacere a chi all’epoca era molto giovane e magari si ricorda solo vagamente i personaggi perché inseriti in Carosello. In questo caso infatti la vista dei due pupazzi potrebbe risultare piacevolmente familiare e un ammodernamento del contesto nel quale sono presentati renderebbe il tutto più interessante.

 

Se questa è la strada che molte agenzie pubblicitarie decideranno di percorrere nei prossimi anni (risvegliare nei trentenni di adesso i ricordi dei beniamini delle pubblicità di quando erano molto giovani) allora aspettiamoci di vedere di nuovo sui nostri teleschermi l’Ippopotamo azzurro Pippo, la Linea e tutta l’allegra banda di personaggi che animavano le pubblicità televisive degli anni ’70.

 

 
Di Matteo B. (del 30/09/2005 @ 08:12:00, in Pubblicità, linkato 2251 volte)
Questa volta la Sony l’ha combinata grossa, e la pubblicità per il decennale della Playstation sembra abbia superato il limite, attirando un coro unanime di proteste da parte di esponenti politici e rappresentanti della Chiesa.
Reazione completamente opposta da parte del mondo dei pubblicitari, che in buona parte ha lodato lodano la qualità della campagna Playstation.
Tra le tante voci che si sono levate a difesa di questa scelta spicca il parere di Lorenzo Marini, noto pubblicitario, che dice testualmente“Per attrarre l'attenzione dei giovani il linguaggio deve essere per forza più trasgressivo di quello utilizzato per un prodotto per over 60enni”, se bisogna stare sempre attenti a non valicare il confine tra provocazione e buon gusto.

Ma è veramente necessaria la provocazione ad ogni costo? Recentemente, proprio in queste pagine, avevamo parlato della campagna RA-RE, altra scelta di dubbio gusto. Tutti noi abbiamo ben presente l’importanza del marketing e del riuscire ad attirare l’attenzione di un target bombardato giornalmente da migliaia di messaggi…

A volte la provocazione non è una facile scorciatoia per supplire alla mancanza di creatività?
 
Di Max Da Via' (del 07/10/2005 @ 07:53:05, in Pubblicità, linkato 2381 volte)
In queste pagine qualche tempo fa abbiamo parlato della campagna di Toscani per Ra-re. La ditta di abbigliamento maschile aveva commissionato a Toscani una campagna pubblicitaria, che sin dalla sua prima uscita ha creato non poco scalpore alimentando un articolato dibattito sia tra gli addetti ai lavori che tra il pubblico.
In seguito alle numerose proteste da parte dei cittadini è intervenuto il Comitato di controllo dell'Istituto dell'autodisciplina pubblicitaria (Iap) ha bloccato l’affissione di nuovi manifesti, scatenando le ire di Oliviero Toscani. I cartelloni già esposti ai primi di settembre possono quindi restare, ma la Ra-re non ne potrà esporre di nuovi.
“L'ostentazione volgare e provocatoria di situazioni legate all'intimità sessuale – è stato scritto - porta la comunicazione a scadere in una inaccettabile lesione della sensibilità del pubblico”. (…)
“Lungi dal volere stimolare un serio e corretto approccio al tema della parità i messaggi mirano unicamente a colpire l'attenzione del pubblico ad ogni costo, turbandone la sensibilità attraverso rappresentazioni volgari tout court”.
In un’intervista rilasciata al Corriere Toscani esprime il suo punto di vista sulla faccenda: “Sa perché ce l'hanno con me? I clienti delle agenzie di pubblicità si lamentano: come mai Toscani fa una foto e ne parlano tutti e voi ci fate spendere miliardi? E poi le agenzie si vendicano con me”.

Non mi ritengo un amante della censura, e anzi sostengo la libertà di manifestazione artistica, purché non risulti offensiva o lesiva per gli altri. D’altro canto non apprezzo nemmeno la provocazione fine a se stessa o come “scorciatoia” per ottenere clamore e attenzione senza doversi spremere troppo le meningi nell’inventare qualcosa che colpisca per l’originalità o la fantasia.
In questi giorni oltre alla pubblicità Ra-re anche quella della Playstation ha fatto moto discutere. Ambedue a mio modo di vedere erano finalizzate, attraverso sentieri diversi, a dare “un pugno” nello stomaco a chi le vedeva, facendo leva una sul pudore e l’altra sul sentimento religioso.
Ma conviene a un’azienda committente sollevare clamore con questi mezzi? Sicuramente si ottiene un grande (e fugace) riscontro in termini di visibilità, ma con quale percezione? L’immagine ne guadagna? Secondo me no.
 
Di Eli (del 07/10/2005 @ 20:14:00, in Pubblicità, linkato 1781 volte)
Sul sito di Cartoon Network, in occasione del lancio del film “La Fabbrica di Cioccolato”, è stato lanciato un concorso a premi. Nei panni di Charlie, il bambino protagonista del film, occorre raccogliere i dolci buoni, evitando quelli cattivi. Se si riesce a finire nel tempo prestabilito, lasciando il proprio indirizzo email, è possibile partecipare all’estrazione di premi sponsorizzati dal film, come cappellini e magliette.

Dal sito è inoltre possibile scaricare gli sfondi per il desktop, screensaver animati e e-card, tutti a tema.
 
Di Eli (del 09/10/2005 @ 09:29:42, in Pubblicità, linkato 2231 volte)
I designer della Citroen sono convinti che il nuovo il restyling della Citroen C3 la renda perfetta per passare giornate felici. A testimoniare questo concetto è stato chiamato il 59enne Henry Winkler (Fonzie) che ha diretto il nuovo spot della casa francese, utilizzando come testimonial i protagonisti della celebre serie televisiva “Happy Days”. Le immagini di Fonzie, dei coniugi Cunningham, di Joanie, Poesie, Ralph e Al e sono state scelte utilizzando le pellicole originali di "Happy Days" per poi essere combinate con il nuovo filmato realizzato con la C3.

Continua quindi la strategia della Citroen di fare leva su un pubblico di 30enni, richiamando alla mente ricordi sopiti. Vi ricordate la C4 Transformer che ballava citata in qualche vecchio commento? Adesso tocca a Fonzie e compagni. Che stia per tornare anche l’A-Team?
 
Di Alessandro Figus (del 17/10/2005 @ 14:44:35, in Pubblicità, linkato 1735 volte)

Vi propongo due casi di affissioni alternative che hanno come protagonista una Mini. La foto in cui la celebre autovettura sembra scalare un palazzo fa parte di una campagna pubblicitria ideata dalla Blow-Up chiamata "Mini climbs the walls". Inizialmente si potevanono trovare solo in nove punti strategici del Regno Unito e per rendere ogni elemento di questa trovata il più esclusivo possibile, ogni creazione ha un padre diverso. A mio avviso l'impatto è immediato, peccato che in Italia raramente si provi ad investire in publicità di questo genere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Di Alessandro Figus (del 18/10/2005 @ 20:11:43, in Pubblicità, linkato 1916 volte)

Una bara piena di libri ha attraversato sabato 15 Ottobre le vie del centro di Roma. L'iniziativa progettata dall'editore Gargoyle insieme all'agenzia di comunicazione non convenzionale guerrigliamarketing.it nasce per promuovere il libro Hanno sete di Robert McCammon, uscito proprio il 15 ottobre. La bara ha percorso diverse vie del centro storico ed è stata portata a spalla da quattro giovani vampiri che inoltre hanno distribuito alcune copie omaggio del libro ed un buono per una bara gratuita in caso di morte per vampirismo offerta da CofaniFunebri.it.

La promozione in totale stile dark, oggettivamente difficile da valutare, ha destato in alcuni passanti un pò di inquietudine ma è riuscita comunque a suscitare quella curiosità e quella dose di clamore che gli ideatori si erano probabilmente preposti.

 
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