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  mymarketing.it: l'isola nell'oceano del marketing... di Admin
 
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Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
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\\ : Storico : Tecnologie (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Roberto Venturini (del 18/01/2008 @ 06:15:06, in Tecnologie, linkato 2174 volte)

Già EMI ha accettato di vendere i propri brani musicali su iTunes privi di DRM. E anche su Amazon, da qualche mese, si possono comprare brani di alcune major senza "protezione"; brani di EMI, Universal e dovrebbe arrivare anche Warner.

Business Week ha recentemente
annunciato che anche Sony mollerà presto il colpo sul DRM.

D'altra parte, visto quanto impazza la pirateria, visto il
declino delle vendite, visto che ormai molte case discografiche stanno cambiando il proprio business dalla vendita di dischi a diversi tipi di valorizzazione dei propri asset, il DRM sembrava essere più una penalizzazione per gli utenti onesti, pronti a comprare la musica... che non una dissuasione a quelli che la musica non la pagano...

 
Di Altri Autori (del 11/02/2008 @ 07:51:44, in Tecnologie, linkato 4202 volte)

Tempi stretti, strettissimi. Per le emittenti televisive tenere il telespettatore seduto sulla poltrona è diventata un'impresa ardua. E non tanto perché manchino programmi di qualità: tra satellitare, digitale terrestre, tv classica, filmati su Internet, non c'è che l'imbarazzo della scelta. Quanto perché, anche per la televisione, il tempo è diventata una risorsa limitata. «È lo spirito dei tempi – sorride Edmondo Lucchi, responsabile del Dipartimento New Media Internet di Gfk Eurisko commentando i dati dell'ultima edizione Audistar (Satellite Television Audience Research) –. O per meglio dire siamo ufficialmente giunti a un punto di non ritorno». Secondo quanto emerge ricerca nell'arco di un solo semestre, il percepito degli italiani circa il tempo complessivamente dedicato alla televisione è diminuito del 18 per cento. Un calo che investe tutta l'offerta tv indistintamente, in tutte le sue componenti più o meno innovative. Quindi anche nel segmento della tv satellitare, oggetto della ricerca.

Stiamo parlando di un platea di 19 milioni gli italiani che si espongono ai canali satellitari nel corso di una settimana; 7,6 milioni nel giorno medio. Diciannove milioni di persone che stanno rapidamente cambiando la loro dieta mediatica. «Il dato interessante – sottolinea Lucchi – è che il minor tempo dedicato alla tv viene dichiarato e non rilevato. In altre parole, c'è una componente di interpretazione soggettiva che ci fornisce qualche informazione in più, sopratutto perché parallelamente aumenta il pubblico del satellitare e l'offerta di contenuti». Nell'ultimo anno, la diffusione degli abbonamenti alla pay tv è cresciuta del 10%, il pubblico del 14%. Insomma. aumentano le teste davanti alla tv satellitare. E con esse aumentano anche i canali e i contenuti televisivi. Rispetto al 2003, la piattaforma Sky 2008 ha incrementato la propria offerta di canali del 49%

Tradotto negli ultimi sei mesi è cresciuta la voglia di qualità e contenuti. Perché allora questa sofferenza, perché le persone concedono meno tempo al piccolo schermo? Semplicemente perché l'offerta è diventata sempre più «competitiva», sottolinea Lucchi. Satellite, internet, digitale terrestre hanno definitivamente fatto saltare in aria il vecchio paradigma della tv. Il telespettatore non solo può scegliere meglio all'interno delle singole piattaforme, ma è continuamente stimolato da nuove alternative tra cui anche il pc e il cellulare.
Il che non significa la fine della tv tradizionale, o di flusso come viene definita in gergo. Non siamo di fronte a un maligno contrappasso per la "generalista" che dopo aver ipnotizzato il pubblico italiano sottraendogli tempo in quantità industriale ora si batte per conquistare minuti di ascolto. Siamo al contrario in presenza di un nuovo telespettatore, più selettivo e più stretto nei tempi da dedicare al piccolo schermo. Uno spettatore sempre meno "tele" che però sul satellite si espone nell'arco di una settimana a 20 canali (su Sky) contro i 9,4 della media nazionale.

In particolare, ci sono fasce di pubblico che vivono già nel nuovo paradigma: i calciofili, o meglio i lettori dei giornali sportivi, il pubblico della pay tv di prima generazione. Loro, il calcio lo seguono sul satellite, ma anche sul digitale terrestre. E quindi hanno meno tempo. Gli appassionati di infotainment, e quindi coloro che hanno curiosità e interessi precisi e utilizzano tutti i media a disposizione per la loro crescita culturale.

Ebbene questa tipologia di pubblico sta subendo sempre di più il fascino della Rete. Usano YouTube, cercano l'on-demand, vogliono la tv tematica capace per soddisfare l'interesse specifico. Questi spettatori sono diventati anche utenti, nel senso che scelgono il loro palinsesto attraverso più piattaforme. «In questo caso – sottolinea Lucchi – la definizione di Steve Jobs di media che si guardano inclinati in avanti e quelli che vedi inclinato indietro calza a pennello. Questa fascia di pubblico tende a utilizzare il pc per cercarsi i propri contenuti video. Non accetta più passivamente quello che passa la televisione». O, per usare la metafora della "Long Tail", è un utente sta nella parte più bassa della coda, quella delle nicchie.
E poi ci sono i giovani appartenenti al target del musical entertainment, dell'intrattenimento musicale. Questo target si è progressivamente reso più autonomo nella costruzione di un palinsesto musicale. Grazie all'iPod e alle tecnologie di condivisione della musica si crea la propria play list.
Che internet in tutto questo abbia un ruolo è evidente anche se non ci sono ricerche che misurano la dimunizione del tempo della tv tradizionale sottratta a favore di You Tube o dei servizi di Web tv. Si sa solo che se è vero che tutti i media subiscono una riduzione di tempi, Internet dal 2000 al 2007 ha registrato, presso gli utenti, un incremento del monte ore di collegamento di circa il 600% (dati Gfk Eurisko).

Quindi? È il prezzo della modernità, dolcezza, verrebbe da chiosare. O meglio il prezzo da pagare all'ingresso di nuove piattaforme. Tra tempi che si contraggono e offerte che si moltiplicano, la frammentazione è inevitabile. La sfida, quindi, osserva Lucchi, è mettersi all'inseguimento del telespettatore errante, in cerca di qualità crescente.

In realtà, puntualizza Paola Liberace, blogger di Nòva100 e esperta di media, «più che un telespettatore errante ci troviamo di fronte a uno spettatore che si è sdoppiato, con interessi sempre più vari. Volendo scomodare Pirandello, possiamo affermare che il nuovo telespettare è uno, nessuno e centomila: uno perché decide autonomamente quali e quante piattaforme utilizzate. Nessuno perché sfugge alla tv di flusso e centomila perché è la somma di centomila interessi che vogliono essere soddisfatti con risposte tematiche ad hoc». Secondo la manager di Telecom Italia, «non c'è più la figura dello spettatore che veniva accolto dalla tv tradizionale alla mattina e accompagnato per mano per tutta la giornata. Con l'avvento della televisione tematica e satellitare, spiega la Liberace, lo spettatore ha imparato a spostarsi di device, mettendo in atto una serie di comportamente per recuperare una identità televisiva che è esplosa in "centomila"interessi.

Se tutto ciò è vero, resta da capire se assisteremo a una selezione naturale tra piattaforme tecnologiche, visto che il tempo resta una risorsa limitata. «Come abbiamo visto con l'introduzione del videoregistratore digitale, l'ingresso di un nuovo media ha spesso un effetto virtuoso. Quando è comparso sul mercato il Dvr molti hanno temuto che potesse costituire un pericolo per la televisione, visto che consentiva agli spettatori di saltare la pubblicità. Al contrario ha provocato una effetto "traino" sul pubblico stesso, attraendo anche nuovi spettatori. In questo senso, credo che la tv tradizionalista non morirà, anzi, l'ingresso di un nuovo media può innescare un circole virtuoso, stimolando il consumo anche degli altri mezzi di comunicazione»

Di Luca Tremolada su ILSOLE24ORE.COM

 
Di Altri Autori (del 26/02/2008 @ 07:00:58, in Tecnologie, linkato 3909 volte)

Più di 1 miliardo di cellulari venduti ogni anno nel mondo. È un numero impressionante, difficile anche solo da immaginare. È facile quindi capire come il Mobile World Congress (MWC) di Barcellona sia una delle fiere più ricche del pianeta, nonostante la crescita del mercato dei cellulari stia rallentando. Quella che fino allo scorso anno era chiamata 3GSM, è una kermesse dove i prodotti spesso vengono messi in secondo piano dalla levatura dei personaggi presenti. Si ha la sensazione che l'MWC sia uno dei pochi eventi legati alla tecnologia dove vengono veramente prese le decisioni che poi determinano le sorti del mercato. È una sensazione sottile, perché molto, quasi tutto, avviene in stanze chiuse, lontano dal clamore dei padiglioni stracolmi di visitatori, rigorosamente in giacca e cravatta, che hanno pagato almeno 600 euro per accedere alla fiera e molto di più per trovare una sistemazione a Barcellona, dove un albergo da 50 euro a notte arriva fino a 500 durante i giorni della fiera. Si vedono i prodotti, si assiste anche in diretta agli annunci delle aziende presenti, ci si rende conto di essere molto vicini alla stanza dei bottoni, ma allo stesso tempo si ha la chiara sensazione che molto avviene dietro le quinte. Ma cosa ci aspetta nel 2008 nel settore più in salute della tecnologia? Alcuni trend sono molto chiari, altri meno e c'è sicuramente ancora chi vuole rischiare proponendo nuovi prodotti e servizi.

Cos'è un cellulare
Sono passati più di 20 anni dalla nascita dei primi cellulari, ma se andiamo a vedere quali sono state le principali fonti di ricavo degli operatori, tutto ruota ancora intorno alle due funzioni principali dei telefonini: voce e sms. Modelli iper-tecnologici o molto semplici, alla fine continuiamo a usarli per le stesse due funzioni di base per cui sono stati immaginati ormai molti anni fa. Se andiamo a vedere i dati presentati da Vodafone a metà novembre, relativi al primo semestre dell'anno fiscale che va quindi da aprile a settembre 2007, notiamo come ancora oggi sul mercato europeo, che è sicuramente il più maturo al mondo, su 12,6 miliardi di sterline di fatturato quasi 9 vengono ancora dalla voce. Se a questi ricavi aggiungiamo 1,5 miliardi di sterline legati agli SMS, ben 10,2 miliardi su 12,6 del fatturato di Vodafone in un semestre in Europa, ossia l'80%, nel 2007 arriva ancora da voce e SMS. Analizzando i tassi di crescita la situazione si ribalta completamente. La voce è ormai in calo del 2%, la messaggistica tiene con una crescita dell'8,6%, la vera impennata avviene con i dati che crescono del 40%. Questi dati non influiscono solo sui bilanci di aziende multinazionali e sulle decisioni dei super-manager, sono una diretta conseguenza delle nuove tecnologie disponibili e, in ultima analisi, del modo in cui noi utilizziamo i cellulari. Il cambiamento è iniziato già da qualche anno e utilizziamo sempre di più il nostro cellulare come strumento per collegarci, per gestire i nostri media digitali, per orientarci.

Da telefono a computer
Nokia chiama i suoi cellulari più evoluti Multimedia Computer. Difficile dargli torto quando un prodotto come l'N96, annunciato a Barcellona e disponibile nel terzo trimestre 2008, ha 16 gigabyte di memoria, una fotocamera da 5 megapixel, GPS integrato e uno schermo da 2,8 pollici. In 125 grammi c'è un concentrato di tecnologia che permette realmente di avere sempre con sé tutti i propri media, di accedere a Internet, di scattare foto di qualità comparabile a una compatta e di vedere la televisione grazie al ricevitore DVB-H. L'N96 è quasi esagerato ma è l'esempio più evidente di un trend molto preciso. Oggi in un cellulare diamo per scontato che ci sia una fotocamera, con risoluzioni minime di 2 megapixel e che spesso arrivano a 5. Meno scontato poter ascoltare musica, guardare e realizzare filmati, scaricare la posta, collegarsi a Internet e avere un navigatore GPS dentro il cellulare. Meno scontato perché ci sono prodotti che fanno molto bene una singola attività, BlackBerry la posta elettronica tanto per fare un esempio, ma non c'è ancora un unico prodotto che riesce a fare tutto quanto nel modo migliore. Rispetto all'anno scorso poi c'è stato un prodotto, quasi del tutto assente a Barcellona, che ha cambiato radicalmente le carte in tavola. Parliamo, naturalmente, dell'iPhone che ha rivoluzionato il modo di utilizzare un cellulare e che ha fatto capire come sia possibile vendere un telefono non per fare telefonate, ma prima per tutte le altre funzioni e poi, secondariamente, per essere usato come telefono. L'impatto dell'iPhone si è fatto sentire e va oltre il design del prodotto, l'interfaccia rivoluzionaria e l'incredibile facilità d'uso. Apple, che in questo è maestra, è riuscita a cambiare il modo di vendere un cellulare e di creare un nuovo tipo di rapporto con gli operatori. È troppo presto capire quale sarà il reale successo dell'iPhone e se Apple riuscirà a raggiungere l'ambizioso obiettivo di 10 milioni di iPhone nel primo anno di vita del prodotto. È invece certo il fatto che l'arrivo dell'iPhone ha alzato nettamente le aspettative sulle prestazioni e le funzionalità di un cellulare.

Le innovazioni continuano
Apple non è l'unica a sperimentare, un'azienda che ha sicuramente fatto parlare di se a Barcellona è stata Modu. Azienda israeliana fondata da Dov Moran, di fatto l'inventore delle chiavette USB che nel 2006 aveva venduto la sua azienda a San Disk per qualcosa come 1,5 miliardi di dollari, Modu propone un nuovo concetto di cellulare. Il cuore del nuovo concetto è il cellulare più piccolo del mondo, entrato per questo motivo nel guinness dei primati, che ha solo delle funzioni base, come chiamare, inviare un sms o cercare un numero nella rubrica, 1GB di memoria flash e un connettore, simile al dock dell'iPhone. Il colpo di genio però non è nelle dimensioni contenute del Modu, ma nelle jacket, degli involucri con specifiche funzioni nei quali inserire il Modu per estenderne le possibilità. Ci sarà quindi una jacket per gli MP3 con presa cuffia standard e molta memoria o una per la messaggistica con una tastiera estesa. Questo approccio permette di personalizzare al massimo il rapporto con il cellulare, potendo cambiare di fatto modello anche più volte al giorno. Ma c'è un altro vantaggio forse ancora più importante, legato al ciclo di vita di un cellulare, che oggi è di almeno dodici mesi perché è davvero complesso e dispendioso certificare un modello prima di poterlo vendere e quindi una vita "lunga" è necessaria per rientrare dell'investimento. Il Modu base, il cellulare, è l'unico componente a dover essere certificato, le jacket invece sono "solo" degli accessori che quindi avranno un prezzo accessibile, si parla di meno di 100 euro per quelle meno complesse, e potranno essere lanciate sul mercato con una velocità decisamente più elevata perché non dovranno superare tutti i controlli di un normale cellulare. Modu inizialmente si appoggerà esclusivamente a degli operatori per commercializzare i propri prodotti. TIM è uno dei primi partner che sono stati ufficializzati a Barcellona e quindi l'Italia sarà uno dei primi paesi in cui verrà commercializzato Modu. Si parla di fine 2008, inizio 2009.

Un vero computer
Se è vero che tutti i cellulari si stanno evolvendo, aggiungendo sempre più funzioni e assomigliando sempre più a un computer, i cellulari che possiamo chiamare feature phone, c'è una categoria di prodotti che da sempre sono per natura dei veri e propri computer. Parliamo naturalmente degli Smartphone che sono in assoluto la categoria di prodotti che sta crescendo di più, con tassi di crescita annui superiori al 30%. Ormai tutti i produttori hanno a listino degli Smartphone e Symbian la fa ancora da padrona nel mercato dei sistemi operativi. Windows Mobile continua nella sua crescita e BlackBerry consolida la sua posizione. La notizia di Barcellona è che ormai 4 produttori, LG, Samsung, Motorola e Sony Ericsson, fra i primi 5 al mondo propongono almeno un modello con Windows Mobile. Ha colpito soprattutto l'annuncio dell'Xperia X1 di Sony Ericsson, uno smartphone con un design molto particolare e delle innovazioni rispetto a quanto visto fin'ora. Per adesso però è solo un prototipo, sul mercato lo vedremo sicuramente dopo l'estate, speriamo entro la fine del 2008.

Una visione del futuro
Fra i vari scenari proposti durante il Mobile World Congress, particolarmente accattivante è stato quello presentato da John Chambers, numero uno di Cisco. Chambers è convinto che sempre di più la tecnologia permetterà di avere delle esperienze simili indipendentemente dal dispositivo usato e che la pervasività delle reti IP abilita un'integrazione trasparente fra diversi modi di comunicare, da Internet al fisso, fino al cellulare. Un esempio è il "three screen video" che permette di accedere liberamente agli stessi contenuti su TV, PC e cellulare.
Nel rendere più facile l'accesso alla rete, il 2008 sarà finalmente l'anno del Wimax. In Italia andando avanti molto velocemente l'asta per l'assegnazione delle licenze, e per la fine dell'anno o all'inizio dell'anno prossimo saranno quindi attive le prime reti Wimax. Nello stesso periodo Intel, con la nuova generazione di Centrino, nome in codice Montevina, che verrà presentata a luglio, proporrà una soluzione molto economica e pratica per integrare Wimax nei notebook. In altri paesi Wimax è invece già una realtà, a Barcellona abbiamo incontrato Andy McKinnon di Motorola che ci ha raccontato di come Wimax ha permesso di portare connettività broadband in un paese come il Pakistan, dove le infrastrutture erano molto arretrate e sarebbe stato praticamente impossibile cablare il paese con tecnologie tradizionali. Questo è un esempio di una tecnologia che permette di saltare delle tappe, quello che in inglese viene definito leapfrog, e che ha permesso in Pakistan di non dover creare una rete fissa tradizionale per poi passare all'ADSL per assicurare connettività. Si è passati dal nulla al collegamento Wimax. Purtroppo non è sempre possibile con tutte le tecnologie, ma il Wimax ha sicuramente questa caratteristica ed è particolarmente adatto a paesi in via di sviluppo dove mancano altri mezzi di comunicazione. Motorola ha anche mostrato una serie di prodotti Wimax, fra cui il più interessante era un router wireless casalingo che si collega a Internet attraverso Wimax e poi irradia il segnale in casa attraverso un collegamento Wifi. Tutto sembra quindi volgere al meglio per Wimax, dopo una fin troppo lunga gestazione, ma non tutti sono certi del successo della nuova tecnologia wireless ideata da Intel. Forse è troppo tardi, soprattutto nei paesi avanzati dove l'HSDPA si sta consolidando come tecnologia di connettività mobile. Solo in Italia molti operatori offrono oggi 7 Megabit di banda, che presto diventeranno 14. Con velocità di questo genere, le tariffe che stanno diminuendo e soprattutto si stanno trasformando in flat e gli utenti ormai abituati a questa modalità di connessione, Wimax rischia di avere qualche difficoltà di diffusione proprio nei paesi più avanzati

di Vittorio Manti su ILSOLE24ORE.COM

 
Di Altri Autori (del 04/03/2008 @ 07:06:12, in Tecnologie, linkato 1785 volte)

Sony Ericsson ha rilevato una sensibile crescita dell’uso di internet mobile. Il 44% di un campione di consumatori di età compresa fra i 16 e i 24 anni ha infatti confermato di essersi connesso alla rete con il proprio cellulare negli ultimi sei mesi. La media di tempo trascorso online con il dispositivo mobile è di 12 minuti ogni giorno. Più di un quarto dei ragazzi intervistati possiede un cellulare 3G.

“Sono tre i segnali che dimostrano chiaramente che la navigazione mobile è destinata a rimpiazzare quella fissa: la flessibilità, la velocità della connessione Hsdpa e l’aumento di siti integrati per la navigazione mobile”, ha spiegato Stefan Streit di Sony Ericsson.

Via Quo Media

 

Il mercato dell'Ict (informatica più telecomunicazioni) cresce nel 2007 dello 0.9%, poco rispetto al 2006 quando era cresciuto del 2 per cento. La caduta si deve alla calma piatta che regna nel comparto delle telecomunicazioni per il secondo anno consecutivo e che rovescia quella che è stata la tendenza principale fino a due anni fa, quando le telco trainavano e l'It seguiva a ruota; oggi avviene il contrario. Questo il dato più macroscopico che salta agli occhi leggendo i dati preliminari sull'andamento del settore Ict in Italia nel 2007, rilasciati oggi da Assinform (l'indagine, come al solito, è stata realizzata da Netconsulting). Il settore Tlc scende ai minimi storici, più 0,4% contro il più 2,1% del 2006. L'It cresce invece del 2%, pari a un incremento dello 0,4%; che si sia aperto un ciclo? Cresce l'hardware (+4,8%), grazie al buon andamento della domanda di Pc, che registrano un +13,1% in unità e un +5,5% in valore. La crescita dell'Ict in Italia è lontana da quella mondiale (più 5,5%), anche se fa ben sperare una consapevolezza diffusa dell'importanza dell'Ict. Di fatto, nei numeri, la famiglia italiana consuma più tecnologia: dal 2005 al 2007, la penetrazione del cellulare nelle famiglie italiane è infatti passata dall'80,8 all' 85,5%, quella del PC dal 43,9% al 47,8% e quella di Internet dal 34,5% al 38,8 per cento. I ricercatori avanzano l'ipotesi che forse la cosa che manca è un quadro di riferimento che favorisca l'uso dell'Ict in chiave di innovazione nel sistema produttivo. Vediamo i numeri un po' più nel dettaglio.

Il mercato It sfrutta soprattutto il buon andamento del mercato consumer e una ripresa moderata ma generalizzata degli investimenti It da parte delle imprese. La dinamica è in sé apprezzabile, anche se contestualmente aumenta il divario (-2,7%, contro il 2,1%) rispetto a quello dell'insieme dei paesi europei (+4,7%), e che, a differenza dello scorso anno, si innesta in uno scenario di possibile recessione economica.

Nel 2007, la domanda consumer cresce del 10,5%, raggiungendo una quota di mercato complessiva del 5,2% sulla spinta della domanda di Pc. Una gradita sorpresa, per certi aspetti un po' misteriosa visto il negativo andamento dei consumi. Anche se, rispetto ad altri prodotti (gli alimentari per esempio) gli oggetti elettronici tendono a deprezzarsi.
Quanto alle imprese (quasi il 95% del mercato It), le dinamiche d'investimento, per quanto contenute, sono positive per tutte le realtà, grandi (+1,7%), piccole (+0,6%) e medie +1,9%). Tra gli utenti, primeggiano ancora le banche, e a seguire nell'ordine industria, aziende della distribuzione e dei servizi, qualche progresso per la PA locale, mentre, fatto piuttosto grave, la PA centrale riduce ancora di un altro 3,2% la spesa per l'It.
Detto dei Pc, che vanno come un treno, bisogna sottolineare la distanza che si allarga sempre più tra portatili e desktop. Più contenuta (1,2%, appena lo 0,1% in più rispetto al 2006) la crescita di software (buone performance per il middleware, discrete le altre) e servizi, in pratica la componente più importante per una vera innovazione. Da prefisso telefonico anche la crescita dei servizi, più 0,3%. Nel caso dei servizi, si conferma l'andamento dell'anno scorso: in crescita, outsourcing (+2,2%), integrazione dei sistemi (+1,1%), consulenza (+1,2%); in calo servizi di elaborazione dati (-3%) e formazione (-2,3%). I servizi di assistenza tecnica continuano il declino fisiologico (-4.1%).

E veniamo alle dolenti note delle telecomunicazioni. Detto dei numeri poco lusinghieri, c'è da sottolineare la contrazione degli investimenti in apparati e infrastrutture (-0,7%) e il continuo calo dei servizi su rete fissa, che cancellano quasi completamente gli effetti della continua, anche se ormai attenuata, progressione dei servizi su rete mobile, e della crescita dei servizi a valore aggiunto su entrambe le reti, fissa e mobile. Le Tlc mobili generano una domanda complessiva, tra infrastrutture, apparati, terminali e servizi, che cresce dell'1,8%, contro il più 4,5% del 2006, mentre le fisse scendono dell'1,3%.
Nel 2007, le linee mobili aumentano soprattutto sulla spinta di campagne commerciali molto aggressive. In aumento (+,2,2%) anche il numero degli utenti attivi, che oggi sono 45,9 milioni. Quest'ultimo dato spiega più di tutti la crescita del business del mobile, visto che gli investimenti in infrastrutture non progrediscono. Evolve comunque anche l'uso delle comunicazioni mobili, visto che la stessa spesa unitaria per utente attivo vede calare del 4% i servizi voce e crescere i servizi a valore aggiunto (Sms, Mms, collegamenti Internet su rete mobile), che attualmente pesano in valore per più di un quarto del totale della spesa in servizi mobili, che nel 2007 è aumentata del 2,6 per cento.

Per quel che riguarda le Tlc fisse, anche la componente di servizio scende (-1,5%), e si evidenzia un calo nelle componenti più mature, quali la voce (-5,1%) e la trasmissione dati (- 6%), solo parzialmente compensato dalle componenti legate ai servizi a valore aggiunto (+3,8%) e alle connessioni Internet (+8,2%). Positivo l'incremento del numero di accessi ad alta velocità: 10,1 milioni (+18,7%), 9,8 dei quali in modalità xDsl (+19,2%) e di circa 340mila su fibra ottica (+5,6%). Cresce la domanda espressa dalle famiglie (+2,9%), mentre quella dell'utenza business scende del 2,3%, confermando una tendenza di lungo periodo legata in parte all'adozione di soluzioni di fonia su Ip in parte alla rivisitazione al ribasso delle tariffe per servizi fissi e mobili.

Per il 2008, è prevista una crescita del mercato Ict dell'ordine dell'1,9%, pari a un più 1% rispetto al 2007. Il piccolo miglioramento porterà il mercato Ict a un valore complessivo di 65 mila e passa milioni di euro, ma si confronterà con tassi di crescita più sostenuti di tutti i paesi guida dell'Europa, e sarà più che altro basato su una ripresa delle telecomunicazioni. Queste ultime infatti dovrebbero crescere del 2,1%, mentre per quel che riguarda l'informatica, la situazione congiunturale lascia presagire una crescita lievemente inferiore a quella del 2007, più o meno dell'1,6 per cento.

Di Pino Fondati su ILSOLE24ORE.COM

 
Di Altri Autori (del 14/05/2008 @ 07:51:13, in Tecnologie, linkato 1902 volte)

La televisione, in formato Web beninteso, si guarda con il Messenger, con il sistema di messaggistica targato Microsoft. Ed è un nuovo canale tv che parte già con 12,5 milioni di utenti. Il colosso di Redmond ha lanciato in Europa la Messenger Tv che abbina la visione dei video e le conversazioni su Windows Live Messenger. Il progetto, è bene sottolinearlo, nasce dalla creatività del team italiano.

Gli di utenti italiani di Windows Live Messenger avranno la possibilità di guardare e commentare i loro video preferiti "in compagnia" dei loro contatti: una nuova modalità di interazione e condivisione. L'offerta di contenuti comprende l'intero catalogo di clip di Mns Video, il canale gratuito di video del portale Msn. Per l'occasione, inoltre, Microsoft ha stretto una partnership con Mtv Italia: gli utenti avranno così a disposizione i migliori programmi locali del canale musicale più amato dai giovani di tutto il mondo, da "Very Victoria" a "Loveline", fino al nuovissimo "Stasera niente Mtv" con Ambra Angiolini.

Oltre a Mtv, la nuova Messenger tv beneficerà delle altre partnership di qualità strette da MsnVideo. Grazie al recente accordo con Mediaset.it sarà, infatti, possibile guardare i migliori programmi di Canale 5, Italia 1 e Rete 4 mentre la collaborazione con Sony Bmg offrirà i video musicali dei più famosi artisti della scena mondiale. E ancora le notizie di Ansa e Agr , i contenuti cinematografici di Coming Soon, le notizie sportive di Sportal e i video di altri partner eccellenti nelle diverse categorie, che renderanno ricca e avvincente l'offerta della nuova TV di Messenger.

Via ILSOLE24ORE.COM

 

Mentre i consumatori si stanno godendo le prestazioni di iPod, iPhone e iMac, Forrester Research pensa al futuro e si chiede cosa sarà capace di inventarsi la Apple per stimolare l’interesse dei consumatori durante i prossimi cinque anni.

L’istituto di ricerca ha previsto che nel 2013 la casa della mela sarà tutta concentrata sull’ambiente casalingo, con lo sviluppo di dispositive integrati che permettano di interagire contemporaneamente con dispositive futuristici.

Qualche esempio? Pannelli digitali a muro sincronizzati con il computer per la trasmissione di immagini e video in connessione wireless. Sveglie in grado di diffondere musica e altri media mediante un collegamento home network, oppure un telecomando universale dotato di touch-screen che ha reso l’iPhone tanto popolare. I due competitor di Apple più accreditati alla conquista delle abitazioni sono, secondo l’analisi stilata da Forrester Research, l’eterno rivale Microsoft e Hewlett-Packard.

via Quo Media

 
Di Altri Autori (del 09/06/2008 @ 07:08:18, in Tecnologie, linkato 1984 volte)

YouTube è l’ultimo provider di video ad arricchire l’offerta del servizio online di video link offerto da Bravia tv di Sony. I contenuti d’intrattenimento, oltre a film e show, ora comprenderanno anche video di YouTube. Il provider si unisce ad altri partner già attivi nel progetto come Yahoo, Aol, Sports Illustrated, blip.tv, Style.com, Men.Style.com, Epicurious, Concierge.com e Crackle. Il modulo video link è disponibile per 300 dollari.

“Sony è stata la prima a portare il servizio di video streaming da internet in tv. Grazie a questa iniziativa è possibile accedere al servizio di video online attraverso Bravia tv” ha commentato Randy Waynick, vicepresidente senior della divisione home products di Sony.

Via Quo Media

 
Di Altri Autori (del 11/06/2008 @ 07:13:22, in Tecnologie, linkato 1683 volte)

La moda del social networking sta imperversando da tempo, ultimamente però la piattaforma privilegiata per questo genere di attività sembra essere il cellulare: a dirlo è uno studio condotto da Nielsen Mobile, il settore dell’istituto di ricerca Nielsen Company, secondo il quale in Europa il 30% degli utenti di telefonia mobile e iscritto ad almeno un social network, usa il cellulare per accedere ovunque ai network, inviare messaggi, guardare immagini e aggiungere amici alle proprie liste.

La percentuale di utenti che accede ai propri account tramite telefonino varia a seconda del Paese: in una classifica ideale, prendendo in considerazione gli iscritti ai siti sociali, troviamo in vetta la Spagna con il 50%, mentre in Germania la percentuale si abbassa al 15%.

Il primato europeo, se consideriamo invece gli utenti di telefonia mobile, è detenuto dalla Gran Bretagna dove l’incidenza di fruitori mobili di social network è simile a quella degli Stati Uniti dove l'1,6% degli utenti di telefonia mobile (equivalente a 4,1 milioni di persone) si collega al web per fare social networking.L'Italia si posiziona al quarto posto con lo 0,6%, preceduta dalla Spagna (0,8%).

“Il social networking è già un fenomeno globale e l'approdo al cellulare segna l'inizio di un nuovo importante capitolo; nel Regno Unito e negli Stati Uniti in modo particolare, milioni di utenti già accedono a MySpace.com, Facebook e altri social network interagendo con questi spazi virtuali ovunque si trovino” ha affermato Jeff Herrmann, vicepresidente di mobile media di Nielsen Mobile. “La domanda di questo tipo di servizi da parte dei consumatori può avere notevole peso nella strutturazione dei piani di abbonamento” ha aggiunto Herrmann.

Viao Quo Media

 
Di Altri Autori (del 29/07/2008 @ 07:26:54, in Tecnologie, linkato 2232 volte)

L'editore Scribner and Simon & Schuster Digital ha siglato una partnership con Marvel Entertainment e CBS Mobile per offrire l'inedito "N" come sotto forma di 25 episodi video da vedere su cellulare o web.

Ogni episodio dura circa due minuti e non costerà nulla agli urenti mobili. Sul web è possibile acquistare blocchi di cinque episodi su CBS Audience Network e NisHere.com 0,99 centesimi oppure acquistare l'intera stagione a 3,99.

"Mi sono sempre interessato ai nuovi sistemi di distribuzione per i racconti - spiega King - e sono sempre stato curioso su come funzionano questi sistemi con la realtà del raccontare storie. Secondo me questa funziona estremamente bene".

Via Quo Media

 
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