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Pubblicità, in Italia la Tv vince ancora su Internet
Di Max Da Via' (del 21/09/2017 @ 07:39:43, in Pubblicità, linkato 1503 volte)

Digitale e Tv leva di crescita per l’industria Media & Entertainment. Il settore è destinato a raggiungere quota 38 miliardi di euro nel giro di 4 anni, in crescita rispetto ai 31,5 miliardi del 2016. Il mercato sembra aver assorbito i colpi della crisi congiunturale degli anni passati e, a seconda dei segmenti, manifesta segnali di tenuta o di crescita, confermando così la ripresa avviata nel 2015.

Emerge dall’outlook 2017-2021 di Pwc che analizza l’andamento dei 17 segmenti del mercato dei Media e dell’Intrattenimento (B2B, Books, Cinema, Data Consumption, E-Sports, Internet access, Internet advertising, Internet video, Magazine publishing, Newspaper publishing, Music, Out-of-home advertising, Radio, Traditional TV and home video, TV advertising, Video Games, Virtual Reality).

La spesa degli utenti finali (che include i servizi di accesso ad Internet) ha contribuito in modo sostanziale alla crescita: nel 2016 ha raggiunto 23,5 miliardi, crescerà nel 2021 fino a 28,9 miliardi. Altrettanto forte la crescita dei ricavi pubblicitari dopo i trend poco incoraggianti degli ultimi tre anni. TV ed Internet continuano a rappresentare i due segmenti dove si concentra la maggior parte dei ricavi del settore.

TV e Internet continueranno a generare la maggior quota di ricavi nel mercato E&M, incidendo per il 68% sul totale del mercato E&M nel 2021. La crescita dei due segmenti, tra il 2016 ed il 2021, sarà pari a €5,5 miliardi, mentre la crescita del mercato nello stesso periodo sarà pari a €6,7 miliardi.

Ma attenzione: mentre a livello globale, la pubblicità su Internet ha già superato quella sui broadcast, l’Italia dovrà aspettare questo sorpasso ancora 5 anni.

La crescente competizione a livello globale ed il forte processo di trasformazione tecnologica soprattutto nel mondo digitale hanno generato forte spinta all’evoluzione del settore, nota la società. Nel dettaglio, si rileva come il 2016 sia stato un anno particolarmente significativo in riferimento ad operazioni di M&A per il consolidamento di aziende operanti nel comparto editoria e media: l’acquisizione del capitale sociale di RCS MediaGroup da parte di Cairo Communication, la fusione di ITEDI con Gruppo Editoriale L’Espresso (dalla quale nel 2017 è nata GEDI Gruppo Editoriale), la fusione tra la francese Banijay Group e l’italiana Zodiak Media sono tra le principali, come l’acquisizione di RCS libri da parte di Mondadori. Altrettanto importanti sono state le operazioni che hanno interessato altri comparti del mercato E&M: dall’acquisizione di Metroweb da parte di Enel è nata Open Fiber, con l’obiettivo di contribuire ad estendere la diffusione della banda larga in Italia, facilitando le modalità di fruizione dei contenuti digitali. Operazioni di consolidamento finalizzate all’integrazione del proprio portafoglio di offerta si sono realizzate anche nel mondo delle telecomunicazioni (fusione Wind/H3G) permettendo l’ingresso di operatori internazionali, come Iliad e Zte, che potrebbero avere nel futuro un ruolo rilevante anche nell’offerta di contenuti multimediali e nelle infrastrutture, ridefinendo gli attuali confini del settore. E questo trend di mercato sembra continuare.

“Prevediamo che nel 2017 il volume di trasmissione dati in mobilità sorpasserà quello della banda larga in Italia – dice Andrea Samaja, PwC Advisory TMT Leader -: questo è forse l’indicatore che in modo più diretto esprime la significatività della trasformazione in corso. Questa trasformazione è spinta anche dalle normative europee e italiane, che stanno via via regolamentando nuovi modelli di business. Si pensi alla direttiva europea sui pagamenti digitali (PSD2), che apre il mercato a nuove linee di attività ma anche a nuove relazioni tra consumatori e mercato. In questo percorso evolutivo la customer experience, per la fruizione dei contenuti e/o dei servizi online in mobilità, è il fattore critico di successo. A titolo solo di esempio, non ci deve stupire scoprire che un social network abiliti una funzionalità che permette di scambiarsi denaro e non solo contenuti: quindi diventare anche strumento di pagamento. E non ci deve stupire immaginare che i siti di e-commerce forniscano l’opzione di pagare tramite un numero telefonico”.

Secondo Maria Teresa Capobianco, PwC Advisory E&M Sector Leader “il valore distintivo di ciascun editore deve essere massimizzato in maniera dinamica attraverso logiche di partnership, di sviluppo prodotti ma anche di rivisitazione dei modelli operativi e delle tecnologie abilitanti. Un esempio su tutti è il tema dei big data e degli analytics: più dati e più informazioni non necessariamente sono sinonimo di maggior valore prodotto. Monetizzare il valore che i dati sono in grado di esprimere richiede capacità di visione, managerialità, flessibilità e tecnologie”.

In particolare il segmento TV advertising (3,265 miliardi di euro) si conferma come il più significativo del mercato pubblicitario, seguito dall’Internet Advertising (2,356 miliardi di euro). Sebbene la spesa del mercato pubblicitario TV rimanga il segmento di maggiore incidenza sul mercato pubblicitario, il divario rispetto ai ricavi internet advertising continuerà a ridursi nei prossimi cinque anni. Entrambe le piattaforme si confermano di primaria importanza per i consumatori, pertanto le aziende dovranno continuare ad essere in grado di sviluppare, realizzare e misurare campagne coordinate su più canali per interagire con i propri clienti a 360°.

I ricavi del segmento Internet Video (362 milioni di euro) supereranno quelli dell’Home Video nel 2019. Il segmento Internet Video si è rapidamente ampliato negli ultimi anni e per la prima volta nel 2019 supererà il mercato dell’Home Video. I ricavi del primo segmento sono infatti previsti in crescita dell’16,7%  nel prossimo quinquennio, raggiungendo i 362 milioni di euro nel 2021, mentre il mercato segna un declino terminale per DVD e Blu-ray che scenderanno a 235 milioni di euro. La domanda si è spostata verso il più immediato e conveniente mercato del video-on-demand, con contenuti accessibili tramite una vasta gamma di dispositivi collegati che consentono ai consumatori di fruire dei contenuti quando e dove lo desiderano. Mentre resta solido il mercato di acquisto dei contenuti video TVOD (Transactional Video On Demand), la crescita sarà tuttavia incentrata sulle piattaforme SVOD (Subscription Video On Demand) legate da formule di sottoscrizione, con sempre più abbonati attratti da stagioni ricche di contenuti originali e da cataloghi che possono essere visualizzati quando e come preferisce l’utente.

Via CorCom