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Walmart segue la strada di Amazon: vuole imporsi come retail media
Di Max Da Via' (del 03/11/2017 @ 07:03:00, in Retail, linkato 1760 volte)

Le manovre di Walmart sul versante pubblicitario hanno una direzione ben precisa: posizionare il brand come media platform. L’obiettivo è controllare i dati delle transazioni dei consumatori, utili alle marche per fare retargeting sul sito walmart.com. A fare la differenza è principalmente la presenza diffusa degli store fisici, che rappresentano il tassello mancante per diventare un retail media, capace di fare da ponte tra online e offline.

Walmart sta facendo valere questa sua combinazione come elemento differenziante da Amazon, che si sta affermando come elemento di disturbo sul bipolio composto da Facebook e Google. Cresce il numero di meeting con i buyer, così come le learning session e i summit organizzati per brand e agenzie.

 

L’espansione digitale

La catena di ipermercati ha oltre punti vendita, e l’ecommerce nel secondo trimestre ha segnato una crescita del 50% rispetto all’anno precedente, stando ai dati della Securities and Exchange Commission. Le vendite online sono una piccola parte dei 486 miliardi di dollari che annualmente il marchio di grocery segna a bilancio annualmente, ma gli ad buyer sono convinti che le acquisizioni di siti come Jet.com, Bonobos, Moosejaw e ModCloth indicano un inevitabile incremento di sforzi nella direzione dell’online. In effetti, la maggior parte degli acquisti da retail cominciano con una ricerca online, e se Walmart riuscirà ad essere l’indirizzo di un numero maggiore di query sarà in grado di intercettare una fetta più grossa di traffico di valore.

 

La piattaforma pubblicitaria

Walmart Exchange utilizza un’infrastruttura programmatic combinata con i dati sulle vendite in-store per targetizzare le ads via private marketplace e ad exchange. Offre inoltre formati display su desktop e mobile, e native all’interno della shopping experience. È disponibile anche qualche opzione più tradizionale, come paid search e product listing ads, e un’estensione dell’audience attraverso le ads co-branded. I brand, in altre parole, possono targetizzare gli shopper per i loro comportamenti, attraverso ads dentro e fuori il portale Walmart.com. Opzione adottata lo scorso luglio anche da Amazon, nella sua opzione “Audience Match”.

L’efficacia della piattaforma di Walmart non è facile da valutare. Alcuni buyer dicono che il ROI non c’è, o è addirittura negativo, oltre che il back end manca di sofisticazioni. Altri buyer affermano di aver ravvisato una buona efficacia, ma Walmart fa capire ai brand che perchè la loro pubblicità funzioni devono negoziare, ad esempio, gli spazi sugli scaffali. La catena della gdo organizza i “WMX Summit”, a cui invita brand e agenzie e nei quali gli ad executive rivelano i nuovi tool a disposizione degli inserzionisti.

Walmart non si occupa direttamente della sua piattaforma, ma se ne incarica Triad Retail Media, un gruppo che fa parte di WPP e aiuta il brand a vendere ads e lanciare promozioni di prodotto.

 

Gli altri retail media

Oltre a Walmart, brand come Amazon e company come Kroger, Overstock e Nordstorm stanno inseguendo l’obiettivo di diventare veri e propri retail media, riconoscendo il campo pubblicitario come piuttosto redditizio (soprattutto per i margini di revenue stream). La storia è semplice: i brand sanno cosa le persone cercano e comprano: quindi, la ad platform può offrire agli altri marchi targeting e analytics più sofisticati.

“Ogni retailer sta costruendo una vendor marketing platform. È un passaggio da un ad network che sia una commodity a un canale premium che rappresenta un beneficio per shopper e advertiser”, afferma Alex Sherman, founder di Spotfront, società che lavora con i retailer sulla costruzione del brand.

Via 360com