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I principi delle reti sociali applicati alla comunicazione interna e all’organizzazione?
Di Gianluigi Zarantonello (del 20/10/2009 @ 08:00:00, in Internet, linkato 2768 volte)

Qualche giorno fa ho parlato di Enterprise 2.0 ed ho citato anche due interessanti post di Leonardo Bellini (li trovate qui e qui) sui 10 principi delle reti sociali ripresi da il Passaparola di Emanuel Rosen.

Dal momento che ho sottolineato che la costruzione dell’enterprise 2.0 parte da un clima organizzativo e culturale ho provato ad applicare alcuni dei 10 principi in questione alla comunicazione interna e mi sembra che vi siano degli spunti interessanti su cui riflettere.

Un grafo di social network analysis, fonte http://www.thedailybit.net

1° : le reti sociali sono invisibili, al di là dei disegni fatti sull’organigramma da sempre si creano delle reti di relazioni e collaborazione tra diverse aree e funzioni, in presenza di un sistema di condivisione fluido e accettato da tutti delle informazioni questa situazione non potrà che essere massimizzata crescendo oltre le previsioni che si possono fare all’inizio.

2° : simile cerca simile (Affinità elettive) e 3° : chi si assomiglia tende a raggrupparsi,  il che può creare paradossalmente dei problemi, perché tende a mantere l’informazione all’interno di gruppi di lavoro chiusi. Questo viene evidenziato anche nel 5° principio: le informazioni restano intrappolate nei gruppi. L’abilità di chi governa le informazioni deve essere dunque quella di portare costantemente a contatto gruppi diversi e farli interagire in un ambiente comune.

Al contrario, il fatto che persone che non sono in un rapporto diretto e continuativo (legame forte) entrino in interazione con altre aree e con le loro informazioni esalta la forza dei legami deboli “scoperti” da Mark Granovetter che sono l’oggetto dell’8° principio (i legami deboli sono sorprendentemente forti).

Nel momento in cui il clima organizzativo e gli strumenti tecnologici permettono l’accesso alle informazioni e alle conoscenze da parte di molteplici persone, anche senza un’interazione personale approfondita, saranno proprio i legami deboli a far viaggiare la collaborazione attraverso i diversi gruppi, tramite delle persone che fanno da connettori e nodi di rete (6° principio).

La tecnologia ovviamente potenzia alla grande il potere dei legami deboli (9° principio) mettendo il dubbio il tradizionale limite posto dal numero di Dumbar e permettendo anche in grandi organizzazioni l’interazione e la condivisione fra centinaia di persone.

E dunque che cosa ci dice questa breve carrellata di principi applicati alle organizzazioni?

1) Le informazioni devono essere accessibili anche al di fuori dei propri gruppi abituali di lavoro disegnati sull’organigramma.

2) Per fare questo ci deve essere un clima organizzativo e delle policy che incentivino le persone a non tenere per sè le informazioni e ad essere proattive nell’utilizzo di quelle rese disponibili da altri.

3) Nel momento in cui le persone sono aperte a questo approccio è necessario dare loro degli strumenti tecnologici semplici e potenti per parlarsi e per mettere in circolo l’informazione.

La vostra esperienza lavorativa è così o c’è ancora da lavorare?

Gianluigi Zarantonello

via http://webspecialist.wordpress.com