Lo strano caso del sito VeryBello
I commenti sui social sono un diluvio intorno al sito VeryBello, e le ragioni di critica stanno crescendo e consolidandosi nel tempo.
Poiché si tratta di un ambito fondamentale (è convinzione diffusa che Expo2015 può essere una importante occasione per l’economia italiana) e poiché ci sono già diversi problemi legati al completamento dei lavori e alla trasparenza (che grazie all’operazione Open Expo è in via di decisiva ripresa), è importante condividere precocemente le criticità dell’iniziativa, come contributo al MiBACT per un loro superamento.
Proviamo a sintetizzarle:
- Dal punto di vista formale, il dominio di un sito istituzionale non può essere di proprietà di un privato, come è in questo caso;
- Dal punto di vista di strategia operativa, il sito VeryBello, come vetrina di eventi, si sovrappone al sito Italia.it e lo priva di uno dei ruoli principali. Poiché non si comprende l’integrazione, siamo tra la sovrapposizione, la duplicazione di sforzi e il cannibalismo interno. In un momento di difficoltà gestionale di Italia.it e di necessità di ottimizzazione delle risorse l’iniziativa appare poco comprensibile;
- Dal punto di vista tecnico, il sito VeryBello, monolingua (solo italiano) e statico (al momento in cui scrivo sono presenti eventi già trascorsi), privo di funzionalità chiave (la navigazione per calendario/agenda e per mappa geografica), è chiaramente un passo indietro rispetto allo stesso sito Italia.it e molto lontano dal poter supportare gli obiettivi di “vetrina internazionale per Expo2015” che il MiBACT si propone di raggiungere.
È certamente difficile fare dei passi indietro dopo la pubblicizzazione di un’iniziativa, ma lo sforzo organico che in questi mesi il governo sta producendo, anche con la produzione di documenti strategici e l’avvio di progetti di sistema, obbliga a valutare attentamente vantaggi e svantaggi delle iniziative, benefici e problemi, così da intervenire precocemente sugli errori, anche rivedendo profondamente le scelte fatte. Questo sembra il caso.
Via Agenda Digitale
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