\\ : Articolo : Stampa
Musica in streaming
Di Altri Autori (del 05/05/2015 @ 07:31:06, in Mercati, linkato 1746 volte)

C’era una volta il vinile, impiegato per decenni come unico supporto per l’ascolto dei dischi. Venne poi l’epoca dell’audiocassetta, che ha consentito a chiunque di prendere confidenza con il concetto di compilation e playlist personalizzate. Un approccio alla creazione e alla fruizione della musica evoluto ulteriormente con l’introduzione del CD prima e dei formati digitali successivamente, in particolare con la compressione offerta dall’MP3. L’ultima (almeno per il momento) innovazione che ha interessato il mercato discografico è rappresentata dalle piattaforme di streaming: la formula dell’acquisto è rimpiazzata da quella del noleggio in abbonamento e gli utenti possono accedere in modo istantaneo ad un catalogo ampio, smisurato, composto da decine di milioni di brani.

Streaming: nuovo modello, nuova musica
La grande novità consta nel fatto che non si possiede la musica né in forma “solida” (CD, vinile, cassetta), né in forma digitale (sotto le sembianze di un file): quel che si possiede è semplicemente il diritto di accesso e fruizione al contenuto. La canzone può essere organizzata in playlist, eventualmente anche scaricata in locale, ma l’accesso alla stessa sarà sempre e comunque vincolato ad una durata. La cui scadenza è fissata con il termine del contratto di abbonamento siglato.

Il diritto di accesso si sostituisce al diritto di proprietà (sebbene quest’ultimo fosse in discussione già prima dell’arrivo dello streaming). Il primo nome a portare avanti con forza l’idea dell’abbonamento fu Napster, ma i tempi non erano ancora maturi e il nome che rese celebre la pirateria online dovette alzare bandiera bianca. Molte altre proposte ci hanno provato in seguito, cercando formule che sono state plasmate nel tempo fino alle odierne proposte con cui l’industria spera di riconquistare il mercato.

La formula dello streaming, infatti, piace tanto agli utenti (che a modico costo possono accedere a tutta la musica che vogliono, quanto alle grandi etichette, che in qualche modo riprendono in mano la situazione dopo aver passato anni alla ricerca di uno sbocco per uscire dalla crisi. E l’incedere delle soluzioni e della concorrenza spinge peraltro verso il basso i costi, stimolando l’esplosione del settore. Il mobile fa il resto, mettendo la musica nelle mani degli utenti ovunque vi sia una connessione.

Musica in streaming: quanto costa?
I prezzi per l’accesso alle funzionalità premium offerte dai servizi di streaming musicale sono piuttosto allineati: 9,99 euro al mese nella maggior parte dei casi. Fanno eccezione allo standard la formula Elite di Deezer (14,99 euro al mese per dodici mesi) e quella a qualità elevata di TIDAL (20 dollari). Google Play Music, invece, offre ancora oggi l’accesso al catalogo di Unlimited a 7,99 euro per chi al lancio italiano nel 2013 ha scelto di abbonarsi fin da subito, garantendo così un risparmio non indifferente sul lungo periodo.

Molto o poco? Il prezzo è un fattore estremamente soggettivo, da valutarsi soprattutto con il tipo di rapporto che si ha con la musica. Occorre considerare in ogni caso come il costo possa essere generalmente molto limitato in virtù della possibilità di gestire playlist proprie, scegliendo in un bacino infinito di possibilità e potendo portare appresso la propria musica tanto in casa, quanto sullo smartphone, quanto durante l’allenamento, quanto ancora nei momenti di relax: ogni singolo brano è disponibile sempre e comunque, aprendo opportunità mai sperimentate fino ad ora. L’era del CD è lontana: ognuno può attingere dagli album in commercio per costruire compilation personalizzate, modificabili, condivisibili. E la componente social aumenta le possibilità di scoperta di nuova musica.

Molto o poco? Il giudizio sta alla scelta di ognuno, ma lo streaming sembra ormai imporsi come nuova grande opportunità per tutti coloro i quali vogliono avere una colonna sonora in grado di sottolineare ogni momento, ogni emozione ed ogni situazione della propria quotidianità.

via Webnews