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Cresce il product placement al cinema
Di Max Da Via' (del 25/09/2006 @ 07:21:09, in Marketing, linkato 5498 volte)
Sempre più aziende sono alla ricerca di forme alternative per promuovere i propri prodotti e servizi che possano riuscire ad attirare l’attenzione di un consumatore continuamente sottoposto a bombardamenti pubblicitari e, di consulenza, difficile sia conquistare che soprattutto da fidelizzare.
Tra le tendenze in maggiore crescita c’è il product placement, che consiste nel collocare i propri prodotti, in maniera più o meno “trasparente”, all’interno di film, spettacoli, videogiochi e in generale in tutto quello che appartiene alla sfera dell’entertainment.

Di product placement cinematografico avevamo già parlato in un precedente articolo. Si tratta di una tecnica consolidata, utilizzata in innumerevoli produzioni. I vantaggi del product placement sono evidenti: si viene a “colpire” il consumatore in un momento in cui è rilassato e quindi potenzialmente più disposto ad apprezzare la presenza del prodotto sullo schermo.

Se il placement è ben fatto il prodotto non si limita a comparire in maniera anonima sullo sfondo, ma diventa parte integrante della vicenda, assicurando maggiore efficacia alla comunicazione. Basti pensare agli orologi Omega Pierce Brosan quando vestiva i panni di James Bond, che di volta in volta diventavano detonatori esplosivi o laser, o all’Audi di Will Smith in Io, Robot, derivante da un’autentica concept car ideata dall’azienda tedesca.

Anche le produzioni cinematografiche beneficiano di queste alleanze, riuscendo a ribaltare sulle aziende partner parte degli elevati costi di realizzazione delle pellicole, mentre queste ultime possono approfittare di un nuovo ed efficace canale di comunicazione. Esistono in America vere e proprie aziende specializzate nel product placement che, lavorando a stretto contatto con gli studios, identificano ancora nelle prime fasi realizzative, i film che possono creare utili sinergie con i prodotti delle loro aziende clienti, che delegano loro la scelta della pellicola più adatta per il placement.

L’integrazione di un prodotto all’interno del film è infatti un’operazione particolarmente delicata, in quanto per garantire reali vantaggi competitivi deve essere in linea con il posizionamento del prodotto stesso, evidenziandone le qualità. In più di un’occasione posizionamenti non efficaci sono stati la causa scatenante di animati diverbi tra la produzione del film e l’azienda che fornisce i prodotti. Nessuna azienda produttrice di super alcolici gradirebbe, ad esempio, che l’eroe del film avesse un incidente automobilistico dopo essersi ubriacato con il suo whiskey, così come il produttore di macchine non ama vedere uno dei suoi modelli di punta che lasca a piedi i protagonisti non appena usciti dal concessionario.

Nel 2006, secondo i dati forniti da una recente indagine PqMedia, il mercato mondiale di questi investimenti dovrebbe toccare quota 7,5 miliardi di dollari, con un incremento di oltre il 25% rispetto al 2005. Ma le previsioni sono tutte al rialzo, visto che nel 2010 la cifra spesa dalle aziende per il product placement dovrebbe raggiungere la cifra record di 14 miliardi, di cui solo 5,5 negli USA. Se i casi di integrazione “spinta”, come ad esempio la presenza di FedEx nel film Cast Away, sono ancora una minoranza, l’indagine evidenzia come sempre più risorse pubblicitarie saranno destinate a questo scopo nei prossimi anni.