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Arthur Bloch
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Altri Autori (del 30/10/2007 @ 13:41:48, in Internet, linkato 2299 volte)

Fine della corsa, in realtà mai iniziata per Italia.it. Il triplice fischio è arrivato da Francesco Rutelli, vicepresidente del consiglio e ministro per i Beni culturali, che in un'audizione alla Camera ha dichiarato chiusa la tormentata vicenda del portale del turismo italiano.
Le regioni però non sono d'accordo. Il coordinamento nazionale degli assessori al Turismo ha infatti deciso di dare mandato ai tecnici di elaborare un progetto per la realizzazione completa di un nuovo portale. Il coordinamento ha elaborato un ordine del giorno in cui si ribadisce "la volontà di dare seguito agli accordi a suo tempo stretti con il ministero dell'Innovazione tecnologica in merito alla realizzazione del portale Italia.it, con il quale si è sempre avuto un rapporto di leale collaborazione".
Nel documento si sottolinea che "le Regioni di certo non rappresentano un problema ostativo alla realizzazione del portale, ma vogliono essere la soluzione in quanto pronte ad accollarsi la realizzazione tecnica e contenutistica dello strumento di promozione, previo accertamento delle condizioni tecniche in cui si trova attualmente il portale. In questo senso - prosegue l'ordine del giorno - le Regioni sono abituate a produrre fatti e per questo vogliono indicare la tempistica di realizzazione del portale per non rompere quella governance che finora è stata alla base della politica di promozione turistica".
Nella riunione del coordinamento gli assessori hanno inoltre sottolineato la volontà di "mantenere gli impegni relativamente ai 21 milioni di euro assegnati nella finanziaria 2005", necessari per gli adempimenti tecnici e contenutistici in capo alle Regioni. La responsabile del portale per le Regioni, Margherita Bozzano, ha poi annunciato che dall'estate ad oggi tutte le regioni sono pervenute alla sottoscrizione della convenzione con il Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie (Dit). Sulla base di queste convenzioni, sei regioni hanno già presentato al Dit i rispettivi progetti che hanno ottenuto la formale approvazione.

Via Smaunews.it

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Di Roberto Venturini (del 25/10/2007 @ 08:52:53, in Marketing, linkato 2421 volte)

La pubblicità la devono fare solo i professionisti o siamo tutti creativi?

In una faticosa marcia (dagli incerti risultati) verso una possibile pubblicità 2.0, si inserisce anche un sito italiano - dammiunnome.com, che in questi giorni è entrato in beta pubblica.

Si tratta di un sito che intende mettere in contatto la domanda di creatività da parte delle aziende con l'offerta di creatività da parte del pubblico della Rete - con uno specifico focus sullo sviluppo di claim, slogan, titoli...

Iniziative come questa potrebbero configurarsi come un nuovo elemento nello scenario della comunicazione e della pubblicità, specialmente per le PMI che non hanno i budget delle major.

Ma non credete: Gillette, che e' stata da sempre cliente di ferro di BBDO, adesso che è stata comprata da Procter ha intrapreso una iniziativa molto disruptive:per il lancio di Fusion ha usato una piattaforma online (OpenAd) su cui creativi freelance e dilettanti hanno potuto esprimere le proprie idee e proposte. Hanno vinto uno studente sloveno, un fotografo inglese e un americano...

Attenzione però, per le aziende piccole che vogliono risparmiare: chiaro che si spende meno, il rischio è doversi filtrare migliaia di vaccate prodotte dagli inevitabili dilettanti allo sbaraglio... quindi bisogna mettere in conto meno soldi ma più lavoro.

Ed è altamente raccomandabile che ad usare questo tipo di coinvolgimento del pubblico siano aziende che hanno un know-how interno, in grado di giudicare professionalmente e strategicamente le proposte. Ed è auspicabile che queste piattaforme raccolgano il lavoro di freelance competenti (che, btw, a Ottobre vanno a congresso) e non solo di quelli che "c'ho avuto un'idea stanotte".

Le agenzie sono (dovrebbero essere) infatti consulenti, in grado di consigliare un cliente che non sa, su cosa sia la cosa giusta anche se è una cosa che magari al cliente non "piace" (sapeste quanti clienti mi hanno chiesto ai suoi tempi pubblicità con la gnocca, indipendentemente dal target, dal prodotto o dagli obiettivi; perchè qualcuno gli aveva detto che la suddetta vende sempre...).

Insomma: se qualcuno mi deve dare un consiglio su qualcosa che non conosco, preferisco sia più esperto di me. Se invece sono competente, ben vengano idee fresche ed economiche...

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Di Altri Autori (del 22/10/2007 @ 07:37:08, in Internet, linkato 2782 volte)

Google forse sperava di chiudere una volta per tutte la questione copyright legata al download di video da YouTube, ma pare che la soluzione presentata pochi giorni fa non piaccia alle media e internet company, che oggi hanno deciso di mettersi insieme proprio per la difesa del diritto d'autore. Il sistema di tutela del copyright messo a punto da YouTube si chiama "Video fingerprinting": un database che archivia riferimenti a file di contenuti video coperti da diritto di proprietà e li confronta con quelli che gli utenti di YouTube cercano di caricare.
Se il file corrisponde all'"impronta digitale" già registrata, viene cancellato. Secondo il Financial Times Google ha condotto a luglio una sperimentazione con nove media company, tra cui Time Warner, che si è detta sostanzialmente soddisfatta. Oggi però un gruppo di media e internet company del calibro di Viacom, Walt Disney, Microsoft, Fox e MySpace di NewsCorp, e Nbc Universal hanno annunciato un accordo per la tutela del copyright. Colpisce il fatto che Google non faccia parte di questo nutrito gruppetto, e la scelta suona come una bocciatura della tecnologia appena lanciata da Mountain View.

Philippe Dauman, Ceo di Viacom, ha detto che si tratta di una soluzione non abbastanza convincente, per questo ha deciso di far parte di questa partnership con l'obiettivo di studiare delle serie linee guida per regolare l'accesso di contenuti protetti, in particolare video, da internet. Va ricordato che in marzo, Viacom ha intentato una delle numerose cause contro YouTube, chiedendo un miliardo di dollari di risarcimento danni. È comunque possibile che Google partecipi alle discussioni insieme alle media company.

Luca Salvioli su Il Sole 24 ORE

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Di Roberto Venturini (del 16/10/2007 @ 07:53:40, in Marketing non convenzionale, linkato 3448 volte)

Per promuovere la terza stagione di Lost in Spagna, la Fox ha realizzato un simpatico evento di buzz marketing, posizionando il rottame del aereo del serial all'interno della stazione ferroviaria di Atocha a Madrid.

Si tratta di un esempio molto garbato di marketing alternativo - di quelli che non danno fastidio e che funzionano solo nella misura in cui una serie di media e di giornalisti (come il sottoscritto ; - )) trovano interessante la cosa e ne amplificano la portata parlandone e portandola ad un pubblico più ampio.

Il classico modello del Guerilla, tanto per intenderci - se non ne parlano i mass media sono generalmente soldi buttati e/o costi contatto fuori da qualsiasi logica umana.

Dal punto di vista tecnico, la location è stata scelta (anche) per la presenza di palme all'interno della stazione, che evocano lo scenario dell'isola misteriosa. La coda dell'aeroplano è alta 6 metri e pesa circa 400 kg ed è visibile da tutta la stazione.

Alal fine della promozione, la coda vedrà concludere la propria carriera su eBay dove sarà venduta al miglior offerente (qualche fan hard core della serie)?

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Di Altri Autori (del 12/10/2007 @ 08:10:05, in Segnalazioni, linkato 2738 volte)

Confermando le voci di trattativa circolate nei giorni scorsi, Vodafone ha annunciato oggi di aver raggiunto un accordo definitivo per l'acquisizione, attraverso le controllate italiana e spagnola, di Tele2 in Italia e Spagna.

L'accordo è stato siglato con Tele 2 Svezia ha un valore complessivo di 775 milioni di euro.

L'operazione ha l'obiettivo di rafforzare l'offerta di Vodafone nell'area fisso-mobile. Con l'acquisizione, infatti, Vodafone "eredita" i 2,6 milioni di clienti Tele2 in Italia, 400 mila dei quali nella banda larga, e i 550 mila clienti spganoli, 240 mila dei quali nella banda larga.

Una volta completata l'acquisizione, Vodafone Italia disporrà di un ampio portafoglio di tecnologie che includeranno, oltre alla telefonia fissa via radio con Vodafone Casa, anche la rete fissa DSL, concretizzando l'offerta di servizi di comunicazione totale, per la clientela residenziale e per le imprese.

Sia in Italia sia in Spagna , Tele2 offre una copertura con accesso alla rete fissa locale in modalita' ULL (Unbundling local loop). Vodafone prevede un piano di investimenti per l'aumento dei nodi di accesso alla rete entro i prossimi 12 mesi e la conversione della rete alla tecnologia IP.

Via Smaunews.it

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Di Roberto Venturini (del 10/10/2007 @ 07:06:26, in Marketing, linkato 2639 volte)

Per rivitalizzare la pubblicità, e specialmente quella online, le concessionarie hanno puntato sul fronte della multimedialità, della “ricchezza” del media. Spesso facendo poi passare il tutto sotto la forma di un normale 30” ottimizzato (liofilizzato) per l’uso online.

Adesso che la pubblicità online ha preso un passo molto robusto e che invece fa fatica quella tradizionale, ecco che c’è chi cerca di inventarsi una maggiore ricchezza di media anche sui quotidiani.

E’ il caso del Los Angeles Times che ha a messo disposizione degli inserzionisti la pubblicità olfattiva – nella sua sezione trimestrale dedicata agli spettacoli cinematografici.

A quanto pare stiamo assistendo ad un ritorno della pubblicità che ci prende per il naso… e non solo: con grande scandalo dei puristi ci viene proposto il remake di Polyester, il mitico film in odorama del grande regista John Waters …. (su ebay ancora si trovano le card scratch and sniff che davano la multimedialita' al film)

Non sono mancate le polemiche sul remake: il ruolo che fu del(la) mitica drag queen Divine è stato ora affidato a John Travolta… noto esponente di Scientology. Dato però che come attore è bravino (a differenza dell’altro superscientologo Tom Cruise) uno può anche tapparsi il naso e andarlo a vedere…

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Di Altri Autori (del 08/10/2007 @ 07:06:57, in Marketing, linkato 2611 volte)

Il videogame italiano fanalino di coda in Europa. Il mercato cresce del 2,3% contro il 25% dell'Olanda e il 12 di Spagfna e Francia

Sony taglia il prezzo della Ps3 e Mediaworld propone una settimana di sottocosto per le console. Con l’avvicinarsi del Natale entra in fermento il settore dei videogiochi che secondo i dati dell’Aesvi cresce ma senza entusiasmare. L’Associazione degli editori di videogame, nel suo terzo rapporto sullo stato dell’industria videoludica in Italia, stima per il 2006 un valore di mercato di 741.908 euro con una crescita del 2,3% rispetto al 2005.

In realtà il valore finale è sicuramente più alto visto che il panel di Gfk copre il 63% del mercato del software per console, il 65% dell’hardware sempre per le console e il 70 del mercato dei giochi per pc. Il saldo positivo è stato realizzato soprattutto con le vendite di software che rappresentano il 64% del mercato, pari a 474.926.533 euro, mentre le console hardware valgono il 36%, pari a 266.981.877 euro.

Secondo l’Aesvi le principali leve dello sviluppo sono state, da un lato l’innovazione tecnologica e la tendenza a una sempre maggiore creatività e multimedialità del prodotto, dall’altro, l’evoluzione e la diversificazione delle modalità distributive, con un progressivo aumento di importanza dei canali della distribuzione moderna.

Sta di fatto che l’Italia cresce molto poco rispetto agli altri Paesi europei. L’Olanda cresce infatti del 25, 9%, la Germania del 22,5%, la Svezia del 21%, la Spagna del 12,3%, e la Francia del 12. Non pare preoccupato Andrea Persegati, presidente Aesvi che sostiene come “La crescita moderata registrata lo scorso anno (+2,3%) vada contestualizzata in un arco temporale di medio termine che ha visto il mercato crescere con un tasso particolarmente significativo nel 2005 (+16,6%) e che lo vede in una fase di sviluppo ancora più esponenziale nei primi sei mesi del 2007 (+47,9%)”.

Persegati non lo dice ma in questa crescita impetuosa del 2007 un ruolo importante lo gioca sicuramente la Wii di Nintendo (del quale il presidente Aesvi è country manager) che ha contribuito a sostenere le vendite dell’hardware che cresce del 17,4% in valore e dell’8,2% in volume nel 2006.

Lo scorso anno in Italia sono state vendute 1.602.994 console, per un giro d’affari complessivo di 266.981.877 euro. In linea con quanto succede in altri mercati le console portatili hanno contribuito in modo significativo con 767.560 unità vendute (+ 21,6%) e un giro d’affari di 120.870.295 euro (+31,1%). In flessione a volume il segmento Home Console – 835.433 unità vendute (-1,7%) con un giro d’affari di 146.111.582 euro in crescita (+8%).

Il succo di questi dati è che le console iniziano a essere una presenza abituale nelle famiglie italiane. Le si trovano in una famiglia su tre dopo che nell’ultimo anno è stata realizzata una crescita di sei punti percentuali sulla base installata. Non siamo ancora ai livelli olandesi o svedesi (una console ogni due famiglie) ma ci stiamo facendo sotto.

Nel segmento dei gaming device la crescita a valore è stata del 16,5% grazie soprattutto a batterie e memory card. Più difficile è invece la situazione per joystick, telecomandi, volanti che in volume crescono dell’1,2% e in valore diminuiscono dell’1,1%.

Per quanto riguarda il software, nel 2006 in Italia sono stati venduti 15.905.706 videogiochi, per un giro d’affari complessivo pari a 474.926.533 Euro. Questi dati equivalgono a una crescita del 6,2% in volume e una flessione del 4,6% in valore, dovuta all’erosione del prezzo medio dei videogiochi per Ps2 e pc. Il mercato è trainato dalle vendite dei console games (videogiochi per console) (77,1% del mercato in volume e 85,1% in valore), che crescono del +9,9% in volume e in particolar modo dal segmento Portable, cresciuto del +38,3% in valore e del +50,8 in volume. In flessione le vendite dei pc games che registrano un -4,6% in volume e un –20,6% in valore.

Luigi Ferro

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Di Gianluigi Zarantonello (del 06/10/2007 @ 13:52:16, in Internet, linkato 2724 volte)

Ormai si parla con insistenza del Web 2.0, nel quale la partecipazione degli utenti ha reso difficile distinguere fra chi è produttore di contenuto e chi spettatore, tanto che il Time ha dedicato ai blogger e a tutti coloro che scrivono e vivono in rete la sua copertina con il titolo di uomo dell’anno.

Per chi come me ha iniziato a lavorare fin dal 2002 su community e siti dove erano gli utenti a produrre gran parte del contenuto tutto ciò è fonte di una certa soddisfazione, a dispetto di chi allora non credeva in queste cose. Proprio però perché frequento da tempo questi ambiti non posso fare ameno di notare come tutto questo sia una grande fonte di complessità e ponga notevoli problemi agli operatori della rete e della comunicazione in genere.

Come si può infatti porre dei confini a questo mondo frenetico e magmatico? Chi a questo punto ha il dovere e l’onere del controllo? Dove finisce il professionista ed inizia il semplice appassionato?

E ancora, non dimentichiamoci che esiste un motivo per cui i motori di ricerca sono da sempre la seconda applicazione in rete dopo la posta elettronica: l’overload di informazioni.

Per questo il fatto che tutti si possano scambiare a grande velocità informazioni attraverso sistemi veloci e quasi automatici, come ad esempio i feed rss, e che i video dei telegiornali a volte siano anticipati e propagati da You Tube crea nuove sfide, moltiplicando e riflettendo all’infinito l’informazione, intesa in senso ampio.

Nello specifico questa velocità richiede nuovi professionisti che conoscano questi meccanismi e sappiano selezionare in questo mare in tempesta l’informazione, il dato, la notizia che serve di volta in volta a quella esigenza cui sono chiamati a rispondere.

Ad una velocità superiore ai concorrenti.

Un po’ giornalisti e un po’ informatici con un pizzico di spirito manageriale i nuovi protagonisti della rete, del futuro web 3.0 o come altro si chiamerà, saranno coloro che riusciranno a governare e guidare le migliaia di fonti senza però reprimere la forza creativa di chi le produce.

In parte ciò è una rivincita dell’uomo e del suo discernimento, non c’è infatti motore di ricerca semantico che possieda la ricchezza del pensiero umano.

Per questo il nuovo professionista del web dovrà conoscere al meglio gli strumenti della ricerca, indispensabili per fare fronte alle quantità, ma poi dovrà sapere distinguere con la propria testa e capire cosa ha davanti.

Non è una sfida semplice ma proprio per questo è quanto mai accattivante...

Gianluigi Zarantonello

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Di Roberto Venturini (del 05/10/2007 @ 08:49:35, in Internet, linkato 3140 volte)

Fra le letture estive in arretrato che ho recuperato, interessante questo articolo del NY Times, su ricette e social networking.

In effetti ho sempre scommesso sul potenziale di interesse dei siti di ricette online, visitate in Maggio da oltre 50 miliioni di Internauti Americani, circa un 30% della popolazione navigante ( e che visito spesso anch'io - tra i miei preferiti il sito della BBC e CHOW).

D'altro canto il fenomeno di networking sociale in corso ha a questo punto ormai ridefinito alcuni parametri strutturali della nostra società e della nostra socializzazione; ed è in grado di aggregare numeri importanti di persone - spesso contraddistinte da passioni, interessi che gradiscono consividere, spesso sfoggiando le proprie abilità.

Inevitabile dunque una convergenza tra i due ambiti, con parecchi dei principali siti di ricette che si stanno affrettando ad introdurre elementi di social networking al proprio interno - si parla di Epicurious o di myrecipes.com (Time Warner), dell'inossidabile Martha...

Il social netwoirking diventerà quindi più verticale? Focalizzato per nicchie ed ambiti di interessi? O più probabilmente assisteremo all'introduzione di elementi socializzanti all'interno di qualsiasi offerta di contenuto, servizio, prodotto?

Il bello di Internet, la giostra continua a girare e a ogni giro ne tira fuori una nuova.

A presto a tutti, questa settimana torno in Spagna per ultime incombenze, cercherò di mantenere vivo il Blog con un battito un po' più accelerato... e mi comprerò, come souvenir, un libro di ricette di tapas (che, ovviamente non farò mai, sono più un tipo da stufati o da cibo orientale...)

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