L’email marketingè una di quelle strategie che si evolve ma la sua importanza rimane sempre prevalente. C’è solo una cosa che non cambia: il denaro che muove.
Marketo, software company americana, ha stimato chel’apertura delle mail sia la prima attività che gli utenticompiono su internet; benil 94% di loro si collega alla rete proprio per questo.
Ma mentre le strategie, le tattiche e gli strumenti seguono un ciclo fisiologico di nascita, espansione e declino, perchél’email marketing mantiene saldamente il suo primato?
Perché potremmo definirlo “democratico”,è in grado di superare ogni tipo di barrierada quella anagrafica a quelle culturali.
E dichiara la sua invincibilità a colpi diROI.
Email kills the Social Stars
(se hai capito la citazione, pat pat sulla spalla amico!)
Come fu profetizzato che la radio sarebbe morta con l’avvento della televisione così - per qualcuno - l’email marketingavrebbe dovuto perire sotto i colpi di tweet, post, repost e pin.
Sembra addirittura che, nel 2010,Sheryl Sandbergl’attualedirettrice operativa di Facebook, abbia decretato:
L’era della posta elettronica è finita
Ma è molto probabile sia saltata troppo velocemente alle conclusioni.
Innegabilmente i Social Media hanno visto una decade d’oro, di vera esplosione globale ma è altrettanto vero che ad oggi il loro numero è sempre maggiore, ci sono social dedicati ad ogni fascia d’età (sarebbe più corretto dire che sono presidiati da precise fasce anagrafiche al momento) creando anche frammentazione.
L’email marketing rimane invece un pilastro
Se nel 2010 la stima di email inviate si attestò a 247 miliardi al giorno, sembrerebbe chenel 2020 queste saliranno a 307 miliardi al giorno.
L’email marketing nel 2020, nuove tendenze in arrivo
Dopo aver chiarito che l’email marketing è vivo e lotta con successo, ecco4 macro trendche possiamo aspettarci di abbracciare (o almeno conoscere) nel 2020:
User Generated Content
Responsive Interactivity
Accessibilità
Automazione
Vediamo nello specifico come declinare queste azioni nella strategia di email marketing.
UCG, User Generated Content: performa meglio nelle mail!
Come User Generated Content - o contenuto generato dagli utenti - si intende qualsiasi forma di creazione (video, immagini, testi o anche audio) che non è stato prodotto e condiviso dal brand ma direttamente dal cliente finale.
Neanche a dirlo,i contenuti che provengono direttamente dagli utenti, creano unalto grado di coinvolgimento, che aumenta esponenzialmente quando vengono coinvolti evangelist del brand e prospect.
Un ottimo tips è quindi quello diincentivare e motivare il consumatore nella loro produzionepropri e originali tramite l’email marketing darà sempre unsenso di autenticità migliorando direttamente la conversione.
What the world wants today is the real thing”
Hilltop Coca-Cola, 12 febbraio 1971
Qualche numero? 3DCart afferma cheben l’82% degli utenti considera estremamente utili le review dei clienti. Il 70%di loro (presente!)è alla ricerca di recensioni da consultare prima di procedere all’acquisto.
Inoltre, chi è iscritto ad una newsletter dimostra una probabilità 3 volte maggiore di condividere i contenuti ricevuti sui social media rispetto ai lead provenienti da altri canali.
Di conseguenzal’email marketing è in grado di creare una relazione simbiotica con i social media, incrementando l’UCG da poter poi sfruttare in un secondo momento.
Hai bisogno di un termometro immediato che misuri il gradimento o la soddisfazione dei tuoi utenti? Inserisci una domanda o, meglio ancora, creane una che rimandi ad un sondaggio più ampio.
Per farlo però, i consumatori hanno bisogno di un perché. Se grandi brand riescono a raccogliere UCG di qualità facendo leva “solo” dietro al potere del brand stesso, marchi minori hanno bisogno di qualche sforzo in più da inserire all’interno dei funnel di email marketing.
Un esempio può essere quello di appoggiarsi allagamificationcreandocontest,spingendo la condivisione brand-consumer.
Interattività e coinvolgimento, per mail sempre meno flat
Quello delmobile-firstè un mantra che ripetiamo ormai da qualche anno.
Ma se lo storico sorpasso del mobile sul desktop è targato autunno 2017, sarànel 2020che nello specificol’apertura delle mail sarà effettuata in maggioranza dagli smartphone.
E se una dem ha già tante traversie da affrontare per portare alla conversione, immagina cosa potrebbe accadere se non fosse neancheresponsive.
Quindi che il mantra mobile first inizi - già da ora - ad entrare nelle liturgie di ogni strategia di email marketing.
Ma non si fermerà qui:è il momento di integrare responsive, interazione, ux design e microcopy.
Prima di abbandonare la professione o la lettura lascia che mi spieghi meglio.
Se ai “vecchi tempi” l’interazione all’interno dei una mail era volta specificamente all’intrattenimento dell’utente, nei prossimi anni verrà lasciato spazio allafunzionalità.
Mai più “spettatori passivi”, l’intenzione massima sarà quella dipromuovere l’engagement e impedire che gli utenti abbandoninoper noia o per poco coinvolgimento.
Segnati questi elementi come tra i più interessanti che vedremo sempre più spesso nel 2020:
Bottoni e CTAanimate
Effetti arolloverper mostrare le offerte di prodotti
Carosellidi immagini e prodotti interattivi controllati dagli utenti
Inserimento diaccordionper favorire la leggibilità anche delle mail long-form
Sondaggi, votazioni eUCG interattivi
Accessibilità: una caratteristica da non sottovalutare
Glismart-speakercon assistenti vocali in grado di leggere le mail ai consumatori, sono una features che continuerà a crescere anche l’anno prossimo con l’implementazione di almeno 250 milioni di nuove unità.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le persone affette da disabilità visive nel mondo sono circa 1,3 miliardi, di queste 36 milioni sono considerate cieche.
Sono dati molto significativi che rappresentano una delicata sfida per gli email marketers.
E - anche in questo caso - la tecnologia viene in aiuto. È bene iniziare a ragionare anche in ottica di contenuti, design e codice accessibile.
Contenuti accessibili
Mantieni il testo delle tue mail conciso e focalizzato.
Una ricercaLitmussuggerisce che l’intervallo di attenzione medio riposto in una mail arriva ad un massimo di 13,4 secondi in un adulto medio, in grado di leggere almeno 250-300 parole al minuto.
Il copy ideale?50 parole.
Fatti guidare da questi 3 piccoli accorgimenti:
Usafrasi brevi
Limita il gergoe le parole complesse
Crea contenuti per unpubblico globale
Design accessibile
Progettare in funzione dell’accessibilità significa soprattutto superare un paradigma, passando da template con grande utilizzo di immagini ad unaprogettazione che lasci maggior spazio al testo in HTML.
Per progettare una mail accessibile e che ambisca ad un più ampio pubblico:
Usatesto sviluppato in HTML
Stabilisci unaforte gerarchia visivanelle tue mail
Evitalunghe porzioni ditesto giustificato al centro
Utilizza unfont size appropriato
Ottimizza l’interlinea
Usa unforte contrasto cromaticoper facilitare il lettore
Codice accessibile
La maggior parte delle tecnologie assistive si basa soprattutto sullo scanning del codice HTML. Per questo alla base di una mail accessibile c’è soprattutto un codice scritto bene.
Prima di sparare nell’etere la tua mail assicurati che:
Sia inserito untesto alternativo per tutte le immagini
Letabelle di HTMLsianoaccessibiliagli screen reader
UsaHTML Semantico
Specifica una linguanel codice HTML
L’accessibilità delle mail è un viaggio non una destinazione, dove è ogni piccolo passo a portare un miglioramento significativo per il lettore.
Ricorda cheaumentare l’accessibilità e l’usabilitàdi una mail non è solo un doverosoatto di inclusivitàma anche un modo sicuro per aumentare il ROI.
La parola del futuro è Automazione
Se l’ultimo decennio è stato spettatore di importanti progressi nel campo dell’email automation, il prossimo decennio potrebbe invece cambiare completamente il modo in cui utilizziamo il canale.
I servizi di marketing in cloud si sono armati di una poderosa quantità di dati e potenza di processi, tanto da elaboraremodelli statistici sempre più complessieottimizzazione cross-channelche hanno spianato la strada al machine learning e all’automazione.
Machine learning e deep learning saranno quindi impegnati anche nell’esecuzione di benchmark sulle prestazioni per i servizi di posta.
Aumenterà l'automazione delle fasi del ciclo di vita del clientee dei flussi di lavoro, e unasegmentazione automatizzata più intelligenteporterà a maggiori prestazioni,personalizzazioneeaccessibilità.
Inoltre, l’automazione dei reportrenderà sicuramente più facile il lavoro dei marketers,riducendo i costieaumentando il ROIdi un canale che può vantare unReturn on Investmentgià positivo.
L’ottimizzazione riguarderà anche glia/b test e i test multivariatie una maggioreintegrazione tra i servizi di marketing in cloudaprirà la strada a una migliore esperienza digitale, sia per i consumatori che per i professionisti, portando finalmente ad una reale"single customer view".
Previsioni?
È sfortunatamente inopinabile che non esistano (ancora) oracoli del marketing. Ma qualche base statistica invece sì. Il panorama dell’email marketing viaggia alla stessa velocità degli sviluppi tecnologici.
Di conseguenza i progressi in quasi ogni aspetto di questo canale consentiranno ai professionisti di avere un impatto maggiore nelle loro interazioni, di essere più accurati nei loro report e - magari - saranno anche in grado diportare valore effettivo nella posta in arrivo di ogni lettore.
Lo stato dei social media in Italiaaveva evidenziato la persistente forza di Facebook quale luogo più affollato tra le piattaforma dedicate alla socialità. I visitatori, secondo Audiweb, si attesterebbero attorno ai 31 milioni, ma il sistema di advertising segnala un’audience raggiungibile di 29 milioni di persone. La novità è che WhatsApp, come già ampiamente sospettato qui nell’analisi delleapp di messaggistica più usate in Italia, avrebbe superato Facebook in termini di utilizzo.
Gli utenti italiani di WhatsApp sarebbero 32,9 milioni, stando a quanto riportato daeMarketer, numero molto vicino a quello comunicatomi da una mia fonte. La nazione col maggior tasso di utilizzo è l’India che ha 340 milioni di utenti, seguita da Brasile, Stati Uniti, Indonesia, Messico e Russia. In Europa i più appassionati sono i tedeschi, gli italiani, gli spagnoli e gli inglesi.
Quest’anno si stima che saranno 2,5 miliardi le persone che nel mondo utilizzeranno applicazioni di messaggistica istantanea (+12,1% rispetto al 2018). Solo nel 2020 la crescita inizierà a rallentare, toccando i 2,7 miliardi per poi arrivare a 3 miliardi nel 2022. Una platea, che non si sovrappone completamente a quella degli utilizzatori dei social media, e che Mr. Zuckerberg non intende lasciarsi sfuggire.
La diffusione di WhatsApp anche ad un pubblico che non utilizza abitualmente internet, per impossibilità o per incapacità, si spiega con la sua semplicità di utilizzo. E’ il vantaggio di tutte le app che fanno solo una cosa e la fanno bene. Ma in futuro tutto ciò potrebbe cambiare perché WhatsApp sta diventando una vera e propria piattaforma sul modello di quelle cinesi, in primis WeChat. Ad esempio sarà possibile trasferire denaro e fare acquisti di beni e servizi, funzioni che già si stanno testando in India. Il percorso è tracciato, ma non privo di ostacoli, soprattutto quelli relativi alle regolamentazioni nazionali. Sicuramente le aziende dovranno tenere gli occhi ben aperti e iniziare ad esplorare le opportunità diWhatsApp Business.
Con il termine digital marketing si fa riferimento a tutte quelle attività di marketing che vengono pensate ed erogate attraverso il web e i dispositivi digitali. Si tratta di una quota sempre più rilevante del marketing aziendale, tanto che dovremmo abituarci a chiamarlo semplicemente marketing. Per avere un quadro delle tendenze attuali Altimeter ha svoltoun’indagine su 500 senior digital marketercon oltre 1000 dipendenti in US, Canada, UK, Francia, Germania e Cina. Ecco gli aspetti che ritengo più interessanti.
L’obiettivo principale dei marketer rimane quello classico della “brand awareness”(37%), seguito dalla “lead generation” (26%) che segnala anche la spinta verso una maggiore attenzione alle metriche di business. Solo il 20% cita la “customer experience”.
Le sfide attuali del marketing riguardano la difficoltà di reperire sul mercato professionalità adeguate, sempre più trasversali (55% ma al 61% tra gli europei)e di riuscire a trasferire le innovazioni (pratiche digitali) a tutti i reparti aziendali(54%). Purtroppo permango anche altri problemi: provare l’efficacia del marketing sui risultati di business, acquisire le giuste tecnologie di supporto (martech), ottenere supporto e investimenti dal top management.
Le professionalità del marketing più ricercate riguardano l’analisi dei dati (41%), gli esperti software e di automazione (38%) e di User Experience Design (36%).Bassissima ormai la richiesta di professionisti SEO e di pianificazione pubblicitaria.
Le metriche più usate per difinire il successo delle attività riguardano il grado di fedeltà del cliente o Customer Lifetime Value (61%) e l’impatto sui ricavi (55%).Come a dire che, nonostante un obiettivo generale di brand awareness, il top management preme per un tipo di marketing orientato alle vendite.
Per comprendere il grado di maturità della funzione è stato chiesto se si fosse provveduto a mappare la “digital customer journey”. Il 62% ha risposto positivamente e il 37% ha detto che lo sta facendo o lo farà. Il 62% ha dichiarato anche di aver approntato un framework per la personalizzazione dei contenuti rispetto ai diversitouchpoint.
I canali con le più elevate performance sono i social media, comprese le opportunità a pagamento (69%)e il sito web(56%) che viene usato sia per generare lead che per la vendita diretta. Bassa la considerazione delle app e dell’email.
Le tecnologie più innovative maggiormente utilizzate sono gli schermi digitali, per connettere le esperienze online e offline,gli assistenti vocali e l’Intelligenza Artificialeper erogare contenuti personalizzati e raccomandazioni d’acquisto. Ancora poco usata la Realtà Aumentata e Virtuale.
Questa è la fotografia dello stato del digital marketing nelle grandi organizzazioni, che fa il paio con quanto detto sulruolo del CMOe che può essere utile per capire la direzione che sta prendendo il marketing, continuamente sotto pressione per provare la sua rilevanza in contesti di mercato sempre più competitivi.
Segnalo un evento che non è legato al mondo del marketing, ma è un’iniziativa molto interessante e con uno scopo benefico, organizzata da un’associazione di cui faccio parte.
L’Associazione Sportiva Dilettantistica Accademia 72, un giovane gruppo di amici che ha come scopo la promozione di eventi sportivi e di aggregazione sul territorio nazionale, è lieta di annunciare la prima edizione della Cosplayer Run.
Si tratta in una corsa non competitiva di 5 km, ideale anche per famiglie e amatoriali, che si svolgerà il prossimo 22 settembre nell’incantevole cornice del Parco Regionale “La Mandria” di Torino.
Alla base di questa iniziativa, che la rende unica all’interno dell’affollato panorama podistico italiano, è l’idea di unire una proposta sportiva e il colorato e irriverente mondo del Cosplay.
Uno degli obiettivi della manifestazione è sensibilizzare i partecipanti alle tematiche di solidarietà, in tal senso una parte dell'incasso sarà devoluta Associazione Amici Bambini Cardiopatici Onlus, con sede presso l'Ospedale Regina Margherita di Torino
Ma cos’è il Cosplay e chi sono i Cosplayers? Il fenomeno nasce negli anni 80 in Giappone e si estende in tutto il sud-est asiatico, diffondendosi anche in Europa nella seconda metà degli anni 90. Il Cosplayer è un appassionato che non solo si traveste, ma impersona nelle movenze e nelle azioni le caratteristiche del personaggio interpretato (si va dai manga, ai personaggi di popolari videogames, fino ai cartoni animati, film, telefilm o giochi di ruolo).
In Italia la comunità dei Coplayers è nutrita e molto partecipata: si pensi che il solo gruppo Facebook “Cosplayers italiani” raggruppa oltre 33.000 membri e le community e le manifestazioni che ospita questo tipo di raduni è in crescita esponenziale, soprattutto nel nord-ovest.
Da qui nasce il nostro progetto, già divenuto realtà grazie alla disponibilità del Parco La Mandria
È già stato fatto? In Italia è la prima volta, così come pure in Europa. Abbiamo notizia di una “Cosplay Run” organizzata nell’aprile del 2016 in un parco della Malesia che ha avuto un discreto successo, pur coinvolgendo solo ed esclusivamente Cosplayers.
L’idea alla base della Cosplay Run è più ampia e inclusiva. L’evento vuole coinvolgere corridori amatoriali (siano essi singoli, gruppi e famiglie) insieme con i Cosplayer che vorranno aderire, nella stessa bucolica ed animata cornice di uno dei Parchi Reali più belli del Piemonte: La Mandria.
Programma
L’evento inizierà alle 10 al "Ponte Verde" con partenza presso il Castello della Mandria, e sarà allestita un’area di partenza/arrivo dove i Cosplayer potranno radunarsi e sfoggiare i loro colorati e particolarissimi costumi in una cornice animata da musica, stand e tutto il pubblico che già abitualmente affolla il bellissimo parco della Mandria.
Dopodiché verso le 11:00 si partirà con la corsa non competitiva aperta a tutti: i Cosplayer più sportivi e motivati potranno indossare le scarpe da running e correre o camminare insieme a podisti più o meno amatoriali sul percorso di 5 km adatto a tutte le età e gradi di allenamento.
Sarà anche allestito uno stand per l’Istant Cosplay (dedicato sia ai grandi che ai bambini): in questo modo anche chi non avrà un costume potrà entrare nello spirito della manifestazione ed arrangiarsi istantaneamente creandosi un trucco, una maschera o un costume.
Si potrà correre e camminare, l’importante sarà farlo col sorriso godendosi questo coloratissimo evento.
A partire dalle 11:30 presso l’area di partenza/arrivo verrà allestito un punto di ristoro a cui potranno partecipare gli sponsor, oltre ai ristoratori delle Cascine del Parco ed altri operatori specializzati.
Alle 12:30 premiazione del costume più gradito ai runners (ogni corridore potrà votare il proprio Cosplayer preferito con un apposito coupon che troverà nel pacco-gara).
Numerosi Cosplayer hanno già confermato la loro partecipazione, sia in qualità di partecipanti al raduno, sia come corridori.
Per avere maggiori informazioni e iscriversi alla corsa il consiglio è di visitare il sito web dell’Associazione: www.accademia72.com.
Sarà possibile iscriversi anche direttamente il giorno dell’evento presso uno stand dedicato. In questo caso è consigliabile presentarsi con un buon anticipo, in modo da essere sicuri di riuscire a partecipare.
In allegato il logo dell’Associazione e il percorso della gara.
Accademia 72 nasce a novembre 2018 dall’idea di un gruppo affiatato di amici, che decide di mettere in campo il proprio entusiasmo e la comune passione per lo sport. Lo scopo che noi ci prefiggiamo è di avvicinare amatori e principianti alle varie discipline sportive dilettantistiche e di eSports.
I valori fondamentali e fondanti di questa Associazione sono la sana competizione, il divertimento e la voglia di stare insieme, attraverso l’organizzazione di corsi in varie discipline ed eventi sul territorio.
Accademia 72 A.S.D. è iscritta al CONI attraverso l’affiliazione al CSEN, la sede legale è in Corso Peschiera 191 a Torino.
Audiweb ha distribuito il nastro di pianificazione, Audiweb Database, con i dati della fruizione di internet (total digital audience) del mese di giugno 2019, prodotto con la nuova metodologia Audiweb 2.0. I nuovi dati dell’Audiweb Database, sono stati distribuiti alle software house per essere consultati dagli operatori iscritti al servizio tramite i tool di analisi e pianificazione.
Sul sito Audiweb è inoltre disponibile il report Audiweb Week con la sintesi dell’audience online della settimana dal 12 al 18 agosto 2019 degli editori iscritti alla rilevazione Audiweb Daily/Weekly.
La Total Digital Audience nel mese di giugno 2019 La Total Digital Audience nel mese di giugno è rappresentata da 41,3 milioni di utenti, pari al 69,1% della popolazione dai 2 anni in su. In questo mese che apre il periodo estivo hanno navigato da smartphone 35,6 milioni di utenti, pari al 79,6% della popolazione maggiorenne.
Sono stati 33 milioni gli italiani che si sono collegati almeno una volta nel giorno medio dai device rilevati, trascorrendo su internet in media 4 ore e 28 minuti al giorno per persona.
Nel giorno medio a giugno erano online il 56,4% degli uomini e il 54% delle donne e, per quanto riguarda le fasce d’età, il 79,8% dei 18-24enni (pari a 3,4 milioni), l’83,8% dei 25-34enni (5,7 milioni), l’80,6% dei 35-44enni (7,2 milioni), il 78,2% dei 45-54enni (7,5 milioni), il 66,9% dei 55-64enni (5,4 milioni) e il 25,7% degli over 64enni (3,5 milioni).
Per quanto riguarda l’area geografica di provenienza degli utenti online online nel giorno medio, troviamo il 57,6% della popolazione del Nord Ovest (pari a 9 milioni), il 54% della popolazione del Nord Est (5,9 milioni), il 56,8% dal Centro (6,5 milioni) e il 53,3% dell’area Sud e Isole (11,5 milioni).
La fotografia dei consumi online nel mese di giugno conferma la tra le prime sotto-categorie di siti e applicazioni le sotto-categorie “Search”, con il 95,5% degli utenti online nel mese (39,5 milioni), “Member Communities” - Social Network -, con l’89% degli utenti (36,8 milioni), “Internet Tools/Web Services” - servizi e strumenti online – con l’88,7% degli utenti (36,7 milioni), ”Video/Movies” con l’88,2% degli utenti (36,4 milioni) e “General interest portals & communities” –portali generalisti - con l’87,3% degli utenti (36,1 milioni).
La sotto-categoria “Current Event & Global News”, che raggruppa i siti e le applicazioni delle testate giornalisti online, con 35,1 milioni di utenti raggiunge l’85% dell’audience online nel mese, seguita dalla sotto-categoria Instant Messaging, dedicata alla messaggistica istantanea, raggiunge l’82% degli utenti online (34,1 milioni). A giugno, con l’avvicinarsi dell’estate, tra le sotto-categorie più consultate compare anche “Health Fitness & Nutrition”, con quasi 27 milioni di utenti mensili, pari al 65,3% dell’audience online.
Il numero di singole persone, deduplicate, che si sono collegate, in un determinato arco temporale, ad un sito e/o elementi di esso effettuando una o più visite. Differiscono dai browser e visitatori unici in quanto rappresentano persone fisiche. Degli utenti unici è analizzabile anche la sovrapposizione su di diversi siti, valutando quanto pubblico hanno in comune (sovrapposizione) e quanto ne hanno complessivamente al netto delle duplicazioni (unduplicated audience).
Rispetto al dato dell’audience online nel mese, che ci dà un’idea della copertura del mezzo nel periodo di rilevazione, l’osservazione del dato dell’audience online nel giorno medio è importante poiché fornisce, tra le varie informazioni, indicazioni sulla frequenza di utilizzo del mezzo.
Cosa si intende per giorno medio Il giorno medio indica, per il mese di riferimento, il numero medio di utenti unici giornalieri, che nel giorno hanno effettuato almeno un accesso a internet. Come si calcola il giorno medio? La somma degli utenti unici di ciascun giorno del mese osservato / numero dei giorni del mese = il numero medio di utenti unici giornalieri del mese di osservazione.
L’osservazione nel giorno medio fornisce, ad esempio, indicazioni sulla frequenza di utilizzo.
La metodologia alla base del nuovo sistema Audiweb 2.0 Il nuovo sistema di rilevazione, Audiweb 2.0, realizzato in collaborazione con Nielsen, è basato su quattro fonti di dati: la fonte “censuaria”, basata sull’instrumentazione di un TAG/SDK (Software Development Kit di Nielsen) che consente la raccolta di dati relativi alla fruizione di tutti i contenuti online da differenti device e piattaforme e che, con le informazioni provenienti dal big data provider, è alla base della rilevazione Audiweb Daily / Weekly; i Big Data, le cui informazioni, validate dal Panel, contribuiscono all’attribuzione di età e genere all’audience e alla deduplica delle audience tra device.
A queste due fonti di rilevazione, si aggiunge la rilevazione Audiweb Panel. Alla base della produzione dell’Audiweb Database Respondent Level, la rilevazione Audiweb Panel è la misurazione che avviene attraverso un campione statisticamente rappresentativo della popolazione italiana, che ha installato un software meter nel proprio computer, smartphone e/o tablet e fornisce informazioni oggettive e dettagliate sulla fruizione dell’online, oltre a dati esclusivi sul profilo socio-demo degli utilizzatori della Rete. Le informazioni provenienti dalla rilevazione Panel vengono poi espanse all’intero universo della popolazione connessa grazie alle informazioni derivanti dalla nuova Ricerca di base congiunta con Auditel.
Il prodotto finale e più completo della fusione di tutte le fonti di dati del sistema è rappresentato dal nastro di pianificazione, Audiweb Database, che offre le informazioni sull’audience di tutta l’offerta online e i dati elementari di navigazione degli editori iscritti al servizio, con i profili socio-demografici degli utenti (= “Respondent Level”) - non solo per genere ed età, come per i dati “Daily” e Weekly”, ma offrendo anche le informazioni relative al livello di istruzione, alla condizione professionale, al tipo di occupazione, il numero dei componenti in famiglia, il reddito famigliare, l’area geografica, la regione di provenienza e, novità importante, la / il responsabile di acquisto -, arrivando a una rappresentazione dei comportamenti di fruizione per fascia oraria giornaliera di 3 ore.
Il report Audiweb Week Il report Audiweb Week rappresenta un estratto della rilevazione Audiweb Daily / Weekly e riporta i dati dell’audience online di una settimana del mese di rilevazione per gli editori aderenti e che, quindi, hanno instrumentato il TAG/SDK per l’attivazione della componente censuaria.
Derivati dalla rilevazione Audiweb Daily / Weekly, che offre dati “currency” (utenti, non browser), i dati rappresentati nel report Audiweb Week sono riferiti all’universo di individui dai 2 anni in su, non solo per la componente Computer, ma anche per la componente Mobile - Smartphone e Tablet - che nella rilevazione Audiweb Database è circoscritta all’universo di individui di 18-74 anni.
La mia intervista a Esports Italy, dove abbiamo parlato del futuro degli Esports, di trend di mercato, della concorrenza e delle opportunità che derivano dall’affermarsi di queste modalità di gioco competitivo.
Instagramsta testando un aumento del carico pubblicitario sulle sue Storie.
Lo scorso mese vari professionisti del marketing avevano notato unsensibile aumento degli annuncisul social network fotografico, arrivati a costituire circa un quarto dei post e delle Storie presenti su di esso. Osservazioni che ora sono state confermate da Instagram stessa, che, ha dichiarato di avere in effettiavviato dei test per rendere più numerose le campagne mostrate sulla piattaforma.
Secondo quanto riportaAdWeek, Instagram starebbe in particolare sperimentando l’erogazione consecutiva nelle Storie di annunci di due diversi brand, uno dopo l’altro. Al momento l’esperimento è visibile solo a un ristretto numero di utenti, ma tutti gli inserzionisti sono potenzialmente qualificati a partecipare.
Un portavoce di Facebook ha dichiarato che l’obiettivo dei test è verificare se questi annunci consecutivi di diversi brand nelle Storie forniscano agli utenti un’esperienza più fluida, e raccogliere feedback. Ha inoltre aggiunto cheil focus della società rimane la user experience, con la produzione di valore per gli inserzionisti come seconda priorità.
Il tema dell’Influencer Marketing è quasi sempre affrontato dal punto di vista degli influencer perché per i media è l’aspetto più curioso e notiziabile. InBuzzooleabbiamo deciso di esplorare il mercato indagando l’ottica delle aziende che comprano o fanno autonomamente attività con i creator. Lo abbiamo fatto commissionando una ricerca su 300 decision maker di grandi aziende aKoniqa, società di consulenza per l’innovazione di offerta e il go to market.
Le 3 fasi dell’Influencer Marketing
L’indagine ha portato alla luce un mercato stratificato e dinamico che può essere letto in ottica evolutiva. Esistono almeno tre tipologie di aziende che possono essere ricondotte a tre fasi di un percorso evolutivo: l’adolescenza, la maturità e la fase di maggiore sofisticazione nell’approccio all’Influencer Marketing.
Young: il 53% delle aziende intervistate appartiene al cluster di coloro che si stanno avvicinando all’Influencer Marketing. Lo fanno esplorando cautamente questa leva soprattutto ricorrendo ad essa per progetti occasionali (ad esempio per il lancio di un prodotto o per un evento aziendale). Le aziende di questo tipo non partecipano attivamente alla gestione di tutte le fasi del processo di IM, ma preferiscono delegarle all’agenzia partner.
Mature: il 24% delle aziende appartiene al cluster di coloro che hanno già fatto esperienze di coinvolgimento degli influencer. Si caratterizzano per un management più giovane e istruito. Qui il brand ha un ruolo attivo, di “direttore d’orchestra” nella supervisione della strategia e di coordinamento di più fornitori, necessari allo sviluppo di campagne più complesse: centro media, agenzia di comunicazione, agenzia di pubbliche relazioni.
Sophisticated: il 23% delle aziende intervistate appartiene al cluster più evoluto ossia a coloro che usano l’Influencer Marketing in maniera strategica. In questo gruppo, il management è concentrato nella fascia d’età 35-44 con il più alto livello di istruzione riscontrato. La decisione di acquisto delle soluzioni di IM è concentrata nella funzione marketing, che ha responsabilità di budget ed è in grado di assumere la guida dell’intero processo, dalla fase strategica a quella operativa. Questi brand arrivano anche a riconfigurare la propria organizzazione per rispondere allo scopo, affidando ai Product Manager e ai loro team la gestione del processo.
Il ruolo dell’Influencer Marketing nel Customer Journey
Il 45% degli intervistati attribuisce un ruolo specifico all’Influencer Marketing nell’ambito della propria strategia di comunicazione. Tra questi, la maggior parte, gli riconosce maggiore incisività in due fasi del funnel di vendita: quelle di ‘aware’ e di ‘appeal’. Ma le aziende che si trovano nello stadio evolutivo più avanzato ne colgono l’importanza anche nelle fasi di ‘Ask’ e ‘Act’. Tuttavia, la ricerca evidenzia una quota ancora consistente di “scettici”, pari al 55% degli intervistati, nei confronti dell’efficacia dell’Influencer Marketing. Questa quota è particolarmente concentrata nel cluster Young, a riprova del fatto che l’Influencer marketing non riesce ad esprimere il suo potenziale se inserito in un processo di adozione ancora acerbo.
La propensione agli investimenti in Influencer Marketing
L’85% degli intervistati pensa di pianificare un’attività di Influencer Marketing nei prossimi 12 mesi. Il 39% ha dichiarato che intende procedere con due o più campagne nel prossimo anno, mentre il 30% sta pensando di pianificare progetti strategici che coprono un arco di 6-12 mesi.
La ricerca contiene molti dati e mette in luce diversi altri aspetti cruciali: le barriere all’utilizzo di questa leva di comunicazione, i driver di selezione degli influencer, il ruolo della tecnologia. Per saperne di più vi consiglio discaricarla gratuitamente qui.
Il numero di utenti giornalieri del social networkFacebooke dell'app Messenger è aumentato a 1,6 miliardi di persone nel secondo trimestre,ha dichiarato Facebook mercoledì, e il tasso di crescita dell'8% rispetto a un anno fa è il secondo più lento nella storia dell'azienda. In Europa, Stati Uniti e Canada -che insieme generano circa tre quarti dei ricavi trimestralidiFacebook- il numero di utenti non si è sviluppato per quasi due anni.
Facebookcresce molto in Asia (soprattutto India), ma i suoi ricavi in questa area valgono circaun decimo dei paesi sviluppati.
Mark Zuckerberge la sua azienda si sono impegnati a fondo per fare soldi per costruire"the next big thing". Ma i costi operativi nel secondo trimestre sono aumentati più velocemente dei ricavi per il quinto trimestre consecutivo.Facebookspende molto nella programmazione e neidata centerper la sezione video Watch e per le storie suInstagram, e perassumere più personeper sorvegliare quello che succede nel social network.
Ma uno degli elementi che sta bloccando l'espansione reddituale diFacebooksono le nuove regole sullaraccolta dei dati degli utenti, come il GDPR in Europa.
Il dilemma: Instagram e WhatsApp fanno concorrenza a Facebook
Tom Cunningham, Data Scientists diFacebook, ha dipinto l'immagine di un possibile futuro per l'applicazione di punta diFacebook. In pratica già ora gli utenti condividono i loro contenuti diFacebooksu WhatsApp eInstagram.
Il problema sorgerebbe se gli utenti pubblicassero su questi due canali senza condividere su Facebook: in questo modo quest'ultima potrebbe entrare in crisi.
Infattiil vero motore pubblicitario e di monetizzazione rimane Facebook, che verrebbe dunque cannibalizzato dalle altre due app che però hanno una monetizzazione di gran lunga inferiore.
Ad esempio, quando la ricerca è stata compilata alla fine del 2018,almeno due terzi degli utenti attivi mensili di ciascuna applicazione erano attivi anche su un'altra applicazione della famigliaFacebook. Le app con il maggior numero di utenti che si sovrappongono sonoFacebooke WhatsApp, anche se WhatsApp, con i suoi 1,5 miliardi di utenti mensili, ha avuto il maggior numero di persone che non utilizzavano un'altra proprietà diFacebook. Attraverso tutte le sue proprietà,Facebookha raggiuntol'85,4% della popolazione mondiale con accesso a Internet, come mostrano i dati.
Uno scenario negativo perFacebook, secondo la ricerca, è che la principale applicazione diFacebooksi troverà ad affrontare un declino man mano che WhatsApp eInstagramcrescono.
La lotta tra WhatsApp e Messenger
Un discorso a parte merita la messaggistica, dove Messenger e WhatsApp appaiono come veri e propri rivali.
Ad esempio, Messenger è significativamente più dominante di WhatsApp in Nord America in termini di portata, ma il contrario è vero in Europa occidentale.
Anche le loro caratteristiche specifiche sono in competizione. Quando le persone hanno iniziato a condividere attraverso WhatsApp Status, Facebookha osservato un notevole calo dei messaggi inviati su Messenger.
Il motivo per cui la messaggistica è vista come cruciale sta anche nel fatto che il team interno di Facebook ha valutato come il servizio diiMessage di Appleponga un serio pericolo di competizione futura.
Il nemico numero uno: Instagram
Instagram ha mangiato direttamente nella crescita dell'app di punta diFacebook, secondo la ricerca.
Di tutte le proprietà diFacebook,Instagramè cresciuta più velocementee non ha mostrato segni di rallentamento, mentre l'impegno complessivo per l'applicazioneFacebookè rimasto invariato nel 2018 dopo il calo dell'anno precedente. I ricercatori diFacebookhanno scoperto che, mentreInstagramcontinuava a crescere, il numero di utenti solo suFacebooksarebbe diminuito,rendendo meno interessante per le persone rimanere attive su entrambe le app.
La società ha stimato che, se le tendenze dovessero continuare, il tempo speso suInstagram, che ha rivelato avere un miliardo di utenti a livello globale nel giugno 2018, potrebbe anche superare l'applicazioneFacebook.
Questo è anche il motivo per cui il Chief Financial OfficerDavid Wehnerha annunciato che, invece di rivelare il numero di utenti per l'applicazioneFacebook, si sarebbe gradualmente spostato a rivelare il numero di persone che utilizzano almeno una delle sue applicazioni. Come dire guardatecomestiamo crescendo ma nondovestiamo crescendo. Questo però non sembra per ora mitigare lapreoccupazione degli investitori.
La metrica più importante dell'agglomerato Facebook sembra quindi esserel'engagement totale, qualsiasi siano le app di riferimento. E su questo piano il sistema regge, un minore engagement su Facebook viene per ora compenstato da WhatsApp o Instagram.
Il tema dell’Influencer Marketing è quasi sempre affrontato dal punto di vista degli influencer perché per i media è l’aspetto più curioso e notiziabile. In Buzzoole abbiamo deciso di esplorare il mercato indagando l’ottica delle aziende che comprano o fanno autonomamente attività con i creator. Lo abbiamo fatto commissionando una ricerca su 300 decision maker di grandi aziende a Koniqa, società di consulenza per l’innovazione di offerta e il go to market.
Le 3 fasi dell’Influencer Marketing
L’indagine ha portato alla luce un mercato stratificato e dinamico che può essere letto in ottica evolutiva. Esistono almeno tre tipologie di aziende che possono essere ricondotte a tre fasi di un percorso evolutivo: l’adolescenza, la maturità e la fase di maggiore sofisticazione nell’approccio all’Influencer Marketing.
Young: il 53% delle aziende intervistate appartiene al cluster di coloro che si stanno avvicinando all’Influencer Marketing. Lo fanno esplorando cautamente questa leva soprattutto ricorrendo ad essa per progetti occasionali (ad esempio per il lancio di un prodotto o per un evento aziendale). Le aziende di questo tipo non partecipano attivamente alla gestione di tutte le fasi del processo di IM, ma preferiscono delegarle all’agenzia partner.
Mature: il 24% delle aziende appartiene al cluster di coloro che hanno già fatto esperienze di coinvolgimento degli influencer. Si caratterizzano per un management più giovane e istruito. Qui il brand ha un ruolo attivo, di “direttore d’orchestra” nella supervisione della strategia e di coordinamento di più fornitori, necessari allo sviluppo di campagne più complesse: centro media, agenzia di comunicazione, agenzia di pubbliche relazioni.
Sophisticated: il 23% delle aziende intervistate appartiene al cluster più evoluto ossia a coloro che usano l’Influencer Marketing in maniera strategica. In questo gruppo, il management è concentrato nella fascia d’età 35-44 con il più alto livello di istruzione riscontrato. La decisione di acquisto delle soluzioni di IM è concentrata nella funzione marketing, che ha responsabilità di budget ed è in grado di assumere la guida dell’intero processo, dalla fase strategica a quella operativa. Questi brand arrivano anche a riconfigurare la propria organizzazione per rispondere allo scopo, affidando ai Product Manager e ai loro team la gestione del processo.
Il ruolo dell’Influencer Marketing nel Customer Journey
Il 45% degli intervistati attribuisce un ruolo specifico all’Influencer Marketing nell’ambito della propria strategia di comunicazione. Tra questi, la maggior parte, gli riconosce maggiore incisività in due fasi del funnel di vendita: quelle di ‘aware’ e di ‘appeal’. Ma le aziende che si trovano nello stadio evolutivo più avanzato ne colgono l’importanza anche nelle fasi di ‘Ask’ e ‘Act’. Tuttavia, la ricerca evidenzia una quota ancora consistente di “scettici”, pari al 55% degli intervistati, nei confronti dell’efficacia dell’Influencer Marketing. Questa quota è particolarmente concentrata nel cluster Young, a riprova del fatto che l’Influencer marketing non riesce ad esprimere il suo potenziale se inserito in un processo di adozione ancora acerbo.
La propensione agli investimenti in Influencer Marketing
L’85% degli intervistati pensa di pianificare un’attività di Influencer Marketing nei prossimi 12 mesi. Il 39% ha dichiarato che intende procedere con due o più campagne nel prossimo anno, mentre il 30% sta pensando di pianificare progetti strategici che coprono un arco di 6-12 mesi.
La ricerca contiene molti dati e mette in luce diversi altri aspetti cruciali: le barriere all’utilizzo di questa leva di comunicazione, i driver di selezione degli influencer, il ruolo della tecnologia. Per saperne di più vi consiglio di scaricarla gratuitamente qui.