Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Eli (del 22/10/2005 @ 10:47:29, in Prodotti, linkato 1906 volte)
Partnership tra I-Play e International Sports Multimedia (ISM), licenziatario del Comitato Olimpico Internazionale per i software interattivi. I-play ha ottenuto la licenza ufficiale per pubblicare il gioco ‘mobile’ delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006. Uscirà a gennaio 2006, appena 1 mese prima dell’inizio dei prossimi Giochi Olimpici Invernali, e sarà il primo gioco per cellulari ad avere la licenza ufficiale del Comitato Olimpico Internazionale. La collaborazione tra Humagade (sviluppatori) con l’ISM e il Comitato Organizzativo dei Giochi Olimpici Torino 2006 dovrebbe assicurare l’assoluto realismo del gioco e portare sui cellulari la stessa passione e l’eccitazione dei veri Giochi Olimpici Invernali 2006.I giocatori di tutto il mondo protranno così mettere alla prova le proprie capacità nelle discipline olimpiche, tra cui Discesa Libera, Salto, Curling e Bob.
Bella iniziativa di marketing della Heineken che, in collaborazione con MTV, organizza per la notte di Halloween la "Heineken Halloween Night" in oltre 1.400 locali italiani, creando nello stesso tempo il più grande circuito italiano di feste e celebrazioni dedicato alla notte delle streghe.Grande visibilità per il marchio, una campagna di comunicazione spiritosa e un sito internet con varie animazioni dedicato all'evento. Dalla home page è infatti possibile intraprendere un cammino a tema, il cui finale è riservato solo ai più "coraggiosi".
Parlando di iniziative di marketing interessanti in campo motociclistico vi segnalo il sito myaprilia.com, dedicato a tutti i possessori di moto Aprilia nel mondo. Elisabetta aveva già parlato dell’esistenza di questo progetto in un precedente articolo, ma io proprio oggi ho avuto occasione di visitarlo nuovamente, rimanendone positivamente impressionato. Il sito infatti sviluppa in maniera intelligente il concetto di Community, offrendo a tutti i visitatori, che evidentemente hanno in comune una forte passione per la due ruote, di raccontarsi le proprie esperienze, consigli, organizzare motoraduni, creare una propria home page personale e molto altro ancora.
Grande attenzione a internet nell'ultima grande campagna di comunicazione lanciata dalla catena della grande distribuzione Carrefour per promuovere il progetto “Carrefour batte l’inflazione”.Protagonista della promozione è un advergame ispirato al vintage-game anni 80 Puzzle Bubble raggiungibile all’indirizzo play.carrefour.it.Dopo una breve registrazione, il giocatore sceglie il proprio personaggio – Mone-Tina e Sol-Dino – che combattera’ a colpi di bolle contro le preoccupazioni del consumatore moderno: dal finanziamento ad alti tassi al carovita, dal rincaro della benzina alla perdita del potere di acquisto.Ogni giorno i concorrenti con i migliori punteggi verranno premiati con un paniere di prodotti della linea “Terre d’Italia” Carrefour, mentre il giocatore con la piu’ alta somma di punti finale si aggiundichera’ una settimana di vacanza per due persone in Trentino.Se però l'utente web si sposta anche sul punto vendita, il concorso si fa più interessante, e il premio finale è un'automobile.Credo si tratti di un ottimo esempio di campagna integrata e intelligente: con pochi saldi elementi e un semplice giochino si raggiungono gli obiettivi di fidelizzare degli utenti già registrati al sito, acquisirne di nuovi e spostare le persone dal web al punto vendita e viceversa (non a caso, il modulo di iscrizione al gioco online ti chiede di indicare qual è l'ipermercato più vicino!).
Grazie a un nuovo browser, è ora possibile avere un primo assaggio di ciò che sarà l’Internet del prossimo futuro. Un piccolo team di sviluppatori californiani ha lanciato infatti Flock, una soluzione basata sul browser Firefox e dotata delle più moderne tecnologie web, tra cui feed RSS, blog, condivisione dei preferiti e photo-sharing. A capo del manipolo di sviluppatori c’è Bart Decrem, famoso nel mondo dell’open source per il suo impegno in Mozilla Foundation e la sua esperienza in Eazel, una start-up nata nel 1999 – e fallita nel 2001 – che mirava a offrire maggior usabilità agli utenti di desktop Linux. "E’ giunto il momento", scrive nel suo blog Geoffrey Arone, uno dei fondatori di Flock. "Ci stiamo attrezzando per offrire download aperti e illimitati del browser Flock nel giro di un paio d’ore. Vi prego di ricordare però che per ora si tratta solo di un’anteprima tecnica, ancora piena di bug, molti dei quali peraltro già conosciuti". Il debutto ufficiale giunge così a pochi giorni di distanza dall’invio di una e-mail da parte di Decrem a un gruppo selezionato di destinatari, registratisi presso il sito. Nel messaggio, si invitano i destinatari a provare il nuovo software – è il terzo invito di questo tipo spedito nel corso delle varie fasi di sviluppo del prodotto. Le nuove funzioni del browser si basano sulle più recenti tecnologie web, che registrano una costante ascesa presso gli utenti Internet e rappresentano uno dei vari aspetti di un movimento conosciuto come Web 2.0. Per esempio, il tradizionale menu dei Preferiti è stato sostituito dall’integrazione con “del.icio.us”, un servizio online che consente di archiviare i link e condividerli con altri utenti. Il team di Flock, inoltre, ha tenuto conto della crescente mania per i blog e lo standard Really Simple Syndication (RSS), che consente di sapere immediatamente quando un sito è stato aggiornato. Flock comprende un lettore RSS integrato, che consente all’utente di leggere tutti i blog in un unico posto, senza dover navigare dall’uno all’altro. Vari siti web e programmi forniscono già funzionalità simili, ma Flock è il primo a integrarla in un browser La soluzione facilita anche il blogging, grazie al pulsante "Inserisci un post nel blog", presente nella barra di navigazione principale. Il pulsante lancia un sofisticato tool di blogging che si integra a livello drag-and-drop con Flickr, un servizio di gestione e condivisione online di foto e immagini digitali, acquisito recentemente da Yahoo. Flock si integra inoltre con numerosi servizi di blogging, tra cui Wordpress, Six Apart e Blogger. Si tratta insomma di funzioni che riflettono sia le tendenze in atto presso gli appassionati più accaniti di tecnologie web, sia il crescente desiderio di maggior collaborazione nella navigazione online. Proprio per questo, Decrem ha lanciato recentemente alcuni segnali alla comunità Mozilla, cercando di convincerla che il nuovo progetto non mira a rendere obsoleto il diffuso browser Firefox. "Sono fermamente convinto delle potenzialità del modello di sviluppo open source", ha scritto infatti Decrem. "Per me, quindi, è sempre stato ovvio che Flock dovrebbe influenzare le altre tecnologie open source e offrire la maggior parte delle nostre innovazioni sotto licenza open source". Flock, del resto, non intende causare problemi creando codici diversi da quello di Firefox. "Realizzando l’architettura, i sistemi e le fasi di progettazione, abbiamo tenuto in grande conto le opzioni che ci permettessero di far evolvere il nostro codice accanto a quello di Mozilla". "Naturalmente”, prosegue Decrem, “sarà solo il tempo a dire se saremo riusciti a evitare inutili divergenze tra il codice di Flock e quello di Mozilla. In ultima analisi, ciò dipende dalle migliaia di decisioni di progettazione che saranno compiute nei prossimi mesi e anni, ma anche dai nostri rapporti con la comunità Mozilla". E aggiunge: "Da parte nostra, intendiamo partecipare attivamente alla vita della comunità, già a partire dall’immediato futuro. Siamo disponibili anche a collaborare con gli sviluppatori di Mozilla Foundation, Mozilla Corporation e con chiunque altro intenda ridurre al minimo i rischi di divergenza tra piattaforme". Decrem ha affrontato anche il tema della profittabilità delle soluzioni gratuite. Pur ammettendo che la maggior parte dei browser è disponibile gratuitamente, Decrem ricorda che varie aziende, tra cui la stessa Mozilla Corporation e Opera, sono riuscite trarre profitti dall’integrazione tra i loro software e servizi come i motori di ricerca. "Il CEO di Opera ha spiegato che la sua società è riuscita a rilasciare un browser gratis grazie all’espansione dell’accordo di sponsorizzazione con Google. Anche Mozilla Foundation ha puntato su accordi legati alle ricerche online, e ha creato una filiale a scopo di lucro", afferma Decrem. "Insomma, siamo convinti che, ottenendo un numero ragguardevole di utenti, potremo continuare con il nostro progetto senza violare la privacy degli utenti o comprometterne le performance di navigazione".
[Fonte Virgilio]
Erano state annunciate da tutti ed ecco le imitazioni più o meno sfacciate dell'homepage che di recente ha fatto notizia in tutto il mondo.
Copiato alla perfezione, il giovane Alex potrebbe addirittura pensare di trovarsi sul suo sito quando cliccherà su http://millioneur.50webs.com/ e potrebbe spaventarsi quando vedrà che i pixel sono spariti ma capirà immediatamente che si tratta solo di una imitazione per ora poco fortunata. Oltretutto in questo sito i pixel vengono venduti ad un decimo del prezzo imposto da Alex, quindi il pacchetto base 10x10 è acquistabile a soli 10 euro. Esaminando il sito di questa "Homepage da 10000 euro" ho notato inoltre che l'indirizzo di posta a cui inviare eventuali richieste d'acquisto è un "tiscali.it" e che quindi molto probabilimente il pronto imitatore è un nostro connazionale.
Cliccando invece su http://blogwall.50webs.com/ si potrà visitare un'homepage strutturata come le precedenti ma con la differenza che è specializzata in promozioni di blog. Per ora sono presenti solo due blog ma siamo davanti alla prima diversificazione, almeno riguardo il contenuto, dell'esemplare originale. Il sito dovrebbe essere no-profit accogliendo comunque eventuali donazioni per mantenere viva l'iniziativa.
Sul sito www.webmasterpoint.org si può invece notare in alto all'homepage un banner alto tre quadretti e lungo tutto lo schermo. Le modalità di vendita sono più o meno le stesse della "milliondollar", salvo possibilità di prezzi più vantggiosi per pacchetti più grandi, una minor durata dell'inserzione ma una visibilità certamente assicurata in quanto il sito in questione viene visionato quotidianamente da chi vuole aggiornarsi su tematiche vicine all'ICT.
Quest'ultima iniziativa è riuscita ad affiancare all'idea che a detta di molti deve il proprio successo esclusivamente alla novità che rappresenta, un concreto feedback per chi si pubblicizza assicurando così continui visitatori.
Dopo aver stupito tutti con l’acquisto di MySpace, che nelle intenzioni del magnate australiano dovrebbe essere la punta di diamante della sua strategia su internet il buon Murdoch ha recentemente annunciato il lancio, a partire dal prossimo 15 novembre, di MySKY, un nuovo servizio di personal video recorder.In Italia rappresenta una novità, ma questa tecnologia è già presente in America e Inghilterra da diversi anni, e consente l’archiviazione elettronica dei programmi preferiti senza dover utilizzare supporti come DVD o videocassette.Uno dei punti di forza di questa soluzione è la semplicità: un telecomando di soli sei tasti consente di effettuare tutte le operazioni comprese le più avanzate come l’“Instant replay”, la registrazione automatica degli episodi in serie (il “Series link”) e l’accesso a “My Channel” un canale completamente personalizzabile nel quale inserire programmi preferiti, registrati o che si intendono memorizzare. Grazie ad un hard disk particolarmente capiente (ben 160 GB) gli utenti potranno salvare i propri programmi preferiti nella memoria del decoder rivedendoli a piacimento.La TV generalista sembra sempre più in difficoltà, stretta da un lato dalla concorrenza dei canali tematici e dall’altro dall’evoluzione della tecnologia, che abilita nuovi dispositivi ad accedere a contenuti video (lettori portatili ma anche cellulari) e da apparecchi come quello descritto, che consentono agli utenti di crearsi un palinsesto personalizzato.Si prospetta quindi un futuro più dinamico, dove gli utenti sceglieranno liberamente non solo il momento ma anche il dispositivo per fruire del loro programma preferito, e alle aziende non rimarrà che prenderne atto, individuando nuove e più interattive forme di advertising.
Di Eli (del 26/10/2005 @ 07:49:11, in Prodotti, linkato 1885 volte)
In America ma non solo stanno spopolando delle bambole che a vedersi non sono particolarmente carine. Ma gli stessi creatori ne devono essere consapevoli, visto che le hanno battezzate Ugly Dolls. Nate per caso dalla fantasie di David Horvath e Sun-Min Kim devono la loro commercializzazione al fiuto di un commerciante di Los Angeles che, non appena visto i primo prototipo, realizzato quasi per scherzo, ha deciso di ordinarne qualche decina.
Incoraggiata dall’inaspettato successo la coppia (ex studenti di una scuola di design) ha cominciato a sfornarne altre, fino a confezionarne un’intera famigliola. Presentate alla Fiera internazionale del giocattolo di New York hanno destato un grande interesse nei visitatori. Oggi queste bambole vengono prodotte in Cina e vendute su internet ad un prezzo che va dai 20 ai 30 dollari, e sono richiestissime. Potenza del passaparola?
Se si consulta un vocabolario alla voce "lusso" si trova scritto "ogni cosa che costa molto in proporzione all'utilità, ai bisogni che soddisfa o alle possibilità economiche di chi la considera; ogni cosa che non sia necessaria" e ancora "sfoggio di ricchezze, di abbondanza".
Quest'idea tradizionale del lusso si lega ad un consumatore facoltoso ed elitario, che fa uso di beni di altissimo costo per dimostrare il proprio status.
Molte cose però sono cambiate nel consumo moderno: i consumatori infatti dispongono di sempre maggiori informazioni sui prodotti (Kotler, 2003), sono più attenti e valutano con competenza crescente il rapporto qualità prezzo dei beni (Grandinetti, 2002), ricercano delle emozioni ma non sono interessati all'ostentazione e sono più egoriferiti (Fabris, 1995).
Da questo scenario emerge una possibilità di fare business molto interessante, legata a quello che due autori, Silverstein e Fiske (2003), nel loro libro "Trading Up" definiscono il "nuovo lusso", verso cui si vanno muovendo sempre più i consumatori middle class americani.(Leggi anche la recensione di Trading Up >>)
Parliamo di beni non necessariamente super costosi, che però riescono a spuntare un premium price anche molto superiore a quello della concorrenza, grazie a un mix di qualità ed emozioni che suscitano nel consumatore.
Tra gli esempi che si possono citare la Vodka Belvedere (28 $ a bottiglia contro 16 della Absolut), l'intimo Victoria Secret e persino una lavastoviglie Whirpool (2000 $ contro una media di categoria di 600).
Come si può vedere dai prodotti portati ad esempio dunque il nuovo lusso può riguardare davvero le categorie merceologiche più varie e anche imprevedibili.
In comune questi beni, oltre al prezzo premium, hanno alcune caratteristiche.
In primo luogo suscitano un coinvolgimento emotivo nel consumatore, indipendentemente da costo e settore merceologico.
L'emozione però non basta, dato che la qualità deve essere alta, ci deve essere un design e/o una tecnologia innovativa e distintiva e questi elementi devono produrre un reale beneficio di tipo funzionale per il consumatore.
Di conseguenza per rendere un prodotto un "new luxury good" occorre un bilanciamento fra una buona strategia di marketing e di comunicazione e una componente innovativa nella tecnologia o nel design, due elementi che possono essere alla portata delle aziende italiane, anche di medio- piccole dimensioni.
Questo tipo di beni per di più si caratterizzano per avere alti volumi di vendita a fronte di prezzi ugualmente elevati, una situazione che viola in qualche modo le più basilari leggi della domanda e dell'offerta e che può costituire una strategia per fronteggiare la concorrenza low cost che viene da Oriente.
Naturalmente questo non significa che i consumatori moderni siano impazziti, spesso infatti essi si concentrano su di un solo bene che suscita in loro emozione, mentre mantengono il loro normale comportamento per tutte le altre categorie merceologiche.
Tuttavia si capisce che per un produttore di un certo tipo di beni trovarsi ad essere un esponente del nuovo lusso nel proprio settore può essere davvero redditizio, anche perché quasi nessun campo del b2c sembra davvero essere escluso a priori dal fenomeno.
Bibliografia essenziale
FABRIS G. (1995), Consumatore & Mercato, Sperling&Kupfer, Milano
GRANDINETTI R. (2002), Concetti e Strumenti di Marketing, Etas, Milano
KOTLER P. (2003), Marketing Management, eleventh edition, Prentice Hall, Upper Saddle River
SILVERSTEIN M., FISKE N. (2003), Trading Up: The New American Luxury, Portfolio
ZARANTONELLO G. (2004), La valorizzazione del territorio come strategia competitiva nel mercato globale del lusso. I casi Artigiana Sartoria Veneta, Salviati e Cipriani Industria, Tesi di laurea, consultabile su http://tesionline.corriere.it/default/tesi.asp?idt=9596
ZARANTONELLO G. (2004), "Il nuovo lusso tra globale e locale", Sviluppo&Organizzazione, n. 204, Luglio/Agosto 2004
Gianluigi Zarantonello
La resina protettiva che riveste lo schermo del nuovissimo iPod Nano non è apprezzata dagli utenti, che lamentano graffi tali da renderne difficile l’utilizzo.La Apple dal canto suo si è prodigata in soccorso di questi clienti poco soddisfatti, dichiarandosi disponibile alla sostituzione degli apparecchi difettosi.Nonostante queste rassicurazioni gli utenti si sono riuniti in una class action, depositata presso la Corte californiana di San Jose. Oggetto del contendere sono i 25 dollari sborsati dagli utenti per inviare gli iPod difettosi alla casa madre per le riparazioni: l’accusa è che la Apple fosse preventivamente a conoscenza di questi difetti ma abbia deciso di lanciare lo stesso il prodotto sul mercato, costringendo i consumatori ad affrontare questo ulteriore costo. Gli utenti affermano quindi che ildifetto derivi dalla pellicola di plastica che ricopre lo schermo, che è meno resistente rispetto ai modelli precedenti.La prima reazione della Apple è stata quella di negare questa circostanza, consigliando agli utenti l’acquisto di accessori idonei ridurre l’usura dello schermo, da qui la decisione di questi ultimi di ricorrere al giudice.Brutta caduta di stile per la casa di Cupertino, che non ha saputogarantire una qualità adeguata al nuovo prodotto, peraltro presentato in pompa magna. Contrariamente ad altri meno quotati concorrenti infatti la Apple ha sempre riuscita fornire prodotti all’altezza delle aspettative. Ma ulteriore passo falso è frutto della cattiva gestione della situazione:un disservizio può anche succedere, ma il vero leader sa reagire prontamente non deludendo il proprio pubblico, specie quando fedele. In questo caso, forse per la prima volta, è mancata una reale capacità di reagire positivamente alla situazione, tranne quando è stata messa alle strette.Che i recenti grossi successi abbiano cambiato le cose?
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