Durante l’evento Marketing Live 2019 Google ha annunciato una serie di nuovi servizi per gli inserzionisti che vogliono catturare l’attenzione dei consumatori nel sempre più complesso percorso verso l’acquisto (è stato raccontato il caso di una donna che per comprare un paio di jeans ha impiegato 73 giorni, interagendo con 250 touchpoint).
Discovery Ads
Google Discoverè una sezione, accessibile da mobile digitando Google.com e dall’app di Google, che mostra un flusso di notizie sulla base degli interessi dichiarati dell’utente e sullo storico di navigazione. Viene usato da 800 milioni di persone ogni mese e dunque non poteva non diventare uno spazio da tappezzare. Infatti nei prossimi mesi vedremo comparire anche delle pubblicità acquistabili dagli inserzionisti e pagabili per click (CPC). Le audience che si potranno scegliere come target sono quelle individuate per interessi, affinità, “in-market” (i consumatori che hanno cercato o comparato prodotti della propria categoria) e per “custom intent” (audience scelte sulla base di segnali provenienti dall’attività di ricerca effettuata, dalle visualizzazioni su YouTube, dalle visite ai siti del Google Display Network, dalle app scaricate). Questo nuovo formato pubblicitario verrà ospitato anche nel feed di YouTube e in GMail (nelle sezioni social e promozioni).
Gallery Ads
Gallery Ads è il nome che è stato dato ad un nuovo formato pubblicitario che apparirà prima dei risultati di ricerca da dispositivo mobile. Si tratta di una galleria di prodotti “scrollabile” (tra 4 e 8 immagini accompagnate da 70 caratteri di testo). L’inserzionista pagherà per ogni click o swipe fino alla terza immagine della sequenza.
Showcase Shopping ads
Showcase Shopping ads, sono dei formati introdotti da tempo nei risultati di ricerca, e che ora vengono estesi anche a Google Images, alla sezione Discover e in futuro a YouTube. Con essi l’inserzionista ha la possibilità di far apparire i suoi prodotti a seguito di una ricerca non specifica sul brand, ma riguardante la categoria di prodotti. La pubblicità è composta da un’immagine grande e alcune più piccole. In più può contenere le informazioni sull’ubicazione del negozio.
Google Shopping
L’ultimo annuncio, non meno importante, che segnalo è il potenziamento di Google Shopping (non disponibile in Italia) per combattere frontalmente Amazon. I punti di forza sono: – un’esperienza personalizzata sulla base dei precedenti acquisti, delle ricerche online e delle liste – acquisti che possono dar luogo ad una consegna a casa o al prelievo in negozio – pagamenti gestibili anche dalle carte conservate nell’account Google – garanzia di Google per i resi e i rimborsi.
Google e Amazon sono destinati a scontrarsi su fronti sempre più numerosi (cloud, servizi, advertising, e-commerce, device), ma su quello dello shopping l’azienda di Bezos può vantare un vantaggio enorme: aver costruito un rete logistica difficilmente replicabile da altri nel breve periodo.
ark Zuckerberg ha aperto F8, l’evento annuale dedicato agli sviluppatori, all’insegna del concetto “The Future is Private”, già ben argomentato un mese fa in unpost. Insomma ha ribadito che i servizi della famiglia Facebook saranno ripensati per mettere al centro la privacy e gli spazi privati (gruppi, messaggistica).
Non sembra, però, che questo implicherà uno stop alla raccolta di informazioni sugli utenti da utilizzare, in forma aggregata, per il targetting pubblicitario. Anzi la qualità di questa raccolta dovrebbe migliorare con l’unificazione della messaggistica.Insomma non è detto che negli ambienti privati saremo al riparo dalla pubblicità. Forse ciò accadrà solo nel lungo periodo se Zuck riuscirà a rimpiazzare questa fonte di ricavi con quella proveniente dalle transazioni commerciali che avverranno sulla sua piattaforma. Prima di passare in rassegna le novità più rilevanti annunciate quest’anno, va ricordato che ancora siamo in attesa della funzioneClear History, sbandierata allo scorso F8, che avrebbe dovuto permettere di cancellare le informazioni raccolte da siti e app connessi a Facebook.
Facebook: nuovo design
Il nuovo Facebook avrà un design più pulito (basta blu, predomina il bianco), sarà più veloce e metterà in evidenza i gruppi. Per la serie “la rivincita dei forum” vedremo una sezione a loro interamente dedicata. In primo piano ci sarà un feed che mostrerà i post, algoritmicamente ordinati, dai diversi gruppi di cui si è parte. In risalto nel menu principale anche Watch e il Marketplace. Inoltre sono state pensate delle funzioni specifiche per particolari gruppi, ad esempio nei forum sulla salute chi pubblica qualcosa potrà nascondere il suo nome.
Instagram: più ecommerce
La fotocamera è stata ridisegnata per permettere la creazione di contenuti senza partire da una foto o da un video. Ora, sotto il menu “Create”, accessibile tramite una interfaccia a ghiera, sono stati raccolti tutti gli strumenti creativi. Sarà estesa la funzione diShoppinganche ad alcuniCreatorselezionati, in questo modo si potrà acquistare un prodotto pubblicizzato da un influencer.
Messaggistica: piccole novità prima dell’integrazione
Facebook Messenger sarà più veloce e accessibile anche da una nuova app per il desktop. Per le aziende viene aggiunto un formato di pubblicità pensato per la Lead Generation, simile a quello già esistente per Facebook.
WhatsApp darà la possibilità alle aziende di aggiungere un catalogo di prodotti in modo da dare alle persone la possibilità di acquistarli.
AR/VR: i nuovi Oculus
La realtà aumentata viene vista da Facebook come un’opportunità di creatività per rendere più coinvolgenti le attività online. Ma per creare c’è bisogno di strumenti e così è stato annunciata la disponibilità di Spark AR per Windows e Mac. Sul fronte realtà virtuale sono stati annunciati Oculus Quest, il visore all-in-one (che non necessita di una connessione al PC), e Oculus Rift S, entrambi a partire da 399 dollari.
Intelligenza Artificiale per individuare i contenuti inappropriati
Facebook sta usando le tecniche diIntelligenza Artificialeper individuare velocemente e automaticamente i contenuti che violano le policy. Sia quelli testuali, grazie ai progressi nel Natural Language Processing (combinazione di training supervisionato e non), sia quelli visivi con un sistema (Panoptic FPN) che permette di comprendere il contesto delle immagini isolando i vari elementi che la compongono, anche quelli dello sfondo.
I dati mostrati evidenziano risultati incoraggianti: rispetto al totale dei contenuti rimossi, oltre il 99% di quelli relativi a spam, fake account e sicurezza dei bambini sono stati rimossi prima della segnalazione degli utenti, la percentuale scende al 96% per il nudo, al 97% per la violenza, al 52% quando si tratta di individuare l'”hate speech” e al 15% per i casi di molestie. Ovviamente c’è ancora tanto da fare soprattutto per evitare che vengano censurati involontariamente contenuti legittimi.
Spotifyha annunciato il lancio di nuovi formati pubblicitari ad attivazione vocale, che permetteranno agli ascoltatori di impartire comandi finalizzati all’interazione con il contenuto degli annunci.
I nuovi formati, attualmente in fase di test negli Stati Uniti, saranno disponibili solo a un gruppo circoscritto di utenti mobile del servizio gratuito e solo a quelli che hanno già attivato i controlli vocali nelle impostazioni della app. Agli iscritti sarà data comunque la possibilità di disattivarne l’erogazione.
Nel dettaglio,al suo avvio l’inserzione audio incoraggerà gli utenti a navigare un contenuto dicendo “Play Now”, dando all’ascoltatore il tempo di rispondere. Nelle fase iniziali, questi formati saranno indirizzati solo agli ascoltatori di playlist sponsorizzate e podcast, una tipologia di contenuto su cui la società sta investendo molto ultimamente (leggi qui l’articolo dedicato).
Nel primo trimestre dell’anno, il fatturato di Spotify è cresciuto del 32% sfiorando gli 1,5 miliardi di euro e raggiunto i 217 milioni di utenti.
E' arrivato quel momento dell’anno nel quale condivido qualche riflessione sui mutamenti dell’utilizzo dei social media nel nostro paese a partire dai dati diAudiweb powered by Nielsen(qui i dati dell’anno scorso). L’analisi considera la Total Digital Audience, ossia le persone che accedono da desktop e mobile (smartphone e tablet) al netto delle sovrapposizioni. L’universo riguarda i maggiori di 2 anni per l’audience da Pc e la fascia 18-74 anni per quella da mobile. Dunque è probabile una sottovalutazione dell’impatto dei servizi/app usati prevalentemente in mobilità dagli under 18.
Utenti dei social media in Italia
La prima novità è che a dicembre sembrerebbe esserci stato un sorpasso diYouTubesuFacebook. In pratica 35 milioni di italiani avrebbero fatto un accesso alla tv non lineare di Google contro i 34.958.000 che hanno visitato il network di Zuckerberg. Va ricordato però che il traffico non racconta tutta la storia: gli utenti attivi diFacebook in Italia, 31 milioni, sono sicuramente di più di quelli di YouTube (mai svelati).
In terza posizioneInstagramche continua a crescere, coinvolgendo nuovi utenti e raggiungendo 24,4 milioni di italiani. Un incremento del 61% rispetto al 2017.
SegueLinkedIncon un’audience di circa 16,5 milioni di persone(+69% in un anno). Una performance di tutto rispetto che però, come vedremo, si accompagna anche a dei problemi di engagement.
La vera sorpresa èPinterest, che pur volando sotto il radar dei mass media, riesce a sviluppare un pubblico di 12,3 milioni di persone, facendo registrare la crescita maggiore: + 142% in un anno.
Secondo Audiweb cresce ancheTwitterarrivando a superare i 9 milioni e portandosi ai livelli del 2014. Chiudono la classificaTumblrcon 2,6 milioni di audience (+40%),Snapchatcon circa 2,4 milioni, ma con un tasso di crescita annuale del 25% eTik Tokche avrebbe 750.000 visitatori (i dati ufficiali parlano di2,4 milionidi utenti attivi mensili).
Tempo di utilizzo dei social media in Italia
Il social utilizzato per più tempo dagli italiani è Facebook che supera le 14 ore al mese per utente (media annuale). Lo segue YouTube che viene usato in media per 5 ore e 20 minuti ogni mese. A poca distanza troviamo Instagram che tiene incollati gli italiani allo schermo dello smartphone per circa 5 ore.
La sorpresa è Tik Tok, che seppur con un’audience ancora limitata, riesce a coinvolgere i teenager per circa 2 ore e mezza al mese.
Leggermente sopra i 60 minuti di utilizzo si piazza Twitter, mentre immediatamente sotto l’ora troviamo Tumblr (49 minuti) e Pinterest (48 minuti). Snapchat tiene gli utenti coinvolti per circa 28 minuti, mentre LinkedIn soltanto 13 minuti al mese. Per queste ultime piattaforme è plausibile attendere delle mosse atte ad incrementare l’engagement dei propri utenti con giochi e contenuti video originali prodotti da partner o creator. Insomma l’unico modo per sopravvivere allo strapotere dei giganti sarà quello di attuare strategie volte a prosperare nella propria nicchia.
In attesa dei vostri commenti vi consiglio, per non perdervi i prossimi aggiornamenti, di consultare periodicamente la pagina dell’Osservatorio Social Mediaper le statistiche italiane, la paginaSocial Media Statisticsper le straniere.
È impossibile negare l’impatto che i social media hanno avuto sulle nostre vite e su come guardiamo al mondo, cerchiamo informazioni e acquistiamo. Ma sicuramente una delle più grandi rivoluzioni l’hanno portata nel mondo deiviaggi.
Infatti nel settore turistico, dove la vista gioca un ruolo di primo piano, le immagini di luoghi straordinari sono in grado di catapultare, anche solo con la fantasia, la persona che le osserva nei posti più lontani e meravigliosi del mondo.
Un recente studio condotto daBooking.com, ha rilevato che i social media hanno un peso estremamente importante nelle scelte degli utenti quando arriva il momento di prenotare una vacanza. Il51%degli intervistati ha citato il desiderio di scegliere una destinazione chenessuno dei propri amici aveva visitato in precedenza.
Foto e video spettacolari riempiono i nostri feed, spingendoci tante volte a iniziare a ricercare informazioni, richiedere preventivi e prendere in mano i nostri bagagli per partire alla scoperta delle migliori destinazioni di cui magari ci siamo innamorati suInstagram.
A essere cambiato radicalmente nel mondo del turismo, sono soprattutto le modalità con cui si creano e si modificano le decisioni d’acquisto. Questo è dovuto ad un aumento esponenziale deipunti di contattocon cui oggi il turista si relaziona prima di prendere una decisione.
Sempre di più, oltre che dai canali tradizionali, siamo influenzati dalle esperienze deitravel blogger, dalle foto mozzafiato degliInfluencero dalle promozioni territoriali realizzate dallecommunity di igerregionali.
Per questo oggi aziende, operatori ma anche le stesse destinazioni turistiche, non possono non inserire nella loro strategia di promozione il social network che più di ogni altro è in grado di influenzare le decisioni di viaggio, ovvero Instagram.
Non più semplicemente un social network fotografico, ma sempre più un mezzo con cui catturare l’attenzione, coinvolgere e ispirare i nuovi turisti.
Ma per iniziare a pensare o a strutturare una campagna di marketing turistico abbiamo deciso di selezionare alcune case history di successo del settore turistico che ci hanno particolarmente colpito.
Visit Scotland e i contenuti generati dagli utenti
Che si tratti di foto, video, testo o di un semplice selfie, i contenuti generati dagli utenti (UCG) sono uno strumento estremamente potente e molto conveniente per grandi marchi, piccole imprese e anche destinazioni turistiche. Infatti non c’è niente di più convincente delle raccomandazioni provate e vere di una persona reale.
I globetrotter di tutto il mondo offrono un flusso costante di contenuti, che in questo caso la Scozia ha saputo incrementare e sfruttare per comunicare la propria destinazione turistica.
Con oltre827 mila follower, la bacheca del profilo InstagramVisitScotland è un meraviglioso tributo alle affascinanti città, agli animali selvatici e ai vasti e verdi paesaggi del paese, il tutto realizzato esclusivamente con foto condivise dagli utenti. Il profilo infatti motiva gli utenti ad utilizzare due hashtag principali#VisitScotlando #ScotlandIsNow, a condividere le loro esperienze e punti di vista, con la possibilità di essere presentato e pubblicato sulla bacheca ufficiale della promozione turistica della Scozia.
Ma l'iniziativa realizzata dall'ente di promozione turistica scozzese che ha lasciato più a bocca aperta, è stata quella di creareun’agenzia di viaggi Instagram temporanea, #ScotSpirit. All'arrivo, i visitatori sono stati accolti con schermi digitali dal pavimento al soffitto, che mostravano centinaia di foto di Instagram da tutta la Scozia provenienti dagli stessi utenti che le avevano scattate.
I visitatori potevano selezionare le loro foto preferite di Instagram pubblicate da veri viaggiatori, con paesaggi, attrazioni, ristoranti, esperienze, hotel e altro ancora della Scozia e lo staff ha poi utilizzato queste immagini per creare un itinerario ideale per le vacanze nel Paese.
Nel corso della settimana in cui l'agenzia temporanea #ScotSpirit ha aperto le sue porte, l'accountVisitScotlandha registrato un picco nel numero di follower su Instagram e nei mesi successivi la Scozia ha avuto un aumento del 34% delle visite nel paese da parte dei millennial londinesi.
Airbnb Experience
Da quandoAirbnbha lanciato il programmaExperience, la piattaforma che offre esperienze di viaggio esclusive in tutto il mondo, anche il feed Instagram del portale ha cambiato totalmente aspetto. Infatti i contenuti relativi alle esperienze di viaggio sono i grandi protagonisti.
L’obiettivo di Airbnb è quello di espandere il programma quanto più velocemente possibile e Instagram gioca un ruolo di fondamentale importanza nella loro strategia complessiva. Dato che gli utenti di Airbnb rientrano nella fascia d’età compresatra i 18 e i 30 anni, Instagram è il canale perfetto per mostrare loro le varie possibilità di turismo esperienziale.
I post relativi alle Esperienze si concentrano sempre sull’accoglienza delle persone, sulle passioni e sul rivelare chi, cosa e dove viene fatta quell’esperienza, creando una forteconnessione emotiva tra l’utente e gli host locali.
Esperienze che vengono raccontate in una chiave emozionale ed avventurosa nelcanaleIGTV, dove l’utente può vedere con i suoi occhi le esperienze vissute da altri viaggiatori.
Momondo e #humansofmomondo
Momondo, il motore di ricerca globale gratuito che confronta voli economici, hotel e offerte per il noleggio auto, ha lanciato a fine 2018 il programma Open World Travelers un programma per individuare ambassador nel mondo con la passione per i viaggi e che condividono sui social le loro esperienze e viaggi.
All'interno di questo programma rientra il progetto#humansofmomondo, una serie composta da dieci scatti realizzati dal fotografo@joelsantosphotoambassador del Portogallo, con l'obiettivo di raccontare storie significative e d'impatto sulla diversità e la bellezza del nostro mondo, fotografando volti delle diverse comunità presenti in differenti paesi: dai cacciatori Kazaki della Mongolia, ai Nega Sadhu, gli asceti mendicanti dell'India.
Un modo per far conoscere volti, culture, usi e costumi attraverso Instagram.
Soho House: avventura, psicologia inversa e guide
Molto spesso quando si pensa a campagne di marketing turistico si tende a pensare esclusivamente a enti turistici o paesi. Ma molto spesso possono essere anche hotel o strutture ricettive a svolgere campagne di promozione di grande qualità ed impatto.
È quello che è avvenuto perSoho House, un club riservato ai soci dell'industria creativa, costruito con la mission di creare spazi estremamente confortevoli lontano da casa per i propri membri attraverso l'ospitalità, l'intrattenimento, il benessere personale, gli spazi di lavoro esclusivi.
L'impero è composto da23 localitàin tutto il mondo. Ma chiamarli "hotel" sarebbe riduttivo per lo stile di vita più ampio che il marchio Soho ha creato attorno a sé.
Tuttavia, oggi hanno quasi450.000 follower su Instagram con l'accountSoho House, che ha una crescita costante di circa 1.000 follower a settimana. Ma come ha fatto un club iper-esclusivo con tariffe a camera superiori alla maggior parte dei salari mensili dei suoi follower ad attirare tante persone nel mondo attraverso Instagram?
La strategia si è basata su tre punti principali. Il primo è il fortesenso di avventurache viene trasmesso da alcune delle immagini condivise che teletrasportano gli utenti in terre lontane, utilizzando però sempre un tone of voice umano e vicino alle persone nonostante l'esclusività di ciò che comunicano.
L’altra campagna lanciata su Instagram è stata#CitiesWithoutHouses, una delle strategie più brillanti del marchio con un esperimento di psicologia inversa. La campagna presenta destinazioni in cui non sono presenti Soho House.
Una volta al mese, il club sceglie una nuova città o un luogo dove Soho ancora non è presente mostrandola attraverso gli occhi dei creativi che vivono o viaggiano lì. In questo modo crea la domanda e dimostra una mentalità globale, a volte anche organizzando eventi locali e incontri creativi anche senza la presenza di case a marchio Soho.
L’altra camapgna di grande successo lanciata dal profilo è#TheLocalsche ha l’obiettivo di essere una sorta di guida turistica moderna per le città di Soho. Ogni mese, il club seleziona un membro per dare uno sguardo VIP su com'è la vita nella propria città, accompagnando i follower in un Instagram tour dei loro luoghi preferiti per mangiare del buon cibo, vedere cose belle e sperimentare la cultura locale.
My Switzerland e WinterType
L'ultima case history che abbiamo selezionato è quella dell’ente del turismo svizzero che su Instagram è conosciuto con l'account@myswitzerland.
Il territorio svizzero offre una vastissima offerta turistica per differenti target: località sciisctiche, per famiglie con bambini, diverse opportunità di outdoor per gli sportivi e gli escursionisti o per chi ama le passeggiate all’aria aperta.
Oltre a utilizzare il profilo Instagram per condividere contenuti scattati dagli utenti, il profilo utilizza le Instagram Stories in maniera molto creativa. Da un lato racconta singoli paesi o città condividendo guide e ispirazioni sulle attività da svolgere in questi centri, dall'altro ha cercato di coinvolgere attivamente gli utenti attraverso le Stories.
Una delle ultime attività che sono state lanciate è quellaWinterType,con l'obiettivo di rendere interattive le storie che grazie alla creatività e all'inventiva ha creato un'esperienza simpatica e coinvolgente.
L’account ha sfruttato le storie con una dinamica simile a quella con cui si sfogliano dei libri interattivi, ma anziché sfogliare delle vere e proprie pagine, gli utenti sfogliano le storie attraverso i tap, saltando da una storia a un’altra seguendo il proprio percorso.
La storia funziona comeun vero e proprio questionarioalla fine del quale l'utente scopre che WinterType è: Carver, Freerider, Snowlower o Après Skyer. Inoltre l'utente può fareswipe upe scoprire itinerari, piste da sci e rifugi consigliati dal portale myswitzerland.com.
Non ci resta quindi che scorrere i nostri feed di Instagram, lasciarci ispirare e scegliere la nostra prossima vacanza.
Con la complicità della disponibilità di banda e di connessioni sempre più veloci, il web si va sempre più affollando di contenuti video e molti social media sembrano volersi trasformare in una nuova televisione non lineare. Lo scorso anno, secondo i dati di eMarketer, gli investitori pubblicitari hanno speso qualcosa come 27,8 miliardi di dollari in formati pubblicitari video. Essi rappresentano metà degli introiti per Twitter, per Snapchat ed il 30% per Facebook.
Ma come calcolano le visualizzazioni le diverse piattaforme social?
Il Media Rating Council (MRC) e lo IAB hanno stabilito che un video va considerato come visto “quando almeno il 50% dei pixel che formano una pubblicità video sono risultati visibili sullo schermo dello spettatore per almeno due secondi consecutivi”. Alcune piattaforme hanno adottato questo standard per “addebitare” le visualizzazioni agli inserzionisti, mentre altre si sono dateregolediverse che è bene conoscere.
Google e YouTube: i video ospitati sul Google Display Network e su YouTube (nei suoi formati TrueView) calcolano la visualizzazione quando lo spettatore guarda 30 secondi di una pubblicità video o per l’intera durata di essa se il video è inferiore a 30 secondi;
Facebooke Instagram: contano la visualizzazione se l’utente resiste per 3 secondi. Ma se gli inserzionisti acquistano video ad a CPM la visualizzazione è conteggiata quando 1 pixel della pubblicità diviene visibile. Mentre se acquistano sulla base di ThruPlay ricevono l’addebito solo quando la pubblicità viene vista per il 97% o fino a 15 secondi se il video è breve (se dura massimo 15 secondi);
Twitter: calcola la visualizzazione del video pubblicitario quando il 50% dell’ad è visto per almeno 2 secondi o quando lo spettatore clicca per espanderlo o attivare l’audio;
LinkedIn: conta la visualizzazione quando il 50% della pubblicità viene vista per 1 secondo da desktop o 300 millisecondi da dispositivo mobile;
Pinterest: considera la visualizzazione quando si vede la pubblicità per il 50% per almeno 2 secondi;
Snapchat: mostra le pubblicità a schermo pieno con audio e considera il criterio di 2 secondi.
uso degli influencer per le attività di marketing sta crescendo enormemente, ma non sempre esse vengono dichiarate esplicitamente nei post. InBuzzooleabbiamo svolto una ricerca per capire quanto sono stati usati nel 2018 gli hashtag della trasparenza, consigliati dalla Digital Chart dello IAP.
Analizzando le conversazioni in lingua inglese su Instagram contenenti il solo hashtag #AD si scopre che sono state oltre 2,6 milioni, provenienti da oltre 364.000 account, per un totale di 2,9 miliardi di interazioni
Invecei post in lingua italiana contenenti gli hashtag della trasparenza(#Ad, #Adv, #sponsorizzato, #sponsored, #inserzioneapagamento, #prodottofornitoda, #pubblicità, #advertising)nel 2018 sono stati 190.000 (+235% da gennaio a dicembre), prodotti da circa 42.000 account e con oltre 200 milioni di interazioni. Il 66% dei post proviene da Instagram, il 27% da Twitter e il 7% da Facebook (un dato sottostimato dato che il social network non permette di effettuare rilevazioni puntuali, per motivi di privacy).
Il dato impressionante è checirca il 99% delle interazioni si è sviluppato su Instagram. Segno che questa piattaforma è divenuto il luogo più attraente per compiere attività di Influencer Marketing.
L’industria più attenta alla trasparenza è quella del fashion (abbigliamento e calzature, anche sportive) con il 29% dei post, segue il beauty (cosmetica e profumi) con il 20,8%, gli accessori (borse, gioielli) con il 13,4% e il food/drink con il 13,2%.
Insomma si intravedono segnali di miglioramento anche se il lavoro da fare è ancora molto.
Impossibile disegnare precisamente il peso delle azioni sommerse, ma ci sono ancora tante aziende ed influencer che preferiscono nascondere queste attività di marketing pensando che in questo modo il messaggio risulti più genuino. Io credo, invece, che la credibilità e l’efficacia di questa leva passi dalla costruzione di un rapporto trasparente con i propri pubblici.
Di Max Da Via' (del 28/03/2019 @ 07:30:16, in Mercati, linkato 1991 volte)
Il nuovo centro di ricercaFeminilityè nato per indagare vita e ruolo delle donne italiane a 360 gradi. Dai primi dati dell'osservatorio emerge come queste ultime influiscano sul 60% degli acquisti di una famiglia e che, quando si tratta di brand, ci sono 4 dimensioni per loro prioritarie.
Salute, Accessibilità, Ecosostenibilità e Innovazione: sono queste le macro-aree che guidano empatia e conversazioni attorno a un marchio, ma anche la sua capacità di porsi come riferimento all'interno della quotidianità femminile. Non solo.Oltre il 90% delle donne sarebbe disposto a pagare di piùper prodotti che rispecchino questi valori.
I marchi di riferimentoper le donne grazie a questi elementi secondo l'indagine sono (in ordine di importanza) Ikea, Yves Rocher, L'Angelica, Lierac, Bioderma, Adidas, L'Oreal, Acqua e Sapone, Coop e Nivea. Il principale social è Facebook per l'85% del panel, seguito da Youtube e da Instagram, ma il 2,1% delle intervistate ammette anche di usare Tinder.
Altre curiosità.Secondo l'osservatorio solo il 9% del campione non ha mai fatto acquisti online. Viceversa, il 70% lo fa regolarmente, soprattutto per quanto riguarda l'abbigliamento. Il 39% ha utilizzato nell'ultimo anno almeno un'app per ordinare cibo a domicilio e il 56% delle donne si occupa personalmente della manutenzione e ristrutturazione della propria abitazione.
Di Max Da Via' (del 12/03/2019 @ 07:38:47, in Retail, linkato 2166 volte)
Appuntamento con il reportAuthenticity Gap Italia, che analizza la discrepanza tra aspettative ed esperienze dei consumatori in 9 settori produttivi e 81 brand. A realizzarla ogni anno è Omnicom Pr Group.
I settori più e meno virtuosi Nel complesso, il retail si posiziona nella parte alta della classifica di gradimento in Italia, quarto dopo automotive, moda e tecnologia e seguito da alimentare e design. In coda, invece, insurance & banking, farmaceutico, energia e utilities.
Punti deboli e punti forti del retail Il customer care emerge come il fattore prioritario per la reputazione nell’industria retail, tema dove sono attualmente disattese le aspettative dei segmenti avanzati di consumatori multicanale (-9%). La customizzazione dei servizi post-vendita, elemento fondamentale e decisivo di soddisfazione nella customer experience, diventa quindi l’obiettivo da raggiungere e rappresenta un importante ambito di sviluppo e di crescita per il settore.
L’offerta di prodotti e servizi a maggior valore è la seconda priorità.Bisogni e desideri, materiali e immateriali, dei consumatori esperti, mutano al cambiare degli stili di vita e il retail, per poter colmare il gap di soddisfazione attuale (-2,8%), deve incrementare il passo e la velocità di adattamento al cambiamento sociale e al relativo valore simbolico dei beni e servizi di consumo.
Rispetto alletematiche legate all’ambiente, terzo elemento in ordine di priorità, dove le esperienze sono solo leggermente al di sotto delle aspettative (-0,6%), la vera sfida per il retail è quella di non perdere il terreno acquisito e di rispondere in modo sempre più efficace e all’avanguardia alle esigenze del consumatore.
Esperienze al di sopra delle aspettative sono registrate invece su innovazione (+0,4%), performance finanziarie e operative stabili (+4,9%), attenzione nei confronti dei dipendenti (+3,5%) e impatto sociale (+2,0%). Questo accade, come si legge nel report, perché, "se da una parte il retail è tra i settori che più sta innovando grazie alla digital transformation - combinando i vantaggi dello smart shopping (online) con l’attrazione emozionale degli spazi fisici - dall’altra ha capito molto bene che il capitale umano rappresenta la vera differenza nel servizio".
La pratica di comprare follower, visualizzazioni, like e commenti non è più solo un innocuo belletto per migliorare le apparenze social, ma è una vera e propria frode quando usata per catturare l’attenzione delle aziende. Generalmente chi fa attività di influencer marketing si fida delle “vanity metric” esposte sui profili. Coinvolge l’influencer e poi gli chiede loscreenshotdei suoiinsightper verificare i risultati raggiunti. Peccato che molto spesso l’immagine venga falsificata.
Per ovviare a ciòBuzzoole(di cui sono direttore marketing) ha ideato una metodologia data-driven basata sull’accesso ai cosiddetti “first party data” (i dati direttamente forniti dai social grazie al social login degli iscritti), che permette di capire lo “stato di salute” di ogni iscritto in piattaforma (performance e genuinità).
Tra gli indicatori alla base dell’Health Score:
Reach/Follower:è il rapporto tra numero di persone che ha visto i post e il numero dei follower accumulati. Se particolarmente basso indica una scarsa capacità di raggiungere il proprio pubblico e potrebbe essere spia di acquisti “illegali” di follower;
Engagement/Reach:se le interazioni risultano di molto superiori al numero delle persone raggiunte realmente (visto che l’utente ragionevolmente lascia solo qualche like e commento su un post) vuol dire che è stata messa in atto un’attività fraudolenta di generazione automatizzata dell’engagement;
Suspicious Follower:le informazioni sul paese di provenienza dell’audience di un influencer sono estremamente utili per avere indizi su eventuali attività poco chiare. Ad esempio, se un profilo italiano mostra un’audience proveniente prevalentemente o in larga parte da paesi non in linea con la nazione di origine o in cui operano “server farm” di fake, l’algoritmo lo segnala come sospetto, restituendo la percentuale di “suspicious audience”.
Inoltre la tecnologia di Buzzoole è in grado di considerare anche altre informazioni come: la pubblicazione di contenuti inappropriati, il rapporto tra i follower online e i follower complessivi, il rapporto tra visualizzazioni del profilo e crescita dei follower.
Il consiglio per le aziende che vogliono intraprendere azioni di influencer marketing è di affidarsi ad intermediari in grado di garantire creator genuini e di misurare i risultati ottenuti scientificamente, al di là delle “metriche della vanità”.