Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Il marketing attraverso la posta elettronica sarà, per il 60% degli esperti aziendali, la leva di stimolo al mercato più importante per il 2012. E’ quanto emerge da una ricerca svolta da StrongMail in collaborazione con Zoomerang. Dai dati della survey emerge che gli intervistati prevedono di aumentare i loro bilanci attraverso i social media (55%), più che grazie al marketing attraverso i cellulari (37%).
Al contrario, pochi dirigenti prevedono di aumentare la loro spesa su direct mail (18%), fiere ed eventi (18%), o sulle pr (16%). Nel complesso, poco più della metà degli intervistati (51%) prevedono di aumentare il loro budget 2012 dedicato al marketing, mentre solo l'8% pensa a una diminuzione. Secondi i responsabili della comunicazione aziendale, risulta importante e centrale anche l’integrazione tra due metodologie di promozione: principalmente tra social media e e-mail (24%), rispetto alla posta elettronica unita alla comunicazione mobile (13%).
Via Quo Media
Si chiama eBay Christmas Boutique il primo tentativo di eBay di passare dalle vendite online ai negozi tradizionali. Nel West End di Londra è aperto un temporary shop gestito dal sito dell’aste e delle vendite online, in cui circa 350 oggetti sono stati messi in vendita dai PowerSeller londinesi.
Le modalità d'acquisto sono un po' particolari: occorre essere attrezzati con uno smartphone che permetta di decifrare i codici Qr posti vicino a ogni articolo. L'acquisto prosegue quindi online, dando vita a una sorta di esperienza ibrida che da un lato permette a chi è ancora diffidente verso il mondo degli acquisti online di avvicinarvisi senza troppi traumi, dall'altro consente a eBay di sondare una nuova modalità di proporsi ai potenziali acquirenti.
L'esperienza dell'eBay Christmas Boutique, infatti, per quanto passeggera non è destinata a restare unica: se il progetto avrà successo, altri negozi appariranno nelle varie città del mondo
Via Quo Media
L’advertising su internet torna continua a crescere, almeno negli Stati Uniti. Il giro d’affari della pubblicità online sembra non patire troppo i venti di crisi ed è arrivato a 7,88 miliardi di dollari nel terzo trimestre del 2011, in crescita del 22% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Il mercato ha quindi superato lo stallo del 2009, quando l’esplosione della recessione negli Usa aveva portato a dati negativi per la pubblicità su web. Anzi, la crescita negli ultimi diciotto mesi è stata costante e solida tanto che, secondo Zenith Optimedia, si può guardare al futuro con ottimismo: tra il 2011 e il 2014, la quota dell’adv online nel mercato pubblicitario globale salirà fino al 21,2% (dal 15,9% attuale).
A guidare il settore sono il search advertising (49% delle entrate totali), i banner (23%) e i video-spot digitali (6%).
Via Quo Media
Anche se l'Italia continua a rimanere indietro, rispetto a molti Paesi dell'Unione europea, per la qualità e la quantità delle connessioni internet, la rete ormai è di casa nel Paese: oltre il 50% degli italiani naviga quotidianamente, un dato che sale al 90% tra i giovani. E' quanto risulta dal 45° Rapporto Censis.
In dettaglio, gli italiani che usano internet sono pari al 53,1% (+6,1% rispetto al 2009). Il dato complessivo si fraziona tra l'87,4% dei giovani e il 15,1% degli anziani (65-80 anni), tra il 72,2% delle persone più istruite e il 37,7% di quelle meno scolarizzate. Per quanto riguarda l'accesso a internet da casa, tra le famiglie che hanno almeno un componente tra i 16 e i 64 anni si raggiunge il 59% (rispetto alla media europea del 70%). L'accesso mediante banda larga registra invece un tasso di penetrazione del 49% rispetto alla media europea del 61%.
Nel mondo dell'informazione la centralità dei telegiornali è ancora fuori discussione, visto che l'80,9% degli italiani li utilizza come fonte principale. Tra i giovani, però, il dato scende al 69,2%, avvicinandosi molto al 65,7% riferito ai motori di ricerca su internet e al 61,5% di Facebook. Per la popolazione complessiva, al secondo posto si collocano i giornali radio (56,4%), poi la carta stampata con i quotidiani (47,7%) e i periodici (46,5%).
Via Quo Media
Twitter: il social network che non ti aspetti. Ideato per essere altro, è diventato il re della comunicazione La crescita del numero di tweet quotidiani è in costante ascesa e mostra cifre notevoli ma non devono destare stupore, è il fardello che devono sopportare i re: i 200milioni di cinguettii giornalieri registrati a fine giugno scorso sono diventati 250milioni a metà ottobre. È decisamente il canale principe per raggiungere, di profilo in profilo, una quantità di occhi e bocche pronte a spargere a macchia d'olio quei pochi caratteri che faranno il giro del globo nell'arco di poche ore.
Così Twitter, nato per offrire una forma di social networking è diventato tutt'altro, andando però a sbaragliare la concorrenza. Non è un social network, sta diventando un "information network" eppure guardandolo sotto l'ottica social, tiene il passo, con i suoi 160milioni di utenti (100 dei quali attivi) di giganti che possono contare su un numero di utenti ben maggiore. Affidandosi a Pareto e alla legge delle probabilità è vero che sia un numero ben minore a produrre la maggior parte di tweet ma anche questo, per assurdo, diventa un punto di forza. Gli utenti "passivi" che si limitano a leggere i messaggi altrui e a seguire i link che questi postano sul proprio profilo, sono davvero non attivi o contribuiscono – seppure indirettamente – al successo della piattaforma?
Domanda la cui risposta è ovviamente soggettiva ma non cambia la sostanza delle cose: ad oggi Twitter è il "social network" più attendibile e sicuramente dedicato a palati più fini, e questo i vertici lo sanno molto bene, tanto è vero che stanno cercando di osare laddove nessuno (ancora) è riuscito. In questa direzione vanno la fresca e sempre più probabile collaborazione con Mixi, il "Facebook orientale" che il team di Zuckerberg da anni corteggia senza però essere mai riuscito a convolare a nozze e gli sforzi fatti per garantire una sempre maggiore sicurezza; è recente l'acquisizione di Whisper Systems, azienda che fornisce prodotti in beta e servizi di sicurezza per Android. Twitter arriva dove Facebook non riesce e fa enormi sforzi per affrontare i temi che spaccano la Rete, come sicurezza e privacy, prima che Commissioni governative – al contrario di quanto accade per Facebook – chiedano di partecipare a tavoli di discussione in materia. Ed è tutt'altro che poco.
di Giuditta Mosca su IlSole24ORE.com
Dopo tanto parlare di servizi cloud, finalmente qualcuno ha cominciato a dargli sostanza e perfino un nome. Si chiama Cisco Global Cloud Index e, per la prima volta, ha misurato la quantità di dati generati dal traffico legato a questo mondo. Anzi, Cisco si è spinta a fare previsioni fino al 2015.
Il cloud, che nel 2010 valeva appena 130 exabyte, nel 2015 arriverà a quota 1,6 zettabyte (mille miliardi di giga). Lo scorso anno valeva l'11% del traffico globale, ma nel 2015 la sua fetta avrà raggiunto il 34%. E poi, già nel 2014, avverrà il sorpasso dei servizi cloud su quelli tradizionali in termini di tempo macchina speso. I server saranno impegnati per il 51% del tempo a elaborare dati legati alla nuvola. "La domanda di mobilità sempre crescente è uno dei motori principali della mutazione nello scambio di dati, e lo sarà anche in futuro", spiega David Bevilacqua, amministratore delegato di Cisco Italia.
Attualmente lo scambio più intenso avviene negli Stati Uniti, che rappresentano il 27% del traffico, seguito dall'Europa con il 26%. L'Italia? "Siamo in leggero ritardo rispetto agli altri Paesi dell'Europa occidentale", continua Bevilacqua. "Ci sono i primi importanti segnali di adozione di modelli cloud. Ma il mercato esploderà letteralmente non appena avremo affrontato e risolto la questione del digital divide".
Via Quo Media
La net-economy italiana prende la mira: varrà 50 miliardi di euro nel 2012 Il giro d’affari legato al web italiano nel 2012 toccherà i 50 miliardi di euro, equivalenti al 3% dell’intero prodotto interno lordo. A fare da traino per l’economia web saranno i viaggi (15 miliardi di euro complessivi) e i giochi online (che frutteranno circa 12,5 miliardi di euro).
Lo dice uno studio pubblicato da uno tra i più importanti portali di giochi e scommesse per internet, NetBetCasino.it. “Questo giro d’affari crescerà ancora - dice Kenny Ibgui, amministratore delegato della società che gestisce il sito-. Internet si dimostrerà uno strumento sempre più importante per il comparto dei giochi on-line e per il settore dell’industria turistica che attraverso il web riusciranno ad essere sempre più competitivi e a proporre un ventaglio di offerte sempre più diversificate”.
Via Quo Media
Facebook riunisce ormai 800 milioni di utenti attivi: per entrare in contatto due persone che non si conoscono nel social network hanno bisogno in media di quattro passaggi. È il risultato di una ricerca dell'università degli studi di Milano.
Dimostra, quindi, che un iscritto preso a caso nella rete sociale online può contattare qualsiasi altro utente in quattro passi. Sono "quattro gradi" di separazione.
Finora gli studi classici di Stanley Milgram negli anni Sessanta avevano rivelato che erano necessari almeno sei passaggi prima di arrivare a chiunque altro nel mondo, attraverso un esperimento che prevedeva il recapito di cartoline a mano a un destinatario sconosciuto per il mittente. Ha ispirato anche un film nel 1993, "6 gradi di separazione". In particolare, secondo lo studio, la distanza scende a "tre gradi" fra utenti della medesima nazione.
È la prima volta che una ricerca esplora in profondità il social network online: al momento dell'analisi Facebook aveva 721 milioni di iscritti, connessi da 69 miliardi di contatti. A fare la differenza è stata una formula matematica, HyperANF, progettata dal Laboratorio di Web Algorithmics (Law) dell'università degli studi di Milano: è in grado di scandagliare le relazioni su dimensioni di grande scala. Un anno fa durante una conferenza in India avviene l'incontro casuale tra i ricercatori italiani e Lars Backstrom, data scientist di Facebook, come raccontano gli autori nel loro paper pubblicato su Arxiv. Hanno scoperto anche che la metà degli utenti nel social network ha in media cento "amici": nell'insieme, però, il numero medio di contatti di ogni iscritto è di 192.
di Luca Dello Iacovo su IlSole24ORE.com
Se i dati relativi alle prime 24 ore di vendita di Call of Duty: Modern Warfare 3 avevano fatto registrare un record, quelli relativi ai primi cinque giorni sugli scaffali sono ancora più significativi. Gli incassi ammontano infatti a 775 milioni di dollari, una cifra che permette a questo gioco di superare anche un grande successo cinematografico come Avatar, che incassò nel primo week end di programmazione ‘solo’ 242 milioni.
Bobby Kotick, ceo di Activision Blizzard, può dunque continuare a festeggiare: “È la prima volta che un prodotto di intrattenimento stabilisce questo tipo di record nel primo giorno di vendita, per tre anni consecutivi” ha dichiarato. Oltre al record d'incassi, bisogna segnalare che Modern Warfare 3 è protagonista di un altro primato: lo scorso 8 novembre ha infatti totalizzato il maggior numero di giocatori online contemporaneamente su Xbox Live, arrivando a 3,3 milioni.
Via Quo Media
«Un uomo appare nella lista delle cento donne più sexy»: è un articolo pubblicato dall'Independent sei mesi fa. Risulta in questi giorni tra i più condivisi su internet del quotidiano inglese. Ma altre notizie con titoli bizzarri sono balzate di recente in testa alle classifiche. È l'effetto Facebook, generato dal suo "grafo aperto" varato a settembre.
Semplificando, gli utenti possono vedere cosa hanno letto i loro "amici" nella rete sociale online, attraverso segnalazioni che appaiono in modo automatico nelle pagine del social network. Amplificano il "passaparola" da un iscritto all'altro. Ma generano conseguenze inattese: nei quotidiani online, ad esempio, accade che alcuni articoli con i titoli più originali diventino i più visitati, anche se risalgono a dieci anni prima.
È un periodo di assestamento. Fino a pochi anni fa era difficile immaginare un unico spazio capace di collegare 800 milioni di utenti su internet. Che possono sollevare una sorta di tsunami improvviso attraverso la loro attività online. Anche il Guardian e il Washington Post hanno "gruppi di lettura" nel social network, accessibili mediante applicazioni: in meno di un mese hanno raggiunto un milione di iscritti.
È il "grafo aperto" ad abilitare la condivisione automatica ("frictionless sharing", secondo la definizione di Facebook): al momento viene utilizzato da siti d'informazione e aggregatori di news negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Ma presto arriverà altrove. L'altra conseguenza imprevista è l'"oversharing": la pagina personale può essere invasa da messaggi che rivelano cosa altri hanno letto, visto, ascoltato attraverso la connessione con la piattaforma del social network.
Come una sorta di diario dettagliato. Al momento in Italia i siti d'informazione non hanno ancora un'integrazione con il grafo aperto di Facebook. Ma gli utenti possono condividere, in modo volontario, i link degli articoli oppure "votarli" con un "mi piace": sono azioni che dopo le ultime modifiche vengono mostrate, ad esempio, sulla destra della "prima pagina" del social network.
di Luca Dello Iacovo su IlSole24ORE.com
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