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Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Alessandro Figus (del 20/02/2007 @ 12:21:39, in Marketing non convenzionale, linkato 4936 volte)

Il marketing olfattivo come già anticipato da un puntuale post di Max sta divenendo una strada sempre più battuta. Nello specifico si tratta di inviare al cliente un messaggio che non venga recepito attraverso gli occhi o le orecchie,bensì con il naso; questo può avvenire in forme diverse a seconda dell’obiettivo che si decide di perseguire. In questa sede mi limiterò ad approfondire la descrizione del cosiddetto "logo olfattivo".

Il termine logo, utilizzato con tutte le forzature del caso, è ormai per il brand un mezzo di identificazione, di riconoscibilità, di differenziazione e di memorabilità. In alcuni casi incorpora ed esprime quei valori di cui l’azienda si fa portatrice.
E’ appunto il primo passo che un’impresa fa nel lungo cammino della comunicazione con l’esterno.

Traslando questa definizione ad un odore, il logo olfattivo ricopre le stesse funzioni del più classico logo visivo. L’azienda può rendere una specifica essenza (a volte creata ad hoc) parte integrante della propria brand identity. Insieme al colore aziendale, al lettering, al logotipo, alla mission, all’immagine ed a tutti gli elementi tipicamente rappresentativi di un certo marchio, anche un odore può essere un elemento distintivo, può ricordare un prodotto, può traslare ad esso le sue caratteristiche o le emozioni che suscita.

Un brand che riesce ad appropriarsi di un’aroma già esistentecostringe” l’individuo a ricordarsi del brand (o del prodotto) nel momento in cui questo odore viene avvertito nuovamente fuori dal punto vendita (o lontano dall’atto del consumo) ed elaborato quindi dalla sua "memoria olfattiva". In questo caso il ricordo avviene in luoghi e momenti non sempre prevedibili dal management( può rappresentare un rischio) e l’immagine del brand tenderà a subire influenze proprio da queste variabili.

Viceversa, se si opta per la creazione “ex novo” di una fragranza che sia unicamente abbinabile al brand, la strategia si baserà “in primis” sulla scelta delle sensazioni che si vogliono evocare e quindi che si desiderano abbinare al brand. L’individuo si imbatterà in odori che solo vagamente possono rievocare il logo olfattivo, ma l’azienda potrà disporrà di un elemento di differenziazione che ne rafforza l’identità.

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Di Altri Autori (del 20/02/2007 @ 07:39:25, in Internet, linkato 2889 volte)

Un'indagine della Ue rivela che le vendite via Internet sono sempre più importanti per il commercio al dettaglio. Ma riguardano soprattutto il mercato interno. 
 
Le vendite via Internet sembrano diventate un fattore decisivo per lo sviluppo del mercato interno del commercio al dettaglio; interessano ormai il 57% dei dettaglianti, ma per più di due terzi di essi le vendite avvengono esclusivamente entro le frontiere nazionali e per il restante 29% le vendite all'estero riguardano solo uno o due altri Stati membri. I dettaglianti che nella Ue desiderano estendere la loro attività all'estero sono però ben più numerosi: il 48% di essi si dichiara disposto a farlo. Sono questi i risultati di un sondaggio Eurobarometro effettuato tra le imprese, pubblicati dalla Commissione europea in concomitanza con l'apertura di una consultazione pubblica sulle normative vigenti in materia di tutela dei consumatori.

Il mercato europeo della vendita diretta delle imprese ai consumatori incontra ancora grossi ostacoli, in particolare l'insicurezza delle transazioni e le differenze tra i paesi per quel che riguarda i regimi fiscali e le norme che tutelano i consumatori. Il 43% dei dettaglianti ritiene che il volume delle loro vendite all'estero potrebbe aumentare se nella Ue i diritti dei consumatori fossero regolamentati da norme comuni.
L'inchiesta è stata realizzata presso oltre 6.600 dirigenti di imprese con almeno 10 dipendenti e un'attività di vendita diretta al dettaglio (per il 97% Pmi). Il 29% di esse effettua già operazioni transfrontaliere e il 48% si è detto disposto a vendere ai consumatori di altri paesi della Ue. Il 66% opera esclusivamente sul mercato nazionale e solo il 19% promuove o pubblicizza la propria attività all'estero.

Per il 61% degli imprenditori che hanno partecipato al sondaggio il principale ostacolo al commercio transfrontaliero è l'insicurezza delle transazioni. Seguono le differenze di regime fiscale (58%), le difficoltà che possono sorgere nella risoluzione delle controversie (57%), le differenze tra le legislazioni nazionali in materia di diritti dei consumatori (55%), la difficoltà di garantire il servizio dopo vendita (55%) e i maggiori costi di consegna (51%). Meno importanti sono considerati i problemi di lingua (43%).
I risultati del sondaggio concordano con quelli dell'altra inchiesta Eurobarometro realizzata nel 2006 sull'atteggiamento dei consumatori nei confronti del commercio transfrontaliero, secondo cui il 27% dei cittadini nel corso dell'anno precedente ha acquistato on line un prodotto o un servizio, ma solo il 6% ha fatto un acquisto all'estero. 

Via Smaunews.it
 

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Di Max Da Via' (del 19/02/2007 @ 07:29:59, in Marketing, linkato 3842 volte)
Sono 32 e sono stati eletti campioni di innovazione da oltre 10.000 famiglie di consumatori. Non si tratta di personalità accademiche o di del mondo dello spettacolo, ma di prodotti di largo consumo, votati per performance, qualità e prezzo.

A decretarne il successo è stato il il Gran Premio Marketing e Innovazione 2007, presente in Francia da 20 anni e giunto in Italia alla seconda edizione. I prodotti eleggibili sono tutti quelli normalmente presenti nelle corsie di un supermercato, mentre la giura è rappresentata da un campione di 10.500 famiglie interpellato dalla società di ricerche Tns Infratest.

Tra i parametri considerati fondamentali perché un prodotto possa essere considerato innovativo spiccano le performance ma anche il rapporto tra qualità e prezzo e il rispetto per l’ambiente.

I prodotti vincitori possono fregiarsi del marchio “Prodotto dell’anno”, che secondo le stime degli organizzatori può portare ad aumento medio delle vendite su base annua pari al 10%. Il fatturato dei 20 prodotti eletti nel 2006 ha raggiunto nella GDO nel 2006 97,27 milioni di euro e gli stessi hanno fatto in media il 4% del totale del fatturato delle categorie di riferimento (con punte del 10%).

Questo è l’elenco dei prodotti vincitori dell’edizione 2007, divisi per categoria merceologica.

accessori pulizia casa: Swiffer New System
alimenti conservati: Manzotin
alimenti infanzia: Pensierini Buitoni
bagno/doccia: Doccia schiuma Latte d’oliva e Burro di Karité
bazar leggero: Duracell Power Pix
bevande calde: Carmencita
bibite: L’Aranciata Sanpellegrino PET 50 cl
cosmetici: Rossetto New Watershine Diamonds
cura casa: Ajax Professional Sgrassatore Ultra
Ajax Professional Double Power
cura viso: Oil of Olaz Total Effect 7x
dentifrici: Mentadent C-Fresh Dentifricio
detersivi bucato: Lip Woolite Mixcolor
dolci: Buitoni Impasto pronto per Biscotti con gocce di cioccolato
formaggi: Gim Crema
gelati: Maxibon Pops
igiene capelli: Shampoo Palmolive Naturals
igiene orale: Mentadent Chewing Gum
igiene personale: Infasil Deo Nutriente
insetticidi: Vape Open Air
lavaggio stoviglie: Svelto Microgranuli
pet care: Purina ONE – ricette umide in busta 85g
piatti pronti conservati: Cotti a Vapore Valfrutta
puericultura: J’s Baby Shampoo Lavanda
rasatura femminile: Silk Epil Excel
salumi: Fior di Freschezza
salviettine detergenti casa: Swiffer Legno&Parquet
smacchiatori: Ace Magic Pen
snack e merende: Sfogliatissima
spazzolini: Oral-B Pulsar
surgelati: Crocchette Patasnella
ultra fresco: Yomo Frutta e Verdura
uomo: Men Expert linea viso.
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Di Altri Autori (del 17/02/2007 @ 12:28:42, in Prodotti, linkato 2812 volte)
Sarà gratuito il download delle mappe e dell'applicazione. Si paga il servizio di navigazione guidata.

Nokia annuncia la prossima disponibilità della piattaforma di mapping e navigazione smart2go. L'applicazione sarà disponibile su Nokia S60 e sui dispositivi con sistema operativo Windows Mobile 5.0. Nokia prevede comunque di estendere in un secondo tempo l'offerta a tutte le maggiori piattaforme tra le quali Series 40, PocketPC, Linux e dispositivi basati su Windows Mobile.

Smart2go permetterà di consultare, dal proprio telefonino o da dispotivi mobili, le mappe di più di 150 Paesi con la possibilità di ricercare i punti di interesse (POI) e creare gli itinerari desiderati. Tutto ciò, secondo quanto dichiarato dai vertici di Nokia, gratuitamente. Il servizio comprende più di 15 milioni di punti di interesse, tra cui luoghi storici, monumenti, ristoranti ed alberghi.
Nel caso in cui l'utente sia in possesso di un modulo GPS, il software "smart2go" consentirà di attivare la navigazione guidata via satellite.

Mentre il download dell'applicazione e la consultazione delle mappe sarà gratuita, la navigazione guidata (real time) sarà un'opzione premium da pagare a parte, con diverse licenze (da una settimana a tre anni e con fasce di prezzo differenti a seconda della mappa utilizzata).

Smart2go rappresenta una soluzione ibrida: i dati da Tele-Atlas e Navteq possono essere scaricati direttamente dalla rete wireless (ad esempio GPRS/3G/WLAN) e salvate sulle memory card in base alle proporie necessità. Qualora tutte le informazioni risultino già salvate in locale non sarà più necessario effettuare connessioni alla rete Internet. Per la gestione di download di dimensioni rilevanti è disponibile un applicativo per PC aggiuntivo. Nokia getta la sfida ad un "mostro sacro" qual è TomTom aprendo la strada allo sviluppo di nuovi servizi dedicati ai dispositivi mobili.

Michele Nasi
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Di Roberto Venturini (del 14/02/2007 @ 07:46:58, in Internet, linkato 2346 volte)

Adesso sappiamo cosa hanno fatto i fondatori di Skype con la loro parte dei miliardi di euro incassati con la vendita di Skype a eBay...

Entro quest'anno Janus Friis e Niklas Zennstrom lanceranno la loro nuova iniziativa imprenditoriale: una TV via IP (ovvero visibile su Internet).

Disponibile a condizione di disporre di banda larga e di un computer Windows (pare con una CPU molto robusta), viene dichiarato che stanno alacremente lavorando per una versione Mac (aspetterò quella) anche se è già possibile usare il software sui Mac Intel usando Parallel (e quindi facendo funzionare il Mac sotto Windows). All'orizzonte (più lontano?) anche una versione Linux.

Il canale si finanzierà nel più classico dei modi: con la pubblicità.
Caratteristica del canale sarà anche il fare leva sull'aspetto delle social communities, sulla personalizzazione dei canali, sull'integrazione di forum di discussione.

Già Warner Music dovrebbe essere pronta ad acquistare spazi su questa nuova TV e a creare canali volti a promuovere i gruppi musicali della sua scuderia.

La TV è in fase di beta test (pare ci siano dei problemini di qualità di video, di interfaccia utente, di uso pesantissimo delle risorse del PC) - se volete essere tra i tester potete iscrivervi sul sito... o farvi invitare da altri tester, attraverso un sistema virale copiato da quello di Gmail, dove i membri avevano il potere di invitare un certo numero di altri membri.

Una breve considerazione: di iniziative di IPTV ce ne sono non poche (io uso abbastanza spesso Democracy).
Se the Venice project gode di cosi' tanto buzz da venir ripreso più volte anche dal Financial Times, non sarà che fanno più notizia i suoi fondatori che la bontà del progetto ? (vedi alla voce fumo/arrosto o celebrità del cuoco/qualità del ristorante)

Links di approfondimento:
Financial Times 1
Financial Times 2
Il sito del progetto
Impressioni d'uso e screenshots

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Di Altri Autori (del 13/02/2007 @ 07:36:16, in Marketing, linkato 2072 volte)

Sarà Uma Thurman la nuova star del corto Pirelli dal titolo ‘Mission Zero’ girato da Kathryn Bigelow, regista di Strange Days e Point Break, ideato da Leo Burnett e prodotto da The Family. Il nuovo cortometraggio targato Pirelli sarà online dal 12 febbraio su www.pirelli.com.

Il direttore creativo è Sergio Rodriguez, la copy Sofia Ambrosini e l’art director Stefano Volpi. Direttore della fotografia è Janusz Kaminski (premio Oscar per Salvate il soldato Ryan e Schindler’s List). Il film è stato girato per le strade di Los Angeles.

A bordo di una fiammante Lamborghini Gallardo gommata PZero, la protagonista sfuggirà con una guida sicura e audace per le strade di Los Angeles a dei misteriosi killer che, all’improvviso e senza alcuna ragione apparente, la vogliono uccidere.

Il film ha richiesto dieci giorni di lavorazione e tre mesi di post produzione a Los Angeles.

Via Pubblicità Italia

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Di Danilo Arlenghi (del 12/02/2007 @ 07:57:14, in Segnalazioni, linkato 3351 volte)

Il Club del Marketing e della Comunicazione ha ideato il più significativo ed innovativo evento per tutti i professionisti ed operatori del comparto: 1a Convention Italiana di Marketing e di Comunicazione, organizzata in collaborazione con le più importanti associazioni , università, istituzioni pubbliche e private, aziende ed agenzie, giornali, portali e siti web, radio e tv italiane, e con la partecipazione interattiva di 1.000 manager, consulenti, docenti ed imprenditori.

Concept dell’evento:

La “1a Convention Italiana di Marketing e Comunicazione” si terrà Martedì 20 Marzo 2007 dalle 14,00 alle 21,30 presso l'Expo Plaza prestigioso Hotel Crowne Plaza - Milan Linate di San Donato Milanese. Un appuntamento unico e probabilmente irripetibile che può essere, già da ora, definito come “storico” per l’imponenza della macchina organizzativa, per il prestigio della location ed il credito degli sponsor, per lo spessore professionale ed umano dei membri del Comitato Organizzatore, per l’innovativo, originalissimo ed inedito format “a processo”, per gli elevati e nobili obbiettivi prefissati, per l’autorevolezza dei protagonisti-relatori, per l’interattività di tutti i partecipanti, per il livello qualitativo degli invitati, per l’ampio ventaglio delle categorie coinvolte della marcom e business community e per l’utilità socio-economica che potrebbe rivestire in ambito nazionale.
Nasce con l’intento di fare il punto dettagliato sullo stato attuale del marketing, della comunicazione e dell’ informazione in Italia.
Ma le finalità del progetto sono più articolate ed ancor più pragmatiche:

- promuovere l’autocritica costruttiva dei player del comparto travalicando la consueta autoreferenzialità che permea la loro mentalità e contraddistingue la totalità degli eventi del settore. Dunque: guardare dentro di noi per vedere meglio fuori da noi stessi, analizzare dall'interno le nostre professioni per cogliere le evoluzioni e comprendere il vero ‘sentiment’ del mercato attorno a noi, ascoltare e non solo parlare, palesare lungimiranza e non miopia, mostrare modestia e non solo supponenza professionale, perché il riconoscimento dei propri limiti ed errori è la condizio sine qua non per il superamento degli stessi e prodromo di crescita e miglioramento.
- informare i professionisti del settore sulle ultime tendenze (modelli, tattiche, strategie, tecniche) di Marketing, Comunicazione ed Informazione.
- sensibilizzare i 5 milioni di manager ed imprenditori italiani di quelle imprese che ancora non comunicano e non sono marketing oriented, sull’importanza strategica ed operativa di queste due funzioni aziendali, assolutamente vitali e necessarie per continuare prima ad esistere e poi progredire in un contesto altamente competitivo;
- rendere noto all’opinione pubblica (attraverso i mass media presenti) che aziende e agenzie, non perseguono solo interessi di parte, ma hanno a cuore anche e soprattutto i consumatori (utenti, fruitori) considerandoli, non più unicamente un dato statistico o commerciale , bensì veri e propri individui ed esseri umani quali essi sono, per meglio far fronte e rispondere alle loro singole aspettative, desideri, bisogni, necessità. Celebrare pertanto il passaggio dalla customer alla human satisfaction.
- Sostenere e diffondere i valori di una comunicazione aziendale socio- eco compatibile e di un marketing d’impresa etico che rispettino i diritti inviolabili della persona umana e tutelino i cittadini-utenti-consumatori e l’ambiente per uno sviluppo sostenibile.

Target dell’evento:

Circa 1000 professionisti tra le seguenti categorie: Presidenti Associazioni, Presidi e Docenti Università ed Istituti professionali, Autorità politico-istituzionali, Top Manager di Aziende (Largo Consumo, Btob, Distribuzione GDO e Retail) e di Agenzie ( pubblicità, promozioni, pr, organiz. eventi, concessionarie, centri media , direct mktg, etc), Dirigenti Mass Media e Case editrici, Direttori testate giornalistiche ( stampa. tv. radio e web), Formatori e Motivatori, Ricercatori di Mercato, Sociologi e Psicologi.
I nominativi, che saranno prescelti e selezionati dal Comitato Organizzatore, rappresentano il meglio offerto dal mercato per competenza, prestigio, professionalità e spessore tecnico-culturale.


Comitato Organizzatore:
Danilo Arlenghi – Sabina Rosa - CarloVittorio Giovannelli - Furio Garbagnati - Mariuccia Mauri - Daniele Tirelli - Paolo Duranti - Giorgio Tedeschi - Osvaldo Ponchia - Fausto Lupetti – Nando Schinelli - Gianluigi Falabrino -Roberto Salvini - Paolo Romiti - Giampiero Pelle - Enzo Argante - Dario Preda - PierAndrea Tosetto – Vittorio Spreafico - Marco Mancinelli -Luigi D’Urso - Maurizio Chiesura - Alessandro Ferrari - Giovanna Bo - Domenico Ghersi - Alberto Palazzo - Stefano Bettera - Miriam Forte - Luca Mattarello - Tiziano Scandiffio - Andrea Bagnolini - Andrea Pietrarota - Gianluca Lo Stimolo - Franco Santini - Antonio Barrese - Corrado Spedale – Massimo Lucidi – Armando Brescia – Giulio Rodolfo - Valeria Scaglia -
Stefano Scalisi

Inoltre l’evento sarà organizzato in collaborazione con più di 20 Associazioni di settore tra le quali: Mediawatch, Assorel, Adico, Popai, Assirm, Assodigitale, CDVM, Club comunicazione d’Impresa, Assovisual, Acpi, Assoconsulenza, ed altre in via di definizione

Timing: 1° Convention italiana di Marketing e di Comunicazione Martedì 20 Marzo 2007 dalle ore 14,00 alle ore 21,30
Programma di massima:
ore 14,00 - Accreditamento - welcome coffè - visita agli spazi espositivi degli sponsor, dei partner e delle associazioni
ore 15,30 - Inizio lavori ( Processo alla comunicazione: esposizione delle tesi accusatorie e difensive)
ore 17,30 - Drink break e visita agli spazi espositivi
ore 18,00 - Ripresa lavori e verdetto finale della giuria di esperti
ore 19,30 - Formazione e motivazione manageriale con Roberto Re di HRD Training Group
ore 20,30 - Buffet di gala - momenti di marketing relazionale - visita spazi espositivi

Location:
Expo Plaza dell'Hotel Crowne Plaza - Milan Linate
in Via K. Adenauer, 3 a San Donato Milanese (MI)

Essendo un evento "eccezionale" dalla imponente macchina organizzativa, mai realizzato in Italia, con la partecipazione di tutte le categorie professionali della Comunicazione, della Informazione e del Marketing, è una occasione da non perdere assolutamente, sia in qualità di manager semplice visitatore, sia in quella di manager benemerito (con contributo in denaro), per l’arricchimento umano, per la valorizzazione della propria attività , per l’aggiornamento professionale, per le relazioni ad alto livello e per il marketing e la comunicazione di se stessi. Un investimento concreto (in tempo o in denaro) per facilitare la propria carriera, per migliorare le proprie conoscenze e competenze manageriali ed infine per aumentare il successo personale e dell'impresa di appartenenza.
 
La 1a Convention Italina di Marketing e Comunicazione sarà un incrocio di idee, un confronto di opinioni, un crogiuolo di esperienze secondo la formula del contraddittorio processuale e del dibattito televisivo tra chi fa comunicazione, chi fa informazione e chi fa marketing per favorire la comprensione, facilitare la conoscenza, stimolare la motivazione, promuovere lo sviluppo e determinare il cambiamento.
Hanno già confermato la partecipazione ed il loro tangibile contributo 18 network televisivi, 15 testate gornalistiche nazionali, 12 riviste di settore, 5 newtwork radiofonici nazionali, 95 portali e siti di news on line, 150 aziende multinazionali, 70 agenzie internazionali, 16 associazioni, 10 univeristà ed accademie professionali, 3 istituti di ricerca e più di 500 top manager.

Chi fosse realmente interessato a partecipare o a collaborare attivamente dando un contributo economico, o creativo e tecnico a fronte di un elevatissimo ritorno di immagine e commerciale per sè e per la propria azienda può contattare personalmente:

Sabina Rosa
Segretario generale del Club
tel 02 2610052
info@clubdelmarketingedellacomunicazione.com


Segna anticipatamente in agenda questo appuntamento per Martedì 20 Marzo al fine di non prendere alcun impegno, perchè questo incontro ti sarà molto più utile, sia professionalmente sia commercialmente, di qualunque altro. Anche tu potrai dire: “C’ero anch’io”.

"Agire è bene, interagire è meglio"
E' la forza dirompente del network relazionale
e delle iniziative in interassociativa.

A presto incontrarci
Danilo Arlenghi
Presidente Nazionale Club del Marketing e della Comunicazione

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Di Altri Autori (del 09/02/2007 @ 07:52:58, in Internet, linkato 1970 volte)

Una ricerca dell'European interactive advertising association analizza tendenze e modelli di spesa online degli europei .
  
Chi naviga su Internet oggi acquista di più. E' quanto sostiene una nuova ricerca della European interactive advertising association (Eiaa) che rileva anche una maggior fiducia in specifici settori da parte dei consumatori. Lo studio Eiaa Mediascope Europe 2006 analizza tendenze e modelli di spesa degli europei che acquistano online. La ricerca evidenzia le categorie di prodotto con il tasso di conversione più alto e indica i settori in cui la fiducia dei consumatori cresce più velocemente. Lo studio ha rilevato anche che il tasso di conversione anno su anno più alto si è registrato per i telefoni cellulari (+23%), seguito dai download di musica (+16%), dagli accessori per auto (+15%) e dall'arredamento (+14%).
La ricerca indica che il maggior successo di vendita si ha per i biglietti di concerti/festival: tre quarti (75%) delle persone che effettuano ricerche online li acquistano; anche biglietti di viaggio (72%), libri (71%) e abbigliamento (70%) hanno alti tassi di conversione. In linea di massima, lo studio rileva che il 78% degli utenti Internet europei acquistano online, hanno speso una media di 750 euro per acquistare dieci articoli in soli sei mesi, con una crescita dell'11% rispetto al 2005. Uk e paesi scandinavi sono in testa sia per somme spese che per numero di acquisti online, mentre i tedeschi in cerca di occasioni si sono assicurati un alto numero di acquisti con una spesa decisamente inferiore.
Gli italiani con sette acquisti al mese sono in linea con olandesi e norvegesi ma rispetto a questi spendono meno visto che si fermano a 454 euro contro i 681 degli olandesi i 1406 dei norvegesi. Meno del'Italia fa solo la Spagna che con cinque articoli acquistati spende 452 euro.
Chi fa acquisti online utilizza anche i siti per il confronto dei prezzi per trovare l'occasione migliore facendo meno fatica possibile. Gli olandesi sono quelli che cercano più assiduamente le occasioni: oltre la metà (54%) confronta i prezzi online almeno una volta al mese; i tedeschi (50%) e i francesi (50%) seguono a ruota. I siti di aste sono molto popolari tra i consumatori tedeschi e britannici, dato che rispettivamente il 62% e il 49% di loro li visitano almeno una volta al mese. Il 49% li visita almeno una volta al mese, molto di più di quanto non faccia l'europeo medio (41%).
Chi fa acquisti online utilizza Internet molto di più del consumatore medio e passa online fino a 11,9 ore a settimana, mentre la media europea è di 11,3 ore. Il 98% degli europei che acquistano online utilizzano Internet durante la settimana, ma l'82% si collega anche nei week end (rispetto al 79% di tutti gli utenti Internet), percentuale che sale ad uno strabiliante 92% in Francia.
Chi fa acquisti online passa meno tempo a guardare la TV e visita un maggior numero di siti, soprattutto di banche e servizi finanziari (56% rispetto al 50% di tutti gli utenti Internet), di confronto prezzi (43% contro 38%) e di aste (41% contro 36%). Inoltre, quasi i tre quarti di coloro che fanno acquisti online dichiarano che Internet permette loro di trovare quello che vogliono in fretta facendo risparmiare tempo

Via Smaunews.it

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Di Altri Autori (del 07/02/2007 @ 07:37:33, in Marketing, linkato 2511 volte)

Sempre più diffusa la pratica di fissare prezzi per gli Usa uguali a quelli europei. Anche se il biglietto verde vale meno.

Le mille lire per un euro hanno fatto scuola. Hanno attraversato l'oceano e riscosso un buon successo. Tanto che l'1 a 1 (un dollaro uguale un euro) è stato adottato da molti come tasso di cambio fisso. Poco importa che il biglietto verde valga oggi poco meno di 0,80 euro. Steve Jobs con la sua Apple, tanto per fare un esempio, non si pone problemi. Le canzoni su iTunes? 0,99 centesimi di dollaro e di euro. C'èst plus facile.

E gli altri prodotti della Mela smozzicata? Stessa storia. Prendete il prezzo in dollari e avrete quello in euro. Soltanto che 300 dollari al cambio attuale equivalgono a 231 euro. Ne ballano così 69 che gli europei versano ad Apple senza particolari motivi.
Ma la Mela di Cupertino non è l'unica. Kodak riesce a anche a fare peggio. La cornice digitale EasyShare Ex1011 costa 279,95 dollari al consumatore statunitense e 299 (invece di 215) a quello della vecchia Europa.

Stessa storia per gli altri modelli EasyShare, mentre per le fotocamere il prezzo è equivalente. 249,95 dollari per la V1003 contro 295 euro. Ma se decidete di comprare gli accessori sappiate che negli Usa i prezzi a seconda del modello vanno da 9,95 a 49,95 dollari contro un prezzo europeo che parte da 19 euro e arriva a 49. Ma il problema non riguarda solo le aziende americane. La finlandese Nokia propone l'Internet tablet N800 a 399 siano dollari o euro.

Motivi particolari per questi prezzi non ce ne sono. E' una scelta di politica commerciale delle aziende che non si giustifica con eventuali spese di spedizione o altro. Tempo fa qualcuno ha provato a protestare ma non è servito a nulla. Oltre 12 mila persone nel 2005 hanno siglato infatti una petizione online per protestare contro il cambio uno a uno nel caso del Mac Mini di Apple. Ma a Cupertino non hanno fatto un plissé. Hanno risposto che il prezzo già così era molto competitivo. E in via ufficiosa hanno fatto sapere che non ci sarebbero stati cambiamenti anche in caso di variazioni nel rapportodi cambio fra euro e dollaro. Da allora l'euro si è rafforzato e la cotroprova non c'è stata. Però altri hanno seguito la strada tracciata dalla Mela.  

Luigi Ferro

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Di Roberto Venturini (del 05/02/2007 @ 07:02:32, in Blog, linkato 6167 volte)

Anche se il blogging è per molti prima di tutto una passione e per altri uno statement politico, ritengo comprensibile il desiderio o l’interesse a ricavarci qualche liretta, non foss’altro che per coprirsi i costi.

In fondo il modello dell’offrire valore gratuito al pubblico regge nella misura in cui qualcuno ci mette dei soldi che ci permettano di continuare a produrre questo valore per la comunità o il mercato. In caso contrario una buona metà di Internet (Google in primis…) si ridurrebbe ad un’operazione hobbistica, fatta nei ritagli di tempo e con un’ampiezza e qualità globalmente trascurabile.

Di modi per fare i soldi con i blog, al momento non ce ne sono molti, o meglio ce n’era uno solo – farsi finanziare dalla pubblicità, ospitando annunci pubblicitari (Google adwords) o aderendo a network pubblicitari basati sui blog.

Ovviamente, per tirarci fuori di che pagarsi le sigarette era necessario essere uno di quei pochi blog in grado di fare volumi importanti di visite, generando traffico ed esposizioni importanti per gli annunci contenuti nel proprio blog. In caso contrario (e lo dico basandomi sull’esperienza personale) i fatturati sono tali da non coprire nemmeno i costi delle graffette per carta – altro valido motivo che mi ha spinto a rendere il mio business sempre più paperless.

Da qualche tempo è però nata un’opportunità alternativa di fatturato. Si basa sul potenziale del blog come mezzo di comunicazione persuasivo e convincente. In un mondo in cui la fiducia e l’attenzione verso la pubblicità si sta apparentemente riducendo, siamo portati a soddisfare la nostra sete di informazioni, di consiglio, di orientamento attraverso altre fonti. Fonti indipendenti, super partes – l’equivalente del XXI secolo del consiglio di un amico. E spesso questo amico è un blogger di fiducia.

Basandosi su questo assunto, sulla capacità di un blog di influenzare opinioni, comportamenti e vendite ben di più di una pubblicità (almeno in un buon numero di casi), il sig. Murphy, operatore del mondo dell’online, ha avuto una idea imprenditorialmente sensata ma che ha suscitato in Rete non poche polemiche. E non solo in Rete.
Sul Pay per Post ha costruito un circuito, un sistema, in cui il blogger viene pagato per quello che scrive, attraverso un sistema di marketplace, mirato all’incontro di domanda e offerta.

Il tutto inizia dal legittimo desiderio di un azienda di veder promosso il proprio prodotto o servizio. Accede al marketplace di payperpost.com e pubblica la propria richiesta – annunciando all’universo della blogosfera il proprio interesse a remunerare autori disposti a pubblicare storie, recensioni, pezzi (favorevoli) sui propri blog.

Il blogger visita il marketplace, viene folgorato dall’offerta: accidenti, non vedevo l’ora di parlare di questo prodotto in maniera indipendente ed onesta! E per di più mi pagano per farlo; mi offrono l’irresistibile cifra di (5, 6,10…) dollari!

E così il gioco è fatto, l’azienda ottiene esposizione, il blogger ottiene fatturato (nonché stimoli per nuovi, interessanti post) e il pubblico ottiene l’opportunità di venire correttamente informato di prodotti, servizi o aziende che altrimenti i blogger avrebbero (per indubbia superficialità) omesso di coprire giornalisticamente nelle loro pubblicazioni.

Ovviamente il post deve essere approvato da Payperpost (che ha tutto l’interesse a tutelare gli interessi delle aziende), prima di essere remunerato – assicurando quindi un controllo editoriale che, come intuitivo, contribuisce ulteriormente ad una spassionata obiettività degli autori.

Dal punto di vista etico Payperpost ha poi da poco richiesto agli autori di inserire una disclosure nei propri post remunerati (ovvero di scrivere chiaro che il post a favore di un certo prodotto è remunerato dal produttore…). Questo anche perché il peccato d’omissione violerebbe in un certo numero di paesi le leggi di protezione dei consumatori.

Viene inoltre richiesto ai blogger coinvolti sul progetto di scrivere solo su prodotti che possiedano e su cui possano essere onesti – richieste che sicuramente eviteranno qualsiasi tentazione di scrivere a vuoto (ma bene) di prodotti ignoti, all’esclusivo fine di massimizzare il proprio fatturato di autore – a scapito dell’informazione del popolo della Rete.

Il sistema si posiziona, da un punto di vista culturale e storico, nell’alveo dell’antica strategia di cercare di “sponsorizzare” qualche giornalista, attività normalmente gestita da un marketing executive.

Ora però le tecnologie moderne portano il processo su una base di self service web-based, gestendo inoltre i pagamenti via PayPal (in una radicale innovazione rispetto al modello XX secolo, che prevedeva una remunerazione in contanti tramite busta anonima non tracciabile e non denunciata al fisco).

Ad onor del vero, sistemi analoghi – anche se più sotterranei e meno plateali sono anni che si portano avanti, ed è dalla nascita del fenomeno blog che c’è chi trae profitto da post fatti su commissione (o interi blog… )

L’essenza del tutto, in fondo, si riallaccia ad una saggezza antichissima: ogni uomo ha il suo prezzo. Da qui si concatena una serie di sillogismi.

Ogni blogger è un uomo, dunque ogni blogger ha il suo prezzo. E il payperpost offre una manciata di spiccioli per mettere la nostra capacità di scrivere (e anche un po’ la nostra faccia) al servizio di un’azienda. E se riteniamo di valere in funzione per quello che ci pagano, dovremo dunque avere un’autostima tendente il rasoterra per accedere con contentezza all’offerta del Pay per Post ( a questi prezzi).

Ma, evidentemente, devo essere io a tirarmela un po’ troppo – chiari segnali indicano che il mercato sembra credere nel successo della remunerazione dei blogger. Non solo Payperpost si è portato a casa un bel 3 milioni di dollari di venture capital, ma entrano anche altri player sullo stesso mercato, come reviewme (che paga un po’ meglio) o creamaid

Dal punto di vista dell'azienda, il rischio dell'effetto boomerang e' molto forte. Lasciare la propria comunicazione in mano a dei dilettanti (per quanto bravi e volenterosi siano) è pericoloso. La qualità del risultato è dubbia. Ma poi , a pensarci bene, va bene tutto - quando siamo nella logica di cercare di comunicare spendendo un budget pari a 10 o 20 dollari.
Come dicono gli americani... if you pay peanuts, you get monkeys...

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