Immagine
  mymarketing.it: il marketing fresco di giornata... di Admin
 
"
Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
"
 
\\ : Storico (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Max Da Via' (del 30/03/2017 @ 07:45:22, in Mercati, linkato 1491 volte)

Duro colpo per le emittenti televisive tradizionali, a causa della sempre maggiore affermazione delle piattaforme di streaming. È quanto dimostra una recente indagine condotta nel Regno Unito, che conferma come Netflix e Amazon Prime Video abbiano comportato un rilevante innalzamento dell’età target per la classica audience TV. Una conseguenza, questa, che potrebbe avere serie conseguenze dal punto di vista degli investimenti pubblicitari.

Secondo quanto riportato da una ricerca di BBC Trust, l’avvento delle piattaforme di streaming ha comportato un innalzamento dell’età media dell’audience per i canali più importanti del Regno Unito, BBC One e BBC Two. Con una media rispettivamente di 61 e 62 anni, le proposte dell’ammiraglia britannica hanno perso il supporto, in pochissimi anni, non solo della fascia dei giovanissimi, ma anche della mezza età, quella maggiormente spendente e centrale per il target pubblicitario.

Più di 5 milioni di famiglie britanniche hanno sottoscritto un abbonamento a Netflix, mentre 1.6 milioni hanno scelto l’alternativa di Amazon Prime Video. La popolarità di queste piattaforme, e la loro grande versatilità d’uso, hanno comportato il trasferimento delle fasce più giovani, in particolare quella dai 16 ai 34 anni, dalle classiche emittenti televisive alla fruizione digitale. Ma non è tutto, poiché Netflix e Amazon sembrano aver causato anche contraccolpi per gli utenti dei servizi digitali lanciati dalle stesse emittenti: BBC iPlayer, il popolare sistema di streaming del gruppo, in nove anni ha perso progressivamente interesse e oggi è scelto solo dal 21% dei giovani consumatori, una volta la settimana. Davvero poco, se si considera come più della metà dei fruitori appartenenti alla stessa generazione acceda alle altre piattaforme di streaming quotidianamente.

Nonostante questo, le indagini dimostrano come il pubblico, con una percentuale di oltre il 73%, ritenga che BBC sia ancora in grado di proporre dei contenuti di elevatissima qualità sul fronte dell’intrattenimento, con un lieve calo su quello informativo: il 62% degli spettatori, contro il 70% del 2008. Si viene a creare, di conseguenza, una condizione abbastanza anomala, e del tutto nuova, per le tradizionali stazioni televisive: la qualità degli show non sembra poter competere con la comodità d’accesso garantita da altre soluzioni. L’utente non sembra essere più disposto ad attendere la messa in onda settimanale del proprio programma preferito, vuole accedervi istantaneamente, secondo i propri ritmi, in qualsiasi momento della giornata e in ogni luogo si trovi.

Il trend britannico potrebbe risultare interessante per predire quel che potrebbe accadere nelle altre nazioni europee, considerato come il Regno Unito disponga dei servizi di streaming da ben più anni rispetto ai Paesi limitrofi. Anche in Italia Netflix e Amazon causeranno una deriva geriatrica della classica TV?

Via Webnews
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 

È il mobile a trainare la crescita del tempo speso sul digitale negli Stati Uniti. A sostenerlo è il report di comScore “2017 US Cross-Platform Future in Focus”: la società ha scoperto che il 69% del tempo speso su internet è da attribuire al mobile con il desktop che continua a perdere terreno. Oggi circa il 60% del totale riguarda le app su mobile, con lo smartphone che da solo arriva fino al 51%.

Marketing Land, che ha dedicato un articolo sulla ricerca, ha subito sottolineato un risultato: su dieci minuti di consumo video su YouTube, sette avvengono tramite mobile. Un dato in linea con quello generale, ma che nei giorni in cui la piattaforma di Google è finita nell’occhio del ciclone per non aver garantito la brand safety di numerosi inserzionisti, assume un significato importante.

Per quanto riguarda le prime mille properties online, se si aggrega l’audience i visitatori da mobile sono circa due volte dell’audience desktop. E la fascia socio-demografica che utilizza principalmente il mobile per navigare è quella composta da donne tra i 18 e i 24 anni.

Il podio delle tre principali properties sorprende. Non tanto per le prime due posizioni, Google e Facebook, ma per la terza, rappresentata dal network Yahoo. Spostando l’attenzione sulle app mobile, è Facebook a dominare, seguita da Messenger e Facebook. Ma la crescita assoluta più importante la segna Snapchat(+114%), in nona posizione. L’app del fantasmino è seconda per engagement.

Al top tra le categorie di fruizione dei media digitali figurano i social e l’entertainment, con i primi che catturano il 20% del tempo speso complessivamente. Il 79% dell’utilizzo dei social è da attribuire ai canali mobile e il 60% attraverso app per smartphone.

Secondo comScore gli investimenti in mobile advertising sono più efficaci di quelli desktop: in questo canale la pubblicità è più performante. È questo è ancor più vero quando i consumatori sono vicini a concludere acquisti. Tuttavia, la divisione della spesa tra mobile e desktop non è ancora equilibrata: nella categoria retail l’80% della spesa va al desktop, un canale che assorbe solo il 33% dello shopping time dei consumatori.

Via DailyOnline
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Max Da Via' (del 04/04/2017 @ 07:23:54, in Mobile, linkato 1552 volte)

Lo spostamento dei consumatori in direzione dello shopping online è continuo e i retailer tradizionali si trovano a dover fronteggiare un panorama sempre più competitivo. Questo quanto emerge dall’ultima Total Retail 2017, la ricerca annuale di PwC che ha analizzato i comportamenti di consumo online e l’attitudine alla multi-canalità di 24.500 consumatori in 32 paesi, tra i quali oltre 1.000 italiani.

Ecco i principali risultati e trend numerici emersi:

1 - L’Italia è il terzo paese al mondo per penetrazione del mobile, dietro solo a Spagna e Singapore, con l’85% della popolazione che ne utilizza abitualmente uno. Questo si riflette nella scelta di acquisto, che vede una costante crescita della frequenza di acquisti online tramite app e siti “mobile responsive”. Nel dettaglio:
- Il 20% dei consumatori italiani acquista tramite smartphone almeno una volta alla settimana (+43% rispetto al 14% del 2015);
- Il 19% acquista tramite tablet (+58% vs. 12% del 2015);
- Il 32% acquista almeno una volta a settimana tramite PC (+33% vs. 24% del 2015).

2 - Il ricorso allo smartphone è particolarmente forte nelle fasi precedenti l’acquisto. Lo scopo è quello di ricercare informazioni sui prodotti (43% degli intervistati), leggere recensioni su prodotto e retailer (40%), visualizzare codici promozionali o confrontare brand concorrenti (31%). Anche nella fase conclusiva, l’acquisto del prodotto, gli italiani si affermano tra i primi a livello mondiale (36% vs. media globale del 37%), segno di una forte fiducia dei consumatori nel pagare con uno strumento non tradizionale.

3 - Il prezzo rimane la variabile principale che influenza l’acquisto online (49%) dei consumatori italiani – più di ogni altro Paese al mondo tra le economie mature, preceduti solo dai consumatori di Cile e Brasile di un punto percentuale. Seguono la comodità (30%) e l’assortimento, che tuttavia è un driver indicato solo dal 18% dei rispondenti.

4- Social media vetrina sempre più rilevante. La maggiore fonte di ispirazione per gli acquisti dei consumatori italiani risultano essere i siti web di confronto prezzi, indicati dal 46% dei rispondenti rispetto al 35% del 2015. Seguono i siti web di retailer multi-brand (38%) ed i social network (37%).

Le proporzioni cambiano tra i Millennial: il 42% trova ispirazione nei social network tradizionali, distaccando i siti web di confronto prezzi (38%) e i siti web di retail multi-brand (34%). Crescono inoltre nella generazione più giovane i social network visivi come Instagram e Pinterest, utilizzati dal 23% dei Millennial contro il 16% del campione totale (ma solo 10% tra gli over 35).

Il 56% degli italiani, inoltre, è stato portato a spendere di più dall’interazione che ha avuto via social con un brand, e quasi il 60% dichiara di sentirsi più coinvolto dal brand proprio attraverso i social media.

5 - Si resta fedeli al negozio, ma non senza una certa delusione.
Nonostante lo shopping online abbia iniziato a prevalere su alcuni canali tradizionali, la fedeltà al negozio è uno dei maggiori trend, con il 51% dei consumatori italiani che lo visita almeno una volta alla settimana. Nel punto di vendita il 73% dei consumatori ricerca un addetto con profonda conoscenza dei prodotti, mentre al secondo posto si chiedono offerte real-time personalizzate (70%) e la possibilità di verificare rapidamente lo stock di un altro negozio (65%).

Nel complesso, il cliente non ritrova in negozio gli elementi che reputa importanti per una soddisfacente esperienza d’acquisto: la soddisfazione circa la preparazione degli addetti vendite è indicata dal 58% dei consumatori (mentre il 73% ritiene tale fattore fondamentale), come nelle offerte personalizzate che registrano un gap di oltre il 20% tra la soddisfazione (45%) e l’importanza attribuita (70%).

via Mark Up
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 

A febbraio 2017 continua la crescita delle audience digitali in Italia, trainata dagli utenti che accedono a internet attraverso terminali mobili (28,2 milioni di visitatori unici) ormai allineati a quanti accedono tramite desktop (28,4 milioni). Sono ora il 24% del totale gli utenti che si collegano alla rete esclusivamente mediante un device mobile, in aumento del 15% nell’ultimo anno, mentre gli utenti che accedono solo da desktop nello stesso periodo sono diminuiti del 24%. 

Il ranking comScore Top 20 multi-piattaforma di febbraio 2017 evidenzia che le prime 10 properties vantano una reach complessiva superiore al 50% con Mondadori che rappresenta il primo editore digitale italiano e, insieme a Mediaset e Yahoo, consente alla concessionaria Mediamond di raggiungere oltre 30 milioni di visitatori unici per una penetrazione superiore all’80%. Il Gruppo Editoriale Espresso rappresenta invece la prima property italiana per numero di utenti su mobile (17,9 milioni), mentre i siti della RAI sono quelli ad aver registrato la maggiore crescita degli utenti mobile nell’ultimo semestre, avendone raddoppiato il numero dallo scorso settembre.


via DailyOnline
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Max Da Via' (del 07/04/2017 @ 07:43:31, in Social Networks, linkato 1615 volte)

Nel primo trimestre 2017, mediamente 1,9 milioni di utenti unici hanno commentato ogni settimana su Facebook e Twitter i programmi tv in onda su 35 emittenti digitali terrestri e satellitari in Italia con contenuti originali (post e tweet) e attività di engagement (commenti, condivisioni, like, retweet, citazioni, ecc). A rivelarlo i dati di Social Content Ratings di Nielsen, secondo i quali nello stesso periodo, le discussione sulle due piattaforme social sono state 66 milioni, con un picco massimo a febbraio quando si sono registrate 36 milioni di interazioni da parte di 7,4 milioni di utenti attivi. Il volume delle interazioni nel periodo gennaio – marzo 2017 è cresciuto del 23% rispetto al trimestre precedente.

Nello specifico, emerge che il mese di febbraio è stato determinante per la crescita, indipendentemente dal successo social del Festival di Sanremo: la settimana della kermesse canora è risultata quella con il più alto numero di interazioni e di utenti unici, rispettivamente 21 milioni e 5,2 milioni. Ma al netto del Festival, il trimestre avrebbe chiuso comunque in positivo rispetto al precedente grazie all’engagement social stimolato da programmi come ‘C’è posta per te’, ‘L’isola dei famosi’, ‘Masterchef’, le prime puntate del serale di ‘Amici’ e di ‘Ballando con le stelle’, o da eventi come la ‘Notte degli Oscar’ e i ‘David di Donatello’. Senza dimenticare il successo di fiction come il ‘Commissario Montalbano’ e ‘L’Onore e il Rispetto’ e di eventi sportivi, oltre al calcio, come l’avvio della stagione dei motori, i successi degli italiani nello sci e la vittoria di Roger Federer agli Open d’Australia di tennis.

“Oltre ai volumi rilevanti”, ha spiegato Luca Bordin, General Manager Media Sales&Solutions di Nielsen, “gli ultimi dati confermano una tendenza già riscontrata nella seconda parte del 2016, ovvero la rilevanza delle conversazioni sui social che avvengono nei giorni precedenti o successivi la messa in onda di un programma, a testimonianza del crescente valore delle piattaforme social per la Tv”. “Infatti considerando i 250 programmi più commentati, nel primo trimestre 2017 complessivamente il 37% delle conversazioni è avvenuto in modalità non lineare. La tendenza è più evidente su Facebook dove il dato arriva al 45%, mentre su Twitter si attesta al 21%: questa differenza riflette le peculiarità delle due piattaforme”.

Per quanto riguarda i generi televisivi più commentati, al primo posto c’è l’intrattenimento (che include Sanremo), seguito dagli eventi sportivi live e quindi da talent e reality show, ognuno con specifiche peculiarità riguardo all’attività sui diversi social. Mentre su Facebook l’87% delle conversazioni si è concentrato tra intrattenimento e sport, su Twitter la distribuzione dei commenti tra generi televisivi è molto meno concentrata: intrattenimento al 41%, talent e reality al 21%, sport al 19%, talk show all’11% e a seguire gli altri.

Guardando ai dati demografici degli utenti, il peso di uomini e donne è simile (51% vs 49%) ma sono ampie le differenze per genere televisivo. I primi prevalgono nel caso di eventi sportivi e talk show, ma le seconde sono molto più attive quando si tratta di commentare altre tipologie di programmi (serie tv e talent soprattutto). Stesso discorso per quanto riguarda le fasce di età: 25-34 anni la più rilevante (25% la quota sul totale TV) ma con grandi scostamenti in base al genere televisivo.

“Un altro elemento da sottolineare”, ha concluso Bordin, “è il volume delle conversazioni sui social relative alle brand che coinvolgono gli utenti della social TV. A beneficiarne sono in particolare quelle marche che si legano ai contenuti televisivi attraverso attività integrate con la struttura narrativa degli stessi. A febbraio, il 60% degli utenti che ha commentato i programmi televisivi ha partecipato anche a conversazioni relative ad una marca su Twitter. La percentuale sale fino all’80% per categorie come bevande / alcolici, alimentari e telecomunicazioni. Anche alla luce del fenomeno delle conversazioni non lineari, emerso come abbiamo visto in modo rilevante in questo trimestre, le attività cross tra social e TV forniscono alle brand opportunità di engagement che vanno ben oltre il perimetro temporale della messa in onda dei contenuti sponsorizzati”.

Leggi o scarica le slide di presentazione

Via Prima Comunicazione
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Max Da Via' (del 10/04/2017 @ 07:45:07, in Mercati, linkato 1555 volte)

Dove vanno a finire i 20 miliardi di design italiano esportato ogni anno in tutto il mondo? La risposta arriva dalla mappa: Il design italiano nel mondo – Italian design in the world, realizzata dalla Camera di commercio di Milano in collaborazione con Promos, la sua azienda speciale per le Attività Internazionali (scaricala qui). Un export, dunque, da 20,5 miliardi in un anno. È il valore raggiunto dall’Italia nel 2016 tra arredamento, illuminazione, articoli in porcellana e ceramica e gioielleria, stabile rispetto all’anno precedente. Ma sono aumentate le esportazioni di mobili per cucine e poltrone e divani (+5%), di sedie (+3%), di apparecchi per l’illuminazione e di prodotti in vetro (+2%).

I tre maggiori partner italiani sono: Francia (13,2%), Stati Uniti (9,3% che guadagna due posizioni rispetto allo scorso anno, +7,7%) e Germania (9,3%). In ascesa anche: Israele (+13%), Paesi Bassi (+7%), Spagna (+6%) e Giappone (+5%). Tra le prime 20 destinazioni compaiono poi: Svizzera, Regno Unito, Emirati Arabi e Hong Kong. E se la Francia è il principale partner per quasi tutti i prodotti, i mobili d’ufficio vanno anche nel Regno Unito e a Singapore, le cucine negli Stati Uniti ma anche in India, i materassi in Germania e Canada, l’arredo domestico negli Stati Uniti e in Israele, le sedie in Germania e Cina, le poltrone e i divani tra Regno Unito ed Emirati Arabi, le parti di mobili in Regno Unito, le apparecchiature per l’illuminazione, i prodotti in vetro e in porcellana in Germania, la gioielleria, bigiotteria e le pietre preziose in Svizzera, Emirati Arabi Uniti e Hong Kong. Emerge da elaborazioni della Camera di commercio di Milano e Promos su dati Istat e registro delle imprese anno 2016.

MAPPA---Design-italiano-nel-mondo-2017-1

LE IMPRESE. Sono 5.507 nel manifatturiero le imprese lombarde e rappresentano oltre un quinto del totale italiano (21,7%) e vedono Monza (1.598 attività) e Milano (1.088) prima e terza in Italia ma tra le prime 20 ci sono anche Como (4°), Bergamo (15°) e Brescia (16°). Nel commercio invece la Lombardia con 8.125 imprese rappresenta il 13,7% italiano con tra le prime Milano (3°), Monza (10°), Brescia (11°) e Bergamo (19°). Nella progettazione la Lombardia con 4.412 imprese sale a un quarto del totale italiano (24,8%) con Milano al primo posto con quasi 2 mila imprese mentre Bergamo e Brescia si piazzano al 5° e al 6° posto, Como al 13°, Monza e Brianza al 14° e Varese al 18°. Nell’export, Milano in crescita (+4,5%) è al 4° posto italiano, seguono Monza al 6° e Como all’8°, Brescia al 14° e Bergamo al 17°.

Design: le prime 20 destinazioni dell’export italiano

  PAESI EXP2015 EXP2016 % su tot. variaz. %
1 Francia 2.691.645.653 2.709.675.312 13,2% 0,7%
2 Stati Uniti 1.769.054.729 1.905.690.564 9,3% 7,7%
3 Germania 1.901.027.355 1.897.937.670 9,3% -0,2%
4 Svizzera 1.928.005.048 1.828.046.557 8,9% -5,2%
5 Regno Unito 1.481.464.385 1.489.562.417 7,3% 0,5%
6 Emirati Arabi Uniti 1.384.575.489 1.225.253.249 6,0% -11,5%
7 Hong Kong 834.135.179 768.103.811 3,7% -7,9%
8 Spagna 690.034.949 732.820.398 3,6% 6,2%
9 Russia 603.435.615 531.347.714 2,6% -11,9%
10 Cina 396.751.885 403.818.852 2,0% 1,8%
11 Belgio 391.436.760 397.306.287 1,9% 1,5%
12 Turchia 357.400.060 362.474.049 1,8% 1,4%
13 Polonia 337.319.863 351.316.713 1,7% 4,1%
14 Austria 272.507.492 259.247.924 1,3% -4,9%
15 Israele 216.360.728 244.432.176 1,2% 13,0%
16 Paesi Bassi 224.353.025 239.858.086 1,2% 6,9%
17 Arabia Saudita 317.672.285 232.178.361 1,1% -26,9%
18 Canada 220.908.143 216.330.333 1,1% -2,1%
19 Giappone 191.121.472 200.480.200 1,0% 4,9%
20 Australia 187.688.833 191.368.935 0,9% 2,0%
  MONDO 20.667.851.113 20.491.785.131 100,0% -0,9%

Elaborazione Camera di commercio di Milano su dati Istat anni 2016 e 2015. Valori in euro


via Business People
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Google ha preso sul serio la questione brand safety su YouTube. La società, infatti, ha reso noto che solo i canali con più di diecimila iscritti potranno essere abilitati alla vendita della pubblicità. Si tratta solo dell’ultimo di una serie di annunci, come quello relativo alla partnership con comScore, da parte del gigante di Mountain View. Il clima è abbastanza turbolento e la più grande concessionaria non può permettersi di fare altri passi falsi, non tanto per quanto riguarda il business, che non viene scalfito da questo boicottaggio, quanto per l’impegno assunto dalla società per costruire una pubblicità migliore, sancito con la costituzione della Coalition for Better Ads, insieme a Facebook, IAB e P&G. ornando all’annuncio di Big G ha anche detto che qualsiasi creator supererà i diecimila iscritti, dovrà superare un processo di revisione per cominciare a vendere pubblicità. I creators dovranno dunque essere accettati dallo YouTube Partner Program, un’iniziativa nata nel 2007 per dare ai produttori di video e ai canali una fonte di monetizzazione e alimentare così la piattaforma. La novità non mira solo a proteggere i brand o l’immagine di Google, ma vuole anche andare a certificare i creators affidabili, i cui contenuti sono merce preziosa per gli inserzionisti in questi tempi di carenza di fiducia e di poca trasparenza. “Vogliamo che i creators di tutte le dimensioni possano sfruttare le opportunità di YouTube, e crediamo che questo nuovo processo di applicazione contribuirà agli stessi di continua a generare ricavi”, ha scritto Ariel Bardin, VP of Product Management di YouTube.


Via DailyOnline
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Max Da Via' (del 12/04/2017 @ 07:26:37, in Pubblicità, linkato 1472 volte)

Nei primi due mesi del 2017 il mercato degli investimenti pubblicitari chiude in calo del 2,3% rispetto allo stesso periodo del 2016. Nel singolo mese di febbraio la raccolta perde il 2,8%. Aggiungendo anche la stima sulla porzione di web attualmente non monitorata (principalmente search e social), il mercato chiude il mese di febbraio e il periodo consolidato in pari( 0% e 0,2%). Lo dicono i nuovi dati Nielsen sul mercato pubblicitario in Italia nel mese di febbraio 2017 (.pdf).

“Come ci si poteva aspettare, a febbraio gli investimenti pubblicitari oscillano tra il negativo e la parità se si considera il perimetro allargato dell’intero universo del web advertising”, ha spiegato Alberto Dal Sasso, Tam e Ais managing director di Nielsen. “Il periodo si confronta con febbraio 2016 che era stato uno dei mesi con la performance migliore dell’anno, se si esclude il mese di giugno con l’inizio degli Europei di calcio”.

Relativamente ai mezzi, la tv cala dello 0,5% sia nel singolo mese che nel bimestre. Sempre negativa la stampa: quotidiani e periodici a febbraio si attestano rispettivamente a -6,4% e -8,9%, chiudendo il primo bimestre a -9,7% e -6,4%. Performance negativa per la radio nel mese (-3,3%) che porta il bimestre di poco sotto “quota zero” (-0,3%).

La crescita di internet è dovuta principalmente a search e social, sulla base delle stime realizzate da Nielsen. Relativamente al perimetro attualmente monitorato in dettaglio, infatti, il web registra un calo del 2,9% nel periodo cumulato e dell’8,5% nel singolo mese di febbraio. Allargando il perimetro all’intero universo del web advertising, la raccolta nel primo bimestre chiude a +7,2%. In trend negativo il cinema (-6,4%), l’outdoor (-19,7%), la goTV (-14,1%) e il transit (-7,3%). Stabile il direct mail (0,2%).

Per quanto riguarda i settori merceologici, se ne segnalano 11 in crescita, con un apporto complessivo di circa 35 milioni di euro. Per i primi comparti del mercato si registrano andamenti differenti: alle performance positive di automobili (+6%), bevande / alcolici (+22,4%), farmaceutici (+14,9%) e abitazione (+10,8%), si contrappongono i cali delle telecomunicazioni (-2,6%), media/editoria (-15,9%) e distribuzione (-14,1%). Dopo un anno in costante crescita, gli alimentari frenano nel bimestre con una raccolta di poco sotto lo zero rispetto allo stesso periodo del 2016.

“In attesa che si consolidi il primo trimestre per valutare la tendenza del 2017”, ha concluso Dal Sasso, “sarà importante vedere come lo scacchiere mondiale e quello europeo possano portare sviluppi a un settore – quello della comunicazione – così globalizzato sia dal punto di vista della domanda che dell’offerta. Al momento le previsioni rimangono positive per la chiusura dell’anno grazie a un recupero che dovrebbe manifestarsi nel secondo semestre”.

Via Prima Comunicazione
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Max Da Via' (del 18/04/2017 @ 07:13:54, in Pubblicità, linkato 1276 volte)
In Gran Bretagna la pubblicità digitale supererà i 10 miliardi di dollari, persino più dell’intero mercato pubblicitario italiano. A scattare la fotografia è un report di PWC per IAB Uk, secondo cui è il mobile a trainare la spesa per due ragioni abbastanza semplici: da un lato gli advertiser devono provare a sfruttare le possibilità offerte dal video su questo mezzo; dall’altro sono anche quasi obbligati a farlo, visto che oltre il 50% del tempo speso online in Gran Bretagna è appannaggio degli smartphone.

L’incremento più grande del 2007

L’incremento del settore, pari al +17%, non è mai stato così elevato dal 2007, anno in cui venne segnato un +38%. Il mobile ha registrato una crescita del 50% a oltre 4 miliardi di dollari e il segmento assorbe il 38% della raccolta su internet. Nel complesso la spesa in mobile video ha sfiorato i 900 milioni di dollari nel corso dell’anno scorso.

Formati innovativi

“L’aumento dei consumi di contenuti mobile e video ha accelerato il tasso di crescita del digitale ai livelli più alti degli ultimi dieci anni”, ha dichiarato James Chandler, responsabile marketing di IAB UK. Secondo Chandler, il risultato record è stato possibile grazie alla voglia di sperimentare formati innovativi e all’utilizzo del video per ingaggiare l’utenza.

Verso la riduzione del gap mobile

La performance del canale mobile coincide con i dati di fruizione del mezzo: negli ultimi sei mesi del 2016, infatti, il 54% degli utenti smartphone britannici ha visualizzato clip sul proprio telefono con il 40% degli stessi che ha dichiarato di averne fruiti di più rispetto a un anno prima (fonte YouGov). Il gap tra fruizione e raccolta su mobile sembra andare progressivamente verso una riduzione. Almeno in Gran Bretagna. E a dispetto della Brexit.


via DailyOnline
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 19/04/2017 @ 07:14:46, in Social Networks, linkato 1516 volte)

Il progetto #pasocial promette di svecchiare l'apparato dello Stato per semplificare il rapporto con i cittadini. Ed eliminare la storica diffidenza degli italiani per il Palazzo

I social cambieranno la burocrazia. La promessa arriva dal gruppo di lavoro #pasocial, formato da comunicatori e giornalisti del governo che punta a sviluppare la nuova comunicazione pubblica, sia a livello centrale che sui territori. Il lavoro, che coinvolge la pubblica amministrazione centrale e locale, aziende pubbliche e aziende dei social, si sviluppa con appuntamenti di divulgazione, confronto e formazione e con la nascita di nuovi account e profili del settore pubblico.

I risultati si possono presagire dal libro PA Social. Viaggio nell'Italia della nuova comunicazione tra lavoro, servizi e innovazione di Francesco Di Costanzo. Nel volume si legge che il 60% degli italiani i social network sono importanti strumenti di utilità e sono, e lo saranno sempre di più in futuro, un’importante occasione anche per il mondo del lavoro: sei italiani su dieci considerano le piattaforme di nuova comunicazione professionalmente importanti (social ma anche chat come WhatsApp e Telegram) e un po' a sorpresa sono gli italiani dai 55 anni in su a pensare che i social network rappresenteranno sempre di più un'occasione di lavoro.

Gli italiani chiedono alla Pubblica amministrazione, ma anche alle aziende private, di usare di più i social network e soprattutto vogliono poter partecipare maggiormente e avere un dialogo diretto: informazioni in tempo reale (91%), avere la possibilità di segnalare disservizi e problematiche (90%), trovare informazioni su prodotti e promozione del territorio (89%), poter proporre eventi e nuove iniziative (89%). In molti considerano i social network strumenti utili: nella pubblica amministrazione per avere un rapporto migliore con i cittadini (63%), nelle aziende per migliorare i propri servizi (77%) e incrementare il fatturato (73%), sia per il settore pubblico che per quello privato sono un valore aggiunto per trovare lavoro (71%). Quanto i cittadini credono affidabili le informazioni fornite sui social network da PA e aziende? Per il 56% degli italiani sono molto/abbastanza affidabili le notizie che arrivano dalle aziende, si scende al 48% per quanto riguarda la pubblica amministrazione. I dati dimostrano come resti forte ancora la diffidenza dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione e che proprio strumenti di apertura e vicinanza come i social network siano considerati positivi per un nuovo rapporto con la cittadinanza.

«I cittadini indicano la strada, il servizio pubblico deve esserlo anche dal punto di vista della comunicazione», spiega all'Ansa l'autore del libro, Francesco Di Costanzo, «i social offrono un'opportunità straordinaria, una rivoluzione già in corso. Da queste semplici considerazioni è partito il percorso #pasocial, un'idea che abbiamo condiviso con numerosi comunicatori del Governo, ma anche con enti e aziende pubbliche del territorio e aziende dei social. Nel libro raccontiamo un lavoro e un viaggio che significa tante cose: lavoro, innovazione, nuovi servizi e linguaggi a disposizione dei cittadini. Il percorso va avanti, la PA sta cambiando e come comunicatori cerchiamo di dare il nostro contributo perché sia sempre più a portata di smartphone. I social sono ormai strumenti di utilità, di servizio pubblico, fonte di lavoro e di un nuovo rapporto tra Pa e cittadini».


via Business People

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Ci sono 4125 persone collegate

< marzo 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
    
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
             

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Advertising (109)
Aziende (142)
Blog (11)
Brand (39)
Comarketing (2)
Comunicazione (9)
dBlog (1)
Digitale (36)
eCommerce (45)
Grande Distribuzione (7)
Internet (550)
Marketing (305)
Marketing Ambientale (3)
Marketing non convenzionale (62)
Media (102)
Mercati (84)
Mobile (210)
Permission Marketing (1)
Prodotti (95)
Pubblicità (32)
Pubblicità (88)
Retail (12)
Segnalazioni (45)
Social Networks (379)
Startup (1)
Strategie (59)
Tecnologie (77)
Trade Marketing (1)
Viral Marketing (40)
Web 3.0 (5)

Catalogati per mese:
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024

Gli interventi più cliccati

Titolo
Automobili (2)
Bianco e nero (1)
Comarketing (1)
Home (4)
Internet (4)
Prodotti (5)
Pubblicità (5)

Le fotografie più cliccate


Titolo

< /p>


Subscribe to my feed


Google
Reader or Homepage

Add to netvibes



Creative Commons License




19/03/2024 @ 11:13:26
script eseguito in 654 ms