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  mymarketing.it: il marketing fresco di giornata... di Admin
 
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Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
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\\ : Storico (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Max Da Via' (del 21/01/2006 @ 08:14:28, in Internet, linkato 2815 volte)
Al costo non proprio trascurabile di 7 milioni e 270 mila Euro il ministro per l’innovazione Lucio Stanca si accinge a varare quella che il nostro premier definisce “La seconda alfabetizzazione storica degli italiani”.

A partire dal prossimo 28 gennaio, al ritmo di 1 milione di invii al giorno, sedici milioni di famiglie italiane riceveranno un opuscolo di 48 pagine, denominato “L’evoluzione digitale per le famiglie”. I capitoli che lo compongono sono cinque e comprendono una descrizione degli incentivi per acquistare un pc, gli strumenti a disposizione del cittadino, una guida all’utilizzo delle nuove tecnologie, i nuovi servizi per le famiglie e la guida ai diritti del cittadino digitale.

All’interno delle pagine, illustrate da vignette di Giorgio Forattini, si parla di argomenti di attualità come la posta elettronica certificata, la firma digitale, il digitale terrestre interattivo e la carta nazionale dei servizi.

Prescindendo dal periodo scelto per l’invio, che qualcuno potrebbe definire pre-elettorale, si tratta di un’iniziativa molto importante, che una volta tanto ci fa essere all’avanguardia in Europa. I tassi di utilizzo di internet in Italia sono infatti in crescita, ma ancora lontani da quelli che contraddistinguono i Paesi più evoluti.

Il grafico che segue, su dati elaborati da clickz, mostra il numero di utenti di 13 Paesi espresso in milioni.



Con i suoi 20 milioni di utenti, una percentuale pari al 35% della popolazione, l’Italia ha registrato nel corso del 2005 un incremento dell’8% dei navigatori attivi e potenziali. Oltre il 74% degli utenti sono laureati o persone con livello di istruzione superiore, con una forte concentrazione del target nelle fasce socioculturali medio-alte: internet rimane insomma in buona parte appannaggio di un’elite numericamente limitata.

Oltre a costituire, nella sua accezione più scontata, un utile strumento per passare il tempo, la rete ha in realtà rivoluzionato il modo di comunicare e lavorare di molte persone, con un profondo impatto sul nostro stile di vita. Garantisce quotidianamente l’accesso ad una quantità virtualmente illimitata di informazioni, ma anche la possibilità di mantenere contatti con una moltitudine di persone, di effettuare convenienti acquisti di prodotti e servizi a prezzi spesso competitivi, di esprimere il proprio pensiero con immediatezza ed efficacia.

Anche i rapporti con la Pubblica Amministrazione possono trarre sostanziali benefici dalla rete: la possibilità di accedere ad una serie crescente di servizi elettronicamente dal proprio domicilio o luogo di lavoro si traduce in una semplificazione degli iter burocratici, tempi di arresa inferiori, maggiore comodità e soprattutto un migliore rapporto tra il cittadino-utente e le varie istituzioni.

Non sapere utilizzare in maniera sufficientemente adeguata un pc rappresenta a mio parere un handicap per molte persone, che si trovano tagliate fuori da una parte di mondo che sembra andare ad una velocità superiore e non ha tempo e voglia di adeguarsi ai tempi di chi questa rivoluzione, per scelta o impossibilità, non si trova a cavalcarla o quantomeno a seguirla a rispettosa distanza.

Ben vengano allora iniziative come quella descritta, se serviranno ad accorciare le distanze tra la relativa minoranza technology-wise e la massa digiuna di conoscenze digitali. Una società più informata e consapevole è sicuramente un grosso vantaggio per tutti quelli che ne fanno parte.
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Di M. Ferrero (del 20/01/2006 @ 10:44:42, in Internet, linkato 3062 volte)

Un articolo pubblicato lo scorso martedì da Reuters evidenzia un trend di utilizzo della rete sostanzialmente stabile in termini di frequentazione ma con una maggiore dinamicità per quanto riguarda l’impiego. Ottimi risultati per iTunes.

"Pronostici rispettati per l'Internet italiano a dicembre 2005: il trend stagionale ha visto un'audience sostanzialmente stabile (19,7 milioni di individui connessi da casa o dall'ufficio) che per via delle festività ha parzialmente ridotto le frequentazioni in rete ma che si è dimostrata molto dinamica in alcune attività digitali", dice il comunicato.

Lo shopping online, rileva NetRating, ha interessato circa 9,9 milioni di navigatori.

"Trainanti si sono rivelati i siti di aste e di annunci: eBay ha superato i 6,2 milioni di utilizzatori (+400 mila da novembre), ed un contributo importante viene anche dalla crescita di AnnunciGratuiti.it, canale di Secondamano: + 47%, 267 mila visitatori unici nel mese", spiega la nota.

Quasi 3 milioni di utenti si sono scambiati cartoline virtuali per farsi gli auguri prima e durante le feste di fine anno, mentre i siti di cucina hanno aumentato le visite del 20% rispetto a un mese prima. E secondo NetRating, in questo caso la maggioranza dei navigatori è composta da uomini, con il  55% .

Tra i siti più visitati per il download musicale, iTunes, con 1,1 milioni di visitatori, con una crescita del 30% rispetto a novembre.

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Di Danilo Arlenghi (del 20/01/2006 @ 06:19:50, in Marketing, linkato 2847 volte)
Secondo Bernard Cova, autore de "Il marketing tribale" ed esponente del marketing mediterraneo, oggi, sempre più evidente, emerge nel comportamento dei consumatori un interesse marcato per i legami e le identità sociali generati dai prodotti di consumo, piuttosto che per i prodotti stessi.

Ciò determina una propensione fra i consumatori a riunirsi in tribù e a creare comunità sociali intorno al prodotto, che ai fini del mercato esercitano un'influenza ben maggiore delle più raffinate strategie di marketing.

Si va quindi affermando nella disciplina una nuova tendenza che sostiene una strategia volta a creare comunità intorno a un prodotto o a un servizio, e si propone come alternativa mediterranea al pensiero dominante "classico" di stampo americano.


Cova, teorico della nuova tendenza, nel suo libro espone e descrive il nuovo approccio e la relativa strategia operativa. Mentre il marketing americano obbedisce essenzialmente a una richiesta di individualizzazione e personalizzazione dei consumatori, la corrente mediterranea si misura soprattutto con il bisogno da parte dei consumatori di ristabilire un legame sociale arcaico e comunitario in seno a raggruppamenti che hanno l'aspetto di tribù, intese come comunità emozionali in cui si condividono passioni comuni.

La strategia da seguire secondo questo nuovo approccio non è tanto stabilire un legame personale con il cliente (marketing one to one), quanto mantenere il legame fra i clienti stessi aiutandoli a condividere le loro passioni, creare un valore di legame nel marchio o nel prodotto, fare leva sul bisogno di autenticità dei consumatori, puntare sull'attenzione ai gesti quotidiani e ai dettagli, celebrare riti intorno al prodotto.
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Di Max Da Via' (del 19/01/2006 @ 07:24:46, in Internet, linkato 2726 volte)
CNET News ha pubblicato una notizia secondo la quale Google sarebbe in procinto di acquistare in contanti dMarc Broadcasting, una radio specializzata nell’advertising, per una somma che si aggira attorno ai 102 milioni di dollari.

Tim Armstrong, Vice Presidente del settore Advertising di Google, ha dichiarato il forte interesse del motore di ricerca ad estendere la propria presenza ad altri media. Del resto questo è in parte già avvenuto, con la carta stampata, tramite Google Publication Ads e già qualcuno mormora che dopo la radio il prossimo passo potrebbe essere la televisione.

Ma quali sono i possibili vantaggi derivanti da questa acquisizione?

Innanzitutto la complementarietà con gli altri canali: la radio potrebbe affiancare efficacemente internet e carta stampata, garantendo una maggiore copertura in termini di pubblico estendendo la piattaforma AdWords anche ad altri media tradizionali. In questo modo potrebbe inoltre garantire ai clienti interessati campagne di marketing realmente multicanale.

Secondariamente questa mossa consentirebbe l’allargamento dei servizi anche a nuovi advertisers: non tutte le aziende investono budget consistenti nei media digitali. Il canale radiofonico potrebbe quindi essere l’occasione per arricchire il proprio portafoglio clienti, integrando le necessità anche di aziende che operano in vari settori (come ad esempio il largo consumo) e che hanno finora utilizzato i servizi di Google in maniera limitata.



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Di Alessandro Figus (del 18/01/2006 @ 13:45:50, in Advertising, linkato 2678 volte)

Sono stato molto colpito da questa pubblicità scelta da Nintendo per la Svezia.

Il messaggio che si intende comunicare è che per nessun motivo si vorrà distaccare le mani dal Game Boy Advance. Un'advertising particolare che tempo fa non sarebbe mai stata associata ad un videogioco; questo è a dimostrazione di come i messaggi pubblicitari abbiano accresciuto la capacità di evadere dal contesto originario dell'oggetto che si pubblicizza.

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Di Matteo B. (del 18/01/2006 @ 06:24:54, in Marketing, linkato 1804 volte)
In questi giorni si è parlato molto dell’utilizzo dell’email in ambito professionale: una ricerca realizzata da Dynamic Market mostra come la posta elettronica incida pesantemente sulla psicologia di molti utenti, creando una sorta di dipendenza.

Oltre la metà del 1.700 utenti intervistati ha dichiarato di essere, in maniera più o meno frenetica, dipendente dalla lettura delle proprie email, con un quinto del campione che confessa di farne un utilizzo quasi maniacale. Il 6% delle persone coinvolte nel sondaggio ha dichiarato invece di sentirsi sopraffatto dal bombardamento quotidiano di messaggi, al punto da fare fatica a gestire la mole di informazioni ricevute.

Alla base di questo studio c’è un aspetto molto interessante: nell’ultimo anno quasi la totalità delle imprese coinvolte nel sondaggio ha rilevato un aumento del 47% il numero di email gestite. Questo determina un assorbimento di almeno due ore lavorative al giorno per il 52% dei dipendenti tra lettura e invio di messaggi, che arriva a sfiorare le quattro ore per il 15% del campione.

L'invio di email è tradizionalmente considerato un importante strumento di marketing da molte aziende, che lo utilizzano, oltre che per presentare i propri prodotti e servizi, per mantenere i contatti con clienti e prospect.

L’overdose di messaggi che ci si vede giornalmente recapitati, come dimostrato da questi dati, mette però seriamente a rischio una campagna di marketing basata sulla posta elettronica, che rischia di venire cancellata o semplicemente ignorata per mancanza di tempo del destinatario

Occorre quindi riuscire a creare una vera e propria strategia di email marketing, evitando attentamente di tempestare il destinatario di messaggi non richiesti stabilendo invece una comunicazione interattiva e bidirezionale.

L’email è un potente strumento di marketing, ma richiede una metodologia e un approccio dedicati, senza cadere nella tentazione di trasferire su questo mezzo le stesse tecniche e regole utilizzate per altri canali.

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Di M. Ferrero (del 17/01/2006 @ 07:09:25, in Marketing, linkato 2841 volte)
Una delle prossime sfide che attendono la telefonia potrebbe essere la convergenza fisso-mobile. Se Telecom e TIM, come recentemente presentato anche attraverso gli spot, intendono sfruttare questa sinergia i loro concorrenti non hanno intenzione di rimanere alla finestra a guardare.

Vodafone e Fastweb, secondo alcune attendibili indiscrezioni, starebbero esaminando la possibilità di stipulare un accordo commerciale per offrire tariffe particolarmente concorrenziali per abbassare il costo delle chiamate fisso-mobile. Inizialmente questo accordo sarebbe limitato all’utenza professionale, ma è prevedibile, nel caso si riveli un scelta azzeccata, la sua estensione anche al mercato consumer.

Fastweb però, sempre secondo questi rumors, avrebbe intenzione di non limitarsi solo a Vodafone per stringere alleanze, ma starebbe valutando la possibilità di coinvolgere anche gli altri operatori mobili, in modo da rendere la propria offerta più competitiva. L’azienda è anche interessata a diventare operatore mobile virtuale, così come già dichiarato da Tele2 ed Albacom, cosa che però non potrà avvenire prima del 2007 a causa di un vincolo legato alla concessione delle licenze UMTS.

Il problema della convergenza tra fisso e mobile sembra quindi interessare progressivamente tutti i principali operatori di mercato, a riprova del fatto che c’è una forte tendenza al consolidamento in atto. Se da un alto i cellulari diventano sempre più versatili, ricchi di funzioni e multimediali dall’altro il traffico voce, soprattutto business, spinge per un abbassamento delle tariffe spingendo quindi i vari player a cercare di essere maggiormente competitivi stringendo nuove e importanti alleanze.
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Di Max Da Via' (del 16/01/2006 @ 06:36:13, in Marketing, linkato 2741 volte)
L’Islanda vanta il primato europeo nell’uso delle carte di credito: bel il 70% delle spese sono fatte tramite moneta elettronica. Questi numeri sono però molto diversi dal resto d’Europa, dove l’utilizzo del contante è ancora molto diffuso, in particolar modo per le spese più piccole. Tra i dove le banconote sono maggiormente utilizzate spiccano Italia e Spagna (80% dei pagamenti effettuati) e Germania (73%).

L’ambizioso obiettivo di Visa Europe per il prossimo futuro è quello convincere i consumatori europei ad un maggiore utilizzo della carta di credito, anche per le somme al di sotto dei 15 Euro, dove, salvo rare eccezioni, è il contante lo strumento di pagamento di gran lunga più utilizzato.

Le basse percentuali di utilizzo mostrano infatti notevoli spazi di crescita, a patto di riuscire a cambiare le radicate abitudini di spesa di moti consumatori. Proprio per vincere questa scarsa propensione all’utilizzo degli strumenti di pagamento elettronici Visa ha varato lo scorso 8 gennaio una massiccia campagna pubblicitaria, caratterizzata dal claim “Love Every Day”.

Rivolta prevalentemente alla clientela consumer è portata avanti contemporaneamente in 21 Paesi e prevede un utilizzo coordinato di diversi media (tv, stampa, web e punti vendita), con una particolare attenzione alla cartellonistica nelle aree di maggiore affluenza come metropolitane, piazze e ipermercati.

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Di Max Da Via' (del 15/01/2006 @ 09:19:49, in Brand, linkato 3729 volte)
Alcune aziende hanno un marchio così forte da essere entrate nella vita di molte persone, che diventano testimonial più o meno consapevoli del loro brand.

Non è una fortuna che capiti a molte, ma se vi chiamate Coca Cola, Nike, Marlboro, Harley Davidson o BMW, ad esempio, molti consumatori saranno entusiasti di possedere gadget con il vostro brand, al punto da esibirli con orgoglio a parenti e amici.

Questa influenza del marketing riguarda un po’ tutti: anch’io qualche tempo fa, mentre stavo entrando in sala a vedere un film, mi sono fatto convincere a prendere la confezione maxi di popcorn (che ho strapagato e non sono riuscito a finire) solo per avere in regalo una maglietta rossa con la scritta Coca Cola. Del resto la multinazionale di Atlanta l’anno scorso è stata premiata da Interbrand come il marchio più importante del 2005 e per questo mi sento in parte giustificato.

Evidentemente non sono l’unico ad apprezzare gadget di questo tipo perché ho recentemente scoperto, non senza un certo stupore, che esiste un sito dedicato esclusivamente alla compravendita di prodotto marchiati Coca Cola.

Il sito si chiama Coca Cola Corner e non è legato in alcun modo all’azienda, ma nelle sue pagine sono offerti, spesso a prezzi sorprendenti, oggetti brandizzati: dall’arredo alle stoviglie, è possibile trovare praticamente di tutto.

La cosa interessante è relativa a quanto molti siano disposti a spendere per aggiudicarsi oggetti promozionali di un’azienda, dimostrando un notevole attaccamento al marchio, che è riuscito ad entrare a far parte del loro stile di vita. In questo caso si può veramente parlare di fidelizzazione: clienti come questi sono entusiasti consumatori e testimonial viventi del successo di un brand.


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Di Max Da Via' (del 14/01/2006 @ 08:28:45, in Strategie, linkato 2267 volte)
La gestione di un punto vendita è onerosa e sempre più aziende scelgono di affiancare al tradizionale negozio i canali elettronici, che garantiscono una buona copertura del territorio e costi decisamente inferiori.

Anche un leader di mercato come Blockbuster, che ha fatto la propria fortuna anche grazie alla capillare presenza di punti vendita accoglienti e facilmente riconoscibili, comincia a interessarsi in maniera crescente a internet come canale distributivo.

Una delle caratteristiche di molti negozi Blockbuster, che li differenzia dagli altri videonoleggi, è però la nutrita presenza di prodotti, alimentari in prima fila, che sono venduti come possibile abbinamento al film. Popcorn da microonde, pizze surgelate, ettolitri di Coca Cola e gelati Häagen-Dazs sono infatti solo la punta dell’iceberg dei prodotti che è possibile trovare, proposti a prezzo non certo da supermercato. In aggiunta ai ricavi derivanti dal noleggio la vendita di questi prodotti costituisce un utile integrazione, ma non tale evidentemente da rendere il punto vendita insostituibile.

Ad una conferenza di analisti di Citigroup a Phoenix, John Antioco, amministratore delegato della catena di videonoleggio, ha annunciato che per il mercato americano le maggiori aspettative di sviluppo sono proprio legate al canale elettronico, mentre il numero di negozi verrà progressivamente ridotto.


Il cliente che noleggia via internet è evidentemente più redditizio per l’azienda, che punta ad una forte riduzione delle spese generali e amministrative, tanto da essere al centro delle future strategie di espansione. Gli utenti di Blockbuster Online sono comunque poco più di un milione, mentre il concorrente Netflix negli ultimi diciotto mesi ha incrementato sensibilmente il numero di utenti iscritti al servizio, che adesso oscillano attorno ai 4 milioni.

Il servizio Online di Blockbuster consente di scegliere da un catalogo di oltre 40.000 titoli e spazia dalle ultime novità ai classici. Il funzionamento è piuttosto semplice e simile a quanto avviene per altri videonoleggi on-line: i film selezionati vengono inviati direttamente presso il proprio domicilio nel giro di tre giorni lavorativi al massimo. All’interno del pacco sono anche presenti buste prepagate da utilizzare per restituire i DVD, sempre tramite posta.

Ma quali possono essere, oltre ai già citati costi gestionali inferiori, i motivi determinano il successo del videonoleggio sul canale elettronico?

Da una parte probabilmente la maggiore comodità per gli utenti, che ricevono i film selezionati direttamente a casa, senza fare code e soprattutto senza la necessità di dover poi tornare in negozio per restituire il DVD.

Un secondo motivo è legato ai costi inferiori di questa soluzione: parte del risparmio del noleggiatore, che non deve più pagare tutti i costi legati del punto vendita, viene ribaltato sul prezzo del servizio, che diventa più competitivo. Del resto basta pensare a come tutti i video-noleggi stiano progressivamente diventando self-service, con tariffe sempre più economiche rispetto al negozio tradizionale.

Il terzo deriva dalla maggiore disponibilità di titoli tra i quali scegliere: difficilmente un negozio per quanto grande può vantare un catalogo di 40.000 titoli.

Vedremo quindi se questa strategia di puntare in misura crescente su internet darà i frutti sperati, e riuscirà a garantire una maggiore redditività all’azienda. Del resto questo potrebbe anche solo essere il primo passo di una strategia di più ampio respiro: con la crescente diffusione di collegamenti veloci al web e la presenza in molte case di media center e pc con monitor in grado di rivaleggiare con la televisione, un domani la fornitura di film potrebbe essere fatta addirittura in streaming, cancellando anche l’unica seccatura del noleggio on-line così come è concepito attualmente, cioè l’attesa del recapito dei film via posta.

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