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Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
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\\ : Storico (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Jacopo Gonzales (del 09/10/2005 @ 21:10:36, in Strategie, linkato 1610 volte)

Via Reuters la notizia che Time Warner e Microsoft hanno ripreso i colloqui relativi a una alleanza tra le loro unità Internet, America Online e MSN.

Le due società sono interessate a combinare i contenuti Web di Aol con la tecnologia relativa ai motori di ricerca di Microsoft.

I colloqui sono iniziati quest'anno, ma si sono bloccati alla fine dell'estate su diversi punti, compresi problemi tecnici e questioni relative al controllo. Molti ostacoli restano ancora da superare prima di un accordo, scrive il giornale, citando persone vicine alla trattativa.

Una fonte ha detto che se un accordo non sarà raggiunto entro l'anno, probabilmente salterà del tutto.

Time Warner sta discutendo anche con altre società interessate ad una partnership con Aol, scrive ancora il quotidiano.

Né Microsoft né Time Warner hanno commentato per il momento.

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Di Eli (del 09/10/2005 @ 09:29:42, in Pubblicità, linkato 2271 volte)
I designer della Citroen sono convinti che il nuovo il restyling della Citroen C3 la renda perfetta per passare giornate felici. A testimoniare questo concetto è stato chiamato il 59enne Henry Winkler (Fonzie) che ha diretto il nuovo spot della casa francese, utilizzando come testimonial i protagonisti della celebre serie televisiva “Happy Days”. Le immagini di Fonzie, dei coniugi Cunningham, di Joanie, Poesie, Ralph e Al e sono state scelte utilizzando le pellicole originali di "Happy Days" per poi essere combinate con il nuovo filmato realizzato con la C3.

Continua quindi la strategia della Citroen di fare leva su un pubblico di 30enni, richiamando alla mente ricordi sopiti. Vi ricordate la C4 Transformer che ballava citata in qualche vecchio commento? Adesso tocca a Fonzie e compagni. Che stia per tornare anche l’A-Team?
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Di Jacopo Gonzales (del 08/10/2005 @ 09:20:09, in Advertising, linkato 6337 volte)

Vi propongo un esempio di advertising della Smart (Sud Africa), realizzato da The Jupiter Drawing Room che mi ha molto colpito per la sua immediatezza e per il fatto che ha la capacità di integrarsi con i tempi che corrono.

Dovrebbero mandarla probabilmente anche in Italia, visto il caro benzina.

So che molti (tipo Federico) ritengono sbagliato il concept per due ordini di motivi:

1) siamo in un periodo di crisi

2)visto che non hai soldi per comprarti una macchina vera, allora comprati una smart

A me è piaciuta che vi devo dire...giudicate un po' voi...

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Di Eli (del 07/10/2005 @ 20:14:00, in Pubblicità, linkato 1822 volte)
Sul sito di Cartoon Network, in occasione del lancio del film “La Fabbrica di Cioccolato”, è stato lanciato un concorso a premi. Nei panni di Charlie, il bambino protagonista del film, occorre raccogliere i dolci buoni, evitando quelli cattivi. Se si riesce a finire nel tempo prestabilito, lasciando il proprio indirizzo email, è possibile partecipare all’estrazione di premi sponsorizzati dal film, come cappellini e magliette.

Dal sito è inoltre possibile scaricare gli sfondi per il desktop, screensaver animati e e-card, tutti a tema.
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Di Max Da Via' (del 07/10/2005 @ 07:53:05, in Pubblicità, linkato 2424 volte)
In queste pagine qualche tempo fa abbiamo parlato della campagna di Toscani per Ra-re. La ditta di abbigliamento maschile aveva commissionato a Toscani una campagna pubblicitaria, che sin dalla sua prima uscita ha creato non poco scalpore alimentando un articolato dibattito sia tra gli addetti ai lavori che tra il pubblico.
In seguito alle numerose proteste da parte dei cittadini è intervenuto il Comitato di controllo dell'Istituto dell'autodisciplina pubblicitaria (Iap) ha bloccato l’affissione di nuovi manifesti, scatenando le ire di Oliviero Toscani. I cartelloni già esposti ai primi di settembre possono quindi restare, ma la Ra-re non ne potrà esporre di nuovi.
“L'ostentazione volgare e provocatoria di situazioni legate all'intimità sessuale – è stato scritto - porta la comunicazione a scadere in una inaccettabile lesione della sensibilità del pubblico”. (…)
“Lungi dal volere stimolare un serio e corretto approccio al tema della parità i messaggi mirano unicamente a colpire l'attenzione del pubblico ad ogni costo, turbandone la sensibilità attraverso rappresentazioni volgari tout court”.
In un’intervista rilasciata al Corriere Toscani esprime il suo punto di vista sulla faccenda: “Sa perché ce l'hanno con me? I clienti delle agenzie di pubblicità si lamentano: come mai Toscani fa una foto e ne parlano tutti e voi ci fate spendere miliardi? E poi le agenzie si vendicano con me”.

Non mi ritengo un amante della censura, e anzi sostengo la libertà di manifestazione artistica, purché non risulti offensiva o lesiva per gli altri. D’altro canto non apprezzo nemmeno la provocazione fine a se stessa o come “scorciatoia” per ottenere clamore e attenzione senza doversi spremere troppo le meningi nell’inventare qualcosa che colpisca per l’originalità o la fantasia.
In questi giorni oltre alla pubblicità Ra-re anche quella della Playstation ha fatto moto discutere. Ambedue a mio modo di vedere erano finalizzate, attraverso sentieri diversi, a dare “un pugno” nello stomaco a chi le vedeva, facendo leva una sul pudore e l’altra sul sentimento religioso.
Ma conviene a un’azienda committente sollevare clamore con questi mezzi? Sicuramente si ottiene un grande (e fugace) riscontro in termini di visibilità, ma con quale percezione? L’immagine ne guadagna? Secondo me no.
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Di Jacopo Gonzales (del 06/10/2005 @ 16:39:43, in Internet, linkato 1979 volte)
L’informazione online deve essere gratuita. Probabilmente questo è un pensiero che non appartiene piu’ a molti navigatori internet, dal momento che sempre più persone pagano per i contenuti online, come dimostrato da uno studio condotto da Jupiter Research dal nome: "Paid Content and Services Forecast 2005-2010".

Questo studio ha evidenziato come 2/3 degli utenti internet adulti siano ancora restii a pagare il content per evitare la pubblicità online. Vero anche che circa il 31% dei soggetti che hanno preso parte al sondaggio, riferisce di aver pagato per alcuni tipi di contenuti online, con una percentuale di crescita del 5% rispetto allo scorso anno.

Secondo una previsione della Jupiter Research la spesa per il paid content raggiungerà la cifra di 3.8 miliardi di dollari quest’anno, per raggiungere quota 8.9 miliardi di dollari nel 2010.

Escludendo giochi e musica però il trend di crescita non e’ così incoraggiante dal momento che la spesa per content “generico” salirà dai 2.1 miliardi di dollari a 3 miliardi di dollari nel 2010.

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Di Matteo B. (del 06/10/2005 @ 12:48:03, in Internet, linkato 1791 volte)

Direttamente da Mytech un aggiornamento su Yahoo!, che è stata contagiata dall’iperattività di Google.
(…) Di oggi è la notizia dell'acquisizione di Upcoming.org, un sito di "social calendaring".
Sono gli utenti a inserire e condividere le date e i luoghi di eventi in aree geografiche specifiche (soprattutto, almeno per ora, negli Usa).
Il calendario personalizzato può essere anche inserito nel proprio sito/blog. Naturalmente, Upcoming.org usa i tag per classificare gli eventi.
Dopo Flickr e dopo l'iniziativa di Yahoo 360°, Yahoo estende la sua rete di iniziative di social network; contemporaneamente rafforza l'impegno nel local search e nell'offerta di contenuti Internet localizzati. Ambito nel quale anche Google e Msn sono lanciatissime. (…)

Il mondo dei motori di ricerca è quindi in continuo fermento, e marcia al ritmo di un’acquisizione al giorno o quasi. Yahoo! arricchisce la propria offerta di contenuti, ma sarà sufficiente a contrastare i ragazzacci di Mountain View?
Qui potete trovare l’acquisizione come è stata motivata nel blog di Yahoo!

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Di Eli (del 06/10/2005 @ 07:56:50, in Internet, linkato 1872 volte)
Entro fine Ottobre ci dovrebbe essere l’atteso debutto del Portale Nazionale del Turismo www.italia.it che ha come il divario creatosi con gli altri Paesi che, avendo recepito prima di noi l'importanza della Rete per orientare i flussi turistici, hanno da tempo un portale turistico nazionale.
Il portale si configurerà come una nazionale, in grado di informare e promuovere l’offerta italiana ne mondo, offrendo eventualmente la possibilità di prenotare alcune strutture.
Inizialmente saranno messe on-line le prime 10.000 pagine in quattro lingue (italiano, tedesco, inglese e francese) entro fine ottobre-inizio novembre e tra la fine dell'anno e l'inizio del 2006 anche in cinese, russo e spagnolo per un totale di 40-50.000 pagine.
Desta stupore il costo dell’iniziativa, che avrà un costo stimato di 45 milioni di Euro,20 per lo sviluppo del portale e 25 per azioni di cofinanziamento sui contenuti digitali.
Stanca ha riconosciuto che oltre la metà dei 200 milioni di “'navigatori” europei consulta abitualmente i siti turistici nella preparazione di un viaggio e che turismo e viaggi sono la prima voce dell’e-Commerce mondiale, con una incidenza del 30% nel valore complessivo delle transazioni on-line ed una crescita stimata tra il 25 ed il 30% l'anno, mentre in Italia il 90% delle strutture ricettive non sono ancora accessibili attraverso i principali circuiti telematici internazionali di promozione e distribuzione.

Meglio tardi che mai direbbe qualcuno, l’Italia infatti è precipitata al quinto posto nella classifica delle destinazioni turistiche, dopo Stati Uniti, Francia, Spagna, Cina. Moltissime nazioni offrono da tempo questo tipo di servizio, pur senza avere a disposizione la ricchezza artistica e naturale dell’Italia. Il costo preventivato è decisamente alto rispetto al progetto. Speriamo di non dover assistere ai soliti sprechi, oltre agli inevitabili ritardi.
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Di Max Da Via' (del 05/10/2005 @ 08:12:44, in Strategie, linkato 1941 volte)
eBay ha acquistato Skype; Microsoft annuncia la prossima espansione di Outlook verso la telefonia su IP, acquista Teleo, un fornitore di telefonia IP p2p, e parla di merger dei servizi online MSN con AOL posseduta da Time Warner. Google già da tempo ha lanciato Google Talk, un’applicazione di instant messaging aperta alla telefonia p2p.
Tempi duri insomma per le compagnie telefoniche, che vedono il proprio mercato e soprattutto i propri ricavi minacciati dall’affermazione del VoIP.
Questo fenomeno comincia ad essere tenuto d’occhio anche dagli operatori di telefonia mobile: proprio in questi giorni Vodafone ha dichiarato che difficilmente ci potranno essere delle strategie a lungo termine per bloccare nuove tecnologie come i servizi di telefonia gratuita via Internet dai cellulari. Di conseguenza, invece di combattere la battaglia a suon di barricare il colosso delle telecomunicazioni mobili ha annunciato che ritiene fondamentale essere competitivi sui costi.
IPdrum e altre applicazioni, del resto, hanno mostrato Skype è già utilizzabile anche tramite i cellulari.

Come consumatori non possiamo che rallegrarci di queste prese di coscienza, soprattutto in mercato dive gli operatori si sono sempre ben guardati dal farsi una vera guerra di prezzi, creando invece una giungla di tariffe il cui unico punto in comune è spesso la scarsa trasparenza, garantendosi allo stesso tempo margini più che consistenti.
Qualcosa sta già cambiando nella telefonia fissa, stiamo per assistere a una rivoluzione anche nel mobile?
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Di Matteo B. (del 04/10/2005 @ 20:55:07, in Internet, linkato 2292 volte)
Leggo su Macity un articolo che mette in discussione il sistema di royalty di iTunes. La cosa mi colpisce ancora di più perché proprio oggi ho visto una statistica dove si riportava che nel 2005 le vendite globali di musica digitale (via internet o cellulare) sono più che triplicate, riuscendo quasi a compensare il calo registrato nelle vendite su supporti tradizionali.

Al MMF - Music Managers Forum di Manchester si è discusso di iTunes ma soprattutto delle royalty che spettano agli artisti e ai loro manager per ogni brano venduto online dal negozio di musica digitale dominante.
I musicisti ricevono da Apple 4,5 pence (circa 7 centesimi di euro) per ogni canzone venduta attraverso iTunes, ovvero il 6% del valore commerciale in UK (79 pence), da ogni disco fisicamente venduto nei canali tradizionali gli interpreti incassano 35 pence (circa 50 centesimi di euro) ovvero il 12% di 3 sterline. (…)
Un musicista dovrebbe riuscire a vendere musica per 1,5 milioni di brani digitali prima di racimolare del profitto, tolti tutti i vari costi.
I manager dei musicisti non sembano particolarmente felici del fatto che i gestori dei negozi online di musica digitale abbiano assunto una rilevanza tale da riuscire a stabilire il guadagno della controparte.
La proposta che viene da chi crea la musica è di rialzare al 12% del prezzo il loro guadagno, acconsentendo anche che per un periodo di incoraggiamento iniziale (2 anni) la percentuale resti a 8. Il BPI - British Phonographic Institute ritiene che il 6,5% del prezzo sia il giusto guadagno per i musicisti.

Siamo già alla messa in discussione di un nuovo modello di distribuzione che sembrava aver messo d’accorti utenti e major discografiche?
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