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 mymarketing.it: e tu cosa ne pensi?... di Admin
 
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Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
"
 
\\ : Storico (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Jacopo Gonzales (del 03/10/2005 @ 20:45:46, in Viral Marketing, linkato 1851 volte)
Vi ripropongo un post interessante di Seth Godin in merito al marketing virale (probabilmente la piu' difficile da applicare tra le tecniche marketing), e più nello specifico, cosa rende virale un'idea:

No one "sends" an idea unless:
a. they understand it
b. they want it to spread
c. they believe that spreading it will enhance their power (reputation, income, friendships) or their peace of mind
d. the effort necessary to send the idea is less than the benefits


No one "gets" an idea unless:
a. the first impression demands further investigation
b. they already understand the foundation ideas necessary to get the new idea
c. they trust or respect the sender enough to invest the time

This explains why online ideas spread so fast but why they're often shallow. Nietzsche is hard to understand and risky to spread, so it moves slowly among people willing to invest the time. Numa Numa, on the other hand, spread like a toxic waste spill because it was so transparent, reasonably funny and easy to share.

Notice that ideas never spread because they are important to the originator.

Notice too that a key dynamic in the spread of the idea is the capsule that contains it. If it's easy to swallow, tempting and complete, it's a lot more likely to get a good start.

But that doesn't mean that there's no role for mystery or ideas that unfold over time. In fact, the unmeasurable variable here is style. Howard Dean's ideas spread at the beginning--not because of the economic ramifications of his immigration policy, but because of the factors above. The way they were presented fit into the worldview of those that spread them.

A key element in the spread of ideas is their visual element. iPods and visual styles spread faster in the real world than ephemeral concepts. Pictures and short jokes spread faster online because the investment necessary to figure out if they're worth spreading is so tiny.

And of course, plenty of bad ideas spread. Panic, for instance, is a superbad idea at all times, but it spreads faster than most. That's because spreading an idea is rarely a thoughtful, voluntary act. Instead, it is near the core of who we are, and we often do it without thinking much about the implications.
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Di Alessandro Figus (del 03/10/2005 @ 15:56:32, in Prodotti, linkato 3583 volte)
Nasce da un'idea di Nicholas Negroponte ed è un laptop destinato a paesi come Cina, India, Brasile, Sud Africa, Egitto, Tailandia, etc. L'obiettivo del progetto "One laptop per child" è quello di dotare il maggior numero di bambini di questi economici laptop ed iniziare ad istruire, informaticamente parlando, la stragrande maggioranza del globo che ancora non ha mai visto qualcosa che assomigli ad un pc.
Le prerogative per la costruzione dei laptop sono state l'indistruttibilità e la riduzione al minimo del fabbisogno energetico, quest'ultima permessa dall'utilizzo di un leggerissimo sistema operativo Linux RedHat, appositamente modificato per le scarse risorse hardware, dall'ideazione di una manovella che ne consente il funzionamento in situazioni di emergenza, dalla sostituzone dell' hard disk con memorie flash e da una risoluzione grafica molto imperfetta che può essere utilizzata anche in modalità black and white. Altre specifiche del processore sono 1MHz, 1GB e 1 Megapixel, quattro porte USB, connettività Wi-Fi e monitor LCD.
La sua commercializzazione non sarà destinata direttamente ai consumatori ma si rivolgerà invece ai Ministeri dell'Educazione di ogni Stato i quali provvederanno a munire gli studenti( e quindi anche le loro famiglie) di questi laptop. L'iniziativa è pregevole anche se in alcuni di questi paesi le preoccupazioni sono ben più gravi della mancanza di conoscenze informatiche, anzi questa non è che la più superficiale tra le conseguenze dei problemi che da tempo affliggono milioni di persone. Dopotutto però Negroponte non ha grandi colpe in tutto questo anzi ha comunque il merito di aver mosso almeno un dito verso chi è meno fortunato.
http://laptop.media.mit.edu/
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Di Matteo B. (del 03/10/2005 @ 07:28:30, in Internet, linkato 1606 volte)
Qualche giorno fa avevo parlato di rumors attorno ad un nuove servizio di Google per l’offerta di accessi wireless, denominato fantasiosamente Google WiFi. Oggi leggo che Google Inc. ha proposto servizi wireless per Internet gratuiti in tutta la città di San Francisco. Si tratterebbe di un’offerta per testare i servizi Internet locali via Wi-Fi, la tecnologia wireless a corto raggi, e, per fare le cose in grande, sarebbe stata estesa all’intera città.Il costo dell’operazione, secondo quanto riportato da un portavoce di Google, sarebbe interamente finanziato proprio dall’ advertising online.

Ma perché Google dovrebbe interessarsi di servizi Wi-Fi? Innanzitutto per raccogliere ancora più dati sugli utenti. Nella sezione Privacy di Google Secure Access c’è scritto chiaramente che “il traffico fatto dagli utenti tramite questo programma sarà in qualche modo tracciato e diventerà materia di analisi da parte di Google” in modo da poter migliorare il servizio. Nonostante ufficialmente Google affermi di non volere diventare Wi-Fi provider il sospetto è legittimo, altrimenti perché dedicate tante risorse a questo progetto?
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Di Eli (del 02/10/2005 @ 12:48:51, in Viral Marketing, linkato 2178 volte)
Sono rimasta positivamente stupidita dal nuovo sito dell'Ikea, che presenta una serie di nuovi prodotti di design in maniera non convenzionale, puntando sull'elemento del gioco.
Anche in questo caso si tratta di una sperimentazione: 28 designer hanno studiato nuovi materiali e i loro possibili utilizzi non convenzionali, proponendo una serie di soluzioni originali e innovative.

Questa domanda è l'elemento ricorrente del nuovo stile di comunicazione Ikea: E se le idee più audaci portassero alle soluzioni migliori? Per rispondere a questa domanda non resta che dare un'occhiata di persona alle proposte presentate.
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Di Max Da Via' (del 01/10/2005 @ 08:29:35, in Strategie, linkato 1946 volte)
Su molti giornali recentemente si è parlato di telefonia e di come il Voip potrebbe modificare l’attuale panorama competitivo, che in Italia per certi versi è più vicino ad un oligopolio che alla concorrenza perfetta.
L’aspetto fondamentale legato a questa tecnologia sono i risparmi, che possono arrivare all’80%, soprattutto nel caso di chiamate internazionali. Proprio per questo motivo molte compagnie telefoniche tradizionali sono sul piede di guerra, e si preparano al contrattacco.
British Telecom, una delle prime a dare il buon esempio, ha lanciato proprio in questi giorni una campagna promozionale sul VoIP a prezzi più concorrenziali di quelli praticati da Skype.
Dal prossimo 31 dicembre, infatti, tutte le chiamate verso le 30 destinazioni internazionali di maggiore utilizzo costeranno 5 pence al minuto. Per fare un paragone con l’offerta di Skype un’ora di telefonata verso un numero fisso USA, che costa 72 pence con Skype, avrà un prezzo di 30 pence.
Anche in questo caso occorre scaricare un programma dedicato, che si chiama BT Communicator, e, trattandosi di un’iniziativa della British Telecom, consente l’addebito direttamente in bolletta senza dover ricorrere ai crediti prepagati di Skype. Questo software stato scaricato da 2,5 milioni di persone dal suo lancio, avvenuto due anni fa, e conta oltre 60.000 utenti.
Ul ulteriore vantaggio della proposta targata British Telecom è quello di offrire tramite BT Communicator la possibilità di effettuare chiamate attraverso una rete di ben 7.800 punti WiFi, senza spesa d'accesso e senza costo supplementare al minuto.

E’ molto probabile che l’esempio di British Telecom possa a breve essere seguito, seppure a malincuore, da altre compagnie. L’offerta di Skype infatti è decisamente competitiva, ed è attualmente utilizzata da oltre 56 milioni di utenti con una media di 180.000 nuovi iscritti ogni giorno.
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Di Matteo B. (del 30/09/2005 @ 08:12:00, in Pubblicità, linkato 2277 volte)
Questa volta la Sony l’ha combinata grossa, e la pubblicità per il decennale della Playstation sembra abbia superato il limite, attirando un coro unanime di proteste da parte di esponenti politici e rappresentanti della Chiesa.
Reazione completamente opposta da parte del mondo dei pubblicitari, che in buona parte ha lodato lodano la qualità della campagna Playstation.
Tra le tante voci che si sono levate a difesa di questa scelta spicca il parere di Lorenzo Marini, noto pubblicitario, che dice testualmente“Per attrarre l'attenzione dei giovani il linguaggio deve essere per forza più trasgressivo di quello utilizzato per un prodotto per over 60enni”, se bisogna stare sempre attenti a non valicare il confine tra provocazione e buon gusto.

Ma è veramente necessaria la provocazione ad ogni costo? Recentemente, proprio in queste pagine, avevamo parlato della campagna RA-RE, altra scelta di dubbio gusto. Tutti noi abbiamo ben presente l’importanza del marketing e del riuscire ad attirare l’attenzione di un target bombardato giornalmente da migliaia di messaggi…

A volte la provocazione non è una facile scorciatoia per supplire alla mancanza di creatività?
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Di Alessandro Figus (del 29/09/2005 @ 20:04:02, in Internet, linkato 2229 volte)

Ad Alex, 21 anni, serviva un'idea che potesse dargli una mano a finanziarsi le spese univrsitarie ed iniziò così a pensarci su, finchè una trovata a dir poco originale non gli balenò per la testa.

Qualche giorno fa Alex ha aperto un sito sulla cui homepage c'è solamente una griglia. Questa griglia è composta da un milione di pixel messi tutti in vendita ad un dollaro l'uno e se mai un giorno verranno acquistati tutti Alex avrà guadagnato un milione di dollari.

Le società acquistano quante celle vogliono e si pubblicizzano grazie al logo che decidono di apporvi sopra. Cliccando sulla cella si arriva direttamente sul sito dello sponsor. Alcuni hanno comprato un solo riquadro che per quanto è piccolo può riportare giusto un carattere, un segno, al massimo una bandiera. Ma che visibilità può assicurare questo strumento pubblicitario? Il sito non offre servizi e probabilmente ciò che può spingere l'utenza a visitarlo è solo la curiosità di capire che tipo di trovata è questa; ma quando cesserà di essere una novità? Personalmente mi sono domandato chi potesse essere realmente interessato ad investire anche poche centinaia di dollari in una pubblicità del genere, al che ho potuto constatare che in pochi giorni Alex ha venduto in tutto il mondo ben 197.700 pixel, per un valore di 197.700 $. Speriamo che il povero Alex risca a pagarsi quste tasse universitarie che devono essere veramente molto care...

www.milliondollarhomepage.com

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Di Jacopo Gonzales (del 29/09/2005 @ 19:26:28, in Internet, linkato 2376 volte)

Una interessante notizia che viene pubblicata quest'oggi sia da Forbes che da Red Herring in riferimento ad una collaborazione attiva tra Google e niente di meno che la NASA:

La società di ricerca su Internet Google ha annunciato di progettare una collaborazione con l'agenzia spaziale americana Nasa per la ricerca spaziale e per la costruzione di una nuova sede all'interno del centro di ricerca dell'agenzia nel cuore della Silicon Valley. Google e la National Aeronautical and Space Administration (NASA) hanno affermato di avere in programma una collaborazione su progetti di ricerca come la gestione di dati su larga scala, la nanotecnologia, esperimenti di informatica collettiva. Quest'ultimo consiste nello sfruttare, attraverso Internet, le potenzialità di migliaia o milioni di computer mentre i loro proprietari non li stanno usando, per progetti di ricerca su larga scala. Il direttore del Centro Ames della NASA G. Scott Hubbard ha detto in un comunicato che la partnership pubblica-privata offre "un'enorme gamma di potenziali benefici al programma spaziale". L'operazione prevede che Google costruisca una nuova sede all'interno del Parco di Ricerca della Nasa di Moffett Field, un'ex base aerea circondata da migliaia di società high-tech nel cuore della Silicon Valley. La superficie totale è circa il doppio di quella dell'attuale quartier generale della società nella vicina città di Mountain View, in California, dove Google si è trasferita un paio di anni fa.

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Di Eli (del 29/09/2005 @ 13:41:52, in Internet, linkato 2125 volte)

Sono sempre di più le aziende che utilizzano eBay per promuovere il proprio brand con iniziative promozionali. La pluricitata (in questi ultimi post) Coca Cola ha recentemente messo all'asta esclusive bottiglie e altri oggetti ideati dal designer Chris Aire e ispirati alla nuova Coca Cola Zero, ideati dal designer Chris Aire, creando un certo clima di attesa attorno a questo nuovo prodotto. La 20th Century Fox in occasione dell’uscita nelle sale di I, Robot aveva messo in vendita su eBay un merchandising, vario, tra cui una giacca di pelle autografata da Will Smith alla modica somma di 4.600 dollari, promuovendo efficacemente il film in questione.
Recentemente inoltre una catena di fast food americana,Wendy, ha messo all’asta il pupazzo protagonista di uno spot televisivo di successo, incassato 1.700 dollari donati poi in beneficenza.

Il grande successo e utilizzo di eBay può quindi servire da “traino” per i propri prodotti o si tratta di episodi isolati e sporadici? In ogni caso sempre più spesso oggetti stravaganti messi all’asta sul sito fanno notizia in tutto il mondo.

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Di Max Da Via' (del 29/09/2005 @ 08:04:39, in Marketing, linkato 2026 volte)

Da sabato primo ottobre fino al 31 in 290 punti vendita Auchan, Sma e Cityper sarà in vendita il biglietto “Viaggia quanto vuoi”, a un prezzo fisso di 19 euro con una durata di 24 ore dal momento della convalida.

Già da tempo Trenitalia cerca di rendere più flessibile questo mezzo di trasporto, tramite numerose promozioni che vengono proposte periodicamente. E i risultati sembrano dare incoraggianti: oltre 600.000 sono i viaggiatori che hanno approfittato dell’offerta low cost di Ferragosto e di una serie di biglietti in promozione. Nel periodo giugno - metà settembre sono stati circa 650mila i passeggeri in più su Intercity, Eurostar, e Notte rispetto allo stesso periodo 2004.
L’iniziativa di vendere i biglietti del treno nei supermercati non è una novità in Europa. La Germania ha già sperimentato questa formula, con risultati incoraggianti.

Trenitalia tramite questa iniziativa cerca di rendere sempre più flessibile e “customer friendly” la propria offerta, raggiungendo l’utente in luoghi “non convenzionali”, offrendo un risparmio sia in termini di costi che di tempo, sfruttando anche l’ampia distribuzione territoriale delle catene coinvolte nella partnership.
Queste ultime arricchiscono sia pure temporaneamente la propria gamma prodotti mettendo a disposizione un servizio utile e di utilizzo diffuso ad un prezzo particolarmente competitivo.

Cosa potrebbe succedere se i risultati superassero le più rosee aspettative? Stiamo di fronte ad una possibile revisione dei canali distributivi utilizzati da Trenitalia? Probabilmente no, anche perché l’offerta può funzionare solo se il prodotto è standardizzato (tariffa unica da 19 Euro indipendentemente dalla destinazione). Difficilmente infatti le casse del supermercato potrebbero gestire l’emissione di un biglietto standard, che presuppone un sistema informativo in grado di dialogare in real time con l’intera infrastruttura ferroviaria.
Quello che potrebbe succedere però è che Trenitalia decida di ricorrere regolarmente a questo canale anche in caso di future promozioni. Quando saremo in coda alla cassa, tra i corn flakes e l’insalata, potremmo avere quindi l’occasione di aggiungere un viaggio al mare.
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