Immagine
  mymarketing.it: il marketing fresco di giornata... di Admin
 
"
Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
"
 
\\ : Storico (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Altri Autori (del 17/09/2013 @ 07:06:36, in Internet, linkato 2028 volte)

Il 98% di chi acquista prodotti di lusso in Italia accede quotidianamente a internet e utilizza più di tre dispositivi, ad esempio computer desktop o portatili, smartphone e tablet. Il 74% consulta invece una fonte sul web prima di decidere l’acquisto di un bene, mentre il 65% si affida ai motori di ricerca.

Sono questi alcuni dei dati che emergono da una ricerca condotta da Google in collaborazione con Ipsos. Dal rapporto L’acquisto di beni di lusso in Italia emerge chiaramente la fiducia riposta nella rete: ci si affida a siti e sistemi per la comparazione dei prezzi ancor prima che mettere le mani su un determinato prodotto in negozio. Il campione analizzato è composto da circa 400 persone proveniente da diversi ogni paese, con un’età compresa tra i 25 e i 65 anni. Due soltanto i parametri di cui si è tenuto conto nella scelta di chi intervistare: un reddito familiare superiore ai 100mila dollari e un acquisto recente con un valore di almeno 2.500 dollari.

In Italia comprano beni di lusso sia uomini che donne, soprattutto nella fascia 30-50 anni, con una situazione finanziaria realizzata autonomamente e una forte propensione per il digitale. Il 75% di questo campione possiede uno smartphone, il 61% un tablet e quasi il 100% un computer, fisso o portatile. Il totale è dunque di 3,4 dispositivi a testa, contro una media nazionale che di due device a persona. Abbigliamento e accessori sono la categoria più ricercata e desiderata preferiti a orologi e gioielli.

Via Quo Media

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 12/09/2013 @ 07:00:39, in Internet, linkato 1648 volte)

Sono stati ben 27 milioni, secondo Audiweb, gli utenti che a luglio 2013 si sono connessi online da pc. Stando ai dati rilevati nel giorno medio si sono connessi circa 12,8 milioni di utenti per una durata media online di circa 1h e 17minuti.
Se si guarda all’aspetto anagrafico poi, si nota come le fasce più giovani continuino ad essere le meno rappresentate. In particolare, rispetto al giorno medio, i giovani compresi nella fascia di età che va dai 18 ai 24 anni rappresentano soltanto il 10% degli utenti online; invece, quelli nella fascia tra i 25 ed i 34 anni rappresentano il 19% degli utenti connessi nel giorno medio.

C’è da dire però, che i giovani hanno tempi di permanenza in rete (e livelli di consumo) più alti rispetto ai più adulti: nel giorno medio i giovani nella fascia 18-24 anni navigano da pc per circa 1h e 32minuti, consultando 143 pagine a persona. Nella fascia 25-34, invece, passano 1h e 26minuti online con 135 pagine viste.
Se si guarda alla fruizione di contenuti video, si rilevano nel mese di luglio 5,4 milioni di utenti che hanno visualizzato almeno un contenuto video online. Le stream views totali sono state 52,2 milioni, ciò comporta un tempo speso a persona nella fruizione di contenuti video pari a 32minuti e 41secondi. Nel giorno medio, hanno visualizzato un video online 655mila utenti: si sono raggiunti gli 1,7 milioni di stream views totali, e ciascun utente nel giorno medio ha fruito contenuti video per 8minuti e 39secondi.

Se si guarda poi ai dati di genere, si nota che la percentuale di uomini connessi da pc è stata superiore a quella delle donne, ma entrambi i generi presentano leggeri tassi di presenza online superiori nelle fasce più giovani.
Infatti, dei 12,8 milioni di utenti connessi nel giorno medio, gli uomini sono stati circa 7milioni mentre le donne 5,7milioni.Tra i 7milioni di uomini, il 36,7% è di età compresa tra i 25 ed i 34 anni, mentre il 35,6% rientra nella fascia tra i 35 ed i 54 anni. Sono simili le percentuali anche per le donne, dove la fascia di età 25-34 rappresenta il 32,4% delle donne online, mentre la fascia di età 35-54 rappresenta il 32%.

Via Tech Economy

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 11/09/2013 @ 07:15:22, in Aziende, linkato 1585 volte)

Twitter ha acquisito MoPub, compagnia specializzata nella pubblicità su dispositivi mobili, per 350 milioni di euro. Si tratta dell’affare più costoso mai portato a termine dal micro-blog, che ora punta a sviluppare un sistema adv che permetta di raggiungere i clienti in tempo reale.

Il passo successivo sarà, con ogni probabilità, la creazione di un servizio di e-commerce ‘live’ che permetta agli utenti di acquistare prodotti riguardanti un evento o trending topic commentato via Twitter, direttamente cliccando sull’annuncio.

L’acquisizione di MoPub è utile anche a rafforzare la piattaforma di vendite di Twitter, in attesa della quotazione in Borsa che dovrebbe avvenire entro la prima metà del 2014.

Via Quo Media

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 04/09/2013 @ 07:14:35, in Internet, linkato 1764 volte)

Groupon Italia ha annunciato una nuova funzione della sua piattaforma per gli acquisti tramite coupon. Il servizio, chiamato Groupon Maps, consente agli utenti di individuare tramite geolocalizzazione le offerte più vicine nella propria città. Ora, la celebre piattaforma per i gruppi d’acquisto online tramite coupon, consentirà ai propri clienti di trovare più facilmente le offerte presenti sul proprio territorio; indicizzate sia attraverso la posizione geografica sia attraverso la categoria dei “deal”.

Dopo anni di difficoltà nel trovare un proprio equilibrio nel modello di business, ora Groupon ha individuato una nuova strategia per potenziarsi, e con nuovi servizi come Groupon Maps punta a fare di se una piattaforma “pull” e non più soltanto “push”. Come ha confermato Giulio Mario Limongelli, International Vice President per il Sud Europa, “Groupon Maps è la conferma di un significativo passo avanti verso la nuova strategia Pull che Groupon sta adottando – come ha poi spiegato Limongelli – Groupon non è più soltanto una piattaforma Push che invia i deal ai clienti tramite newsletter, ma un luogo che permette ai clienti di trovare le migliori offerte in base alla zona in cui vivono o in base al tipo di offerta e categoria di consumo che stanno cercando“.

Il nuovo sistema è semplice e intuitivo: basta solo scegliere la città e cliccare sul pulsante maps, in automatico appariranno le offerte locali ed attraverso un menù a tendina è possibile selezionare la categoria di consumo. Presto sarà disponibile l’aggiornamento anche per l’app iOS, intanto gli utenti possono contare già sulla piena copertura di 500 città principali, ed accanto ad esse, tutte le altre località dove sono presenti offerte Groupon. I vantaggi della geolocalizzazione e le nuove funzioni sono state così illustrate da Limongelli: “Questa nuova funzionalità è attiva su tutte le città italiane in cui Groupon è presente e permetterà ai clienti di trovare quello che desiderano, dove lo desiderano. Inoltre, questa novità offre ancor più visibilità ai nostri partner, ed alle loro offerte sul web“.

Non appena il nuovo servizio Groupon Maps sarà pienamente disponibile via mobile, sarà molto più facile per l’utente esaminare i deal di una specifica zona geografica, e soprattutto sarà possibile applicare contemporaneamente la classica strategia “push”, attraverso la segnalazione di deal immediati a ciascun utente che si trovi in prossimità di un esercizio aderente a Groupon.

Via Techeconomy

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 29/08/2013 @ 07:52:08, in Aziende, linkato 2109 volte)

Si parte con l'euforia di creare una nuova dimora ma poi ci si deve scontrare con la realtà e prendere le misure delle stanze, cercare i mobili, trovare colori consoni, tutto lavorando con il metro e un po' di sana immaginazione. Tutto questo però potrebbe cambiare visto che un colosso come Ikea sta per introdurre la realtà aumentata nelle nostre case.

Insieme al prossimo catalogo la ditta svedese farà uscire un'applicazione che renderà interattiva la scelta dell'arredo. Basterà infatti fare la scansione della pagina in cui è presentato il mobile di nostro interesse con uno smartphone o un tablet per trasformare il catalogo stesso in un divano, una libreria, una poltrona che verranno visualizzati sullo schermo del dispositivo mantenendo intatto l'ambiente, come in una foto.

Spostando il catalogo anche il mobile si muoverà così da provare le diverse combinazioni. Il merito è della realtà aumentata, la tecnologia che permette di aggiungere oggetti virtuali nel mondo reale già testata ampiamente dai videogiochi. Si potrà anche scattare una foto delle diverse combinazioni e condividerle con amici e parenti per conoscere le loro opinioni in merito. L'uscita è prevista per il 25 agosto per tutti i dispositivi Android e iOs ma al lancio conterà solo 90 prodotti tra divani, tavoli, librerie, sedie e letti.

Via Quo Media

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 28/08/2013 @ 07:22:56, in Aziende, linkato 2028 volte)

Addio venti di scontento, Facebook si conferma una delle compagnie più floride non solo di internet, ma dell’intero mercato azionario: la società vale ora più di 100 miliardi di dollari, nuovo massimo storico toccato lunedì 26 agosto alla chiusura di Wall Street, quanto il titolo valeva 41,34 dollari.

Il picco di ventiquattro ore fa riporta il social network in linea con l’altissima quotazione di lancio del 18 maggio 2012, quando all’approdo in Borsa le azioni furono vendute al prezzo di 45 dollari l’una. Una cifra elevatissima, che innescò l’incessante discesa dei mesi successivi, quando il titolo scese anche a 28 dollari. Nell’ultimo semestre, però, la creatura di Mark Zuckerberg è tornata a correre, a Wall Street e non solo.

I bilanci societari scoppiano di salute, con guadagni in forte crescita, ricavi superiori alle attese e un mucchio di investimenti pubblicitari: tra aprile e giugno, Facebook ha registrato utili netti pari a 333 milioni di dollari (contro i 157 milioni del 2012 nello stesso periodo), mentre i ricavi complessivi ammontano a 1,81 miliardi. L’adv vale 1,60 miliardi di dollari ed è in crescita del 41% su base annua. Il sito in blu sta sbancando soprattutto in ambito mobile, con traffico in ascesa dagli smartphone e dai tablet. Facebook vale ancora oro, a dirlo - oggi come non mai - sono i listini di Borsa.

Via Quo Media

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 26/08/2013 @ 07:24:02, in Aziende, linkato 2397 volte)

Google Uber alles e i tedeschi non ce ne vogliano. Google Ventures, la branch di Big G dedita agli investimenti, crede in Uber, il servizio di trasporto privato che – anche in Italia – ha fatto imbestialire i tassisti e che, in diverse città del mondo, ha costretto le autorità comunali a scrivere o riscrivere appositi regolamenti.

É facile ipotizzare che siano almeno due gli elementi capaci di convincere Google Ventures ad investire in un singolo progetto una somma vicina ai 250milioni di dollari dei 300 che ogni anno vengono messi a budget. Il primo è la facilità con cui Uber riesce ad incrementare i propri guadagni (si parla di una crescita mensile del 18%) il secondo è il valore dell'azienda che, round dopo round, è valutata 3,5 miliardi di dollari e accarezza l'idea di affacciarsi alla borsa, forte anche dell'esperienza accumulata da alcuni degli investitori tra i quali spiccano, oltre a Google, anche Menlo Ventures e Goldman Sachs. Abbiamo raggiunto al telefono Benedetta Arese Lucini, General Manager di Uber Italia: ha confermato l'investimento di Google Ventures ma, in assenza di comunicati ufficiali, non ha rilasciato nessun'altra dichiarazione.

Il valore ancora non espresso Lo scorso 18 luglio a New York Uber ha fatto un test travestito da trovata pubblicitaria. Tramite l'applicazione per iPhone, e per un giorno solo, i clienti hanno potuto chiamare un camioncino dei gelati che ha raggiunto così i quartieri che ne hanno fatto richiesta. Uber come Amazon

È facile immaginare che Uber impiegherà i fondi raccolti per ampliare il numero di città coperte e anche la natura dei servizi offerti. Uno di questi può essere la fornitura on demand di prodotti, così come paventato da alcuni analisti che vedono in Uber un notevole potenziale. Gli investimenti per queste metamorfosi sono un altro indizio che rende l'ipotesi IPO meno fantasiosa.

Via IlSole24Ore.com

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Admin (del 12/08/2013 @ 07:56:12, in Social Networks, linkato 1588 volte)
C’è una diretta correlazione tra l’uso di Twitter e l’indice di ascolto di uno show televisivo. E’ quanto risulta da una indagine presentata da Nielsen che ha monitorato l’evoluzione dei tweet relativi a 221 diversi spettacoli, trasmessi sulle reti principali in prima serata, e il trend di ascolti acquisito minuto per minuto nella diretta tv. Il più delle volte non è stata riscontrata una relazione statisticamente significativa tra i due insiemi di dati ma nel 29% dei casi esiste una corrispondenza tra le conversazioni sul social network e un aumento dell’indice di ascolto. Quanto osservato confermerebbe quello che già in molti sospettavano: gli scambi di messaggi su Twitter spingerebbero in alcune occasioni gli utenti ad accendere la televisione e a sintonizzarsi sul programma in onda che costituisce oggetto di dialogo online. Per Ali Rowghani, chief operating officer di Twitter, il rapporto pubblicato convalida il ruolo dei social media come strumento complementare di incremento e coinvolgimento degli spettatori di un emittente televisiva. Via Quo Media
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 08/08/2013 @ 07:44:28, in Social Networks, linkato 2375 volte)

Molte ricerche dimostrano che guardare la tv e utilizzare i social media non sono due azioni che si escludono a vicenda. Anzi, gli utenti sembrano amare postare commenti su Facebook o twittare mentre sono davanti lo schermo della tv. Molti di questi spettatori discutono di ciò che stanno guardando in tempo reale con amici o altri utenti della rete che in quel momento guardano lo stesso programma intavolando spesso conversazioni che continuano per giorni e giorni.

Operatori del settore tv e del marketing televisivo hanno capito di poter utilizzare questa nuova tendenza a loro vantaggio. L’idea non è di competere con i social media ma di usarli in modo che gli show televisivi, eventi e campagne pubblicitarie possano spingere il pubblico a partecipare attivamente ed interagire con il materiale audiovisivo mostrato.

In un nuovo report targato BI Intellingence vengono esaminati i trend più significativi della Social Tv e come la nuova pratica di consumo spinge i broadcaster e gli operatori marketing a ripensare alle loro strategie in chiave social. Dal report emerge innanzitutto come il mercato in cui si gioca questa nuova partita muova ingenti somme di denaro: nel 2012, a livello globale, sono stati spesi 350 miliardi di dollari in spot televisivi. In questo senso, se la Social Tv riuscirà a rendere maggiormente efficace la pubblicità o aiutare i social media a raggiungere parte di quegli investimenti, potrà diventare, secondo i ricercatori, un vero e proprio settore di business autonomo.

La pratica della Social Tv è un’abitudine già consolidata tra il pubblico di tutto il mondo. Gli utenti dei social media affermano, infatti, che la pratica di commentare show televisivi o eventi fa già parte delle loro abitudine quotidiane. L’attività è cresciuta in corrispondenza dell’incremento delle vendite di smartphone e di altri dispositivi mobili. Questi, infatti, hanno reso molto più semplice per le persone riuscire ad interagire con i programmi stando comodamente seduti sui loro divani davanti alla tv. Uno dei dati emersi dal report è che il 40% degli spettatori americani dichiara di utilizzare i social media da smartphone o tablet mentre guarda la tv da casa. Inoltre i social media da dispositivo mobile sono maggiormente utilizzati mentre si è a casa davanti alla tv piuttosto che in altre attività come lo shopping.

La pratica della Social Tv può essere declinata in più varianti. Esistono, infatti, molte applicazioni che favoriscono questo tipo di attività come quelle al supporto per gli spot televisivi, che ottimizzano il processo di acquisto rendendo l’annuncio più diretto ed efficiente, o app che misurano in tempo reale l’audience di un determinato evento televisivo. I dati emersi dall’analisi di una determinata attività di social tv possono costituire un vero e proprio focus group da cui ricavare informazioni interessanti e, se utilizzati in modo adeguato, possono generare un ciclo di feedback positivi per la creazione di palinsesti e campagne pubblicitarie più vicine alle esigenze dello spettatore.

Via Tech Economy

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 05/08/2013 @ 07:38:25, in Social Networks, linkato 2153 volte)

ichieste di rimozione di contenuti da Twitter: addirittura, negli ultimi sei mesi, sarebbero salite del 76% rispetto allo scorso anno quelle legate al copyright. Link, immagini, video che non piacciono alle aziende, alle associazioni che proteggono il diritto d’autore dei grandi gruppi editoriali e dell’intrattenimento mondiale.

O ancora: tweet che diffamano, account sui quali vengono richieste informazioni circa la provenienza e i dati sensibili dell’utente stesso. È questo il panorama tracciato dall’ultimo rapporto sulla trasparenza del social da 140 caratteri, i cui dati sono stati pubblicati il 31 luglio 2013.

QUESTIONE DI COPYRIGHT – Dal 1 gennaio al 30 giugno 2013 le richieste di rimozione di materiali su Twitter per violazione del diritto d’autore sono state 5753: il 76% in più rispetto al secondo semestre del 2012. Il totale riguarda oltre 22mila account diversi, 18mila tweet rimossi e quasi 4mila contenuti fatti scomparire dal social network dei cinguettii, per via di una violazione del DMCA, il Digital Millennium Copyright Act, la legge americana che protegge il diritto d’autore in Rete.

Anche i dati di Google – che pubblica il suo rapporto sulla trasparenza a partire dal 2011, mentre Twitter lo fa dal 2012 – confermano come rispetto allo scorso anno l’attenzione al copyright si sia fatta pressante: nell’ultimo mese Big G ha ricevuto e rimosso dalle sue ricerche oltre 14 milioni di link considerati fuorilegge, segnalati da oltre 2mila enti o aziende diverse e riguardanti oltre 37mila domini internet. Si pensi che, l’ultima settimana di luglio dello scorso anno, le segnalazioni erano di poco sopra al milione, contro appunto i 14 milioni della scorsa settimana.

I RE DELLE RIMOZIONI – A collezionare il maggior numero di richieste di rimozione, nel caso di Twitter, sono le grandi associazioni di categoria e le società che aiutano le aziende a monitorare le violazioni online: come Remove your media (su Twitter @removepiracy), gruppo americano che ha tra i suoi clienti molti dei grandi del cinema, dei videogiochi e del software, ma anche la RIAA, Recording Industry Association of America, il gruppo di interesse che segue le etichette musicali negli Stati Uniti.

Nel caso di Google, la situazione è analoga ma all’ennesima potenza, visti i grandi numeri del motore di ricerca: qui i re delle segnalazioni si chiamano Bpi (unione delle etichette britanniche) e Degban, altra società impegnata a punire per conto delle aziende chi non rispetta il copyright (tanto che si usa dire "you’ve been degbanned", sei stato degbannato, giocando sulla parola ban). A ruota, dopo di loro (che lo scorso mese hanno segnalato circa 3 milioni di URL da bandire a testa ) vengono nuovamente la RIAA e tutte le grandi aziende dell’intrattenimento, da Fox a Paramount, da Disney a Warner Bros, intervallate dai grossi numeri di Microsoft, Adobe e molte aziende distributrici di software.

I DATI DEGLI UTENTI – Sebbene i numeri siano inferiori, sono interessanti anche i dati che riguardano le richieste su singoli utenti: aziende e lobby, ma anche e soprattutto le pubbliche amministrazioni, chiedono ai social di svelare identità e fornire dati sensibili sui proprietari degli account.

Per Twitter il fenomeno è soprattutto americano: su 1157 richieste, oltre 900 arrivano proprio dagli Usa. La motivazione è legata ai controlli antiterrorismo, ma anche a persone scomparse oltre ad alcuni casi richiesti dai giudici rispetto ai manifestanti di Occupy Wall Street. Per Google i numeri sono diversi, e i dati (aggiornati però solo a fine 2012) parlano di oltre 21mila richieste di informazioni personali a fine anno scorso, di cui 846 riguardano il nostro Paese.

Via Corriere.it

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Ci sono 1949 persone collegate

< aprile 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
         
             

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Advertising (109)
Aziende (142)
Blog (11)
Brand (39)
Comarketing (2)
Comunicazione (9)
dBlog (1)
Digitale (36)
eCommerce (45)
Grande Distribuzione (7)
Internet (550)
Marketing (305)
Marketing Ambientale (3)
Marketing non convenzionale (62)
Media (102)
Mercati (84)
Mobile (210)
Permission Marketing (1)
Prodotti (95)
Pubblicità (32)
Pubblicità (88)
Retail (12)
Segnalazioni (45)
Social Networks (379)
Startup (1)
Strategie (59)
Tecnologie (77)
Trade Marketing (1)
Viral Marketing (40)
Web 3.0 (5)

Catalogati per mese:
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024

Gli interventi più cliccati

Titolo
Automobili (2)
Bianco e nero (1)
Comarketing (1)
Home (4)
Internet (4)
Prodotti (5)
Pubblicità (5)

Le fotografie più cliccate


Titolo

< /p>


Subscribe to my feed


Google
Reader or Homepage

Add to netvibes



Creative Commons License




27/04/2024 @ 09:32:41
script eseguito in 532 ms