Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
eBay, il sito di aste online più gettonato della rete, non conosce più confini anche nel nostro paese. Secondo una ricerca del sito stesso, sono più di 20.000 i negozi online nel nostro paese registrati su eBay. Il dato più interessante che emerge dall'analisi riguarda il genere di oggetti venduti: non esiste quel predominio della tecnologia che ha caratterizzato il primo periodo di eBay sulla rete di casa nostra.
Tra le categorie più richieste nei negozi e-Bay spiccano senza dubbio i prodotti eno-gastronomici, venduti soprattutto dall'Umbria, dalle Marche, dove vini dolci e da dessert vanno a ruba, e in Emilia, che da sola assorbe il 71% dei vini rossi venduti in tutta Italia. In Val d'Aosta, Puglia e Friuli gli affari si fanno invece con la musica. In Friuli molti negozi vendono stock di strumenti musicali, mentre i valdostani si concentrano sulla vendita di armoniche a bocca: i pugliesi spiccano invece per i dispositivi audio portatili, come i-pod e lettori mp3, vendendo online il 44% dei congegni elettronici d'Italia.
A conferma della passione degli italiani per il collezionismo, i negozi che vendono francobolli, monete e banconote da collezione sono molto attivi su eBay. Veneto, Calabria e Campania fungono da traino nel settore. Il 45% delle banconote straniere vendute in Italia arriva proprio dalla Campania. I venditori di libri antichi, invece, si concentrano soprattutto in Abruzzo. Chi è interessato ad acquistare su eBay prodotti per l'infanzia e premaman, trovera' maggiore offerta tra i negozi molisani, in cui si vendono soprattutto passeggini e seggiolini; ma anche in Sardegna, forte soprattutto per la vendita di abbigliamento per le mamme in attesa, e in Trentino, che è la regione in Italia che vende piu' di tutte scarpe da bambina.
I giocattoli online sono invece il punto 'forte' della Sicilia e della Liguria. Con una curiosità: tra quelli più venduti ci sono gli intramontabili aquiloni, biglie e yo-yo. Il Lazio è invece la regione degli uffici: qui infatti viene venduto il 45% degli articoli legati al settore.
I toscani preferiscono usare il web per vendere i negozi stessi: in questa regione infatti si cedono, attraverso eBay, il 33% delle attività commerciali che si vendono in tutta Italia. I piemontesi si sono rivelati forti venditori di prodotti di bellezza e per la cura del viso. Sono probabilmente esteti anche i lucani e i lombardi, che impazziscono per i gioielli: ma mentre in Basilicata il business si concentra sul commercio di quelli d'acciaio, la Lombardia, che detiene il podio di regione con più negozi attivi online (circa 3.000), vende il 57% delle fedi nuziali che si vendono in tutta Italia.
Leonardo Costa, Responsabile Area Venditori eBay.it, afferma che "questi dati confermano che in Italia il mercato della vendita online è ricco e variegato". Sono infatti sempre di piu' i venditori italiani che comprendono l'opportunita' di avere un proprio negozio online, per poter godere dell'immensa vetrina virtuale che soltanto il web puo' offrire. E' pensando a loro che l'associazione qualche mese fa ha lanciato un nuovo concetto di negozio, che permettera' agli italiani di dimostrare ancora meglio la loro capacita' di creare aziende di successo. Ma, come sottolinea Costa,"questa volta attraverso eBay."
Via Quo Media
Ah, la potenza di Internet, che permette di ribaltare modelli e paradigmi per sostituirli con di più belli e più nuovi.
Ad esempio, pensate ancora a comprare i test di gravidanza uno alla volta, in farmacia?
Si comprano on line, a pacchi da dieci - cosi' se siete di quelli che amano il rischio e l'avventura per un annetto siete riforniti...
(non so voi ma io qualche problemino a comprare dei pregnancy test "Made in China" venduti a circa un Euro la decina me lo farei venire... adesso poi che ci sono dei bellissimi prodotti digitali che finalmente si capisce quel che intendono significare...)
Ma secondo voi, qual'è il pensiero di marketing soggiacente all'idea di offrire un Volume Deal su questo prodotto?
(La mia teoria: dato che non è pensabile venderli uno alla volta a 2 centesimi di dollaro, si fa un bundle per raggiungere uno scontrino minimamente sensato - poi la gente ne compra 10 e ne butta sicuramente via 8...)
Ad agosto le vendite di videogiochi negli Stati Uniti hanno registrato un aumento del 9% rispetto allo stesso periodo di un anno prima, secondo i dati diffusi dalla società di ricerche Npd.
Giochi, hardware e accessori hanno fatto incassare 1,08 miliardi di dollari, circa 862 milioni di euro, con una crescita singola del software del 13%, e un aumento dell'hardware del 3%.
Nonostante la crisi economia che immobilizza molti settori, l'industria dei videogame è stata capace di reagire alle difficoltà del mercato, grazie al lancio di una serie di titoli di successo. Il risultato è ottimo e incoraggiante; ma se lo si analizza in senso assoluto, questa è la prima crescita inferiore ai dieci punti da oltre due anni.
L'analista di Npd, Anita Frazier, prevede che l'aumento delle vendite di hardware continuerà, soprattutto dopo la decisione di Microsoft di tagliare di 50 dollari il prezzo della Xbox 360 Arcade; il provvedimento del colosso informatico ha toccato, oltre agli Stati Uniti, anche il Giappone.
Ad agosto la Xbox ha venduto più della PlayStation 3 di Sony, anche se è stata battuta della Wii di Nintendo, che ha totalizzato da sola più vendite che le due altre console insieme.
Per quanto riguarda giochi, il più venduto è stato Madden Nlf 09 di Electronic Arts, popolare titolo di football americano.
Via Quo Media
Poche settimane fa lo storico sorpasso ai danni di MySpace, a conquistare il titolo di social network più gettonato, e tra pochi giorni un restyling totale che cambierà totalmente volto a Facebook. Il social network più usato al mondo cambierà layout e dal 27 settembre passerà ufficialmente alla nuova versione. I ribelli di Facebook si sono già fatti sentire, ottenendo una proroga al debutto; eppure il cambiamento ci sarà.
A molti la nuova grafica, che si può vedere dal proprio profilo, non piace. I contrari si sono organizzati con il gruppo "Against the new Facebook", con conta più 183 mila membri e anche il nostro paese ha deciso di far sentire la propria voce con il gruppo Quelli che odiano la nuova versione di Facebook, che definisce la versione beta disordinata, confusa e complicata.
La protesta non si ferma qui: verrà inviata una lettera a Mark Zuckenberg, fondatore del popolarissimo social network di Palo Alto, in cui si chiederà di avere l'opportunità di tenere la vecchia versione. Secondo il blog della società americana, 30 milioni di utenti hanno già scelto la nuova versione; ma per Mashable.com altrettanti hanno deciso di restare alla vecchia. C'è poi da sottolineare che il 35% degli oltre 100 milioni di utenti Facebook, non ha mai cliccato sul nuovo design, ignorandone completamente le caratteristiche.
Facebook è nato da un gruppo di studenti di Harvard che volevano condividere esperienze, ma ora è diventato una vera community. Ormai è un must avere la propria pagina, tanto che a giugno Facebook ha superato MySpace, con 132 milioni di visitatori contro i 117,5 milioni della rete sociale creata da Tom Anderson e Chris DeWolfe. Su base annua i dati sono ancora più impressionanti: 153% per Facebook, contro il 3% di MySpace.
Le novità sono molte: una originale barra dei menù e la possibilità di scattare foto e girare video con la propria webcam e poi aggiungerli alla propria pagina o postarli sul muro degli amici. Inoltre, l'utente potrà gestire in modo più semplice e diretto il proprio rapporto con i contatti, grazie a un maggior numero di applicazione web interattive, basate su web Ajax. Ci sarà poi una nuova funzione detta live feed, che propone un flusso di informazioni sui propri contatti, aggiornato in tempo reale, come avviene peraltro già in altri social network quali FriendFeed o Twitter.
Via Quo Media
Apple martedì svelerà inediti player. L'obiettivo è il rilancio di un mercato ormai saturo. sulla Rete si ipotizza anche un iPhone economico
Ipod, attesa per il lancio dei nuovi modelli Almeno c'è una data: il 9 settembre prossimo. In questo giorno, Apple presenterà i nuovi iPod, ma solo questa informazione pare essere affidabile. Almeno finora, perché per scoprire quali saranno gli attributi dei nuovi attesi player audio bisogna attendere il meeting al Yerba Buoena Center for the Performing Arts a San Franciso. In questa sede, Steve Jobs annuncerà la nuova gamma di lettori multimediali: l'invito distribuito dall'azienda di Cupertino ha lo slogan "Let's Rock". Tuttavia, niente è ancora definitivo. Il gossip che tradizionalmente accompagna i lanci di Apple si è infervorato non appena è apparso il volantino di Apple. Dunque, non è certo che al 100 per cento saranno annunciati i nuovi iPod, ma è ragionevole supporre che saranno questi apparecchi i protagonisti del nuovo "show" di Jobs. Gli indizi ci sono tutti: non ultimo il fatto che, per tradizione, proprio a settembre l'azienda della Mela morsicata negli scorsi anni ha presentato i nuovi modelli dei player. Sempre stando alle voci che circolano in Rete, a essere ringiovaniti saranno gli iPod nano, accompagnati da un aggiustamento, quantomeno in termini di prezzo, della gamma Touch, che ha l'interfaccia e il design nientemeno che dell'iPhone. Addirittura qualcuno si spinge a ipotizzare uno smartphone in versione "light", oltre all'atteso firmware 2.1 destinato ai modelli attualmente in commercio. Sempre secondo i bene informati, dovrebbe essere pubblicata anche la versione 8 di iTunes. Voci, come si diceva, che però celano una reale necessità di dare una rinfrescata al reparto multimediale di Apple. Gli iPod non se la passano molto bene: il comparto dei player Mp3 non ha più vendite paragonabili a quelle degli anni scorsi. E' un mercato che si sta saturando, come dimostra il fatturato del terzo trimestre fiscale di quest'anno: 11 milioni di unità vendute, il 12% in più rispetto allo stesso periodo del 2007. Ma ben lungi dalle crescite anno su anno del 2006, che avevano incrementi superiori al 20%.
di Luca Figini su ILSOLE24ORE.COM
Fastweb lancia il servizio mobile e rivoluziona la gamma delle sue offerte per renderle ancora più complete. Da oggi alle tre vecchie offerte, ParlaCasa, NavigaCasa e FastwebTV, si aggiungono i piani Ovunque e Mobile per parlare e navigare anche fuori casa. Chi sottoscriverà una della nuove proposte, sia in versione ricaricabile sia in versione abbonamento, godrà di un significativo sconto promozionale. Con la gamma Ovunque, i clienti Fastweb potranno usufruire di un servizio che integra la telefonia mobile con quella fissa e con internet, a partire da 22,90 euro al mese. Le proposte Mobile si dividono in quelle dedicate alle chiamate e quelle concentrate sulla navigazione internet, con prezzi compresi tra i 20 e i 25 euro mensili.
Via Quo Media
«Torneremo a dominare il mercato dell'intrattenimento domestico digitale, mettendo al centro televisori ad alta definizione abilitati a internet e contenuti digitali online ed offline». Sir Howard Stringer, il 64enne manager scozzese, baronetto di Sua maestà, che dal 2005 è al vertice della giapponese Sony non ha dubbi sul futuro della sua azienda. Ed è dunque una Sony tonica e agguerrita, quella che si presenta all'edizione 2008 dell'Ifa, il salone dell'elettronica di consumo in corso a Berlino dove ha esposto il televisore ad alta definizione Lcd più sottile del mondo e ha rinnovato il proprio impegno sul fronte dei contenuti interattivi online. Proprio in occasione di Ifa, «Il Sole-24 Ore» ha incontrato l'uomo che creato la Sony 2.0, il top manager ha ribaltato l'ingessato zaibastsu dell'elettronica, l'ha reso più veloce e ha detto basta alle guerre intestine fra le tante anime della corporation: hardware, software, audio video, film e computer.
E così, forte del suo successo, l'affermazione del Blu-Ray come disco video ottico ad alta definizione, Stringer si è presentato all'appuntamento berlinese con molte novità e una strategia chiara: riconquistare entro il 2010 il primo posto nei televisori, antico core business dove Sony è ripartita praticamente da zero a causa della rivoluzione Lcd che pose fine all'era dei fasti cadotici di Trinitron. L'obiettivo è affermarsi come fornitore globale di sistemi di intrattenimento connessi in rete e di contenuti digitali. E che film, musica, giochi e interattività online siano la chiave della nuova Sony è nel Dna dello stesso chairman e chief executive office. Stringer, istrionico ex giornalista, con esperienza nel mondo della tv e della musica è, infatti, tutto l'opposto del classico manager-ingegnere, tutto bit e silicio, di una multinazionale del Sol Levante giapponese.
Sir Stringer, la pressione competitiva dei rivali coreani e di Samsung, in particolare, è indubbiamente forte, come intendete reagire per fronteggiare i competitor? Indubbiamente sentiamo la competizione, e non solo quella coreana e asiatica in generale. La avvertiamo forte, ma questo ci stimola e fare meglio, ci dà la forza di creare prodotti più innovativi. Abbiamo rivisto la nostra struttura dei costi e investiamo nell'innovazione. Va detto però che non abbiamo un solo grande competitor come Samsung ma ci confrontiamo con tante realtà globali in numerosi business dell'era digitale.
Può fare un esempio? Samsung è un competitor in alcune aree, come quella dei televisori, ma ci confrontiamo con Canon nelle macchine fotografiche, con Microsoft nei videogame e con Apple nei player mp3.
Certo, la rivale Apple, la casa della mela che con l'iPod vi ha tolto l'antico scettro in formato Walkman della musica da passeggio. Quale è la situazione nel segmento dei player Mp3, anzi dei digital media player? Noi continuiamo e continueremo a proporre i nostri walkman digitali, ci siamo aperti agli standard globali come l'Mp3 e abbiamo lanciati nuovi modelli ultrasottili. Non temiamo raffronti in questo settore, per resa sonora e praticità d'uso. Walkman è ancora un nostro brand chiave.
Sony è dunque attaccata su molti fronti, non vi sentiti un po' assediati? Non le pare che Sony sia come una sorta di impero romano della tecnologia aggredito dai barbari? No, l'impero romano è stato sconfitto, mentre noi siamo solidi. Adesso Sony è finalmente unita: è una sola ed è capace di agire sinergicamente per contrattaccare su più fronti. Noi disponiamo non solo di grandi risorse tecnologiche, costruiamo hardware e progettiamo software, ora siamo in grado di esprimere una notevole capacità di fuoco. E abbiamo un'arma in più: i contenuti e la capacità e volontà di usare la Rete. Samsung si allea con Yahoo!? Bene, ci stanno solo inseguendo.
Con l'affermazione del Blu-ray, Sony ha incassato un successo di capitale importanza, quali i motivi alla base? Sì, con la vittoria del Blu-ray sull'Hd Dvd abbiamo evitato una "Betamax 2". Tra le ragioni del successo vi è certamente la Ps3, la nostra console per videogiochi che legge i film ad alta definizione. Il Blu-ray sta avendo grande successo, l'adozione è più rapida di quando non fosse stata quella del dvd nei primi mesi. La gente ha capito che la qualità di immagine è un valore.
Ne è sicuro? Non crede che gran parte del pubblico sia indifferente all'alta definizione? Non ritiene che magari i giovani che vivono di cellulari e internet alla qualità possano preferire la portabilità e la condivisione via internet? In fondo a molti basta youtube...
Guardi, il mondo digitale è ampio e ci sono tante alternative, ma l'intrattenimento domestico presuppone la qualità dell'audio e del video. Una volta provata l'esperienza dell'alta definizione, mi creda, nessuno torna più indietro.
A proposito di frontiere del cinema, cosa pensa dei film digitali 3D, in tre dimensioni, di nuova generazione? Si tratta certamente di una grande innovazione, capace di portare in sala e casa un coinvolgimento senza precedenti, ma è adatta solo per alcuni tipi di pellicole: ideali in tal senso sono i film di animazione.
Quando alla portabilità dei contenuti quale è la vostra strategia? Si basa proprio sui network enabled device, sui dispositivi interconnessi in rete. Entro il 2011 praticamente tutti i nostri dispositivi dovranno essere abilitati alla reti e dotati di funzioni wireless. Stiamo puntando infatti sui servizi online, sul nuovo Bd Live per l'alta definizione interattiva e sul network per la Playstation.
A proposito di videogame, come sta andando la Ps3? La console sta ora vendendo bene, dopo le difficoltà iniziali. Ora è un business profittevole e questo è estremamente positivo perché ci stavamo rimettendo un sacco di soldi. Adesso Ps3 è al centro delle nostre strategie per l'home entertainment: non è solo una console, è un lettore di Blu-ray ma anche un server multimediale da salotto, che porta il web a portata di telecomando. Ed ancora il televisore al centro del salotto e non il pc come avrebbe voluto Microsoft. Quello della Ps3 è un business diverso da quello di Ps1 e Ps3, una rivoluzione di vasta portata nel mondo dell'entertainment digitale che adesso sta dando i suoi frutti.
Sony è, con Vaio, anche un produttore di personal computer, vi lancerete nel segmento dei netbook, cioè dei piccoli e ultra economici pc portatili ora così di moda? Diremo la nostra anche in questo settore, ma non intendiamo proporre prodotti ultra economici. Il low cost non ci interessa soprattutto se comprime i nostri margini di guadagno. E noi siamo molto adesso molto attenti alla profittabilità.
di Mario Cianflone su ILSOLE24ORE.COM
Di Admin (del 02/09/2008 @ 07:55:04, in Internet, linkato 2269 volte)
La ricerca condotta dallo psicologo David Lewis ha portato all'identificazione di questa nuova sindrome: la discomgoogolation. Si tratta di una forma di inteso stress, dettata dall'impossibilità di accedere a internet. L'era moderna ci ha ormai abituati alla opportunità di consultare una moltitudine di informazioni con un semplice clic e questo ha causato una vera e propria dipendenza.
Il termine discomgooglation deriva dalla fusione del verbo 'discombobulate', che significa 'confuso' o 'frustrato', con la parola "google", noto motore di ricerca. Quasi metà dei cittadini britannici, ben il 44%, soffre di questo malessere; il 76% dichiara di non poter vivere senza internet, oltre il 50% naviga da una a quattro ore al giorno e il 19% passa più tempo online che con la propria famiglia nell'arco della settimana.
Questa impossibilità di rinuncia alla rete è tutt'altro che inconscia: il 47% degli intervista crede che internet sia più importante della religione e una persona su cinque afferma di dedicare maggiore attenzione al proprio computer, piuttosto che alla propria partner.
Via Quo Media
Telefoni cellulari che conquistano primi piani durante le scene madri degli sceneggiati. Scatole di cereali in bella vista che troneggiano fra le mani dei protagonisti durante i dialoghi più importanti. Modelli di automobili che affollano le strade precorse dai personaggi. E' il cosiddetto 'product placement', ovvero quella forma di comunicazione commerciale che prevede l'inserimento o il rifermento di un prodotto in film e programmi, che diventerà parte integrante del mercato pubblicitario televisivo italiano, a seguito di una decisione del Governo.
L'iniziativa darà di certo una mano alle Tv commerciali (a partire da Mediaset e Sky) in un momento in cui gli investimenti pubblicitari languono.
Per aprire il mercato italiano degli spot al product placement, si legge sul quotidiano MF, il governo utilizzerà lo strumento della legge Comunitaria, che sarà approvata oggi dal consiglio dei ministri. L'articolo 17 della bozza prevede il recepimento della nuova direttiva europea sulle Tv senza frontiere, anche se Bruxelles nella sua direttiva vieta il product placement, salvo dare facoltà agli Stati membri di derogare a questo divieto.
A 'dare i numeri' di questo particolare metodo di sponsorizzazione in versione stelle e strisce è stata una ricerca di Nielsen Company, che ha rilevato una crescita del 13% durante il 2007 del numero di investimenti di questo tipo nei palinsesti Usa in prima serata, per un totale di 25.950 apparizioni nella top ten dei programmi che offrono la possibilità di fare product placement.
Via Quo Media
State aspettando che l'azienda risponda alla vostra mail di richiesta o protesta? Aspetterete a lungo, dice un'inchiesta australiana, secondo cui circa il 60% delle grandi società non risponde affatto alle domande dei clienti. La casa di consulenza Strike Force Sales ha inviato 460 richieste di informazioni, per e-mail o posta tradizionale, a un vasto spettro di aziende e organizzazioni.
Dpo più di una settimana, il 59% delle compagnie doveva ancora mandare una replica, come ha affermato Darren Cox, il dirigente operativo della casa, e coloro che hanno riposto si sono presi almeno un giorno e mezzo di tempo.
I settori più reticenti sono stati il commercio al dettaglio e l'edilizia."Le società dicono che siete liberi di contattarle, ma questo non vuol dire che loro contatteranno voi", ha aggiunto Cox. Secondo l'inchiesta, soltanto il 50% delle aziende che risponde con e-mail automatiche alle domande online dei clienti invia poi una mail con spiegazioni dettagliate sul caso.
Meno del 7% chiama il cliente che ha un forte interesse nel loro prodotto.
"Considerando che internet ha rivoluzionato il mondo degli affari e le cifre che vengono spese in pubblicità, ignorare le e-mail dei clienti è una vera negligenza".
"Le società ricevono molto spam, l'80% di spam e il 20% di vere richieste, ma nessuno si mette lì a dividere le une dalle altre".
Via Quo Media
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