Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
iTunes, su tutti, e gli altri negozi digitali continuano a capitalizzare l’attenzione degli amanti della musica. E i negozi di cd soffrono
I cd continuano a giacere sugli scaffali in attesa degli ultimi amanti della musica vecchia maniera, mentre gli mp3, illegali e legali, si fanno strada nel mercato. La maggior parte delle ricerche sull’argomento hanno sempre specificato che lo sviluppo della musica online è ancora troppo contenuto e frammentato dalla diffusione di file pirata per poter arginare le ingenti perdite registrate dalla vendita di cd. Di diverso avviso un’analisi svolta da In-Stat che prevede un rialzo delle vendite legate alla musica online su scala mondiale pari al 40% entro la fine del 2012. Durante il 2007, ha specificato la ricerca, il commercio del digitale ha rappresentato solo il 10% delle vendite globali, mentre nel 2006 è stata del 6%. La previsione positiva di In-Stat è legata alla continua espansione della connettività a banda larga in tutto il mondo che ha portato un arricchimento dei cataloghi musicali e un conseguente aumento di richieste.
Uno dei contribuiti più importanti alla causa della musica online è dato da iTunes, lo store online della Apple che al momento domina incontrastato il settore, come sottolineato da una ricerca di Ipsos: il 38% del campione preso in considerazione ha dichiarato che iTunes è il marchio più soddisfacente all’interno del settore in cui opera e la popolarità del portale Apple è cresciuta del 24% nei 30 giorni precedenti il sondaggio, dato in rialzo rispetto al 18% ottenuto nel 2006. Il 50% degli internauti ha riconosciuto in iTunes anche la migliore soluzione possibile dal punto di vista economico, percentuale in rialzo rispetto al 41% convinto di ciò nel 2006 e al 33% nel 2005.
Lo strapotere di iTunes non si è però fermato al mondo del web andando a invadere anche gli scaffali dei negozi, le statistiche di Npd MusicWatch hanno testimoniato il primato del negozio online della Apple fra tutti i rivenditori di musica degli Stati Uniti. Secondo l’osservatorio, la quota di Apple nel settore musicale è pari al 19%, contro il 15% di Wal-Mart, seguito a sua volta dal 13% di Best Buy. Il gigante Wal-Mart si è visto quindi scavalcare per la prima volta dal colosso californiano. Il dato, nei giorni seguenti la sua uscita, è stato messo in discussione delle quattro case discografiche più importanti,Universal, Sony BMG, Warner e Emi, che hanno testimoniato a favore del primato di Wal-Mart.
Qualunque sia il dato veritiero, è indubbio che il ruolo di iTunes stia assumendo un’importanza sempre crescente, sia sul web, sia nei confronti del resto del mercato e che i negozi di cd si debbano affidare a offerte particolari per tenere alta l’attenzione dei consumatori nei confronti di un formato sempre più difficile da distribuire.
L’anti-iTunes forse esiste già
Mentre nell’universo della mela si festeggia a oltranza, compaiono come funghi i possibili competitor di iTunes. Il più accreditato a minare il primato del negozio online della Apple sembra essere MySpace Music. L’ultima pensata del magnate australiano Rupert Murdoch è quella di sfruttare l’enorme successo della sua community di social network MySpace con la credibilità in campo musicale delle tre big Universal, Sony BMG e Warner. Il sito distribuirà file liberi dalla protezione Drm e permetterà il download da parte degli internauti in forma completamente gratuita. Questo sarà possibile grazie agli introiti pubblicitari, dei quali si nutriranno tanto il sito, quanto le case discografiche, essendo coinvolte all’interno del progetto con una partecipazione azionaria. Una diffusione di questo tipo potrebbe rivoluzionare completamente il modo di gestire musica sul web e diventare la prima risposta concreta alla pirateria, che continua a essere una spina nel fianco non indifferente per il settore.
Martina Pennisi su Quo Media
Un’analisi svolta dall’istituto di ricerca In-stat prevede una crescita delle vendite legate alla musica online su scala mondiale pari al 40% entro la fine del 2012. Durante il 2007 il commercio del digitale ha rappresentato solo il 10% delle vendite globali, mentre nel 2006 la percentuale è stata del 6%. La previsione di crescita è certamente legata alla continua espansione della connettività a banda larga a livello mondiale che ha portato un arricchimento dei cataloghi musicali e un conseguente aumento di richieste. Il progressivo sviluppo del mercato del digitale, il cui padrone incontrastato è il Giappone, costituisce anche un potenziale elemento di traino. La pirateria continua a essere il più acerrimo nemico dei ricavi alimentati dalla musica online.
“Altri ostacoli sono rappresentati dalla mancanza di interoperabilità tra servizi e strumenti, dovuta dalle differenti norme che regolano le tecnologie digitali e alla scarsità di domande ai servizi di sottoscrizione da parte dei consumatori” spiega Stephanie Ethier, analista di In-Stat.
Via Quo Media
Secondo alcune indiscrezioni il colosso finlandese Nokia si starebbe preparando per scendere in campo contro l’avversario Apple nella guerra a colpi di smartphone. Il nuovo cellulare, già ribattezzato “l’anti iPhone”, si chiama Nokia 5800 Tube e non avrebbe nulla da invidiare al suo concorrente.
Il look ricorda quello del rivale ma, a livello di prestazioni, Tube presenta qualche sostanziale differenza. L’interfaccia multi touch, sviluppata dalla casa della Mela, rimane sempre all’avanguardia; il modello di Nokia, probabilmente in commercio da fine 2008, è un dispositivo touchscreen proprio come iPhone ma sarà dotato anche di uno stilo che rende più agevole la navigazione ed è in grado di restituire all’utente un feedback tattile.
L’asso nella manica del cellulare Nokia consiste nell’utilizzo del sistema operativo Symbian S60 e nell’essere abilitato a supportare lo standard Dvb-h per la mobile tv. Come caratteristiche tecniche si segnala la videocamera da 3,2 megapixel con autofocus e la presenza di applicazioni Java, assenti nel modello di Apple. Nokia punta anche su un’alta qualità grafica dei player audio e video e allega al prodotto, che è dotato anche di porta tv out, un jack da 3,5mm per gli auricolari. La battaglia dei terminali touch è solo all’inizio: Apple ha in serbo l’uscita della versione 3g del suo smartphone, programmata entro la fine di giugno.
Via Quo Media
Un pò off-topic, ma è per una buona causa... 
E’ partito con una petizione contro la chiusura di Radio Rock FM il viaggio virtuale di ‘In_medias_res’, blog autogestito da sei studenti del Master CommunicActive. Rendendo propria la proactive philosophy, i partecipanti al Master hanno deciso di rendere il blog un vero e proprio hub per la raccolta di firme in favore dell'emittente milanese che, dopo 19 anni di diffusione, chiude i battenti. A questo proposito sono già attivi una petizione e un forum. Questa battaglia non è solo in difesa di un’emittente che ha sempre prodotto cultura e formato grandi personaggi delle radio FM italiane, ma anche di un modo di 'fare radio': su Radio Rock Fm non esiste il limite dei tre minuti e ogni brano viene trasmesso senza tagli, mentre nelle scelte musicali non imperversa una logica attenta soltanto agli interessi delle etichette discografiche.
Nell’ottica di un concetto di qualità comunicazionale essere studente oggi significa passare velocemente dall'essere fruitori passivi ad attori. Come esprime una partecipante al Master: ‘Abbiamo bisogno di un insegnamento 2.0, cioè di essere coinvolti in diretta, com’è stato, nella costruzione di eventi, piattaforme online e altro. La nostra iniziativa ‘SAVE THE ROCK’ è stata costruita in totale condivisione e vuole essere un segnale forte nei confronti della ricostruzione di una Milano protesa a un grande rilancio che confluirà in una manifestazione da noi rinominata ‘Expo duepuntozeroquindici’. Cinzia Moretti, Direttrice di CommunicActive, aggiunge: ‘Quest'idea dello studente-protagonista è confermata da quanto accaduto nel blog: le persone se ne sono impadronite e l'hanno fatto proprio con una velocità e ad una qualità superiori a quanto immaginabile. E' questa l'idea portante del Master, rendere i partecipanti attori e promotori, in un’ottica learning by doing’.
In_medias_res nasce su una piattaforma Blogger, con interventi di personalizzazione operati dal web Master. Il logo ‘SAVE THE ROCK’ è stato progettato e realizzato da AlterAgo (http://alt3rago.blogspot.com/).
Blog: www.communicactive.com/blog Petizione: http://www.petitiononline.com/svrockfm/petition.html Forum: http://oknotizie.alice.it/go.php?us=71a00021a9b34cd7
Nuovi dati e nuove previsioni da Forester Research: sarà il 38% degli utenti di telefonini in Europa Occidentale a usare Internet sul cellulare entro il 2013.
Equivalenti a 125 milioni di utenti, il triplo di oggi.
La chiave della crescita la diffusione del 3G e mezzo (3.5 G). In Italia, oltre il 60% degli utenti di telefoni cellulari avrà cellulari 3G o 3.5G entro la fine del 2010.
Lo dice il report “European Mobile Forecast: 2008 to 2013” (è a pagamento, non fatevi illusioni...)
Io dico che, per l'Italia, la chiave saranno le tariffe - sia nel senso che devono scendere, sia sopratutto nel senso che si devono capire... ad oggi sono un campo minato di "fino a", di clasole in piccolo etc etc
Dichiara per l'appunto Forrester:
“Il servizio mobile internet raggiungerà finalmente il suo culmine - ha affermato Pete Nuthall, Analista di Forrester Research -ma lo sviluppo di reti mobili ad alta velocità e la diffusione di apparecchi avanzati non sono abbastanza per aumentare la domanda – i nostri dati mostrano che meno della metà dei possessori di telefoni 3G usa le funzionalità 3G sul proprio cellulare.
Per aiutare la crescita del mobile Internet, gli operatori dovranno spingere piani a tariffa flat, aumentare il numero di servizi e applicazioni rilevanti e introdurre nuovi dispositivi che forniscano una migliore user experience”.
Dico io: l'arrivo di grandi masse di navigatori cellulari avrà la capacità di cambiare radicalmente lo stesso Internet. Basta pensare che l'arrivo dell'iPhone ha fatto strabuzzare gli occhi a quelli di Google.
Infatti si sono resi conto che gli user di iPhone usano Google 50 volte di più di quanto facciano gli utenti di altri device telefonici:
"Inizialmente - ha detto al Financial Times il capo delle operazioni mobili di Google - pensavamo che si trattasse di un errore. Abbiamo quindi chiesto ai nostri ingegneri di fare una nuova analisi dei log, ma poi abbiamo capito che il risultato era corretto".
Ora buona parte di questo traffico è quasi certamente aggiuntivo (cioè non si tratta per la maggior parte di Internet mobile users che hanno cambiato telefono) ed ha specifiche necessità ed opportunità di mercato...
L'economia va male, i consumi latitano, eppure le famiglie italiane non rinunciano ai videogiochi, anzi ne comprano di più, nel 2007 addirittura il 40% in più rispetto al 2006. Una sorpresa solo all'apparenza, visto che si conferma la tendenza alla crescita registrata negli ultimi anni, e che il 2007 ha visto arrivare sul mercato una schiera di console di nuova generazione che hanno riscontrato un grande successo, soprattutto Nintendo Wii e Playstation 3. Questo, ed altro, si legge nel rapporto annuale 2007 sullo stato dell'industria videoludica in Italia, presentato oggi a Milano dall'Aesvi, l'associazione editori software videoludico italiano.
Certo, l'Italia resta fanalino di coda rispetto ai maggiori paesi europei, a causa di certi "pregiudizi" culturali e della presunta arretratezza tecnologica di alcune fasce della popolazione, ma continuando di questo passo è presumibile che il distacco possa essere colmato nei prossimi anni. I dati parlano di esplosione del mercato dell'hardware: nel 2007 sono state vendute 2,4 milioni circa di console, per un fatturato che ha superato abbondantemente i 480 milioni di euro; il tutto è pari a un incremento del 48% in volumi e dell'80% in valore. Le famiglie italiane che possiedono una console sono ormai quasi 8 milioni, new entry nel 2007 ben 1,4 milioni di famiglie, che mai avevano posseduto una console. Qui ci sono ampi margini di miglioramento, visto che solo nel 54% delle case italiane c'è un Pc, contro il 90% di alcuni paesi europei. Danno una mano al buon andamento accessori e controller, che offrono al videogiocatore la possibilità di personalizzare l'esperienza di gioco. La console guida anche il mercato del software per console, che cresce dell'80%, mentre scende quello per Pc: -5,2% in volume, addirittura meno 10,4% in valore, a causa soprattutto della presenza dei titoli di catalogo offerti a prezzo sempre più basso e a politiche promozionali sempre più aggressive. Per quel che riguarda l'età dei giocatori, si confermano più o meno i dati del 2006: 8 videogiochi su 10 continuano ad appartenere alle classificazioni Pegi 3+ (3 anni e oltre, 33%), Pegi 7+ (7 anni e oltre, 23%) e Pegi 12+ (12 anni e oltre,28%), mentre il Pegi 18+, 4%), quella degli adulti, resta una fascia residuale del mercato. Tra i titoli, spopolano il calcio, ma anche i titoli legati cinema, tv e fumetti (Spiderman, in primis, e poi Harry Potter, Pirates of Caribbean, Shrek terzo, e via elencando).
Si affermano sempre più titoli dedicati ai titoli femminili: nel 2007, grande il successo di Cooking Mama e la serie Giulia. Il titolo più venduto in assoluto è "Pro evolution soccer 2008). Buone le performance del mercato del mobile gaming, che da solo sviluppa un fatturato di 94 milioni di euro. E avanza il videogioco per cellulare, ben 19 milioni contro i quasi 18 milioni di videogiochi per Pc e console, con una forte specializzazione dell'offerta su ciascuno dei quattro portali Wap. Dove si compra la console? Soprattutto nei negozi di elettronica di consumo (53,8%), in quelli specializzati nell'home entertainment (24,7%), e nella grande distribuzione organizzata (21,4%). La stessa classifica, con qualche variazione in percentuale, per le vendite di software.
di Pino Fondati su ILSOLE24ORE.COM
Immagino che conosciate Flickr, il sito/servizio di sharing di foto di proprietà di Yahoo.
Sito che mi piace molto e che uso abbastanza. E che mi sembra personalmente molto meglio di Picasa, analogo servizio di proprietà di Google.
A dire il vero è l'unico servizio di Yahoo che uso - mentre sono un heavy user di quasi tutti i servizi di Google.
YouTube, invece, è proprietà di Google ed è infinitamente superiore a Yahoo! Video, anche perchè quest'ultimo non è nella testa della gente, non ha un brand forte.
A quanto pare, però, Yahoo - sia per continuare la sua strenua lotta per non esser spiaccicato da Google o magari per aumentare il valore della sua prossima acquisizione - sta per fare la cosa ovvia: fare leva sul gran numero di utenti di Flickr per far (ri)decollare anche quel tipo di mercato... portando su Flickr anche il posting di video.
Problema: se Flickr è principalmente un luogo "d'arte", il mondo dei video uploadati è spesso un mondo di vaccate o comunque di contenuti con un taglio e un target completamente diverso. Se si mettessero i contenuti di YouTube su Flickr, gli utenti (io compreso) scapperebbero, magari verso Picasa.
Che Flickr ci stia preparando un contenitore per gli amatori dell'immagine in movimento, sì, ma di qualità? A naso mi sembra una nicchia scoperta...
L' Italia è il maggior bacino di utenza di telefonia mobile dell'Unione Europea; il Bel Paese, in compagnia dei Paesi nordici, dell'Austria e del Regno Unito guiderà inoltre l'adozione dei servizi di mobile Internet; l'industria del mobile entertainment, infine, continuerà a correre a ritmi molto sostenuti per arrivare a valere nel 2010 47,5 miliardi di dollari, rispetto ai circa 14 miliardi attuali. I dati resi noti in questi giorni da Commissione europea, Forrester Research e Juniper Research, per quanto espressione di fenomeni fra loro diversi, dicono alla fine la stessa cosa. E cioè che l'industria mobile gode di buona salute e ha ancora dalla sua enormi potenzialità da esprimere.
Italia regina d'Europa Partiamo da quanto succede in Italia. La penetrazione dei cellulari. misurata in base alle schede telefoniche, ha raggiunto il 152% della popolazione e questo fa del nostro Paese il più importante mercato in Europa e uno fra i maggiori del mondo. Ma non solo. A detta della Ue, il livello di concorrenza è crescente (lo confermano i 4,1 milioni di richieste di number portability per cambiare gestore del 2007) e marcato è lo sviluppo di offerte innovative e servizi avanzati, improntati alla convergenza dei servizi fisso-mobile. La tendenza alla mobilità degli italiani, focalizzata soprattutto alle telefonate, è ribadita dal rapporto Assinform sull'Ict relativo al 2007. Le linee mobili hanno raggiunto quota 90,7 milioni, in crescita del 10,8% dal 2006, gli utenti attivi sono saliti a 45,9 milioni e la spesa relativa ai servizi (messaggi di testo, traffico dati e Internet mobile) è lievitata oltre i 18.5 miliardi di euro.
Il 3,5G avanza, ma servono le tariffe flat Secondo le previsioni di Forrester Research, e qui entriamo nel merito delle previsioni relative allo sviluppo delle connessioni in banda larga mobile (per cui 3 Italia ha confermato un investimento triennale da 300 milioni di euro per andare a servire chi non è raggiunto dalle linee fisse Adsl), più del 60% degli utenti mobili italiani avrà un telefonino 3G (Umts) o 3,5G (Hsdpa) entro la fine del 2010. Di conseguenza saremo anche i consumatori più inclini a spendere per video e altro raggiungendo un tasso di penetrazione superiore al 25% entro la fine del 2013, contro il 20% di Francia, Germania e Olanda. Fra cinque anni, dicono gli analisti, un consumatore su quattro sarà passato al 3,5G (in termini di terminali e servizi dedicati) e il fenomeno del mobile internet raggiungerà finalmente il suo culmine. Con il 38% degli utenti mobili in Europa Occidentale (circa 125 milioni di persone) che navigherà sul Web direttamente dal proprio cellulare e con un consumatore su quattro che possiederà un telefono compatibile con le reti 3,5G (i dispositivi Hsdpa sorpasseranno il numero di apparecchi solo Gsm o Gprs già entro il 2010). Il salto in avanti dovrà però essere sostanziale perché, rimarca lo studio di Forrester, oggi meno della metà dei possessori di telefoni di terza generazione ne utilizza appieno le funzionalità di comunicazione, vuoi per la mancanza di tariffe flat per il traffico dati, vuoi per l'ancora limitato numero di servizi e dispositivi a basso costo in grado di assicurare una "user experience" migliore. La domanda di accesso mobile a Internet è destinata in sostanza a decollare, ma solo in virtù di un deciso cambio di mentalità da parte di operatori e produttori.
Musica, video, giochi e tv: un business da 47,5 miliardi nel 2010 Oltre 34 miliardi di dollari: a tanto ammonta il volume d'affari che i contenuti digitali distribuiti sui telefonini produrranno nei prossimi tre anni, portando questo mercato vicino alla soglia dei 48 miliardi. Tutto dipenderà, però, e l'avvertenza arriva dagli analisti di Juniper Research, da come evolveranno le reti e i servizi mobili (e relativi piani tariffari) di nuova generazione e di come le nuove avanguardie della tecnologia sarà capace di rendersi più appetibili per le masse. Interfacce utenti, copertura di rete e costi per navigare on line e inviare e-mail dovranno in altre parole essere più rispondenti alle reali esigenze della domanda per assistere alla definitiva esplosione del mobile entertainment. Carrier e Co. dovranno quindi darsi da fare per eliminare i difetti fin qui riscontrati e chi di dovere (leggi governi e istituzioni varie) dovrà pensare a come ovviare ai limiti imposti dalle legislazioni nazionali e internazionali circa l'offerta di scommesse e di contenuti per adulti per i cellulari. L'era di "wallpaper" e suonerie, rilevano da Juniper, è ormai al tramonto e l'attenzione dei consumatori si sta spostando verso contenuti più sofisticati e attraenti, come i video in streaming e in broadcasting, i servizi di social networking e i giochi multiplayer, ideati appositamente per l'ambiente mobile. Per ora, a trainare il carrozzone dell'intrattenimento multimediale via telefonino sono sostanzialmente i la Cina e l'Estremo Oriente, che generano circa il 41% dei profitti totali del settore. Da qui al 2012, fanno però notare gli analisti, i mercati occidentali e quelli emergenti accelereranno l'adozione di questi servizi, ma sarà sempre la regione Asia Pacifico la terra promessa di questo fenomeno, coprendo il 33% delle entrate globali.
di Gianni Rusconi su ILSOLE24ORE.COM
Sono usciti i dati dell'Osservatorio stampa FCP.
A gennaio 2008 (rispetto a Gennaio 2007) cresce la raccolta pubblicitaria dell'1.7%.
Per i quotidiani la raccolta però scende dell'1.9% mentre sale del 7% la quantità degli spazi venduti - ergo calano sensibilmente i prezzi.
Vanno invece alla grande i quotidiani gratuiti, che aumentano la raccolta pubblicitaria del 13.1% , pur aumentando anche loro (del 19.6%) la quantità di spazi venduti (calano anche qui i prezzi...)
I periodici salgono bene (+12%) in termini di fatturato ed è molto più contenuta la crescita degli spazi (+6.1%), quindi qui il problema dei prezzi è del tutto diverso... in dettaglio:
" i Settimanali ottengono una crescita significativa sia del fatturato sia del prezzo medio. I Mensili registrano un aumento di quasi 5 punti percentuali sia per il fatturato sia per lo spazio, con un prezzo medio in linea con il primo mese 2007."
A naso, vedo un quadro complessivo che vede i media "usa e getta", quelli di consumo quotidiano poco riflessivo e partecipativo, andare in affanno.
Gli inserzionisti spostano i propri budget.
Vedo annaspare il quotidiano a pagamento che si legge in metropolitana o sul bus (tanto mi mettono in mano quello gratuito...), la TV generalista, che risente dell'attacco di forme televisive più mirate e dinamiche... e su tutto plana l'ombra del web - che però per molti anni non riuscirà, secondo e, a scalzare il quotidiano del mattino, specialmente per chi viaggia - a meno di innovazioni tecnlogiche tanto complesse quanto "dure" da assimilare da parte dei lettori attuali (parlo di e-paper, browsing sui mezzi pubblici etc).
Vedo diverso il frame of mind di chi si compra un settimanale od un mensile - e gli inserzionisti stanno premiando questi tipi di mezzi.
Le previsioni relative al 2008 per l’investimento pubblicitario globale, stilate da Carat, evidenziano una flessione del tasso di crescita, dal 6,2% dello scorso anno al 6%. Un’ulteriore battuta d’arresto dovrebbe arrivare nel 2009, quando il tasso di rialzo si attesterà al 4,9% in tutto il mondo.
A tenere alta la media saranno le regione Asia Pacifico e l’America Latina, con particolare attenzione per India, Indonesia e Argentina, candidate a procedere, rispettivamente, con un ritmo pari al 21,2%, del 22,3% e del 15%. I risultati più soddisfacenti si registreranno, durante l’anno in corso, all’interno del settore internet e digitale (+ 23,3%), mentre per il 2009 è previsto un rallentamento al 18%.
A livello geografico, i dati di Carat hanno sottolineato come nel periodo compreso fra il 2008 e il 2008, Cina e Russia trascineranno la progressione del digitale con tassi di crescita, rispettivamente, pari al 56% e al 46,3%. Ampio il contributo della Russia anche per ciò che concerne il mercato televisivo: con un aumento del 27,3% nel 2008, trascinerà il tasso di crescita mondiale dal 4,4% del 2007 al 7,2% del 2008.
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