Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Eli (del 23/09/2005 @ 08:13:31, in Media, linkato 1668 volte)
A causa della concorrenza sempre più pressante di canali satellitari, internet, cellulari e quant’altro la vecchia tv generalista sembra condannata a un forte ridimensionamento, come sottolineati da Newsweek nel servizio di copertina di questa settimana. L’entertainment acquista quindi nuove dimensioni e prospettive, e i programmi di conseguenza dovranno poter “rimbalzare” dalla tv al computer e da questo ai nuovi telefoni di ultima generazione, offrendo allo spettatore un ruolo di primo piano nella fruizione del servizio. In Inghilterra la BBC per prima sembra avere ben chiari questi concetti, e ogni nuovo programma ideato deve prevedere l’accesso da diversi tipi di media. Non a caso già più del cinquanta per cento dei programmi televisivi che vanno in onda quest´autunno saranno disponibili gratuitamente in download sulla rete, nell´ambito della sperimentazione di un nuovo servizio televisivo on demand. E allo stesso tempo i primi programmi d´intrattenimento arrivano sui telefoni cellulari. Si tratta di una rivoluzione che è destinata a propagarsi anche in altre nazioni: lo spettatore non si troverà più di fronte ad un palinsesto predefinito, ma potrà accedere alle informazioni, scegliendo programmi e media differenti a seconda di dove si trova.
Ikea, la multinazionale svedese del mobile e dell’arredamento ha recentemente annunciato una riduzione media dei prezzi a listino del 5,3%per il prossimo anno. Il mercato italiano rappresenta il 5,5% delle vendite totali del gruppo, che ha una market share del 5,1%.
La riduzione dei prezzi è attuata in un momento percepito dall’azienda come critico per i consumi delle famiglie ed è sostenuto dalla notevole dimensione acquista oggi dalla multinazionale sul mercato italiano. I recenti risultati economici del gruppo in Italia sono positivi: il fatturato italiano è risultato pari a 883 milioni di euro con una crescita del 23,7% dei ricavi rispetto al 2003, mentre i volumi di prodotti venduti sono aumentati del 27,7 per cento, in un settore stimato dall’Istat in contrazione dello 0,6%.
A cosa è dovuta quindi questa riduzione? Alle pressioni in termini di prezzo che provengono dall’Asia o sono frutto di una strategia di penetrazione e consolidamento sul mercato italiano? Ikea ha sempre puntato molto sul design coniugato a prezzi ragionevoli, e il costo medio dei mobili di design di altre marche è decisamente superiore a quanto presentato nel loro catalogo. Una eccessiva riduzione dei prezzi potrebbe influire negativamente sull’immagine dei prodotti, che potrebbero venire considerati “commodities”?.
In attesa di sapere se Microsoft comprerà Aol un’altra notizia tiene banco in questi giorni: l’azienda ha annunciato una radicale riorganizzazione interna per combattere con maggiore efficacia avversari del calibro di Google per quanto riguarda la ricerca e la navigazione sul web e Linux e i vari software open source per i sistemi operativi. ha annunciato una radicale riorganizzazione interna.
Microsoft sarà suddivisa in tre differenti unità: la Platform Products and Services (con la divisione Windows sotto l'ombrello di MSN online), la Business Division (specifica per i software per l’utenza business) e la Entertainment and Devices (per videdeogame, musica e telefonia mobile). Ciascuna divisione sarà gestita da un amministratore esecutivo che avrà anche la carica di presidente.
Tramite la società di telecomunicazioni Qwest inoltre offrirà inoltre servizi di telefonia via Internet alle piccole aziende a partire dal 2006. Una scelta che porterà Microsoft in diretta competizione sia con i colossi delle Tlc, che dei cavi televisivi quali Time Warner ( con la sua controllata online Aol), che con altri protagonisti Internet, da Google a eBay, a loro volta proiettati verso servizi simili.
Questa improvvisa sterzata evidenzia amio parere la sfida impegnativa che il colosso di Redmond si trova a fronteggiare nell’ultimo periodo, ora che la sua supremazia in molto settori è messa in discussione. Secondo USA Today lo scorporo del settore Entertainment testimonia quanto il mercato dell'intrattenimento sia considerato strategico nei futuri piani di sviluppo societari. La prima grande sfida di questa nuova struttura potrebbe essere secondo indiscrezioni raccolte dal Wall Street Journal, con la Apple per la leadership nel settore dei lettori musicali.
Ieri non abbiamo parlato di Google, e oggi mi tocca rimediare. E’ ufficialmente in fase di lancio, infatti, Google WiFi, il nuovo servizio internet wirelesstargato Mountain View.
I dettagli non sono ancora molti, ma tanto basta ad animare centinaia di blog. Alla pagina http://wifi.google.com/faq.html, si fa genericamente riferimento a un servizio chiamato "Google Secure Access", che garantisce una maggiore sicurezza quando si utilizza Google WiFi.
Nella sezione http://wifi.google.com/download.html, è possibile scaricare gratuitamente e in anteprima Google Secure Access, ancora in versione Beta, quindi poi non prendetevela con me .
Mancano però commenti ufficiali da parte di Google, anche se da mesi ormai circolano rumors su questo nuovo servizio.
Andiamo sempre più verso un internet googlecentrico?
Di Eli (del 21/09/2005 @ 08:09:52, in Internet, linkato 1788 volte)
Dilaga la moda dei siti myprodotto.com. Dedicati specificatamente alla promozione del brand in questione hanno come scopo quelli di creare una community tra appassionati o semplici curiosi. Questa tendenza si sta affermando sempre di più, e come il caso iPod (attorno al quale si è costituita una vasta community di interessati) ha dimostrato recentemente può portare ottimi risultati in termini sia di popolarità che di vendite. Accesso a screensaver e giochi on line, chat possibilità di costruirsi un blog e altro ancora per la Coca Cola. Se invece siete appassionati di motociclismo fate due chiacchiere sugli ultimi modelli, organizzate motoraduni o mettete in vendita il vostro vecchio modello. Dove? Ma sul sito dell’Aprilia!
Vale la pena di dare un'occhiata. http://www.mycoke.com/ , http://www.myaprilia.com
Navigando su internet ieri sera mi sono imbattuto in questa notizia, che potrebbe
apre più di un dibattito... Abile operazione di marketing o "marchetta"
virtuale? King non è però nuovo a questi esperimenti, n 2000 aveva pubblicato il
romanzo "Riding the Bullet" che poteva essere acquistato solo su
internet.
Una donna pagherà 25.100 dollari pur di trasformare suo fratello
in uno dei protagonisti del nuovo manoscritto dell'autore di Portland
(ITnews)
Sarà un donna americana, una delle tante fans dello scrittore
horror Stephen King, a scegliere il nome ad un personaggio del prossimo romanzo,
intitolato 'Cell'. Ad aggiudicarsi il primo round dell'asta chiusosi stanotte
per la somma di 25.100 dollari, è stata l'americana Pam Alexander, che vive a
Fort Lauderdale, in Florida.
La
moda inaugurata da Stephen King potrebbe presto essere seguita anche da altri
scrittori considerato il vantaggio, oltre che economico, di fidelizzazione con i
propri lettori.
Stonefly, azienda specializzata nella produzione e distribuzione di calzature, dovrebbe aver dotato il proprio negozio di Corso Europa a Milano di una telecamera per riprendere il traffico all’interno del negozio.
Fin qui niente di strano, se non fosse che questa telecamera è orientata ad altezza piedi e alimenta una banca dati che registra le immagini riprese. A che scopo? Ma per monitorare i gusti e le preferenze del pubblico.
Il progetto è costato circa 1,5 milioni di euro, e comprende anche sofisticate apparecchiature all’interno delle vetrine che mostreranno i prodotti esposti solo al passaggio del cliente all’esterno dello spazio espositivo.
La prima iniziativa mi sembra particolarmente interessante: nel rispetto della privacy dei visitatori, infatti, il marketing dell’azienda avrà la possibilità di analizzare meglio il proprio target di riferimento, e sulla base delle informazioni acquisite prendere le opportune decisioni per le prossime collezioni, il tutto senza bisogno di ricorrere a costose e talvolta poco affidabili fonti esterne. Questa analisi, inoltre, potrebbe essere utile anche per effettuare statistiche demografiche sulla propria clientela ma anche, eventualmente, per ottimizzare il layout del negozio.
L’idea sarà esportabile per altre tipologie di prodotti? Io direi proprio di si.
Non dovremo più scegliere tra film o vidooclip, grazie a Vasco infatti le barriere tra i due generi potrebbero presto scomparire. Il cocker infatti trasforma i videoclip di ''Buoni o Cattivi'' in un film, e arriva ''E' solo un rock'n'roll show''.
Sull’onda del successo dell’ultimo album Vasco, come alternativa all’ormai abusato mercato dei DVD live, ha sfornato un doppio DVD, che nelle intenzioni degli autori dovrebbe rappresentare il primo ''movieclip'' della storia, un esempio di come il viedeoclip possa sposarsi con il cinema.
Grazie alla collaborazione della Nuct è nata l’idea di di realizzare una fiction con i videoclip
di tutte le canzoni dell'album, collegati tra di loro da una sceneggiatura “piccante”.La sceneggiatura, ad opera di Carlo Lucarelli, è un thriller girato tra Los Angeles ed il Mar Rosso.
Nel secondo DVD, di contenuto più tradizionale, sono presenti tutti i videoclip delle canzoni di ''Buoni o Cattivi'', con versioni inedite, making of, storyboard ed un piccolo cortometraggio ispirato a ''Dimenticarsi''.
Siamo di fronte alla nascita di un nuovo genere cinematografico-musicale?
Di Eli (del 18/09/2005 @ 13:52:30, in Pubblicità, linkato 1793 volte)
Molti di noi, compresala sottoscritta, non si ricorderanno facilmente di
Carmencita, il pupazzo a forma di cono ideato da Armando Testa che sponsorizzava
il caffè Lavazza, con l’ausilio del fidanzato Caballero. Navigando su internet
mi sono imbattuta nella notizia e una rapida occhiata alla foto dei personaggi mi ha risvegliato vaghi
ricordi.
A quarant'anni di distanza dal Carosello che li ha resi celebri, i
pupazzi nati nel 1964 faranno il loro ritorno trionfale sui nostri schermi
televisivi.
Questa volta però i due personaggi saranno protagonisti di una sitcom, di
12 puntate, ognuna della durata di due minuti e mezzo,al termine della quale
comparirà il prodotto sponsorizzato. L’ambientazione sarà decisamente moderna e
simile a quella dei trentenni dei giorni nostri. Con i due fidanzati vedremo
anche nuovi personaggi: un musicista inglese, tre affiatate amiche fidanzati al
seguito e un pittore gay, oltre ovviamente al gatto di casa.
Si tratta quindi della riscoperta di un testimonial datato, al quale sarà
fatto un restyling anche in termini di ambientazione per adattarlo ai gusti e
alle tendenze della società moderna.
L’aspetto secondo me più interessante è cercare di capire il perchè di
questa scelta: chi era all’epoca dello spot origliale ventenne adesso avrà circa
cinquanta anni, e potrebbe non apprezzare una rivisitazione in chiave moderna
per trentenni delle avventure dei due personaggi della sitcom.
Nello stesso tempo però l’operazione potrebbe invece piacere a chi
all’epoca era molto giovane e magari si ricorda solo vagamente i personaggi
perché inseriti in Carosello. In questo caso infatti la vista dei due pupazzi
potrebbe risultare piacevolmente familiare e un ammodernamento del contesto nel
quale sono presentati renderebbe il tutto più interessante.
Se questa è la strada che molte agenzie pubblicitarie decideranno di
percorrere nei prossimi anni (risvegliare nei trentenni di adesso i ricordi dei
beniamini delle pubblicità di quando erano molto giovani) allora aspettiamoci di
vedere di nuovo sui nostri teleschermi l’Ippopotamo azzurro Pippo, la Linea e
tutta l’allegra banda di personaggi che animavano le pubblicità televisive degli anni ’70.
Microsoft e Google potrebbero avere un blog
dedicato, visto che ormai non passa quasi giorno nel quale non ci siano rumors
su qualche loro futura mossa. Questa anticipazione pubblicata da "La Stampa" è però clamorosa, perché segnerebbe la fine di un
matrimonio che all’epoca aveva fatto scalpore...
Cinque anni fa sembrava la fusione che avrebbe
dominato la scena mondiale delle comunicazioni: adesso la Time Warner sta
pensando di sbarazzarsi di America Online. La soluzione preferita sarebbe quella
di venderla alla Microsoft, ma non si esclude una cessione a Yahoo o Google.
(...)
La favola era cominciata nel 2000, quando proprio il
topolino aveva inghiottito l'elefante. America online non era esattamente
un'azienda minuscola, perché era il principale servizio per l'acceso ad internet
via telefono. Aveva oltre 26 milioni di clienti, che pagavano non solo per
accedere alla rete, ma anche per ricevere il suo contenuto esclusivo. Sembrava
la strada da seguire per le comunicazioni del futuro e il suo capo, Steve Case,
passava per il ragazzo prodigio della rivoluzione
digitale.
La Time Warner invece era un colosso dei contenuti,
con giornali tipo il settimanale Time, una delle più famose case
cinematografiche e discografiche al mondo, e in seguito anche la televisione di
notizie Cnn. Era l'azienda più grande e antica delle due, ma formalmente era
stata fagocitata da Aol perché il futuro si era preso in carica il
passato.
Sembrava un matrimonio voluto in cielo, come dicono
gli americani, perché avrebbe unito i contenuti al nuovo mezzo mediatico per
distribuirli. I film, gli articoli, le trasmissioni televisive della Time Warner
sarebbero arrivate in tutto il mondo, attraverso il collegamento ad internet
garantito da America online.
La tecnologia, però, fa brutti scherzi: proprio
quando pensi di averle messo il sale sulla coda, lei scappa via. Dal punto di
vista culturale, la fusione tra la nuova generazione di Aol e la vecchia di Time
Warner non aveva mai funzionato sul serio. Poco alla volta, però, aveva perso
anche la sua attrattiva economica. Il colosso dei contenuti, infatti, aveva
conservato tutta la sua forza, restando un punto di riferimento nel settore e
allargandosi anche alla fornitura dell'accesso ad internet con la banda
larga.
Il topolino della nuova tecnologia cibernetica,
invece, aveva progressivamente perso colpi, proprio perché il suo modello si era
inceppato. La gente si era stancata delle lunghe attese nei collegamenti
«dial-up», e i contenuti esclusivi di America online non erano più sufficienti a
trattenerla dalla corsa verso la banda larga e la libertà sconfinata di
internet.
La fusione aveva finito per bruciare circa 200 miliardi di dollari in
termini di valore delle azioni, cioè grosso modo il costo dei danni fatti
dall'uragano Katrina in Louisiana e Mississippi, tanto per capirsi. La testa di
Case era saltata e i dinosauri di Time Warener avevano ripreso il controllo
della sua compagnia. Adesso, però, stanno considerano l'ipotesi di sbarazzarsene
del tutto, come un corpo estraneo che non vedono l'ora di espellere.
(...)
La prima ipotesi sarebbe quella di cedere il 50%
delle azioni alla Microsoft, che poi gestirebbe l'impresa a metà con la Time
Warner, collegandola ai propri servizi.
La seconda, però, non esclude di passare la
mano integralmente alla concorrenza, girando tutta la proprietà a Yahoo oppure a
Google, che proprio in questi giorni sta rastrellando altri soldi sul mercato.
Comunque vada a finire, la bella favola di Aol sembra arrivata all'ultimo
capitolo.
|