Ad effettuare un'indagine su influencer marketing e aziende ai tempi del Covid-19 è stato il team Pr & Influence di Ogilvy Italia, che ha coinvolto80 influencer da tutta Italiacon una fanbase compresa tra i 50mila e 1milione di follower. Vediamo quanto emerso.
Cambiano i contenuti "influenti" Ben l’85% degli influencer intervistati afferma che la produzione dei propri contenuti sui social network è cambiata, per il 39% sia nei formati sia nei temi trattati e moltissimi (84%) sottolineano come sia aumentata l’autenticità. A detta degli influenceri formati più rilevantisono le IG stories, i video, le dirette Instagram. A livello di contenuti, ovviamente per molti i temi inerenti al Covid-19 e alla quarantena sono diventati centrali. Aumentati i contenuti indoor, quelli con un taglio informativo ed educativo. Infine, molti influencer si sentono investiti di un ruolo importante per le proprie community: trasmettere positività e speranza. La conferma arriva anche da un monitoraggio di Blogmeter, chetra i "top engaging content"pubblicati dalle celebrità vede in testa nuovi esperimenti culinari, allenamenti domestici, consigli per l'intrattenimento (libri, serie tv, ma anche concerti live da casa) e ironia (la #pigiamachallenge lanciata da Alessandro Borghese ha ottenuto 34K interazioni in pochi giorni).
Il marketing continua, ma con equilibri diversi Nel 74% dei casi gli influencer affermano di essere stati contattati nelle ultime settimane da un brand, anche con cui non avevano mai lavorato prima (43%). Per la maggior parte le collaborazioni sono focalizzate sull’emergenza Covid-19 o su un breve periodo di tempo (74%), ma per 1 su 3 possono essere anche partnership di medio-lungo periodo. È anche vero, però, che assistiamo ad un diverso equilibrio tra contenuti sponsorizzati da un brand e invece contenuti personali, dove i secondi prevalgono.
Un futuro di maggior valore La quasi totalità degli intervistati sarebbe felice di mettere a disposizione la propria esperienza per attività digital di brand, soprattutto incentrate su valori e messaggi più alti. Largo, dunque, aworkshop, tutorial e format di edutainment, con argomenti di educazione e intrattenimento in linea con la loro expertise. In un momento come questo, dove molto si sposta sul digitale, tanti influencer ritengono infatti di essere un asset importante per le aziende anche per informare ed educare. Guardando al futuro, la maggior parte degli influencer crede, infatti, che la propria professione sia destinata a cambiare. E spera che il cambiamento vada nella direzione di creare collaborazioni con le aziende in modo sempre più coerente, dando spazio a messaggi e valori più che alla semplice promozione di prodotti ed iniziative.
In queste settimane di isolamento forzato a causa dell’epidemia dicoronavirus, gli italiani trascorrono molto più tempo in rete. Per informarsi, comprensibimente, ma anche per svolgere altre attività, incluso loshopping online, concentrato su servizi e prodotti utili arendere più piacevole il tempo trascorso in casa. Lo conferma una ricerca diMapp, fornitore internazionale di una piattaforma cloud di servizi di marketing, che analizza i cambiamenti delle visite ai siti web di diversi settori economici a causa della pandemia di Covid-19.
Le visite sui portali di informazione sono in costante aumento
L’editoria a livello globale ha registrato un aumento degli accessi legato alla necessità della popolazione di acquisire informazioni. Si possono fare confronti interessanti comparandol’utilizzo dei media online tra Germania e Italia: in entrambi i Paesi, le notizie sui primi decessi hanno portato a un forte incremento di ricerche di notizie online.
Al crescere del numero di casi in Germania, verso la metà di marzo, l’accesso ai canali online dei vari notiziari tedeschi è aumentato in modo maggiore rispetto ai dati dei media italiani. Nel complesso, rileva Mapp,il traffico online è aumentato del 93% in Italia e del 103% in Germania dall’inizio del 2020. Il fatto che i media tedeschi abbiano superato quelli italiani indica una sorta di “saturazione” delle notizie nel territorio italiano.
Mapp: è in corso un significativo aumento degli acquisti online
Anche il segmento degli acquisti online registra una crescita significativa.Entro la fine del mese di marzo 2020, i volumi di ordini registreranno una crescita dell’88% in confronto al dato di inizio anno.Altri settori che registrano un aumento degli accessi da parte dei consumatori sono le telecomunicazioni (+23%) e il comparto della finanza (+17%).
Nel caso delle telecomunicazioni, la gestione degli abbonamenti o dell’accesso a Internet ha sicuramente influito su questi dati. Mentre il settore del commercio B2B sta ora rallentando dopo un temporaneo aumento,l’industria del turismo è certamente quella più penalizzata da questa crisi, con un calo molto marcato che si è assestato negli ultimi giorni al 34% rispetto al traffico di inizio anno.
E-commerce: cresce la domanda di accessori di hobbistica, giocattoli e cosmesi
Più nel dettaglio, l’analisi di Mapp rivela chesono in crescita i prodotti di uso casalingo, con i distributori di articoli di hobbistica in forte crescita di domanda. Gli ordini di questi prodotti sono cresciuti del 212% in confronto all’inizio dell’anno, dato mai registrato in passato. L’incremento di ordini di materiali da costruzione, attrezzi da giardinaggio e da costruzione indica chiaramente come, a seguito dell’isolamento, le personesi stiano dedicando ad attività di fai-da-te.
Anche gli ordini di giocattoli e cosmetici sono in crescita, rispettivamente del 90% e del 64%. Nel primo caso, le ragioni di questo aumento sono da registrare nella chiusura delle scuole e degli asili e nella tendenza dei genitori a voler tenere i figli felici ed occupati.
Di contro,il segmento dell’abbigliamento non ha ancora subito un impatto correlato alla crisi in atto: il volume degli acquisti online è rimasto infatti invariato. In questo ambito, solo l’abbigliamento sportivo ha registrato un calo (-45%), dovuto al fatto che il tempo speso all’esterno delle proprie abitazioni è considerevolmente diminuito. Un dato sorprendente lo riserva il settore dei sex-toys, che è in calo del 19% nonostante il forte distanziamento sociale imposto dalla crisi.
Un nuovo trend: shopping al mattino, lettura delle notizie nel pomeriggio
Nel corso della pandemia da coronavirus sono stati misurati anche i picchi di accesso a internet. I portali di e-commerce sono usati più intensamente tra le 6:00 e le 8:00 del mattino, mentre i media hanno il picco di flussi di accesso tra le 16:00 e le 19:00. Questi dati, registrati in un momento di forte isolamento sociale, mostrano comegli utenti siano inclini a dedicarsi allo shopping al mattino, mentre la tendenza all’informazione si sia spostata dal mattino, solitamente nel tragitto casa-lavoro, al pomeriggio/sera.
Di Max Da Via' (del 23/03/2020 @ 07:21:04, in Mercati, linkato 1205 volte)
Come evolvono sentiment, percezione e comportamenti degli italiani nel contesto di attuale emergenzacoronavirus? Sono tanti i dati che arrivano sul tema, dal monitoraggio costante di Ipsos e Nielsen alla ricerca realizzata sul tema da Metrica Ricerche. Vediamo di tracciare un quadro complessivo della situazione per tematiche.
Meno spesa, più tv e internet Continua ad aumentare a doppia cifra di settimana in settimana la fruizione di contenuti video sia in televisione che su piattaforme online, tanto che Netflix ha accolto la richiesta di Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno e i servizi, di diminuire la propria qualità di video streaming così da non intasare eccessivamente la rete. Nel frattempo, nella seconda settimana di marzo sale la percentuale di coloro che dichiarano di aver ridotto la frequenza di visita nei supermercati (40%, +26pp), negozi di alimentari (38%, +25pp) e mercati rionali (63%, +36pp), ma allo stesso tempo aumenta la propensione a fare scorte di (28%, +12pp - dati Nielsen). Un dato in linea con il generale aumento della preoccupazione, che, nonostante i dati relativi alle zone più colpite, resta alta al Sud (64% degli italiani) e in particolare la Campania (66%) più che al Nord-Ovest (57%) dove però aumenta significativamente: +37%).
Si torna a fare gli chef e si cerca il comfort nel cibo L'andamento delle categorie di prodotto al supermercato ci suggerisce non solo che gli italiani pensano a fare scorta, come indica l'aumento di cibi a lunga conservazione e surgelati, ma anche che tornano di più ai fornelli, per fare ad esempio la pizza in casa: calano i cibi pronti, aumentano vertiginosamente farine e lievito. Non solo. Si cercano gratificazione e relax sia nel comparto bevande, con aumenti a doppia cifra per birra, vino e in generale alcolici, ma anche di tisane e camomilla per "i più virtuosi", che nel cibo: con boom di tavolette e barrette di cioccolato, ma anche affettati e patatine per un aperitivo fatto in casa.
Più consapevolezza su economia, imprese e valore della sanità Forse per la prima volta lapreoccupazione sul piano economicoriguardo al sistema generale del Paese (77%) supera la preoccupazione per le finanze personali (51%). Questo nonostante, come prevedibile, aumenti anche il timore per il proprio posto di lavoro. Ci si preoccupa in generale di più, dopo il Dcpm, dell’impatto per i comparti più toccati dalla serrata: bar, ristoranti, cinema, teatri e musei, ma anche la vendita al dettaglio.
A seguito dell'emergenza, quasi il 60% del campione ha fortemente aumentato la propria consapevolezza circa ilvalore del Servizio Sanitario Nazionale, esprimendo l’attesa di maggioriinvestimentiin strutture, risorse e organizzazione. Un sistema al quale il 41% dichiara che si rivolgerà in futuro con crescente fiducia.
Un futuro più responsabile e digitalizzato Oltre a tanti brutti ricordi, questa esperienza, lascerà in ereditàun aumento del senso di responsabilità socialedegli italiani (il 52% si dichiara fortemente d’accordo). Allo stesso modo crescerà il sentimento di solidarietà. Meno consistente, ma comunque rilevante (per il 33% in forte aumento), la crescita del sentimento diorgoglio nazionalegenerata da come a livello pubblico, istituzionale, collettivo e individuale si sta affrontando la crisi.
Questa situazione sta forzando il Paese a percorrere più velocemente la strada dellamodernizzazionesotto diversi aspetti a partire dal sistema scolastico e universitario secondo il 62%. Il 57% del campione si dichiara fortemente disponibile a utilizzare maggiormente i servizi digitali sia come cittadino (nei rapporti con la p.a. e le istituzioni) sia per le attività di lavoro (il 46% è favorevole allosmart working) e d’impresa.
Infine, un’altra consapevolezza di fondo, per i cittadini, è chela rinascita socio-economicadel Paese potrà avvenire solo «insieme e dal basso» avendo come protagonisti non solo i principali attori di livello nazionale come governo, grandi imprese, grandi banche (60%), ma anche e (52%) i soggetti del tessuto economico-sociale a livello locale (medie imprese, associazioni territoriali di categoria). Da ciò risulta evidente la necessità di sviluppare capacità di indirizzo e di coordinamento di tutte le forze.
Giornate lente, scandite da ritmi quasi impercettibili. Uno dei nostri desideri più grandi, imbottigliati in una vita frenetica e senza pause, è stato quello di avere tempo. Nel momento in cui ci è piombata addosso l'incertezza e la paura, anche il tempo libero è sembrato una condanna. In periodi come questi, tuttavia, cambiare le nostre abitudini è importante e doveroso. Molti di noi hanno la possibilità di affidarsi allosmart working, ma non tutti possono farlo.
Gli studenti non si fermano grazie all'eLearning, e tutti ci stiamo abituando a utilizzare ogni mezzo possibile per continuare la nostra vita, restando a casa. Abbiamo la fortuna di avere i modi per farlo, tramite internet e tutti i device, dagli smartphone ai laptop.Un mondo iperconnesso accorcia le distanze, ci siamo sentiti spesso schiavi dell'essere perennemente online, ma situazioni di vita diverse ci fanno vedere le cose da punti di vista nuovi.
Un mondo iperconnesso
Tutti siamo connessi, appena ci abituiamo a qualche aggiornamento, ecco che spunta una novità. Siamo pochi inclini al cambiamento, un po' per paura, un po' per diffidenza, ma ci si mette anche la pigrizia. Quando sappiamo fare qualcosa, mal volentieri adottiamo metodi differenti per farla. Il mondo digitale cambia in fretta e specialmente i modi di usare internet e device.
È da un po' di tempo che sentiamo parlaredi5G, la rete di nuova generazione che andrà a superare l’attuale 4G.Non è solo una questione di velocità di connessione, ma è una rivoluzione dei servizi.A giovarne saranno soprattutto i media e l'intrattenimento.
Potremo giocare online senza problemi, anche incloud gaming, senza la necessità di possedere una consolle. Lo stesso vale per ilcloud computing. Potenziati anche iservizi distreaming, in particolare i video. Contenuti ad altissima risoluzione, fluidi e subito disponibili.I nostri device saranno sempre connessi e disponibili ovunque, ciò significa che non dovremmo più passare dal Wi-Fi alla rete mobile. Parliamo di servizi sempre attivi in città per esempio, come videosorveglianza, auto a guida autonoma per una maggiore sicurezza sulle strade.
L'industria globale dei media guadagnerà, entro il 2028, 765 miliardidi dollaridai nuovi servizi e applicazioni resi possibili dal 5G. Ma come succederà tutto questo?
La nuova era del 5G
Secondo uno studio condotto daOvum, società di consulenza specializzata nella copertura globale di telecomunicazioni, media e tecnologia, il 5G scuoterà il panorama dei contenuti multimediali e dell’intrattenimento, rappresentando un'importante vantaggio competitivo per le aziende.
La rivoluzione del 5G aumenterà i risultati in termini divelocità, copertura globale, media interattivi basati sui gesti, fonti crescenti di entrate ed esperienze gamificate,fornendoci un futuro migliore.
L'impatto trasformativo della tecnologia 5G non solo migliorerà l'esperienza degli utenti di telefonia mobile, ma muterà il modo di concepire e utilizzare i media e l'intrattenimento su molti livelli, con nuovi modelli di business e nuove esperienze interattive.
Video, giochi, musica, pubblicità, AR e VR saranno i veri protagonisti di questi cambiamenti, con contenuti sempre più immersivi e un rapporto col pubblico sempre più stretto.
Come cambiano i contenuti col 5G per media e intrattenimento
Ovum suggerisce che le aziende sperimenteranno varivantaggi tecnicidel 5G, la velocità dei dati sarà 100 volte maggiore, con latenza dieci volte inferiore e connessioni significativamente più affidabili.
Per esempio, un film in HD impiegava diversi minuti per scaricare a velocità 4G, ma con l'avvento delle reti 5G, gli utenti potranno potenzialmente scaricare lo stesso film in pochi secondi.Questo comporterà una fruizione maggiore dei contenuti, essendo ancora più accessibili, e una domanda maggiore dei prodotti sul mercato. I creatori e fruitori dei contenuti tradizionali, dovranno preparasi a una vera e propria corsa contro il tempo, creando più materiali per soddisfare la crescente domanda.
Si prevede, infatti, che i prodotti video rappresenteranno il 90% del traffico dati 5G.Passeremo da un consumo mensile di circa 10 GB agli oltre 80 GB nel 2028.
Ma non solo, la rete wireless di prossima generazione consentirà svariate innovazioni digitali, dall'informatizzazione degli oggetti fisici all'intelligenza artificiale, inaugurando un nuovo mondoper facilitare l'ingresso di nuovi media e di concepire l'intrattenimento.
Come cambierà il mondo dell'intrattenimento
La realtà aumentata creerà un nuovo modo di connettersi aicontenuti multimediali, attraversooggetti e personaggi virtuali, e la creazione di elementi tridimensionali. A beneficiare del 5G saranno soprattutto le applicazioni di realtà aumentata e virtuale.
Per quanto riguarda il settore televisivo, il mercato offre diverse modalità di consumo. Oltre ai soliti video on demand,streaming, download, pay per view che fanno già parte, da anni, della tv tradizionale, si aggiungerannoaltre tipologie di offertaa pagamento: la bassa latenza permetterà download rapidissimi e un’eccellente qualità di livestreaming.
Sempre dallo studio condotto si evince che negli Stati Uniti quasi il 9% delle famiglie che utilizzano la banda larga passerà al 5G entro il 2028, generando ricavi per9 miliardi di dollari.
Il 5G rafforzerà il mercato della pubblicità digitale
Il 5G avrà un ruolo fondamentale anche nel passaggio dalla pubblicità tradizionale alle esperienze immersive sui social e sui media. Video, banner, posizionamento in-game su 5G e altri formati di pubblicità visiva appariranno in ambienti VR e AR. Per non parlare della possibilità di nuove applicazioni che oggi non esistono ancora, ma che potranno svilupparsi con il consolidarsi della nuova rete.
Esperienze ultra sensoriali
Leinterfacce aptichecollegate al 5G saranno in grado di fornire una nuova dimensione sensoriale alle esperienze dei media.Ad esempio, il calore e la pressione potrebbero essere raggruppate in un potenziamento delle armi in un gioco d'azione, e i film potrebbero essere ripubblicati con un nuovo livello di sensazioni.
I giochi AR, VR e cloudcombinati cresceranno del 2.400% nei prossimi anni per raggiungere un fatturato annuo di47,7 miliardi di dollari nel 2028.
Si prevede che l'uso del 5G avrà un'impennata tra il 2023/2025, quando le capacità hardware e di rete aiuteranno a realizzare esperienze VR vicine alla realtà: campo visivo orizzontale a 210° su scala umana, risoluzione di visualizzazione/proiezione ad alta densità di pixel, dimensioni minime della batteria e interazione altamente reattiva.
La rivoluzione del gaming
Un altro settore in grande espansione è quello deivideogiochi, a cui il 5G darà ulteriore slancio. Il numero di videogiocatori nel mondo, secondo le stime più recenti, ammonta a2,3 miliardi di persone. Oggi la tendenza di mercato è orientata verso lo sviluppo di piattaforme digitali con nuove modalità per la fruizione dei contenuti videoludici, tra cui streaming e cloud gaming.
Ciò permetteai giocatori di avere accesso ai videogiochi in qualsiasi momento e ovunque, garantendo la possibilità di effettuare aggiornamenti senza dover per forza acquistare o possedere hardware costosi.
Il game streaming può essere offerto tramite un servizio in abbonamento oppure tramite l’acquisto di giochi on demand. In Italia sono circa 16,3 milioni i videogiocatori, mentre gli appassionati dieSportche seguono eventi più volte a settimana sono più di 1,2 milioni. Basti pensare che il traffico dati per il gaming nell’ultimo anno è aumentato del 125%.
Nel 2019 gli italiani che hanno navigato in rete almeno una volta al mese sono stati 41,6 milioni, per un tempo medio a persona di oltre 104 ore. Nel giorno medio gli utenti connessi sono stati 33,3 milioni per 4 ore e 18 minuti. Questi sono i datiAudiweb powered by Nielsendai quali parto per analizzare l’utenza dei social media (qui i dati dell’anno scorso). L’analisi considera la Total Digital Audience, ossia le persone che accedono da desktop e mobile (smartphone e tablet) al netto delle sovrapposizioni. L’universo riguarda i maggiori di 2 anni per l’audience da Pc e la fascia 18-74 anni per quella da mobile. Dunque è probabile una sottovalutazione dell’impatto dei servizi usati prevalentemente in mobilità dagli under 18.
Utenti dei social media in Italia
A dicembre 2019 la piattaforma social preferita dagli italiani è stataYouTubeche ha raggiunto 36,173 milioni di persone. Naturalmente la tv non lineare di Google non prevede registrazioni quindi è più accessibile rispetto, ad esempio, aFacebook. Nello stesso mese il social network di Zuckerberg ha catturato 35,906 milioni di connazionali. Entrambi in leggero miglioramento, 2,7 punti, rispetto a 12 mesi fa.
Stabile in terza posizioneInstagramche continua a crescere, ma ad un ritmo meno intenso del passato. Riesce a coinvolgere 27,073 milioni di italiani, 15,6% in più anno su anno.
SegueLinkedIncon un’audience di 18,781 milioni di persone(+13,5% in un anno). Un miglioramenteo di tutto rispetto che però, come vedremo, si accompagna ai soliti, irrisolti, problemi di permanenza sul sito.
Ottima performance perPinterestche per il secondo anno consecutivo, e senza clamore, riesce a incrementare il suo pubblico. A dicembre è stato di16,642 milioni di persone, più 35% rispetto al 2018.
La stella nascente èTikTokche ha conquistato in pochi mesi 3,6 milioni di persone, con un tasso di crescita annuale del 388%. Naturalmente si tratta di dati sottostimati perché non comprendono l’audience tipica del servizio ossia i minorenni che lo usano da dispositivi mobili.
Secondo Audiweb cresce ancheTwitterarrivando a superare i 10 milioni (+9%) eSnapchatcon oltre 2,7 milioni (+14%). Anche in quest’ultimo caso ci potrebbe essere una sottostima dovuta alla peculiarità della sua audience. L’unico social in apparente caduta libera èTumblrche registra 2 milioni di visitatori, in calo del 23,5%, a causa della “mala gestio” di questi anni.
Tempo di utilizzo dei social media in Italia
Il social utilizzato per più tempo dagli italiani è Facebook che a dicembre ha toccato le 16 ore e 24 minuti al mese per persona. Segue Instagram che è stato usato in media per circa 7 ore e YouTube che cattura l’attenzione per 6 ore. E’ evidente che gli stimoli che si hanno in un social network simmetrico come Facebook sono la chiave dell’incremento dell’engagement.
Sorprendono per la loro crescita Twitter, con 3 ore e 48 minuti, e TikTok con 2 ore e 45 minuti.
Leggermente sopra i 60 minuti di utilizzo si piazza Tumblr, mentre di poco sotto troviamo Pinterest (53 minuti e 5 secondi) e Snapchat (52 minuti e 45 secondi). La pecora nera dell’engagement è LinkedIn che è stato utilizzato per 37 minuti al mese. Per porre rimedio a questa bassa permanenza sono stati assunti, anche nel nostro paese, due giornalisti col compito di selezionare le notizie quotidiane da mettere in evidenza.
Dando un’occhiata alle modalità di fruizione dei social media emergono due grosse famiglie: i social che sono usati prevalentemente da smartphone e quelli che vengono fruiti anche da desktop (dati medi del 2019 per utenti di età 18-74 anni). Quelli che presentano oltre il 90% di fruzione in mobilità sono Instagram (97%), Twitter (92%), Snapchat (92%), TikTok (91,5%). Quelli con l’utilizzo più alto da desktop sono YouTube (25%), Pinterest (19%) e Tumblr (18%).
In attesa dei vostri commenti vi consiglio, per non perdervi i prossimi aggiornamenti iscrivendovi allanewsletter, di consultare la pagina dell’Osservatorio Social Mediaper le statistiche italiane, la paginaSocial Media Statisticsper le straniere.
Con l’esplosione del web e dei social media, la realtà quotidiana ha ceduto sempre di più il passo alla dimensione virtuale e“finzionale”delle Instagram stories, dei feed Facebook o delle web serie su Youtube.
Stabilire una connessione con audience sempre più distratte, far breccia nel flusso perpetuo delcontent continuumè un’impresa spaventosa persino per il marketer più temerario.
Secondo un recentestudio Ipsos, gli utenti ignorano più della metà degli ads online e impiegano circa tre secondi per decidere se i contenuti proposti siano o meno di loro interesse. Hai più probabilità di far colpo durante uno speed date, insomma.
Ma cosa fa il tuo pubblico quando non ti sta ascoltando?
eCommerce: il lato positivo
Per avere un’idea, è sufficiente prendere in considerazioneun minuto qualsiasi del 2019 su internet: ebbene, in un solo minuto sono stati mandati 41,8 milioni di messaggi Whatsapp/Messenger, guardati 4.5 milioni di video Youtube, creati 2,1 milioni di Snaps etc.
Soprattutto,ed è qui che vediamo spuntare una luce in fondo al tunnel,in quello stesso minuto sono stati spesi 996.956 dollari online, (per un valore annuo di transazioni pari a 693,35 miliardi).
Ora,come fare in modo che i tuoi prodotti facciano parte della metà fortunata chegli utenti notano e magari decidono di comprare?
Un’ottima mossa è "camminare sulle spalle dei giganti", ovvero analizzare le strategie di marketing delle aziende che cavalcano la rivoluzione eCommerce, per comprendere quali sono quelle più adatte alle tue esigenze e ai tuoi obiettivi di business.
Scopriamole insieme.
Integrazione della piattaforma eCommerce con Google Shopping
A meno che tu non sia Coca-Cola, Netflix o Mc Donald’s, è molto probabile che gli utenti siano atterrati sul tuo sito partendo da Google. Quindi, per dare maggiore visibilità ai tuoi articoli online, una buona strategia potrebbe essere quella diintegrare la piattaforma di e-commerce conGoogle Shopping.
Le schede di Google Shopping mettono i tuoi prodotti in cima alle SERP di Google (le pagine dei risultati dei motori di ricerca) consentendoti di raggiungere più facilmente il pubblico target attraverso i PLA (product listing ads),mostrando i tuoi articoli prima ancora che gli utenti abbiano visitato il tuo sito.
AR and VR nelle vendite online
Una delle più grandi barriere all’acquisto dei prodotti online rimane il fatto che i tuoi i clienti non possano vedere o provare gli articoli prima di comprarli.Questo rende difficile, ad esempio, vendere make-up, complementi d’arredo, occhiali e altri accessori. Prodotti per cui le persone hanno bisogno di una “preview” prima di sciogliere ogni indugio.
La realtà virtuale (VR) e quella aumentata (AR) si stanno rivelando i migliori alleati dei brand per superare questa sfida. AziendecomeWarby ParkereSephorahanno lanciato delle app che, attraverso l’AR, consentono ai loro clienti di provare occhiali e make up.
AncheAmazon eIkea usano una tecnologia simile per dare agli shopper la possibilità di testare come i mobili proposti online armonizzerebbero nelle loro case.
Opzioni di pagamento flessibili nell'eCommerce
Se vendi beni di lusso o comunque articoli piuttosto costosi, gli utenti potrebbero essere scoraggiati a finalizzare la conversione per questioni di prezzo. Per scongiurare questo rischio, la tendenza eCommerce più diffusa è quella dioffrire opzioni di pagamento flessibiliattraversosistemi comeAfterpay, Final eAffirm.
Questi servizi frazionano automaticamente il costo degli articoli in più mesi, ammortizzando l’esborso economico dei clienti. In particolare,i rivenditori che offronoAfterpayhanno vistoaumentare i tassi di conversione tra il 20% e il 30%.
Il fattore green nello shopping online
L’87% dei consumatoridichiara d’essere molto più propenso a comprare prodotti e servizi da aziende che dimostrano di tenere in considerazione l’impatto ambientale della loro attività durante ogni fase del ciclo di produzione e distribuzione.
Per venire incontro a questa istanza, negli ultimi tempi, molti brand eCommerce hanno scatenato tutta la propria creatività perridurre gli sprechi del packaging, utilizzando materiali riciclabili. Tra queste, c’èReformationche invia i prodotti in confezioni 100% vegetali e compostabili, invece di utilizzare la plastica.
Molti utenti, cercano già i prodotti di cui hanno bisogno sui social media e magari ricevono feedback dalla loro cerchia online per farsi guidare lungo il processo d’acquisto.
Parliamo diSocial Commerce, una tra le più importanti tendenze future dell’eCommerce.
Gli italiani si confermano sempre più connessi e "maturi" nell'approccio al mondo digitale, con un trend di adozione in crescita per quanto riguarda sia internet in senso ampio, sia le piattaforme social, sia le nuove tecnologie. Questo quanto emerge dal Report Digital 2020 diWe are sociale confermato anche dagliultimi dati Audiweb relativi alla total digital audience 2019.
Stando all'analisi sono infatti quasi50 milioni le persone onlinenel nostro Paese su base regolare, e 35 milioni quelle presenti ed attive sui canali social. In entrambi i casi, si registra un aumento rispetto alla rilevazione del 2019. A seguire un identikit approfondito.
Non è solamente la quantità di persone presenti ed attive a crescere, ma anche il tempo che si sceglie di passare online: spendiamo6 ore connessi ad internet ogni giorno, e 1 ora e 57 minuti sui social, in aumento rispetto al dato rilevato nel 2019, che si era fermato a 1 ora e 51 minuti.
Maturità tecnologica Guardando al livello di "maturità" rispetto alle nuove funzionalità/tecnologie, cresce di 5 punti percentuali rispetto allo scorso anno l'utilizzo diassistenti vocali da mobile o device dedicati(dal 30% al 35%). Un italiano su 12 possiede invece device per lasmart home, mentre triplica (dal 5% al 15%) la penetrazione della categoria deiwearables, siano essi smartwatch o altri dispositivi per il tracciamento dell'attività fisica o della salute in senso ampio. Più indietro, ma forse meno del previsto, l'adozione di dispositivi per larealtà virtuale, in mano al 3% degli italiani.
Privacy e fruizione Più consapevolezza anche su dati temi: più di una persona su due ha infatti espresso preoccupazione per le fake news (52%) e in relazione al trattamento dei dati personali (59%) da parte delle piattaforme e delle aziende. Cresce contestualmente l'utilizzo di strumenti di ad-blocking (dal 35% del 2019 al 40%). Anche se il dato è alla prima rilevazione, inoltre, si riscontrano risultati importanti per quanto riguarda la regolare cancellazione dei cookies (54%) e l’utilizzo di sistemi/app per il tracciamento dello “screen time” sui dispositivi mobili (15%).
Interazione e utilizzo Senza sorpresa, il 98% degli utenti social si connette da dispositivi mobili, ma al netto dei volumi è interessante un dato più qualitativo: siamo infatti anche più coinvolti, in virtù dell'aumento degli utenti che contribuiscono attivamente al dialogo, in crescita dal 74% all'81%.
Se si guarda alle app più usate (a seguire) non è solo il desiderio di rimanere connessi con amici, colleghi, brand preferiti e fonti di ispirazione che tiene gli italiani attaccati ai telefoni, ma anche un'evidente ricerca disvago ed intrattenimento. Guardare video online, seguire vlog, l'ascolto di musica, radio online e podcast sono tutte attività che incrociano intrattenimento edesiderio di crescita personale. A conferma di questo desiderio anche la top 10 delle categorie di app più utilizzate dagli italiani: 5 categorie delle prime 7 sono infatti ascrivibili alla sfera dei social e dell'intrattenimento.
Le piattaforme preferite Nessuno scossone rispetto a quanto riportato l'anno scorso, con YouTube e la famiglia di app di Facebook (WhatsApp, Facebook, Instagram e Messenger, nell'ordine) saldamente nella top 5. Ed è proprio Instagram la piattaforma che registra la crescita più evidente, dal 55% al 64%. In forze anche Pinterest, che vede un salto dal 24% al 29% anche in Italia, in parallelo ad una crescita globale anche in virtù di una serie di migliorie. Crescono di un paio di punti percentuali ciascuno anche Snapchat, Twitter, WeChat, Reddit: sono tutte piattaforme molto diverse tra loro ed è interessante notare come la crescita sia diffusa, indicatore di “salute generale” della categoria e non solo di alcune nicchie specifiche.
Qual è l'approccio alla gestione del denaro da parte dei giovaninativi digitali(Generazione Z o "Greta" che dir si voglia) e degli ormai sempre più adultiMillennial(o Generazione Y che dir si voglia)? A rispondere è un'analisi effettuata dall’Ufficio Studi diHype, la soluzione di banking digitale, che ha messo a confronto i due cluster su questi temi sulla base dei propri dati (70mila clienti under 18 e 500mila Millennial).
Monitoraggio costante via mobile. Primo dato significativo è la frequenza giornaliera di accesso all’app: 0,68 volte al giorno per i giovanissimi della Generazione Z e 0,57 volte per i Millennial. Una differenza che pare infinitesimale, ma che in realtà fa da chiaro indicatore di come i giovanissimi ricorrano con maggiore naturalezza alla propria mobile bank.
Accredito e pagamento abituali.Cresce del +214% il numero dei Millennial che ha accreditato il proprio stipendio su Hype nel 2019 rispetto all’anno precedente, mentre la Generazione Z, pur non avendo un’entrata fissa, presumibilmente ricorre all’app per ricevere la «paghetta» dai propri genitori. Il 70% degli under 18 utilizza infatti l’app per ricevere abitualmente denaro. Le principali voci di utilizzo di Hype mostrano come entrambe le generazioni abbiano comportamenti simili, con una spiccata propensione all’utilizzo della soluzione come abituale strumento di pagamento.
Le voci di spesa principali. A far la parte del leone per entrambi i target sono gli acquisti pressoi negozi al dettaglio. Spicca l’importante peso specifico degli acquisti relativi ad abbigliamento ed accessori, che caratterizza maggiormente il cluster della Generazione Z (11,8% della spesa, rispetto a un più limitato 5,78% dei Millennials). Al secondo posto si posizionano gli acquisti relativi alfood, che evidenziano una significativa differenza di comportamento tra generazioni, in linea con le diverse età: mentre i giovanissimi della Generazione Z mostrano una maggiore propensione al consumo di cibo fuori casa (spendono l’8,71% in ristoranti, il 3,78% in fast food), la Generazione Y sceglie sì in maniera significativa la ristorazione (7,39% ristoranti), ma bilanciata da un 6% di spesa per alimentari in gdo (la Generazione Z si ferma a 3,43%).
Per cosa si risparmia. Guardando al “salvadanaio virtuale” dell'app, che consente l’accantonamento progressivo di cifre destinate ad una finalità preimpostata, emergono come diametralmente opposte, tra i due target, le finalità legate agli accantonamenti a medio termine. Per la Generazione Z il principale obiettivo di risparmio riguarda l’acquisto diprodotti elettronici o software, quindi un investimento sul patrimonio tecnologico personale, mentre i Millennial sono più orientati verso il consumo “analogico”, presentando come principale voce di risparmio la categoria“veicoli e trasporti”, con un peso relativamente significativo anche della voce “viaggi e vacanze”. Questo dato può essere spiegato dalla maggiore autonomia e libertà di movimento dei Millennial, ma anche da un loro forte desiderio di svago off-line, mentre la Generazione Z tende sempre più a far rientrare nell’orbita della tecnologia anche il proprio tempo libero.
Sono passati circa 6 mesi da quandoInstagramin Italia ha deciso di sperimentare la "sparizione dei like", ovvero ha scelto di nascondere agli utenti la possibilità via mobile (non da pc) di visualizzare il numero di "cuoricini" guadagnato dai post altrui. Un'iniziativa che almeno in parte ha lo scopo dispingere le persone a pubblicare più contenuti, evitando l'effetto "scoraggiamento" derivante dal basso consenso pubblico (come avviene invece probabilmente su Facebook, dove i contenuti privati sono calati dai tempi d'oro).
Ma quali sarebbero state, ad oggi, le conseguenze di tale decisione?Prova a rispondere con un'analisi Buzzoole nel suo Osservatorio sull’influencer marketing. Ecco a seguire i risultati.
Cresce il numero di interazioni medie L'Osservatorio ha considerato due intervalli temporali, il primo dal 15 maggio al 15 luglio 2019 (prima dell’oscuramento) e il secondo dal 25 settembre al 25 novembre 2019. Il campione di post analizzati è di utenti italiani che nei due periodi hanno utilizzato gli hashtag della trasparenza (#ad, #sponsored, #fornitoda ecc…). Nel primo arco temporale sono state registrati 20,7 milioni di like prodotti da 15 mila contenuti, mentre nel secondo 56,4 milioni con 36 mila post. Per poter comparare i dati dei due periodi si è optato di utilizzare l’indice like per post così da avere il dato medio per post. Contrariamente alle attese, il risultato è stato un aumento di interazioni medie del 13,68%.
Le differenze per settore L'Osservatorio ha posto l’attenzione su quattro settori che fanno molto leva sull’influencer marketing: fashion, beauty, accessories e food. Sono stati etichettati i primi 200 post con più engagement per ogni categoria, assegnando ad ognuno un tag in base al settore di competenza. I due settori più attivi,l’abbigliamento e la cosmesi, non hanno subito alcuna ripercussionein termini di engagement dal test. In particolare, sui post dei fashion influencer sono stati riscontrati in media 3.600 like per post in più, un incremento del 6,33%. Più basso l’incremento dei beauty creator 3,2% con 1.400 cuori in più rispetto al periodo precedente. Tutt’altro trend per i post dei settoriaccessories e foodche vedono unleggero decremento delle prestazioni medie. Il maggior calo di performance si ha dai post che sponsorizzano accessori (-2,98% ossia -1700 like per post), e alimenti (-1,77% pari a 871 interazioni medie).
Non resta che da attendere un ulteriore sviluppo e monitoraggio del trend, che per il marketing per ora sembrerebbe non aver avuto conseguenze significativamente negative.
Isocial network hanno caratterizzato l’ultimo decennio, ma le piattaforme di game streaming stanno creando nuovi spazi di socialità, di visibilità per influencer e profitto per le aziende che non possono essere sottovalutati. Si tratta di quei servizi che permettono agli utenti di osservare e interagire in diretta con giocatori di videogame. Strano? Neanche tanto se si pensa che è quello che si faceva negli anni 80 andando nei bar ad attorniare i giocatori dei primi Arcade come Space Invaders e Asteroids. Unreportdi StreamElements e Arsenal.gg ha calcolato che a dicembre sono state trasmesse circa 1,2 miliardi di ore in diretta, +12% rispetto all’anno precedente.
Il leader di mercato, considerando solo gli streaming di giochi, èTwitch, spin-off del glorioso Justin.tv e acquisito da Amazon nel 2014 per 970 milioni di dollari, cui va il 61% delle ore guardate di streaming. Nel 2019 la piattaforma ha perso terreno a favore dei suoi competitor, che si sono fatti più agguerriti. Al secondo posto, a grande distanza e in lieve calo, c’èYouTube Gamingcon il 28%. Al terzo con una fetta dell’8,5% spiccaFacebook Gaming, che ha avuto una crescita considerevole: oltre 5,4 punti di share e +210% di ore di visualizzazione. Quindi più che i giocatori sono aumentate le ore di streaming effettuate e il tempo di permanenza degli spettatori.Mixerdi Microsoft, pur avendo strappato la star Ninja a Twitch, si deve accontentare del 2,6%.
Un fenomeno interessante da tenere sott’occhio è quello dei live streaming che non hanno come oggetto i giochi. Su Twitch la categoria “Just Chatting” o “Quattro chiacchiere” nella quale il creator parla a ruota libera o di argomenti specifici interagendo con gli spettatori, è stata la più vista a dicembre (oltre 80 milioni di ore viste). Per la prima volta ha superato le visualizzazioni delle partite di League of Legends, Fortnite e Counter-Strike. Altra categoria non-gaming in crescita è quella dedicata all’ASMRi video di sussurri e suoni tesi a rilassare l’audience, molto presente anche su YouTube.
Sono sicuro che nel 2020 la guerra tra i protagonisti del game streaming si farà più intensa: YouTube, Facebook e Microsoft continueranno ad insidiare Amazon sia provando ad accaparrarsi influencer con contratti milionari, sia prevedendo nuove forme di remunerazione. Allo stesso tempo vedremo aziende che proveranno a presidiare anche questi spazi, magari facendo leva sulla collaborazione con creator noti.