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  mymarketing.it: perchè interagire è meglio!... di Admin
 
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Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
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\\ : Storico per mese (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Altri Autori (del 02/11/2010 @ 07:20:20, in Advertising, linkato 1754 volte)

Nel 2011 la pubblicità online in Italia supererà la raccolta dei quotidiani e quella dei periodici. La svolta, già avvenuta in diversi paese europei e non, darà il là alla nuova era del marketing.

A fare da Cassandra per la carta stampata è Nielsen che, analizzando gli investimenti delle 22 concessionarie pubblicitarie più importanti del web - dati poi rielaborati dal Sole 24 Ore -, ha previsto introiti di circa 780 milioni di euro per l’online advertising, ben cento milioni in più rispetto all’anno in corso (+15%). I magazine si fermeranno a 740 milioni, mentre i quotidiani scenderanno a 715.

Via Quo Media

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Di Altri Autori (del 03/11/2010 @ 07:51:03, in Internet, linkato 1510 volte)

Lo European e-mail marketing consumer report pubblicato da ContactLab traccia l’immagine dell’internauta europeo nel 2010: un utente sempre più attratto dal mobile, che pratica le lande dell’e-commerce, gestisce numerose caselle di posta elettronica e social network attraverso più dispositivi.

Gli abitanti del Vecchio Continente (nel caso specifico quelli di Francia, Spagna, Italia, Germania e Regno Unito) si sono scambiati 3,6 miliardi di lettere digitali negli ultimi dodici mesi: il 35% di essi utilizza due indirizzi differenti, il 20% ha tre recapiti virtuali, utili per differenziare contatti e tipi di missive.

Fra i grandi domini internazionali, il più popolare è Hotmail di Microsoft (usato dal 56% del campione d’indagine), seguito da Yahoo! e Gmail (entrambi al 31%). Crescono notevolmente gli accessi alle e-mail da rete mobile: pc e laptop restano ai primi due posti tra i dispositivi utilizzati per consultare la posta digitale (76 e 56% dei casi), ma gli smartphone salgono in un anno dal 4 al 15%.

Via Quo Media

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Di Altri Autori (del 05/11/2010 @ 07:13:18, in Social Networks, linkato 1461 volte)

Non ci sarà nessun facebookfonino e nessun sistema operativo mobile griffato Mark Zuckerberg. E, a dirla tutta, iPad non è un terminabile mobile, non quanto lo sono gli smartphone. E' quanto emerso ieri sera, durante la conferenza stampa del social network che ha avuto luogo a Palo Alto.

Zuckerberg & Co. non hanno intenzione di allargare il loro campo d'azione, producendo dispositivi o Os mobili, e si concentreranno sulle applicazioni mobili legate ai loro servizi. Il primo della lista è il neonato Places, Luoghi in italiano, che permetterà ai negozianti di offrire sconti e tariffe speciali a chi sfrutta il sistema di geolocalizzazione di Facebook. La soluzione si chiama Deals e coinvolge al momento solo gli Stati Uniti.

Via Quo Media

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Di Altri Autori (del 08/11/2010 @ 07:03:31, in Aziende, linkato 1342 volte)

Nel tentativo di sfruttare al meglio la crescita dell’e-commerce, eBay ha lanciato il servizio Group Gifts, che consente agli internauti di sfruttare i propri canali di social networking per raccogliere premi e suddividere tra più utenti la spesa per un oggetto all’asta (per esempio per un regalo di compleanno ‘di gruppo’).

Ciascun utente può così coinvolgere i propri contatti da Facebook e simili semplicemente completando il modulo di iscrizione a Group Gifts dopo aver scelto il proprio acquisto.

Via Quo Media

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Di Gianluigi Zarantonello (del 09/11/2010 @ 08:00:00, in Internet, linkato 1557 volte)

Poco tempo fa ho ripreso la provocazione di Chris Anderson che dichiarava morto il web e ho discusso delle implicazioni dei nuovi scenari, tra applicazioni e strumenti che superano il concetto di computer.

Se dunque la tendenza è quella di mediare la fruizione del web tramite appsstrumenti ipertestuali grandi piattaforme come Facebook è necessario capire dove vale la pena di essere presenti e poi cercare di allearsi con chi ci può portare valore, enfatizzando ciò che è nostro ma al contempo non concorrendo nel mercato (scarso) della visibilità con chi ne ha più di noi.

Bene, chi ha compreso questo scenario deve porsi un altro, semplice ma fondamentale domanda: l’informazione in azienda è realmente disponibile a tutti e facile da gestire?

Me ne sono già occupato in passato, la gestione dei contenuti deve orientarsi sempre più ad una modalità che prescinda dagli strumenti: l’informazione in altri termini deve essere svincolata dalla tecnologia e deve essere sempre pronta per essere assemblata.

In un mio vecchio post avevo già tratteggiato lo scenario che poi si evoluto con le apps e i nuovi device, eppure la riflessione per le aziende tuttora non è così banale come sembra, per motivi tecnologici ma soprattutto perché anche volendo aprirsi all’esterno i nostri contenuti dovranno poter essere sempre noti e accessibili a tutti coloro che ne hanno bisogno.

Ancora una volta la tecnologia è matura, piuttosto semplice e a volte perfino gratuita ma deve essere scelta, a valle dell’analisi, con un approccio strategico e con una reale volontà di usarla in modo aperto e possibilmente dialogico.

Insomma le macchine potrebbero essere già pronte, devono esserlo gli uomini, secondo voi lo sono?

Gianluigi Zarantonello via Internetmanagerblog.com

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Di Altri Autori (del 10/11/2010 @ 07:02:30, in Advertising, linkato 1664 volte)

Nel 2010 è sensibilmente cresciuto il numero di agenzie pubblicitarie e di marketing che hanno sondato il mercato delle applicazioni web, in qualità di sviluppatori.

Secondo il rapporto di Mellennial Media, i pubblicitari hanno programmato 83 app nei soli Stati Uniti, con un incremento su base annua del 1.975%. Contestualmente, il numero delle agenzie statunitensi che non ha curato nemmeno un’applicazione, nel 2010 è sceso del 42%, da diciannove a undici.
 
Android e iPad sono le piattaforme più sfruttate.

Via Quo Media

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Di Roberto Venturini (del 11/11/2010 @ 08:00:57, in Internet, linkato 1756 volte)
Come di consueto ecco i numeri di Audiweb.

Cominciamo. Sono 32,9 milioni gli Italiani tra gli 11 e i 74 anni che dichiarano di avere un accesso a internet da qualsiasi luogo e attraverso qualunque device.

Sono connessi (o meglio, possono / potrebbero connettersi) a internet il 70,5% degli uomini e il 66,7% delle donne; in particolare i giovani tra gli 11 e i 17 anni (85,3% degli individui in questa fascia d’età) e i 18-34 anni (83,4%) e nella fascia più matura tra i 35 e i 54 anni (76,1%), di tutte le aree geografiche d’Italia con livelli di concentrazione simili nel Nord e nel Centro (circa 72%) – a eccezione dell’area Sud e Isole che presenta una percentuale più contenuta (61,8%).

Il profilo professionale di chi dichiara di avere un accesso a internet, risulta abbastanza alto. Si registra, infatti, un’elevata diffusione tra imprenditori e liberi professionisti (97,1%), tra gli impiegati e gli insegnanti (94,1%), tra i dirigenti, quadri e docenti universitari (93,8%), tra i laureati (94,7%) e tra gli studenti universitari (98,3%).

Ma questo è il numero di quelli che potrebbero andare in Rete; a settembre 2010 risultano 24,042 milioni gli Italiani che si sono collegati almeno una volta, l’11,2% in più rispetto a allo stesso periodo del 2009 ma poco di più rispetto ad Agosto, dove erano 23,8 milioni (interessante questo scalino così basso tra un mese lavorativo e uno in cui l'Italia è chiusa). A Luglio erano sempre 23,8 milioni e a Giugno 23,7 milioni. Comunque il trend sembra essere di lenta crescita.

Mi domando seriamente quanto potrà ancora crescere, se i ragionamenti che ho fatto sono corretti; il sospetto è che Internet abbia già raggiunto tutti quelli in grado di usarlo, sapendo leggere e scrivere ; - ) (Si veda il mio articolo "Quanti sono davvero gli utenti Internet").

Specialmente se consideriamo (tornando a quelli che potenzialmente potrebbero andare in rete, avendo una qualche forma di connessione, che i 32,9 milioni gli Italiani che dichiarano di avere un accesso a internet da qualsiasi luogo rappresentano il 68,6% della popolazione tra gli 11 e i 74 anni. Questo dato registra un incremento dell’8,7% rispetto al mese di settembre 2009.

Da sottolineare anche il fatto che ci sono 9 milioni di Italiani che potrebbero andare in Rete, avendo il collegamento ma non lo fanno. Non sono pochi e secondo me qualche riflessione sul Digital Divide "vero" lo dovremmo fare... cioè se davvero tanta gente non va in rete perché non ha la banda o se anche gli porti la banda non ci vanno lo stesso e il problema è culturale (probabilmente un mix dei due, ma come sapete io spingo molto sul secondo fattore).

Cresce del 13,4% su base annua anche l’audience online nel giorno medio che questo mese registra 11,986 milioni di utenti attivi (erano 10,566 milioni gli utenti attivi nel mese di settembre 2009). Ad Agosto erano 9,8 milioni. A Luglio erano 10,8 milioni. Erano 11,7 a Giugno e Maggio. In pratica, in un giorno qualsiasi, non trovate nemmeno 1 su 2 di quelli che nel mese hanno navigato.

Media giornaliera di 1 ora e 26 minuti di tempo speso online (siamo sempre lì, minuto più minuto meno) e 166 pagine viste per persona (che mi sembra allineato con il medione dei mesi precedenti).

Bella crescita del mobile
Si afferma sempre di più l’accesso in mobilità; cresce, infatti, del 26,1% rispetto a settembre 2009 l’accesso a internet tramite cellulare, disponibile per 5,3 milioni di italiani (sui 32,9 milioni di utenti potenziali).

Tra i navigatori attraverso il cellulare le attività principali online sono la semplice navigazione (50,4% dei casi), la consultazione dei motori di ricerca (26,3%), l’accesso ai social network (24,5%), inviare o ricevere e-mail (24%) e la consultazione di itinerari/mappe (20,7%).

Internet si usa dall'ufficio? Mah, no, anche se si accede in orario d'ufficio...
(Da qui in poi sostanzialmente copio & incollo)


La distribuzione dell’utilizzo del mezzo presenta dati significativi già nella prima parte della giornata, con 5,4 milioni di utenti attivi tra le 9 e le 12, confermando la fascia pomeridiana quale prime time del web anche per questo primo mese di rientro lavorativo.

Infatti, a partire dalla fascia oraria tra le 12:00 e le 15:00 si registrano6,280 milioni di utenti attivi e il dato si mantienesullo stesso livello fino alle ore 21, quando parte la fascia oraria tra le 21 e le 24 (4,8 milioni di utenti attivi) che registra il valore più alto sia per tempo speso (37 minuti) che pagine viste (66) in media per persona.

Prevale il collegamento da casa tramite computer, (qui siamo tornati a parlare di quelli che possono collegarsi, i 32,9 milioni) con 30,5 milioni di persone pari al 63,6% della popolazione nella fascia considerata dalla ricerca, mentre risulta meno diffuso l’accesso da luogo di lavoro/ufficio (39,1% degli individui occupati), di studio (6,2%) o da altri luoghi (3,8%) quali, ad esempio, internet point o biblioteche.

Gli utenti attivi nel giorno medio sono 3,7 milioni dell’area Nord-Ovest (il 25,2% della popolazione di riferimento), 2 milioni dell’area Nord-Est (pari al 22,3%), 2 milioni del Centro (il 21,7%) e 3,7 milioni dell’area Sud e Isole (il 18,5%).
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Quando si parla di social media si pensa sempre ad un mondo di persone che scrivono, postano, creano.

Per chi conosce davvero la materia è noto invece che questo non è totalmente vero e Jakob Nielsen ha formulato in tal senso l’espressione “Participation Inequality“, riassunta dalla formula 90-9-1:

  • 90% degli utenti sono “lurkers”, audience non attiva, lettori che non creano contributi.
  • 9% degli utenti sono “editors”, che modificano e commentano contenuti che però sono creati da altri.
  • 1% degli utenti sono “creators”, coloro che creano attivamente il contenuto e alimentano la rete.

Si tratta di un fenomeno facilmente osservabile nelle varie community sparse per la rete e che deve essere tenuto in considerazione, soprattutto quando si chiede alle persone di creare contenuto originale.


E’ il classico tema che si pone all’inizio di una corretta strategia di social media marketing, con l’analisi dei targetprevista dal Social Technographics Profile di Forrester, che trovate riassunto nelle slide qui sotto.

Ma se gli utenti attivi sono così pochi perché dovremmo iniziare una strategia di social media marketing? Semplice,perché gli attivi sono pochi ma gli interessanti (critici, collezionisti etc.) sono davvero tanti (e di valore)!

Quando creiamo una fan page su Facebook quanti sono davvero quelli che creano contenuto? Pochi, ma vi sono migliaia di persone che fanno sharing e commentano quando postiamo, mentre contemporaneamente i rari contributori attivi hanno un pubblico enorme.

Dunque, secondo il principio della potenza delle connessioni della teoria della complessità, tanti utenti che interagiscono creano un valore maggiore della loro semplice somma algebrica e sono alla base del successo di Facebook, di tutti i social media e anche di ogni progetto di valore nel social web.

Per far diventare un caso di studio anche il vostro dunque dovete essere pronti a capire e governare questa regola del 90-9-1 per agire con strategia, e vi ricordo che la strategia si fa prima, e non dopo! <img src=" src="http://s2.wp.com/wp-includes/images/smilies/icon_smile.gif?m=1235672804g" />

Gianluigi Zarantonello via Internetmanagerblog.com

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Di Altri Autori (del 16/11/2010 @ 08:53:10, in Social Networks, linkato 2017 volte)

Fine dell’attesa: internet passa dal social network al personal network, con Path. Una rete sociale ma non troppo, in cui ciascuno ha la propria pagina e un massimo di cinquanta contatti amici, così da limitare scocciature, curiosi indesiderati e scambi inutili di battute.

Un piccolo spazio online in cui essere davvero se stessi: così viene presentato il nuovo sito dai suoi fondatori, Dave Morin e Sawn Fanning. Il primo già dirigente di Facebook, il secondo co-fondatore di Napster. L’idea è quella di minare le fondamenta di colossi come Twitter e lo stesso Facebook, in cui regna spesso il caos dovuto alle centinaia di contatti potenziali da gestire, con scarsi risultati e qualche imbarazzo.

Path prova dunque a proporsi come rete esclusiva, in cui l’utente sceglie accuratamente i propri amici digitali sulla scorta delle relazioni nel mondo reale. Il network è pensato per le piattaforme smartphone ed è da subito disponibile su iPhone, mentre presto sbarcherà anche su Android e Blackberry.

Via Quo Media

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Di Altri Autori (del 17/11/2010 @ 07:04:38, in Aziende, linkato 2022 volte)

Ormai è evidente. Facebook è diventato qualcosa di molto più grande di quel cerca-amici nato quasi per gioco fra un gruppo di adolescenti del college. Qualcosa che ha la pretesa di cambiare la nostra vita digitale, radunando in un unico piatto tutti gli ingredienti che oggi (separatamente) compongono il mondo delle applicazioni Web. Così, l’annuncio di un nuovo servizio di e-mail non è solo l’ultimo dei tasselli aggiunti da Mark Zuckerberg al suo mosaico. E’ soprattutto il segnale che Facebook è pronto a lanciare la sfida ai colossi del Web – Google in testa – anche sui servizi che fino a qualche tempo fa sembravano estranei al proprio core-business.


Per riuscirci Facebook esce dal suo giardino recintato: dai rudimentali messaggi privati fra amici si passa a un vero e proprio servizio di e-mail con tutti i filtri e le funzionalità accessorie del caso, compresa l’integrazione con i vari client di posta. Significa che da oggi potremo godere di un dominio @facebook.com aperto al Web e integrabile nei principali servizi esterni di posta come Outlook, Thunderbird e Windows Mail.

Ma soprattutto che potremo contare sull’intelligenza di Facebook e sulla sua capacità di tenere traccia dei nostri movimenti, ad esempio separando in modo razionale ciò che è importante da ciò che non lo è. Qualcosa di molto simile a ciò che ha sviluppato Gmail con il servizio di Priority InBox ma potenzialmente ancora più raffinato: Facebook sa chi sono i nostri amici e come ci relazioniamo con loro e può dunque capire quali fra le email che riceviamo vogliamo leggere per prime.

Non dimentichiamoci poi che Facebook dispone già del più grande archivio fotografico del mondo, del calendario più utilizzato e che presto avrà un prodotto per la vendite locali. E che, come suggerisce TechCrunch, potrebbe dunque modificare la struttura del suo sistema di posta elettronica per visualizzare ciascun contenuto nel modo più consono.

Il resto sarà affidato all’alleanza con Microsoft e all’integrazione con le Web Apps di Redmond: l’anello che mancava per gestire gli allegati di Word, Excel, PowerPoint, OneNote e (forse) SharePoint in modo più pratico e conquistarsi finalmente le simpatie di coloro che utilizzano Internet per lavoro. Gli stessi che fino a poco tempo fa consideravano Facebook poco più che un giochino per adolescenti.

di Roberto Catania su Panorama.it

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