Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Illycaffè da tempo utilizza un nuovo strumento per fidelizzare dipendenti e partner commerciali. Grazie ad una scuola fondata nel 2002 offre infatti corsi di formazione divisi in tre grandi aree tematiche: la conoscenza teorica e pratica, la filosofia e gli elementi tecnici della cultura del caffè.Baristi e ristoratori sono i principali frequentatori di questo corsi, a numero chiuso e con classi miste formate da dipendenti e non. Un ciclo di lezioni di quattro giorni costa 800 Euro + IVA, ma i clienti hanno uno sconto di circa il 40%.I dati sono di tutto rispetto: in poco più di tre anni di attività sono state formate 2.500 persone a fronte di un investimento di 2 milioni di Euro. Il giro d’affari previsto per il 2005 è di circa 230.000 Euro, tale quindi da convincere l’azienda a lanciare corsi itineranti, delocalizzando la formazione, non trascurando nemmeno l’estero, che assorbe una quota rilevate delle vendite.La formazione diventa quindi uno strumento di fidelizzazione, per una delle marche più prestigiose del caffè nostrano.
Un ringraziamento ad Economy per i dati presentati nell'articoloTag: caffè, coffee, illy, marketing, Economy
Tramite il blog dell'amico Maurizio Goetz sono venuto a conoscenza di questo interessante articolo, che offre buoni spunti di riflessione:Parafrasando un celebre incipit si potrebbe dire che "uno spettro si aggira per il mondo": è lo spettro delle comunità virtuali intelligenti che collaborano, usano blog e nuove forme di comunicazione via internet e possono decretare il successo di realtà sconosciute o obbligare grandi corporation a miliardari risarcimenti. Un potere crescente, ma anche una grande responsabilità. Con queste realtà le imprese devono fare i conti. Un cambiamento organizzativo e culturale di notevole portata, nel quale l'Ict è l'indispensabile elemento abilitatore.continua su ZeroUno web
Un articolo pubblicato su questo blog qualche tempo fa affrontava in parte temi simili, descrivendo come molte aziende debbano imparare a fare i conti con questa nuova realtà. Leggi
Il 22 novembre verrà lanciata sul mercato americano la nuova Xbox 360 della Microsoft mentre dal 2 dicembre sarà disponibile anche in Italia.
Obiettivo primario sarà quello di strappare fette di mercato alla più affermata PlayStation2 di Sony che a breve, oltretutto, cederà il passo alla Ps3. Tralasciando i dettagli tecnici vi presento invece la strategia che almeno fino ad ora è stata intrapresa da Microsoft.
Quando entrò nel mercato delle console
la Xbox puntò decisamente su giovani molto esperti e competenti nel mondo dei videogames, i cosiddetti hard-core players, molto esigenti per tutte quelle caratteristiche riguardanti la qualità, e si distaccò nettamente dalle politiche di Sony e Nintendo che da sempre invece si rivolsero alla massa.
La Xbox è oggi sinonimo di alte performance ma evidentemente Microsoft non volendosi negare un’espansione a 360 gradi e quindi non volendo circoscrivere il proprio target solo a quella cerchia di giovani appassionati ha cambiato chiaramente politica, puntando ad un nuovo posizionamento. Già durante questi ultimi mesi volti alla presentazione del nuovo prodotto si è tentato di far percepire la nuova Xbox come un apparecchio utile per più motivi e rivolto a diversi generi di persone; il videogioco è presentato solo come una delle diverse funzioni che la console è in grado di offrire, visto che è possibile anche memorizzare e visualizzare foto ed immagini, ascoltare mp3 e vedere dvd. Un prodotto insomma che può e deve raccogliere intorno a sé tutta la famiglia. Ed il punto è proprio questo: si punta per la prima volta sulla donna, su un target che fino ad oggi per poco non veniva neanche calcolato tra i clienti potenziali e che in casi più drastici rappresentava addirittura un nemico (pensiamo a molte mamme e fidanzate).
Ma in che modo? Bill Nielsen, responsabile del marketing per
la Xbox , spiega che la nuova consolle è stata creata anche pensando alle donne ed infatti la promozione via radio in collaborazione con Pepsi prevista per il Labour Day ha regalato 9,000 Xbox, non solo a 9.000 fanatici dei videogiochi, bensì a 9.000 tra ragazzi, ragazze e famiglie, ovvero a tutti gli utilizzatori della nota bibita gassata. Oltre ad iniziative rivolte ad un pubblico eterogeneo anche le dichiarazioni del top management che evidenziano il giusto ruolo decisionale delle madri anche riguardo l’acquisto di una console, le informazioni presenti sugli opuscoli descrittivi e l’introduzione di giochi meno violenti e rivolti quindi anche alle ragazze, fanno intendere che parte della strategia sarà orientata in modo deciso alle famiglie ed alle mamme in generale.
A conferma di come si stiano pubblicizzando le diverse utilità della Xbox, la collaborazione con Paramount per la sponsorizzazione de “
La Guerra dei Mondi” recita:Guardalo su Xbox 360.
Non è comunque questo l’unico obiettivo pianificato in casa Microsoft. Informazioni provenienti dalla Scandinavia testimoniano la volontà di creare già dal primo giorno di vendita una situazione di sold-out, fornendo i rivenditori di quantità ridotte rispetto alle ordinazioni inoltrate. I media dipingeranno così il primo giorno di vendita come una corsa all’acquisto, un inaspettato tutto esaurito che dovrebbe contribuire a rendere ancora più esclusivo il prodotto, a farlo desiderare a chi non è riuscito ad acquistarlo e ad invidiare chi invece lo possiede.
Di Eli (del 12/11/2005 @ 15:37:47, in Marketing, linkato 2010 volte)
Visto che siamo in tema di marketing non convenzionale questa è una campagna di advertising della IAMS, nota marca di cibo per animali.
Fonte: Advertising/Design Goodness
Nuova e interessante campagna multimediale di marketing per la Nike. La promozione delle nuove Tempo Legend, che hanno come testimonial Ronaldinho, prevede l’integrazione tra internet e il podcasting video. Si tratta infatti della prima campagna di marketing che consentirà ai consumatori di scaricare un video del famoso giocatore direttamente sul proprio iPod. Un ulteriore motivo d’interesse deriva dal fatto che per promuovere l’operazione la Nike non ha previsto alcuna copertura mediatica, decidendo i di affidarsi al solo passaparola (e per questo noi stiamo già facendo la nostra parte).
Nella vita di tutti i giorni sappiamo bene quanto è importante fare una buona impressione al primo incontro, anche perché in caso contrario poi sarà difficile risalire la china.
Di questo semplice principio invece molto spesso si dimenticano le azienda quando danno i nomi ai loro prodotti, e fanno molto male.
Il nome di un prodotto infatti dovrebbe essere qualcosa di più di un semplice modo per distinguerlo dagli altri, ed invece è un biglietto da visita del marchio nei confronti del consumatore.
La marca moderna è un asset molto più complesso di un semplice logo, è una rete d'associazioni mentali e d'atteggiamenti, che si viene a costruire nel consumatore a partire dagli stimoli che gli giungono nelle interazioni con il prodotto e con il brand.
E uno dei primi stimoli è proprio il nome del prodotto, che deve essere dunque coerente con l'immaginario complessivo di marca.
Questo porta a dire subito una cosa: il naming non è solamente un esercizio creativo.
Nel naming devono entrare valutazioni strategiche sia sul breve sia sul medio-lungo periodo, in grado di gestire allargamenti della gamma, evoluzione del marcato e fenomeni d'obsolescenza del nome.
A livello d'immagine poi bisogna considerare i possibili significati che il nome scelto assume in altre lingue, per evitare effetti cross-cultural che possono essere assolutamente comici (tranne che per chi commercializza quel prodotto).
Inoltre i rischi connessi ad una cattiva gestione del naming non sono esenti da implicazioni legali: si può incappare in cause anche significative con altri marchi, specie esteri, che utilizzano gli stessi nomi e, viste le carenze della legislazione vigente, gli esiti sono piuttosto difficili da prevedere.
A livello gestionale poi non bisogna dimenticarsi che i prodotti e le attività aziendali non possono essere scollegati tra loro se sono raccolte sotto un unico brand e dunque è bene trovare un'architettura efficace per gestire il naming, per evitare poi di dover rimediare a lancio avvenuto, con tutti i problemi del caso.
Un aspetto poi di sicuro interesse è anche dato dai costi, che non sono poi particolarmente elevati, soprattutto a fronte dei benefici e del ritorno sul piano complessivo di comunicazione.
Di conseguenza quello del naming può essere un ottimo modo di costruire l'immaginario di marca per le piccole aziende.
Per concludere uno spunto di riflessione: in Italia abbiamo una lunga serie di tradizioni manifatturiere, soprattutto in settori d'alta gamma, se queste aziende riusciranno a crearsi un posizionamento fondato sulla loro storia e sul background del territorio questa potrà essere una risorsa difficilmente attaccabile dagli imitatori.
E per riuscire in quest'operazione un ottimo punto di partenza è proprio un'intelligente politica di naming.
Gianluigi Zarantonello
Per molte persone essere sempre alla moda è una questione della massima importanza, al punto da avere bisogno di consulenze specialistiche di uno stilista quasi quitidiane.La catena di abbigliamento inglese Topshop sta per offrire ai propri clienti un servizio di consulenza personalizzato tramite cellulare. Attraverso sms e mms gli utenti potranno interagire con gli stilisti dell’azienda, fissando appuntamenti ma anche ricevendo consigli quotidiani per migliorare il look.Sempre attraverso i messaggini potranno inoltre ricevere fotografie dei vestiti più cool del momento e prenotare direttamente alcuni capi d’abbigliamento disponibili nei negozi della catena.Con questa operazione Topshop raggiunge due obiettivi. Prima di tutto fidelizza una clientela giovane e modaiola offrendo un servizio aggiuntivo senza enormi costi, salvo quelli di invio dei messaggio, e può utilizzare le informazioni che riceve, anche in termini di consulenze, per capire meglio i gusti dei propri utenti. In secondo luogo si assicura la possibilità di segnalare tempestivamente i capi d’abbigliamento sui quali desidera puntare o che comunque vuole promuovere. La possibilità di prenotarli direttamente via telefono può incrementare l’interesse e quindi le vendite.Il rischio è legato alla possibilità di copiare facilmente l’idea da parte dei concorrenti se l’iniziativa dovesse rivelarsi un successo, oltre ai costi che potrebbero derivare dal gestire migliaia di messaggi al giorno, sia per quanto riguarda la loro lettura e i relativi consigli che per l’invio vero e proprio.Idea originale comunque, staremo a vedere se prenderà piede anche da noi.

E quindi continua l'autopepetuarsi di quel processo a catena che stiamo vivendo. Mi spiego. Si dice che essendo il mondo una sfera, tutto prima o poi ritorna. In tutti i sensi. Lo vediamo in molti ambiti psico-sociali: dalla moda ai vizi, dalla musica agli usi e costumi. Ora tra i pubblicitari sta tornando di moda il vecchio "prova e compra".
Oggi si chiama TRYVERTISING: ovvero l'unione delle due parole anglosassoni TRY (prova) + ADVERTISING (pubblicità). Siamo oramai ampiamente abituati ai campioncini in profumeria, al caffè al supermercato; la rivoluzione sta nel fatto che questa politica di sperimentare prima di acquistare la si può applicare agli ambiti più disparati.
L'IKEA ad esempio ha arredato le 60 camere di un hotel della catena alberghiera Etap in Germania, facendo in modo che i turisti possano acquistare tutto ciò di "vendibile" presente in camera. La catena alberghiera Ritz-Carlton ha stipulato una joint venture con la Mercedes-Benz in base alla quale il cliente che alloggia in suite può avere a completa disposizione una Mercedes ultimo modello. Il settore dei viaggi e delle vacanze è un territorio interessantissimo per questo nuovo tipo di pubblicità; al punto che negli USA è nata una agenzia, la Vacation Connections, specializzata nel promuovere e provare all'interno dei villaggi vacanze o sulle navi da crociera. Si unisce la pubblicità all'esperienza diretta, si da la possibilità all'utente di provare una brand experience prima di acquistare il prodotto stesso. "si entra direttamente nell'ambito del toccar con mano a differenza della pubblicità tradizionale che si basa su messaggi scritti e su visual" afferma Reinier Evers fondatore di trendwatching.com Aeroporti, coffee shops e biblioteche ambienti dove l'audience è "predisposta" e ricettiva potranno diventare ottimi market place per le aziende interessate.
La promozione attraverso testimonial è oramai preistoria, soppiantata dal "qui ed ora", dallo sperimentare il prodotto che si desidera; è questa la nuova tecnica di vendita in un mondo dove la comunicazione smette di essere generalista, ma si focalizza su target ben definiti dai marketers.[fonte Marketing-adv]
Stando alle ultime dichiarazioni dell'amministratore delegato di Ryanair Micheal O'Learly ( nella foto visibilmente contento dell'andamento del suo operato), nel giro di pochi anni la società potrebbe far viaggiare gratis tutti i suoi clienti grazie agli introiti provenienti dalla imminente introduzione del casinò di bordo. Visti i guadagni provenienti da alcuni servizi secondari come il nolo auto o la prenotazione di alberghi, nel 2004 la società irlandese ha già potuto regalare un quarto dei suoi posti; ma per gli addetti ai lavori la trovata del gioco d'azzardo sembra essere quella della svolta. A breve quindi verrà presentato il partner che conferirà il proprio servizio a pagamento di scommesse sui voli Ryanair. E' evidente che se si riuscisse a sostituire il prezzo del biglietto con un'altra fonte di finanziamento sarebbe un ennesimo duro colpo per tutte le altre compagnie, low cost comprese. Si azzererebbe così il costo di un servizio che tradizionalmente non è sempre stato accessibile a tutti, con conseguenze potenzialmente sorprendenti sul mercato intero.
Intanto però per far capire ai propri clienti quanto sarà piacevole volare gratis e forse anche per ribadire che al contrario delle compagnie trdizionali il settore del low-cost sta in ottima forma(cresce del 40%), è in atto una promozione che regala 500.000 posti anche dall'Italia se si prenota entro il 09.11.2005 e per un periodo(non festivo) che arriva fino al 02.02.2006.
Bella iniziativa di marketing della Heineken che, in collaborazione con MTV, organizza per la notte di Halloween la "Heineken Halloween Night" in oltre 1.400 locali italiani, creando nello stesso tempo il più grande circuito italiano di feste e celebrazioni dedicato alla notte delle streghe.Grande visibilità per il marchio, una campagna di comunicazione spiritosa e un sito internet con varie animazioni dedicato all'evento. Dalla home page è infatti possibile intraprendere un cammino a tema, il cui finale è riservato solo ai più "coraggiosi".

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