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Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
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\\ : Storico : Social Networks (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Altri Autori (del 25/06/2010 @ 07:08:00, in Social Networks, linkato 2382 volte)

La nuova via per i social network sembra l’espansione sui servizi di messaggistica istantanea. MySpace non fa eccezione e si appresta a essere integrato in Windows Live Messenger di Microsoft, con una apposita interfaccia. Gli utenti potranno sincronizzare aggiornamenti di status su Myspace e Msn e scrivere ai propri contatti via Hotmail, il servizio di posta elettronica di Microsoft.

Via Quo Media

 
Di Altri Autori (del 08/07/2010 @ 07:47:31, in Social Networks, linkato 1438 volte)

Twitter fa i primi passi nel settore dell'e-commerce: è attivo sul micro-blog l'account @EarlyBird che permetterà di pubblicizzare offerte di aziende e marchi. Gli internauti interessati a seguire le gesta del 'nuovo iscritto' riceveranno avvisi e aggiornamenti sulle promozioni offerte dai partner di Twitter, che pagheranno per l'esposizione ottenuta sul social network.

Le offerte saranno limitate a livello di tempo e disponibilità, aspetto che mette Twitter in diretta concorrenza con i gruppi d'acquisto online. La mossa si iscrive nel più ampio piano del micro-blog volto alla monetizzazione del traffico e della notorietà ottenuti.

Via Quo Media

 
Di Altri Autori (del 20/07/2010 @ 07:36:27, in Social Networks, linkato 1878 volte)

Facebook raggiunge quota 500 milioni di utenti nel globo e festeggia a modo suo, ovvero raccontando le storie di (alcuni) internauti che hanno contribuito a rendere celebre, ricco e sempre più diffuso il social network divenuto ormai epigono del web 2.0.

Mark Zuckerberg lancia così il progetto ‘Stories’, che presenterà le vicende più interessanti e particolari, i temi più importanti e strani, trattati da Facebook in questi suoi sei anni di vita. Un sito apposito, all’interno del portale principale, proporrà una visualizzazione tematica e geografica di tutto ciò che di meglio la comunità online ha offerto sinora. Gli utenti potranno partecipare al progetto spedendo un contributo scritto di 420 battute, colleganlo eventualmente a loro profilo. Le storie verranno giudicate dagli altri iscritti al network con l’ormai classico ‘mi piace’.

Mentre gli esperti esaminano le cause del successo di Facebook, che ha in parte cambiato il modo di intendere il web rendendolo ancor più interattivo e letteralmente popolare, gli scettici già pronosticano un rapido declino e un requiem nel giro di pochi anni, invitando a non dare troppo peso al traguardo del mezzo miliardo di iscritti.

Certo è che questa copia digitale degli annuari universitari americani ha puntato, con una sistema semplice ma dalle conseguenze sociologiche complesse, sulla socializzazione della rete, accentuando alcune delle peculiarità dei frequentatori del web, quali voyerismo, curiosità e necessità di archiviare e condividere documenti, propri e altrui. Facebook ha aumentato il mondo digitale, restituendogli però una patina reale: l’internauta (virtuale) e il suo doppio (concreto).

Via Quo Media

 
Di Altri Autori (del 30/07/2010 @ 07:43:01, in Social Networks, linkato 1635 volte)

Da un paio di giorni è disponibile come download Torrent, un file contenente l'equivalente di quasi 100 milioni di profili Facebook, disponibili in download al modico peso di 2.8 GB e realizzato da Ron Bowes di Skull Security . (come confermato da Pirate Bay, sono già circa 1000 i download completi effettuati ieri).

Piccola premessa: nessun attacco informatico è stato effettuato su Facebook e tanto meno questi profili sono stati rubati da qualche dipendente infedele.

Questi dati sono stati raccolti nella maniera più semplice e ovvia, ovvero direttamente da Internet, tramite uno spider (web crawler) simile a quelli utilizzati dai motori di ricerca e sfruttando il fatto che quasi un utente su cinque non ha ancora aggiornato o impostato in maniera corretta la gestione della privacy del proprio account.

Nomi, cognomi, telefoni, email e amici sono di fatto disponibili nei normali processi di ricerca e quindi a rischio di un uso illegale.

La raccolta, conservazione e soprattutto utilizzo dei dati personali è regolata da norme più o meno severe a seconda dei paesi, ma questo non esclude un uso improprio degli stessi, magari per aggiornare o integrare banche dati già esistenti e autorizzate.

Il semplice download di questi dati, in Italia, è sanzionato penalmente in quanto è necessario per ogni singolo account ottenere l'autorizzazione anche alla semplice conservazione di questi dati.

Via Pianetacellulare.it

 
Di Altri Autori (del 04/08/2010 @ 07:57:35, in Social Networks, linkato 2443 volte)

Le fotografie di un paesaggio. I video di YouTube. La frase più bella di un articolo o di un romanzo. Tumblr è un un blocco di appunti per raccogliere parole e immagini incotrati sul web: permette di catturarle e riassemblarle in una sola pagina. Come un blob personale di internet. Se il social network twitter punta su segnalazioni e opinioni pubblicate in brevi testi dai suoi utenti, tumblr riunisce soprattutto frammenti di testi, disegni, filmati.

Oppure commenti, opinioni, citazioni tratte da un testo sul web. Negli ultimi mesi ha incuriosito i giornali negli Stati Uniti. Il primo a sbarcare con un progetto ufficiale su tumblr è stato il settimanale Newsweek: pubblica una selezione di contenuti tratti dalle sue pagine e da internet. Poi sono arrivati altri, come il New Yorker. Fino ai reporter d'inchiesta di Pro Publica, l'organizzazione non profit premiata con un premio Pulitzer: hanno utilizzato il microblog per costruire un collage ironico delle dichiarazioni politiche più recenti, ispirandosi ai fumetti.

Da pochi giorni tumblr è entrato tra i primi cinquanta siti web più visitati negli Stati Uniti. E si sono accesi i riflettori. Come spiega il New York Times, gli utenti sono sei milioni. Non molti, se paragonati alla folla di Facebook e Twitter. Ma l'espansione è rapida: i post pubblicati ogni giorno sono 4,5 milioni, sette volte in più rispetto a un anno fa. E metà degli iscritti abita al di fuori dei confini Usa. Soprattutto, ha attirato l'interesse di società editoriali e di altre aziende. A fondarlo è stato un ragazzo di 24 anni, David Karp: il diciannove luglio ha scritto sul suo twitter "Ci siamo riusciti" appena ha saputo di essere entrato nell'olimpo digitale degli spazi web più visitati.

Tumblr è stato lanciato nel 2007. La sua marcia in più rispetto a twitter è nella facilità di raccogliere video e immagini sul web (attraverso un bottone da installare sul browser, il software per la navigazione online). Gli utenti che aprono un profilo possono raccogliere in un solo spazio video di Youtube, citazioni da articoli, link. E aggiungere un loro commento. È adatto per la visualizzazione su dispositivi mobili con schermi a colori, come gli smartphone e i tablet. Gli appunti online diventano nel tempo un racconto visuale da condividere, un punto di vista sui percorsi nel web. Ma il team di twitter non resta a guardare e gli amici: hanno annunciato che presto immagini e filmati avranno più spazio anche sui loro microblog.

di Luca Dello Iacovo su ILSOLE24ORE.COM

 
Di Altri Autori (del 11/08/2010 @ 07:27:35, in Social Networks, linkato 1864 volte)

Ci sono voluti quattro anni per raggiungere il traguardo, ma domenica Twitter ha potuto festeggiare i 20 miliardi di messaggi postati dai propri utenti. L’onore inconsapevole è toccato a un internauta giapponese, che poco dopo la mezzanotte ha lasciato un tweet sulla propria pagina, ricevendo in cambio decine di commenti di congratulazioni.

“Sembra che abbia postato il 20miliardesimo messaggio. Mi stanno scrivendo da tutto il mondo. E’ incredibile. Ho pensato fosse uno scherzo”. Queste le parole dell’utente nipponico, sorpreso da tanta attenzione.

Il fatto non fa che rafforzare la fama del social network fondato nel 2006, decisamente in ascesa nell’ultimo anno. Se per raggiungere i 10 miliardi di messaggi erano serviti quasi quattro anni, per raddoppiare la quota sono bastati cinque mesi, e sono ormai 190 milioni gli accessi unici quotidiani al sito. Proprio il Giappone ha contribuisce in maniera massiccia al traffico del micro-blog, con il 12% complessivo dei tweet (8 milioni al giorno), secondo solo agli Stati Uniti.

Via Quo Media

 

Farmville è un videogioco ambientato in una fattoria digitale all'interno di Facebook: gli iscritti arano il terreno, seminano, zappano, accumulano il raccolto in "stagioni" che durano da poche ore fino a quattro giorni. Poi ricominciano da capo. Hanno bisogno di monete per acquistare attrezzi, animali e piante. E hanno due fonti di ricavi. Possono guadagnare denaro attraverso la gestione della fattoria, senza mettere mano al portafogli. La moneta virtuale è usate anche in altri social network, mondi virtuali e console.

Per ogni raccolto incassano un compenso. Gratis. Ma se i contadini vogliono alcuni beni "premium" (come l'albero di acacia) devono pagare con carta di credito o di debito per acquistare "credits", l'unica valuta utilizzata in Farmville e altri giochi progettati dalla software house Zynga. Da anni gli appassionati di videogames usano monete "coniate" online, come il "gold" di "World of Warcaft". E Facebook sa che ogni mese 200 milioni di persone si connettono al social network per vestire i panni di contadini (Farmville), abitare in una città (Yoville), fare shopping (Sorority Life). Eppure è una scelta che incuriosisce.

«Perché usare credit invece di dollari?», si chiede James Kwak sul blog "Baseline scenario". E snocciola alcune risposte: le valute elettroniche sono più divertenti e più adatte a incuriosire. Inoltre, sottolinea Kwak, è un sistema per semplificare al social network la trattenuta del 30% sui pagamenti online. Ma gli studi sulle economie nei mondi digitali e nei social network hanno rilevato altri aspetti. Le valute interne riducono i costi di transazione, soprattutto su piattaforme globali presenti in decine di nazioni. Inoltre facilitano l'accesso alla spesa per giovani attraverso un accumulo di "credits".

Certo, il ricordo della bolla di Second Life è ancora vicino: il mondo virtuale è stato sotto i riflettori dell'opinione pubblica per mesi. E poi all'improvviso è scomparso dal palcoscenico. Ha una valuta digitale, i Linden Dollars. Di recente ha ripreso la sua marcia, anche se con un basso profilo. La maratona per entrare negli universi tridimensionali adesso è diventata una comoda passeggiata. Ma Second Life resta una piattaforma chiave per capire i mondi virtuali online, frequentata per esempio da multinazionali interessate a esperimenti sulle teleconferenze.

Facebook, invece, guarda con interesse ai social network in Estremo Oriente. Il protagonista indiscusso è QQ, fino a pochi mesi fa la più grande rete sociale su internet del mondo. Ha coniato una sua moneta da anni, i "QQ coin", utilizzata per acquistare avatar e altri beni digitali. Tanto da diventare la principale voce di guadagno per il social network cinese, seguita dagli incassi pubblicitari. In Cina sono anche in vendita carte prepagate per acquistare QQ coin, accessibili anche ai ragazzi: anche lo spazio di ecommerce Taobao accetta la moneta elettronica cinese per le transazioni sul web. Secondo le stime di Piper Jaffray entro la fine dell'anno il giro d'affari globale per l'acquisto di beni virtuali arriverà a 3 miliardi di dollari, in crescita rispetto ai 2,2 miliardi di dollari dell'anno scorso. E può diventare un terreno di sviluppo economico anche per Facebook: da tempo il social network è alla ricerca di alternative alle tradizionali campagne promozionali.

di Luca Dello Iacovo su ILSOLE24ORE.COM

 

Più visibilità su internet e cellulari: il social network Twitter è alla ricerca di altri territori per la sua "pubblicità haiku". Da novembre espanderà la circolazione dei suoi messaggi promozionali anche agli spazi all'interno di software progettati da altre società: gli annunci sbarcheranno, ad esempio, su applicazioni per Iphone e programmi specializzati (tra gli altri, Tweetdeck e Hootsuite).

Da sei mesi la rete sociale cerca nuove strade e sperimenta brevi testi pubblicitari in collaborazione con aziende come Cisco e Pepsi. Spesso il messaggio ristretto in 140 lettere diventa un esercizio di abilità per condensare un'idea, un'immagine, un'intuizione. E gli utenti, se sono incuriositi, decidono di inoltrarlo ai loro amici. Come avviene con i massaggi di posta elettronica indirizzati a elenchi di colleghi e conoscenti. Inoltre alcune aziende hanno lanciato campagne pubblicitarie originali. La compagnia aerea Virgin America, per esempio, ha offerto tariffe scontate per i biglietti agli utenti di twitter. Secondo lo staff del social network, il 5% delle persone ha interagito con la "pubblicità haiku", inviandola ad altri o seguendo il profilo di un marchio.

Finora, però, le campagne promozionali non hanno superato i confini del sito twitter.com e dei suoi utenti. L'ultima scommessa è di far circolare i messaggi all'esterno: tra un mese arriveranno anche su altre piattaforme, costruite negli ultimi anni per facilitare la gestione quotidiana delle conversazioni nei social network. Hootsuite, ad esempio, permette l'accesso contemporaneo a Facebook, twitter e a reti sociali online come LinkedIn e Foursquare. Riunisce in un unico spazio le reti di contatti: non rende più necessario aprire altre pagine all'interno del browser per navigare su internet. E consente di risparmiare tempo per seguire le discussioni in spazi web differenti. Twitter, inoltre, punta su altre iniziative per valorizzare l'attenzione del pubblico rispetto alle esigenze degli inserzionisti. Sulla colonna di destra appaiono i "promoted trend": è in questo spazio che un giocatore di basket della Nba, LeBron James, ha pubblicato il suo annuncio per un posto di lavoro perché non aveva ancora trovato un ingaggio. La notizia è rimbalzata su blog e siti d'informazione. Finché James ha ricevuto l'offerta giusta.

Anche le ricerche di parole chiave tra i messaggi postati su twitter sono una risorsa: sarebbe possibile vendere annunci commerciali a nicchie di pubblico, sulla scia del modello inaugurato da Google. Per Facebook, invece, la strada finora è stata più semplice. Può contare su spazi per gli annunci tradizionali. Ha accordi con gli inserzionisti. Guadagna il 30% sulle applicazioni pubblicate nella sua piattaforma, come Apple con iTunes. E di recente ha introdotto una moneta digitale ("Credits") per gestire le transazioni economiche nei suoi videogiochi. Entro il 2010 è atteso un giro d'affari globale di 1,7 miliardi di dollari (circa 1,2 miliardi di euro) per le promozioni distribuite attraverso i social network online.

di Luca Dello Iacovo su ILSOLE24ORE.COM

 
Di Altri Autori (del 08/10/2010 @ 07:17:24, in Social Networks, linkato 1422 volte)

La popolarità planetaria di Facebook fa da traino alla ripresa del digital display advertising, almeno nel Regno Unito, nazione in cui il mercato è cresciuto del 6,4% nel primo semestre dell’anno, a 381 milioni di sterline.

Una ripresa degna di nota, dopo i numeri negativi (-4,4%) del 2009, che vedono il social network principe della rete fare da massimo catalizzatore, con circa 40 milioni di sterline raccolti da gennaio a giugno.

Via Quo Media

 
Di Altri Autori (del 15/10/2010 @ 07:07:00, in Social Networks, linkato 1806 volte)

Microsoft e Facebook rafforzano la loro collaborazione. Le ricerche effettuate attraverso Bing, search engine firmato dalla casa di Redmond, saranno integrate da funzioni tipicamente social fornite dal network di Mark Zuckerberg.

Quando si effettuerà un'interrogazione attraverso Bing saranno visualizzate anche le pagine web preferite dai propri amici di Facebook e segnalate attraverso il pulsante ‘Mi piace’.  La novità riguarderà inizialmente gli utenti statunitensi, ma verrà poi estesa anche in Asia ed Europa.

L'annuncio rinvigorisce i rapporti di partnership fra le due aziende: Microsoft nel 2007 aveva investito 240 milioni di dollari nel social network. “Ogni giorno la maggior parte di noi prende decisioni sulla base dei consigli di persone di cui si fida - spiega Bret Taylor, chief technology officer di Facebook -, ecco perché grazie alla partnership più stretta con Bing vogliamo dare agli utenti una sorta di raccomandazione in più a chi cerca in rete”.

Via Quo Media

 
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