Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 03/03/2014
Ci sono tanti temi bellissimi sulla multicanalità, sul mobile e sul marketing del prossimo futuro in genere di cui mi avete visto scrivere tante volte qui e altrove. Cose entusiasmanti cui però troppo spesso manca un dettaglio fondamentale: i contenuti!
Sappiamo già che troppo spesso ci si innamora di una tecnologia senza prima valutare per quale pubblico, strategia e obiettivo la vogliamo adottare, con il risultato classico di rimanere delusi. Anche quando però il percorso POST viene correttamente declinato il rischio è di tralasciare la verità che qualunque strumento di comunicazione vuoto e fine a se stesso non si può chiamare tale. Non c’è niente di più triste di uno schermo nero o di un blog aggiornato all’anno prima. Ma non è così semplice come sembra e, soprattutto, la definizione dei contenuti dovrebbe venire prima della creazione degli strumenti che dovranno riempire e far vivere e non viceversa.
Oggi differenziarsi è un’operazione dura sul piano dei prodotti o dei servizi offerti ma non di meno è dannatamente difficoltoso poi far percepire questa differenza al cliente in termini di valori materiali e immateriali. Il cliente ha voglia di storie. La vostra, quella del prodotto, quella del testimonial, quella del mondo di riferimento del brand. E c’è già chi dice per questo che il sito corporate in quanto tale è morto.
In estrema sintesi dunque bisogna essere pronti a tre sfide reali:
1) la qualità dei vostri contenuti deve essere alta e basata non solo sulla piacevolezza visiva(fondamentale) ma anche sulla reale rilevanza che il fruitore vi attribuisce. Non è una semplice campagna advertising ma storytelling, e la metrica davvero rilevante è l’engagement.
2) i vostri contenuti devono essere liquidi: che si tratti di testi, foto o video l’esperienza non si può interrompere tra un device e l’altro e contemporaneamente lo sforzo di adattamento e rilavorazione da parte vostra deve essere minimo. La capacità di distribuire e declinare i vostri contenuti attraverso tutti i touch point (social inclusi) non è meno fondamentale che l’abilità nel crearli. Senza contare poi che il contenuto è uno di quei fili che legano i vostri owned, earned e paid media.
3) i contenuti si evolvono nel tempo ma si deve poter sempre scorgere il filo rosso che li lega, per sedimentare e costruire. Come già per i social, parliamo di relazione più che di comunicazione pura, non basta l’azione eclatante ma serve piuttosto un percorso constante.
Tutto dunque parte dal brand e dalle sue storie e valori, se un marchio non ne possiede o non ne sa dare una rappresentazione, beh, ha un problema. E non piccolo!
Il 12% dei consumatori online fa regolarmente shopping da device mobili, come tablet e smartphone, contro il 9% della media globale ed europea, mentre il 47% usa i social media per seguire un brand (il 23% in Gran Bretagna). Inoltre, il 22% degli italiani utilizza il canale online anche per ricercare un particolare prodotto o marchio prima di entrare in negozio. È quanto emerge dalla PwC Total Retail Survey 2014, ricerca che ha analizzato i comportamenti di consumo online di 15.000 consumatori in 15 paesi, tra cui oltre 1.000 italiani.
“Il consumatore italiano online è una figura nuova, cresciuta negli ultimi 3-4 anni dal momento che circa il 60% degli intervistati compra sul web da meno di 4 anni e il 21% da meno di un anno“, spiega la società. Nonostante sia “immaturo”, il consumatore italiano è attivo nell’acquisto online, con il 25% degli intervistati che usa il canale digitale almeno una volta a settimana. L’85% afferma inoltre di acquistare direttamente dai siti dei produttori, contro il 78% della media globale e sopra la media di altri paesi europei (78% Francia, 75% Olanda, 76% Germania e 62% Uk). La possibilità di trovare prezzi migliori è il vero motivo che spinge il consumatore all’acquisto online (lo dice il 70% degli intervistati), ma anche perché può comprare da casa (motivazione citata dal 51%). Inoltre, il 35% degli italiani compara prezzi tramite smartphone quando già si trova in negozio. Infine, nel 2013 il 59% dei consumatori ha continuato a preferire i canali offline per il contatto col prodotto, percentuale comunque in diminuzione rispetto al 73% del 2012.
Via Tech Economy
Fotografie del 03/03/2014
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