Immagine
  mymarketing.it: perchè interagire è meglio!... di Admin
 
"
Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
"
 
\\ : Storico (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Altri Autori (del 20/09/2007 @ 07:42:53, in Internet, linkato 2298 volte)

A breve diventerà gratuito l’accesso al sito internet del New York Times, la cui sottoscrizione era di 49,95 dollari l’anno o di 7,95 dollari al mese.

 “L’apertura dei nostri contenuti e il libero accesso a nuovi documenti creerà un flusso di introiti che eccederà di gran lunga quello da sottoscrizione”, ha detto Vivian Schiller, vicepresidente del sito online del Times.

Via Pubblicità Italia

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Roberto Venturini (del 17/09/2007 @ 07:52:07, in Tecnologie, linkato 5662 volte)

Da un po' di tempo sono diventato un intenso user di Internet mobile, sul cellulare. Con grande soddisfazione.

Sia per la posta, sia per il web - ottimo per riempire i 5 minuti di attesa del bus, per controllare prezzi e caratteristiche dei prodotti, fare comparative shopping quando vedo qualcosa che mi piace (tipo: vedo un prodotto da MediaMarkt, controllo online, scopro che alla Fnac costa di meno, esco da MediaMarkt e vado a comprarlo alla Fnac... bella martellatina al modello tradizionale del commercio "fisico"...)

Però, se fossi in Italia, non lo userei, sorry. Anzi, quando sarò in Italia, tra poche settimane, smetterò di usarlo - al peggio ci sono sempre gli Internet café.

Qui in Spagna l'offerta di Internet Mobile è accessibile: non c'è bisogno di cellulari particolarmente strafighi (quello che uso me l'ha dato l'operatore a 19 Euro), non si va magari velocissimo ma si usa il browser del telefono per andare in rete liberamente, non su siti / servizi preselezionati dall'operatore.

E sopratutto le tariffe sono a livelli accettabili. Anzi, sensate. Cioè, le tariffe del mie operatore.

Il mio operatore è Yoigo, cui sono passato proveniendo da Vodafone, proprio a causa delle sue tariffe Internet. Prendendo l'esempio di una ricaricabile, con Yoigo:

- occorre fare un consumo minimo di 6 Euro al mese tra voce e dati (ok, facile)
- si spendono 0,0012 €/Kb... e si fa in fretta, lo so, a fare un mega...
- però quando il tassametro giornaliero passa 1,20 € +IVA, si blocca e il resto della giornata si naviga gratis, cioè il massimo che spendi sono 1,2€+IVA.

Con questo sistema usando la posta spesso e la navigazione web meno spesso, avevo la soddisfazione di avere Internet mobile per 10-15 euro al mese. E posso usare il cellulare come modem e navigare dal portatile.

In pratica zero costi fissi, lo paghi solo quando lo usi e quando lo usi se dai solo una guardatina veloce alla posta spendi poco e se devi fare delle cose molto intensive non spendi una fortuna

Orange, invece, arriva ora in Spagna in promozione con una tariffa 0 Euro - classica preomozione introduttiva-, ma già con loro esiterei, perchè a regimne sono un 30 euro fissi al mese, un po' al limite della mia soglia di prezzo con un limite di 1Gb al mese di traffico, passato il quale sono 50 cent al mega.

Anche se credo che 1Gb sia tanto, avrei sempre la paura di sforare. Peggio l'altra loro offerta: 6 euro di abbonamento e due euro al giorno solo se lo usi.

Facendo un giorno si' e uno no, vengono 36 euro... e non si parla di navigare dal cellulare ma dal computer con apposito modem USB... ah, e non è chiaro se si tratti di prezzi per gli abbonamenti o anche per le ricaricabili...

Movistar: sono pazzi, 3 Euro al giorno (per la ricaricabile), se si usa la connessione, con un limite di 10 Mega/giorno a contratto 1 Euro giorno per un massimo di 10 Mb. Poi ci saranno anche altre tariffe, ma sono talmente sepolte nei meandri dei loro siti...

Ma veniamo all'Italia.
Vodafone arriva ora con una sua nuova tarifa in Italia, dopo l'annuncio di Tre delle nuove tariffe - che hanno fatto rumore e suscitato un bel po' di polemiche.

Il modello è leggermente differente: 5 Euro al mese di "canone" più 25 cent per ogni accesso.
In teoria, dunque, se controllo la posta un paio di volte al giorno e magari mi guardo un pochino un sito... diciamo 70 accessi al mese... sono altri 17 e rotti euro/mese, che sommati ai 5 fanno 22, cifra accettabile.

Il problema è che, dalla mia esperienza con Yoigo, il cellulare si connette e si sconnette molto frequentemente, anche durante la stessa navigazione, tipo che per navigare 15 minuti, magari con delle piccole pause, il cell. si collegava 3 o quattro volte. Se questi vengono considerati accessi, allora partono gli euro a raffica...

Dove voglio arrivare? non lo bene nemmeno io, forse è solo un senso di frustrazione. Mi sento come al solito munto dalle telefoniche ; - ) continuo a sospettare che un abbassamento forte delle tariffe creerebbe grandi voumi di traffico (del resto la telefonia cellulare è esplosa così, in Italia).

Ma forse gli operatori ritengono più interessante un mercato di volumi minori e margini maggiori - forse anche per non intasare la capacità della rete...

mah, adesso che rientro mi farò una bella analisi comparativa delle tariffe telefoniche e decido se val la pena o no di avere Internet sul cellulare... 30-40 euro al mese non sono poi tanti in fondo, ma sforano la mia sensibilità psicologica.

In alternativa non mi resta che sperare che Yoigo (posseduto in parte dall'operatore svedese Telia Sonera) sbarchi in Italia o, meglio ancora, collegarmi a gratis via wifi con il mio Nokia 770 attaccandoni ai punti FON...

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 11/09/2007 @ 07:36:42, in Tecnologie, linkato 2593 volte)

Il sogno del Wi-fi gratis per tutti rischia di rimanere tale. Se ne stanno accorgendo negli Stati Uniti dove San Francisco, Chicago e St. Louis hanno annunciato improvvisi stop ai loro programmi di connessione nei centri urbani.

Colpa di business plan arditi, corrosi da un entusiasmo verso le magnifiche sorti progressive del Wi-fi che non ha retto alla prova dei fatti. L’euforia che regna sempre attorno a qualsiasi progetto Internet ha colpito ancora. Come racconta Wired, il primo errore è consistito nell’eccessiva fiducia risposta nella pubblicità online che avrebbe dovuto dare le risorse per sostenere questi network gratuiti o quasi. Il secondo, invece, è stato credere che i residenti avrebbero utilizzato in massa questi servizi. Sbagliato.

Agli scarsi investimenti pubblicitari si sono aggiunti anche contratti un po’ troppo generosi verso le municipalità. Società come MetroFi ed Earthlink hanno pagato di tasca propria l’intera realizzazione del network comprese le spese per la manutenzione e l’upgrade. In più, spesso i provider hanno anche pagato i comuni per l’utilizzo dei pali della luce dove sono stati piazzati gli hot spot. Non a caso Earthlink ci ha ripensato ottenendo dal contratto stipulato a San Francisco molte di queste condizioni.

Qualche problema esiste anche dal punto di vista dell’infrastruttura. Secondo l’inchiesta di un giornalista gli hot spot piazzati non bastavano a garantire un buon accesso tanto che, a seconda del network, si parla di percentuali che vanno dal 20 al 100% in più di hot spot necessari per garantire una eccellente copertura.

La ciliegina sulla torta è arrivata però dalla scarsa frequentazione di questi network. Il free in questo caso non ha pagato visto che, nonostante le stime parlassero di un 10-25% della popolazione disposta a utilizzare i network, alla fine si arrivati a malapena al 2%. Dati che fanno pensare a molti che è inutile puntare sul mercato consumer.

Ma non bisogna drammatizzare “E’ solo la fine del primo inizio” commenta il manager di provider wireless. Basta ripartire nel modo corretto puntanto sulle reti mesh, utilizzando il Wimax oppure concentrando il Wi-fi in zone ristrette dove è presente un gran numero di turisti o business people. In più, suggerisce Wired, è il caso di aggiungere anche un po’ di sana business reality.
Che troppo spesso il mondo che ruota attorno a Internet ha lasciato nel cassetto.

Luigi Ferro

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 06/09/2007 @ 07:53:17, in Prodotti, linkato 3461 volte)

(Antietico?Unetico? insomma, il contrario di etico)...

Ho in cantiere da un po' di giorni un post sull'etica nel Marketing.. ma per una serie di motivi resta nella penna e uscirà solo quando avrò il tempo di scriverlo per bene. Diciamo tra qualche giorno, spero.

Nel frattempo raccolgo malvolentieri un esempio di marketing al limite della moralità, mettendo alla berlina un'azienda giapponese che produce... alcoolici per i bambini.


In realtà si tratta di prodotti senza nemmeno una goccia d'alcool, e quindi legali. Ma la birra per bambini, sia nel pack che nell'apparenza del prodotto, sembra proprio una birra vera.

Il prodotto ha ottenuto tanto sucesso che l'azienda (Sangaria) ha deciso lanciare sul mercato dei cloni di vino, spumante e cocktail per bambini, come si può intuire dal sito aziendale (se sapete il nipponico).

A me vengono in mente le sigarette di cioccolato di quando eravamo bambini.

Tutto da dimostrare, certo, che a bere la birra finta da bimbo, il soggetto si ritrovi a 30 anni ad essere l'Homer Simpson di Tokyo... però...

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Roberto Venturini (del 30/08/2007 @ 08:42:03, in Marketing, linkato 2891 volte)

Herbalife, azienda specializzata nella distribuzione di prodotti dietetici (con fatturati mondiali di miliardi di dollari) sarà lo sponsor ufficiale dei Los Angeles Galaxy, la squadra per cui andrà a giocare David Beckham.

La notizia è interessante anche (solo?) perchè finora non era permesso sponsorizzare le magliette dei giocatori americani e Herbalife- se non è il primo - e' tra le primissime aziende che sperimenteranno questa forma di pubblicità.

Come forse saprete Herbalife è un'azienda spesso molto discussa, tra i sostenitori che la vedono come un ottimo esempio di network / multilevel marketing e i detrattori che la ritengono uno schema piramidale.

Valore della sponsorizzazione tra i 4 e i 5 milioni di dollari...

Link del sito ufficiale Herbalife
Cosa ha da dire Wikipedia su Herbalife

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Barbara Coralli (del 29/08/2007 @ 13:02:14, in Marketing, linkato 5564 volte)
...ovvero “la vittoria di Pirro” del gioco al ribasso.

Il Telemarketing è uno strumento formidabile che genera ritorni a breve termine e misurabili, ma se non viene usato con la necessaria competenza produce effetti devastanti, in termini di risorse, mercato e immagine.
E' un fenomeno ciclico: ogni tanto compaiono sul mercato dei “vu' telefunà” (così li chiamava l'amico e collega Mauro Morello), ovvero telemarketer improvvisati che sbagliano i preventivi e li redimono a danno del cliente, oppure che agiscono in perfetta malafede, ma il risultato è identico: tirano un tot di fregature ai malcapitati e spariscono. Dieci o vent'anni fa li chiamavo “Attila”, perchè bruciavano il mercato per anni; quantomeno, oggi il Telemarketing ha uno “storico” assodato e dopo un flop non si archivia più lo strumento liquidandolo con un “il TMKTG non funziona”, ma ci si rivolge ad un'altra agenzia.
La legge Biagi, oltre a scontentare tutti ha peggiorato le cose: c'è chi per continuare ad impiegare i collaboratori a ritenuta usa personale per i trenta giorni previsti e poi li molla; questo significa che investire in formazione sarebbe inutile oltre che un suicidio, quindi addio qualità. Chi applica la legge se la deve comunque vedere con un mercato totalmente deregolamentato e per restare competitivo fa un altro errore: paga pochissimo gli operatori. RIflessione: chi accetta di lavorare per un compenso indecoroso? (la metà di quanto guadagna una colf); dunque per gli outsourcer non vale la pena di investire in formazione, tanto quelli che valgono qualcosa se ne vanno presto e per quelli che restano... non c'è formazione che tenga (e di nuovo addio qualità).
C'è anche un altro scenario, più triste ancora: quelli che accettano perchè il mercato del lavoro attualmente è quello che è -specialmente nelle aree economicamente depresse del Paese- e quindi non hanno alternative. Comunque sia, cosa ci si può aspettare da teleoperatori improvvisati, malpagati e trattati peggio? Siamo ormai all'azzeramento della dignità professionale di un ruolo degno di rispetto che, se fatto con tutti i crismi, è un lavoro difficile e stressante; negli ultimi anni gli operatori di call center, definiti “i nuovi schiavi”, sono trattati come forzati della cuffia e buttati allo sbaraglio, per un misero compenso che non di rado è legato ai risultati (anche pura provvigione per il teleselling), ed ecco che fioccano gli appuntamenti strappati nel B2B, i servizi telefonici venduti ma mai richiesti nel B2C e compagnia cantante. Tra l'altro, un servizio di bassa qualità non sempre è il peggiore dei mali e non è raro che al danno si aggiunga la beffa: nel corso di incarichi di auditing su campagne dall'esito fumoso è emerso un dato singolare: pare che alcuni operatori siano dei fenomeni paranormali, infatti riescono a parlare persino con i morti, i trasferiti, i rappresentanti di cessate attività... e non hanno neppure bisogno del telefono, dato che fanno l'intervista a personaggi irreperibili o utilizzano numeri errati... Succede soprattutto quando la quotazione è a contatto e il cliente esagera col gioco al ribasso: c'è chi si ritira e non ci sta, ma c'è anche chi accetta e magari ribalta sui teleoperatori il sistema di quotazione; il risultato è che a fronte di un costo-contatto (troppo) basso, gli irreperibili diventano contatti dall'esito negativo.
In medio stat virtus...e pure le colpe, che non sono mai di una parte sola: quando i clienti fissano il prezzo e ti strozzano, o chiudi o ci stai, se non hai la forza di aspettare che passi il reflusso del gioco al ribasso: un proverbio siciliano recita: “cala junco ca passa 'a china – abbassati giunco che passa la piena”.
Si potrebbe dire che il mercato ha gli operatori che si merita, ma anche che gli operatori non hanno il nerbo per associarsi e opporsi a questo stato di cose, come invece hanno fatto gli Istituti di ricerca, i professionisti dotati di Albo e persino i tassisti e gli idraulici. Invece no, i telemarketer si piegano al gioco al ribasso, e né clienti né operatori si rendono conto che nessuno ha da guadagnarci: è una vittoria di Pirro per entrambe le parti. Gli operatori stanno a galla -se e quando ce la fanno- quasi sempre abbassando il livello qualitativo, i clienti spuntano un prezzo da fame ma ottengono un servizio da schifo: cui prodest? Ci sono dei costi incomprimibili e non c'è bisogno di una laurea ad Harvard per capirlo: anche la casalinga di Voghera si insospettisce di fronte ad un prezzo troppo basso; solo che finchè si tratta di tre etti di prosciutto è una cosa, se si tratta di business è tutt'altra! Così va a finire che per risparmiare poche centinaia di euro se ne sprechino o perdano decine di migliaia: come dice il proverbio, “chi troppo vuole, nulla stringe”.
Si, ma la morale? Il telemarketing non e' una commodity (che è anche il titolo del prossimo post: la storia continua....)

Segnalo un articolo molto interessante che offre dei magnifici spunti di riflessione; è dell'Harvard Business Review di maggio: “Anche le commodity hanno i loro clienti” - “Come Lafarge nel 2001, molte aziende hanno funzioni di marketing solo di nome. Le lezioni che Jacques ci propone in questo articolo possono servire a modello per altre aziende che cercano di sfuggire alla trappola delle commodity”. Potete acquistarlo on line in PDF, anche tradotto. Ecco il link
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 27/08/2007 @ 07:50:04, in Marketing, linkato 2911 volte)

A un anno dalle Olimpiadi di Pechino 2008, i primi fuochi d'artificio sono quelli dei grossi sponsor internazionali. A raccontare l'assalto di McDonald's, Coca Cola e Lenovo al mercato pubblicitario cinese e' stato l'Herald Tribune, con un articolo dal titolo ‘Emergere nella folla', pubblicato sull'edizione europea. Dai tedofori scelti su YouTube, ai concorsi a premio. Sono tante le trovate delle multinazionali - sottolinea il quotidiano - per distinguersi nella giungla di spot a cinque cerchi che gia' affollano la capitale cinese.

2008 tettoie delle fermate degli autobus di Pechino, un terzo del totale, sono tappezzate di manifesti della Coca Cola, per “la piu' grande campagna pubblicitaria all'aperto mai vista in Cina”.

Nei fast food, invece, l'8 agosto, durante la cerimonia dell'avvio del ‘conto alla rovescia', ha fatto la sua comparsa il ‘China Mac', simile al ‘Big Mac', ma con ingredienti locali per conquistare il palato cinese. McDonald's ha stipulato un accordo con la tv di Stato, Cctv: uno spot televisivo pubblicizza il nuovo hamburger mostrando atleti in cartoni animati che si trasformano negli ingredienti del panino. Nei prossimi mesi, verra' mandato in onda un reality show, basato sul concorso mondiale lanciato dalla compagnia americana: in palio quattro giorni ai giochi per 300 bambini, di cui 100 cinesi.

Lenovo, la compagnia cinese che ha rilevato la divisione pc dell'Ibm, sfruttera' la vetrina olimpica per far conoscere il suo marchio alla platea internazionale. Ha gia' una partnership con Google per selezionare tedofori su internet. I finalisti dovranno realizzare un video di 30 secondi e saranno votati dal popolo di YouTube. Ed e' solo l'inizio. A sei mesi dai giochi, una nuova fondamentale tappa della maratona pubblicitaria sara', a febbraio, il capodanno cinese.
Se gli Stati Uniti rimangono il piu' grosso mercato pubblicitario del pianeta, si stima che la Cina, sulla spinta dei giochi, diventera' l'anno prossimo il Paese in cui la spesa pubblicitaria crescera' di piu'. L'aumento previsto e' del 24 per cento, rispetto al 20 per cento degli Usa. Mentre gli States l'anno scorso avevano il 29 per cento di crescita, contro il 18 di Pechino.

Via AGI

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Altri Autori (del 23/08/2007 @ 07:48:22, in Tecnologie, linkato 2813 volte)

Secondo uno studio di InStat, che effettua un'analisi sull'ultimo fronte di sviluppo della tecnologia HDTV, la regione Asia/Pacifico (Australia, Cina, Corea del Sud, Giappone e Singapore) presenta, alla fine del 2006, un aumento delle famiglie che utilizzano l'alta definizione.
È aumentato infatti a oltre 9.9 milioni il numero di abitazioni con televisori HD.Da traino fanno sicuramente i contenuti televisivi che confermano il loro potenziale attraverso i ricavi mensili incassati dagli operatori satellitari e via cavo.

Lo studio avanza delle previsioni fino all'anno 2012 e stabilisce che le abitazioni con HDTV set raggiungeranno nell'area Asia/Pacifico oltre 42 milioni di famiglie e i ricavi totali saranno di circa 8 miliardi di dollari (rispetto ai 3.6 del 2006) con un indice di crescita medio del 16.7% .
Il Giappone attualmente detiene la maggior quota di mercato HDTV con i suoi 8.5 milioni di abitazioni raggiunte dal servizio. Il governo locale gioca un ruolo chiave attraverso politiche di sviluppo e consolidamento del settore promuovendo il passaggio dall'analogico al digitale free-to-air, iniziative che di conseguenza spingono il business dei contenuti televisivi in alta definizione anche in molti paesi asiatici.
La maggior fruibilità dei questi contenuti HD è stata resa possibile anche dal generale calo dei prezzi dei televisori HD. Di questo fenomeno ne hanno ampiamente risentito i produttori, in particolare la joint venture coreano-olandese Lg Philips che ha chiuso i primi tre mesi dell'anno con 135 milioni di Euro in meno rispetto all'utile netto di 48 miliardi del 2006 nello stesso periodo. Si tratta del quarto trimestre consecutivo in perdita, anche se gli analisti attendevano in media un rosso di 244 miliardi. L'amministratore delegato comunica che il prezzo medio per metro quadrato degli schermi LCD (misura di riferimento del settore) è sceso del 9% rispetto ai valori del 2006 e che quella di Lg Philips è in ogni caso una performance incoraggiante.

In Corea Samsung lancia una nuova gamma di televisori HD definiti gioielli da collezione, reinterpretati in termini di design e tecnologia. Si tratta di modelli da 23, 26, 32, 37 e 40 pollici certificati per HD Ready e per l'Europa SKY HD Tested che garantiscono maggior qualità d'immagine soprattutto per trasmettere fedelmente i contenuti HD veicolati su piattaforma satellitare. In Europa, l'IPTV promette un numero di canali televisivi infinito ma non supera il 2% causa il supporto tecnologico che offre una buona velocità di trasmissione ma si trova spesso (soprattutto nelle aree sub urbane) distante dalle centraline di trasmissione, così il satellite si riconferma un veicolo trainante sia per i contenuti televisivi in alta definizione che per il mercato HD tv.

Secondo una ricerca Eutelsat commissionata da GfK, TNS Sofres e Ipsos, in 42 paesi (inclusa l'Italia) tra Europa, Nord Africa e Medio Oriente il numero di abitazioni dotate di parabola satellitare sono cresciute del 13% passando da 150 a 170 milioni di case. L'Italia le abitazioni attrezzate per la ricezione satellitare è aumentato di 280.000 unità . Un mercato appetitoso anche per la pubblicità in cui i ricavi sui canali satellitari italiani nel 2006 hanno superato i 200 milioni di Euro. Con l'inserimento della rilevazione Auditel nella pay-tv operativa dal 2 aprile di qest'anno, gli operatori pubblicitari dovranno pianificare un'offerta sempre più frammentata e precisa per spingere gli investitori ad una maggiore targettizzazione.


Roberta Salvan

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Roberto Venturini (del 20/08/2007 @ 07:54:06, in Pubblicità, linkato 2526 volte)

Secondo me l'ora è già giunta da tempo.

La pubblicità, ma specialmente le agenzie (molte, non tutte) e i clienti (molti) si sono avvitati su se' stessi.

E' ora di moderare i toni, di usare il buon senso, di ascoltare quello che diciamo e chiederci se "fa senso".

Ieri vedo passare un bus, dotato di affissione che proclama: "Un'esperienza straordinaria nella tua cucina". No, non è una passionale ****** sul tavolo, stile il postino suona sempre due volte.

E' una stupidissima macchina distributrice d'acqua. E quella sarebbe un'esperienza straordinaria? Mal che vada è un'esperienza comoda, massimo.

Analogamente ho visto mirabolanti superlativi.. per un chewing gum.
Ma dai, è solo una maledetta gomma da masticare, se siamo fortunati è divertente, è strana, ha un sapore o un pizzicore un po' particolare.. ma di cambiarci la vita, scordiamocelo.

Il problema è che parliamo troppo spesso al superlativo, facciamo di ogni formichina un peana, un'epopea omerica, un infinito di declamazioni. E la gente non ci casca più.

Diventando sorda all'iperbole pubblicitaria. Non filandosi più della pubblicità che tanto racconta tante baggianate.

Sono convinto che un spot che dicesse "questo è un buon prodotto. Niente di più e niente di meno" farebbe molto più impatto della solita compilation di buzzwords che non significano nulla.

In realtà, semplificando, possiamo dire esistono due classi di prodotti.

La prima - i prodotti che ci definiscono, quelli che hanno un forte impatto con le nostre emozioni. Una Ducati, un capo firmato, l'iPhone... quelle robe li' ; - ).

Un prodotto che ci emoziona davvero puo' permettersi di parlare in modo forte e superlativo, rientra nella relazione persona / prodotto.

La seconda categoria è quella degli altri prodotti. Che fanno quello che devono fare, ci risolvono problemi. E basta. Con un basso coinvolgimento emotivo.

Li' usare un linguaggio da "ti cambia la vita" è decisamente controproducente. Molta parte dell'audience si sente presa per i fondelli o semplicemente stacca la spina.

Ovvio, tagliare tutto in 2 sole categorie è semplificare troppo, ma questo è per dare un'idea del mio pensiero in modo semplice e sintetico, da blog.

Ci sarebbe da parlare dell'umorismo come via d'uscita, sulla comunicazione intelligente e creativa (che purtroppo non la totalità del target capisce...) ma magari in un altro post...

Quello che è certo è che altri strumenti stanno oggi prendendo il posto della pubblicità (che non sparirà ma si ridimensionerà) nell'influenzare i consumi. Sicuramente l'interattivo/online... ma devo ammettere che anche il packeging e i materiali POP mi sembrano decisamente strumenti potenti...

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Roberto Venturini (del 03/08/2007 @ 07:04:13, in Internet, linkato 3449 volte)

...nell'integrazione tra hardware e webware?

Esiste un certo numero di siti web che sono ormai delle killer app, che sono dei punti di riferimento, dei componenti fondamentali della nostra vita.

Il problema di questi siti web è che sono... siti web e quindi non fruibili, non integrabili nella nostra vita in un gran numero di occasioni.

Certo, certo, l'internet mobile... ma non è proprio il massimo andare in giro con lo sguardo fissato allo schermo del PDA o mettersi a trafficare con il telefonino web-enabled al matrimonio del cugino.

Interessante dunque il concetto di sviluppare hardware ad hoc per funzionare (solo) in connessione con uno specifico sito, diventando un nuovo tipo di interfaccia - area di mercato in cui si muove l'azienda americana Ambient.

Ottimo esempio di interfaccia ambientale: per un sito di previsioni metereologiche come AccuWeather.com, cosa di meglio che permettere l'accesso alle informazioni del sito attraverso... un ombrello?

In attesa che l'ombrello-internet-GPS Pileus diventi un prodotto mass market, possiamo già oggi acquistare a soli 125 $ l'Ambient Umbrella, un pratico gadet che si collega col sito e ci comunica le probabilità di pioggia facendo lampeggiare una luce posta nel manico (l'idea del prodotto è che l'ombrello venga lasciato in un portaombrelli ben in vista vicino alla porta di casa, così se vedete il manico lampeggiare vi ricordate di prenderlo dietro...).

Ovvio che sotto la pioggia l'ombrello metereologico si potrebbe benissimo definire wetware...

Su questa falsariga potremo pensare a nuovi gadget - o hardware dedicati per tradurci le informazioni contenute in un sito in messaggi semplici ed intuitivi, che non richiedano un browsing o una lettura, ma segnali più semplici - come nel caso di apparati che ci comunichino con un sistema di luci colorate codificate l'andamento dei nostri titoli in borsa, la vicinanza di amici (informazione utile per andarli a cercare o per evitarli, se siamo in giro con l'amante), il tempo d'attesa del bus alla fermata...
Ad oggi si tratta di sviluppatori che creano prodotti appoggiandosi a siti esistenti, un domani si potrebbero vedere aziende con attività ab initio integrate tra sito web e device ad hoc - in una logica di servizio, marketing e ergonomia ferreamente blindata...

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Ci sono 2292 persone collegate

< dicembre 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
      
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
         

Cerca per parola chiave
 

Titolo
Advertising (109)
AI (2)
Aziende (142)
Blog (11)
Brand (39)
Comarketing (2)
Comunicazione (9)
dBlog (1)
Digitale (36)
eCommerce (45)
Grande Distribuzione (7)
Internet (550)
Marketing (305)
Marketing Ambientale (3)
Marketing non convenzionale (62)
Media (102)
Mercati (84)
Mobile (210)
Permission Marketing (1)
Prodotti (95)
Pubblicità (32)
Pubblicità (88)
Retail (12)
Segnalazioni (45)
Social Networks (379)
Startup (1)
Strategie (59)
Tecnologie (77)
Trade Marketing (1)
Viral Marketing (40)
Web 3.0 (5)

Catalogati per mese:
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024
Maggio 2024
Giugno 2024
Luglio 2024
Agosto 2024
Settembre 2024
Ottobre 2024
Novembre 2024
Dicembre 2024

Gli interventi più cliccati

Titolo
Automobili (2)
Bianco e nero (1)
Comarketing (1)
Home (4)
Internet (4)
Prodotti (5)
Pubblicità (5)

Le fotografie più cliccate


Titolo

< /p>


Subscribe to my feed


Google
Reader or Homepage

Add to netvibes



Creative Commons License




02/12/2024 @ 21:49:00
script eseguito in 268 ms