Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
A un anno dalle Olimpiadi di Pechino 2008, i primi fuochi d'artificio sono quelli dei grossi sponsor internazionali. A raccontare l'assalto di McDonald's, Coca Cola e Lenovo al mercato pubblicitario cinese e' stato l'Herald Tribune, con un articolo dal titolo ‘Emergere nella folla', pubblicato sull'edizione europea. Dai tedofori scelti su YouTube, ai concorsi a premio. Sono tante le trovate delle multinazionali - sottolinea il quotidiano - per distinguersi nella giungla di spot a cinque cerchi che gia' affollano la capitale cinese.
2008 tettoie delle fermate degli autobus di Pechino, un terzo del totale, sono tappezzate di manifesti della Coca Cola, per “la piu' grande campagna pubblicitaria all'aperto mai vista in Cina”.
Nei fast food, invece, l'8 agosto, durante la cerimonia dell'avvio del ‘conto alla rovescia', ha fatto la sua comparsa il ‘China Mac', simile al ‘Big Mac', ma con ingredienti locali per conquistare il palato cinese. McDonald's ha stipulato un accordo con la tv di Stato, Cctv: uno spot televisivo pubblicizza il nuovo hamburger mostrando atleti in cartoni animati che si trasformano negli ingredienti del panino. Nei prossimi mesi, verra' mandato in onda un reality show, basato sul concorso mondiale lanciato dalla compagnia americana: in palio quattro giorni ai giochi per 300 bambini, di cui 100 cinesi.
Lenovo, la compagnia cinese che ha rilevato la divisione pc dell'Ibm, sfruttera' la vetrina olimpica per far conoscere il suo marchio alla platea internazionale. Ha gia' una partnership con Google per selezionare tedofori su internet. I finalisti dovranno realizzare un video di 30 secondi e saranno votati dal popolo di YouTube. Ed e' solo l'inizio. A sei mesi dai giochi, una nuova fondamentale tappa della maratona pubblicitaria sara', a febbraio, il capodanno cinese. Se gli Stati Uniti rimangono il piu' grosso mercato pubblicitario del pianeta, si stima che la Cina, sulla spinta dei giochi, diventera' l'anno prossimo il Paese in cui la spesa pubblicitaria crescera' di piu'. L'aumento previsto e' del 24 per cento, rispetto al 20 per cento degli Usa. Mentre gli States l'anno scorso avevano il 29 per cento di crescita, contro il 18 di Pechino.
Via AGI
Secondo uno studio di InStat, che effettua un'analisi sull'ultimo fronte di sviluppo della tecnologia HDTV, la regione Asia/Pacifico (Australia, Cina, Corea del Sud, Giappone e Singapore) presenta, alla fine del 2006, un aumento delle famiglie che utilizzano l'alta definizione. È aumentato infatti a oltre 9.9 milioni il numero di abitazioni con televisori HD.Da traino fanno sicuramente i contenuti televisivi che confermano il loro potenziale attraverso i ricavi mensili incassati dagli operatori satellitari e via cavo.
Lo studio avanza delle previsioni fino all'anno 2012 e stabilisce che le abitazioni con HDTV set raggiungeranno nell'area Asia/Pacifico oltre 42 milioni di famiglie e i ricavi totali saranno di circa 8 miliardi di dollari (rispetto ai 3.6 del 2006) con un indice di crescita medio del 16.7% . Il Giappone attualmente detiene la maggior quota di mercato HDTV con i suoi 8.5 milioni di abitazioni raggiunte dal servizio. Il governo locale gioca un ruolo chiave attraverso politiche di sviluppo e consolidamento del settore promuovendo il passaggio dall'analogico al digitale free-to-air, iniziative che di conseguenza spingono il business dei contenuti televisivi in alta definizione anche in molti paesi asiatici. La maggior fruibilità dei questi contenuti HD è stata resa possibile anche dal generale calo dei prezzi dei televisori HD. Di questo fenomeno ne hanno ampiamente risentito i produttori, in particolare la joint venture coreano-olandese Lg Philips che ha chiuso i primi tre mesi dell'anno con 135 milioni di Euro in meno rispetto all'utile netto di 48 miliardi del 2006 nello stesso periodo. Si tratta del quarto trimestre consecutivo in perdita, anche se gli analisti attendevano in media un rosso di 244 miliardi. L'amministratore delegato comunica che il prezzo medio per metro quadrato degli schermi LCD (misura di riferimento del settore) è sceso del 9% rispetto ai valori del 2006 e che quella di Lg Philips è in ogni caso una performance incoraggiante.
In Corea Samsung lancia una nuova gamma di televisori HD definiti gioielli da collezione, reinterpretati in termini di design e tecnologia. Si tratta di modelli da 23, 26, 32, 37 e 40 pollici certificati per HD Ready e per l'Europa SKY HD Tested che garantiscono maggior qualità d'immagine soprattutto per trasmettere fedelmente i contenuti HD veicolati su piattaforma satellitare. In Europa, l'IPTV promette un numero di canali televisivi infinito ma non supera il 2% causa il supporto tecnologico che offre una buona velocità di trasmissione ma si trova spesso (soprattutto nelle aree sub urbane) distante dalle centraline di trasmissione, così il satellite si riconferma un veicolo trainante sia per i contenuti televisivi in alta definizione che per il mercato HD tv.
Secondo una ricerca Eutelsat commissionata da GfK, TNS Sofres e Ipsos, in 42 paesi (inclusa l'Italia) tra Europa, Nord Africa e Medio Oriente il numero di abitazioni dotate di parabola satellitare sono cresciute del 13% passando da 150 a 170 milioni di case. L'Italia le abitazioni attrezzate per la ricezione satellitare è aumentato di 280.000 unità . Un mercato appetitoso anche per la pubblicità in cui i ricavi sui canali satellitari italiani nel 2006 hanno superato i 200 milioni di Euro. Con l'inserimento della rilevazione Auditel nella pay-tv operativa dal 2 aprile di qest'anno, gli operatori pubblicitari dovranno pianificare un'offerta sempre più frammentata e precisa per spingere gli investitori ad una maggiore targettizzazione.
Roberta Salvan
Secondo me l'ora è già giunta da tempo.
La pubblicità, ma specialmente le agenzie (molte, non tutte) e i clienti (molti) si sono avvitati su se' stessi.
E' ora di moderare i toni, di usare il buon senso, di ascoltare quello che diciamo e chiederci se "fa senso".
Ieri vedo passare un bus, dotato di affissione che proclama: "Un'esperienza straordinaria nella tua cucina". No, non è una passionale ****** sul tavolo, stile il postino suona sempre due volte.
E' una stupidissima macchina distributrice d'acqua. E quella sarebbe un'esperienza straordinaria? Mal che vada è un'esperienza comoda, massimo.
Analogamente ho visto mirabolanti superlativi.. per un chewing gum. Ma dai, è solo una maledetta gomma da masticare, se siamo fortunati è divertente, è strana, ha un sapore o un pizzicore un po' particolare.. ma di cambiarci la vita, scordiamocelo.
Il problema è che parliamo troppo spesso al superlativo, facciamo di ogni formichina un peana, un'epopea omerica, un infinito di declamazioni. E la gente non ci casca più.
Diventando sorda all'iperbole pubblicitaria. Non filandosi più della pubblicità che tanto racconta tante baggianate.
Sono convinto che un spot che dicesse "questo è un buon prodotto. Niente di più e niente di meno" farebbe molto più impatto della solita compilation di buzzwords che non significano nulla.
In realtà, semplificando, possiamo dire esistono due classi di prodotti.
La prima - i prodotti che ci definiscono, quelli che hanno un forte impatto con le nostre emozioni. Una Ducati, un capo firmato, l'iPhone... quelle robe li' .
Un prodotto che ci emoziona davvero puo' permettersi di parlare in modo forte e superlativo, rientra nella relazione persona / prodotto.
La seconda categoria è quella degli altri prodotti. Che fanno quello che devono fare, ci risolvono problemi. E basta. Con un basso coinvolgimento emotivo.
Li' usare un linguaggio da "ti cambia la vita" è decisamente controproducente. Molta parte dell'audience si sente presa per i fondelli o semplicemente stacca la spina.
Ovvio, tagliare tutto in 2 sole categorie è semplificare troppo, ma questo è per dare un'idea del mio pensiero in modo semplice e sintetico, da blog.
Ci sarebbe da parlare dell'umorismo come via d'uscita, sulla comunicazione intelligente e creativa (che purtroppo non la totalità del target capisce...) ma magari in un altro post...
Quello che è certo è che altri strumenti stanno oggi prendendo il posto della pubblicità (che non sparirà ma si ridimensionerà) nell'influenzare i consumi. Sicuramente l'interattivo/online... ma devo ammettere che anche il packeging e i materiali POP mi sembrano decisamente strumenti potenti...
...nell'integrazione tra hardware e webware?
Esiste un certo numero di siti web che sono ormai delle killer app, che sono dei punti di riferimento, dei componenti fondamentali della nostra vita.
Il problema di questi siti web è che sono... siti web e quindi non fruibili, non integrabili nella nostra vita in un gran numero di occasioni.
Certo, certo, l'internet mobile... ma non è proprio il massimo andare in giro con lo sguardo fissato allo schermo del PDA o mettersi a trafficare con il telefonino web-enabled al matrimonio del cugino.
Interessante dunque il concetto di sviluppare hardware ad hoc per funzionare (solo) in connessione con uno specifico sito, diventando un nuovo tipo di interfaccia - area di mercato in cui si muove l'azienda americana Ambient.
Ottimo esempio di interfaccia ambientale: per un sito di previsioni metereologiche come AccuWeather.com, cosa di meglio che permettere l'accesso alle informazioni del sito attraverso... un ombrello?
In attesa che l'ombrello-internet-GPS Pileus diventi un prodotto mass market, possiamo già oggi acquistare a soli 125 $ l'Ambient Umbrella, un pratico gadet che si collega col sito e ci comunica le probabilità di pioggia facendo lampeggiare una luce posta nel manico (l'idea del prodotto è che l'ombrello venga lasciato in un portaombrelli ben in vista vicino alla porta di casa, così se vedete il manico lampeggiare vi ricordate di prenderlo dietro...).
Ovvio che sotto la pioggia l'ombrello metereologico si potrebbe benissimo definire wetware...
Su questa falsariga potremo pensare a nuovi gadget - o hardware dedicati per tradurci le informazioni contenute in un sito in messaggi semplici ed intuitivi, che non richiedano un browsing o una lettura, ma segnali più semplici - come nel caso di apparati che ci comunichino con un sistema di luci colorate codificate l'andamento dei nostri titoli in borsa, la vicinanza di amici (informazione utile per andarli a cercare o per evitarli, se siamo in giro con l'amante), il tempo d'attesa del bus alla fermata... Ad oggi si tratta di sviluppatori che creano prodotti appoggiandosi a siti esistenti, un domani si potrebbero vedere aziende con attività ab initio integrate tra sito web e device ad hoc - in una logica di servizio, marketing e ergonomia ferreamente blindata...
I dati della prima release di Audipress del 2007 (autunno 2006 + primavera 2007) premiano fra i quotidiani Il Corriere della Sera, terzo in classifica, i cui lettori salgono a quota 2.615.000 crescendo del 2,5% rispetto alla release precedente (primavera 2006 + autunno 2006). In calo invece il secondo quotidiano in classifica, La Repubblica: -2,4% a quota 2.944.000. Il leader è sempre La Gazzetta dello Sport, stabile a 3.592.00 lettori.
Dietro il terzetto di testa, l’altro terzetto composto dai gratuiti Leggo, City e Metro (in quest’ordine) consolida le proprie posizioni, conquistate subito all’esordio in Audipress nella precedente release: rispetto a quei dati, le crescite sono rispettivamente dell’1,1% a quota 2.031 lettori per Leggo, del 2,5% a 1.733.000 per City e ancora del 2,5% a 1.688.000 per Metro. Fra i quotidiani che superano il milione di lettori (i primi undici in classifica) si segnalano invece in negativo La Stampa, che perde il 5,4% con 1.378.000 lettori e, un gradino sotto, Il Messaggero, che cala del 4,8% a 1.364.000 lettori. E Polis, il free-pay di Niki Grauso le cui pubblicazioni in questo momento sono sospese, è ventesimo con 515.000 lettori. Passando ai settimanali, dove abbondano i segni meno, le prime tre testate si difendono meglio di altre: il leader Sorrisi e Canzoni Tv (Mondadori) cede solo lo 0,2% a quota 5.013.000 lettori, Oggi (Rcs) perde lo 0,5% a 3.209.000 e al terzo posto Famiglia Cristiana (San Paolo Periodici) fa –1,9% a quota 3.063.000. Molto negativa invece la performance di Gente (Hachette Rusconi), quarto, con un –7,9% che lo fa scendere a 2.833.000 lettori, appena sopra a Panorama (Mondadori) che con 2.829.000 lettori perde comunque un 2,7%, a differenza di Chi (ancora Mondadori), primo della classifica a mostrare un segno più, al sesto posto: +2,6% a 2.741.000 lettori. Il dato che spicca di più in positivo nelle posizioni alte è però quello di Telesette (Universo), undicesimo in classifica con un +8,5% a 1.531.000 lettori, mentre il dato più negativo fra i primi venti settimanali è quello di Dipiù Tv (Cairo Editore), nono a 2.218.000 lettori: -10,1%. Infine i mensili. Anche qui, raffica di segni meno, con perdite anche molto pesanti a tutte le altezze della classifica. Lo stesso leader Focus (Mondadori) perde il 4,9% a quota 5.726.000, e peggio ancora fanno in seconda e terza posizione i due motoristici Quattroruote (Domus Editore, -9,3% a 4.105.000 lettori) e Al Volante (Universo, -7,1% a 2.228.000). Perdite addirittura a due cifre per il quarto e il quinto in classifica: Starbene (Rodale Mondadori) scende del 10,5% a quota 1.569.000 lettori e Cose di casa (Universo) cede il 13,7% a 1.439.000. Il primo segno più è al settimo posto quello della Cucina Moderna (Mondadori), che guadagna il 3,8% con 1.225.000 lettori. Ma la performance migliore fra i primi venti mensili, dove si contano solo cinque segni più, è Brava Casa (Rcs), undicesima a quota 1.022.000 lettori con un +8,3%.
Via Pubblicità Italia
Per attirare il target femminile - si sono detti probabilmente i markettari di Suave (marca di Unilever che produce prodotti per la bellezza dei capelli, speficicamente formulati per le mamme) e quelli di Sprint (telecomunicazioni), niente di meglio di un bel serial televisivo.
Ma con due importanti differenze: uno, questa TV si vede online, due il content è basato sull'input del target.
Ed ecco che nasce "In the Motherhood"
Questa serie di brand entertainment (articolata su 5 puntate) è stata voluta per mirare in modo specifico al target "mamme" ed è stata impostata ricorrendo a esperti sceneggiatori di Hollywood - i quali attingono da input, storie, suggerimenti che le madri postano sul sito.
In seguito, tramite votazione popolare si scelgono gli spunti interessanti su cui lavorano gli sceneggiatori.
Il trailer del programma è già stato visto oltre un milione di volte ed i sito sta lavorando alacremente per costruire un effetto community "solido".
Second Life, fortuna dell’altro mondo o fallimento virtuale? L’interrogativo diventa di attualità a circa quattro anni dalla nascita della realtà parallela creata dalla società di San Francisco, Linden Lab. Second Life è un pianeta tridimensionale che fornisce ai suoi utenti (definiti «resident») gli strumenti per creare oggetti, contenuti, attività e ogni altra cosa che è possibile realizzare nel mondo reale. Gli abitanti possono scambiare e vendere le proprie creazioni, sulle quali hanno il diritto di proprietà, utilizzando una moneta virtuale, il Linden Dollar, convertibile in dollari americani veri. Ad oggi sono circa otto milioni i residenti, e da qualche hanno a questa parte si è assistito a un vero assalto delle aziende di tutto il mondo per guadagnarsi un posto in questo pianeta virtuale. Complesso e imperfetto come quello reale, il mondo parallelo funziona grazie a una propria economia e a un attivo mercato immobiliare, che rappresentano una ghiotta opportunità per le aziende lungimiranti pronte a spendere migliaia di dollari per non perdere un posto da protagonista.
Ma ne è valsa la pena? «Non c’è alcun motivo di rimanere», spiega Brian McGuinness, dirigente di Starwood Hotel & Resorts, che ha donato la sua terra virtuale a un gruppo no-profit. Linden Lab vende a società e persone spazi dove possono costruire e dar vita agli «avatar», termine con cui la religione induista indica l’assunzione di un corpo fisico da parte di Dio, o di uno dei Suoi aspetti. L’avatar non è altro che la trasposizione dell’uomo nel mondo di Second Life, dove diventa il protagonista: viaggia, incontra altri avatar, fonda società, costruisce palazzi e contribuisce alla realizzazione della vita civile. «Purtroppo, nella maggior parte dei casi, si tratta di progetti che rimangono incompiuti» si lamentano in molti. Alcuni esempi: i negozi della catena Best Buy sono deserti e il personale assente, gli eventi promozionali annunciati da Sun Microsystems non sono mai stati realizzati, il palazzo della Dell è desolatamente vuoto, mentre un’insegna posta sulla vetrina dell’emporio di America Apparel ne annuncia la chiusura per fallimento. «Una città fantasma più che una città virtuale - incalzano Mark Johnson, fra i primi a crearsi un’identità virtuale - il problema è che per molti Second Life è solo un gioco e le persone che vi partecipano non pensano ai reali bisogni dell’uomo». Infatti non è necessario mangiare o bere, vestirsi è un optional e non ci sono mezzi di comunicazione: il «teletrasbordo» è il metodo più utilizzato. Più comodo di così. «L’interesse degli avatar si concentra sugli aspetti ludici - spiega Ian Schafer della società di marketing Deep Focus - i casinò virtuali sono sempre affollati, i locali strip assiduamente frequentati, e tra gli oggetti più venduti ci sono i gadget erotici». Un altro problema, secondo Brian Haven di Forrester Research, è che la popolazione attiva è una minima parte degli 8 milioni di visitatori registrati. «Si tratta di 30 o 40 mila soggetti veramente partecipi, tutti gli altri sono solo visitatori occasionali che hanno un atteggiamento poco cooperativo e attento esclusivamente al divertimento». Ecco allora che anche le aziende si adeguano: Nissan Motor ha trasformato i suoi rivenditori in centri dove si può sperimentare la gravità zero, Sun Microsystems punta sui giochi, e IBM ripropone viaggi virtuali sul modello di «Laguna Beach», o scenari apocalittici come «Entropia Universe». I pareri appaiono diversi dall’altra parte dell’Oceano: Le Monde spiega che Second Life è un’opportunità senza precedenti: lo dimostra il fatto che sei grandi aziende francesi, tra cui L’Oreal e Areva, stanno per organizzare un forum con l’obiettivo di reclutare personale attraverso il mondo virtuale. Mentre BNP Paribas ha pagato migliaia di euro per aprire una filiale in una delle principali vie del pianeta parallelo.
Tra i supporter di Second Life c’è anche un’ex senatore degli Stati Uniti, il democratico Mike Gravel, che vi ha aperto un ufficio elettorale dove è possibile raccogliere informazioni su tutti i candidati che si presentano alle primarie del partito. Sull’argomento è intervenuto anche il settimanale Newsweek che, a scanso di equivoci, ha pubblicato un vademecum in dieci punti: dall’economia al sesso tutto quello che si deve sapere su Second Life. Il primo punto? «Second Life non è un gioco». Ma anche su questo non tutti sono d’accordo.
Francesco Semproni su La Stampa.it
In un mondo in cui buttare è in genere più conveniente che riparare, c'è qualcuno che la pensa in maniera opposta e che compra dei rottami per revisionarli, rilucidarli e rimetterli sul mercato.
Solo che non si tratta di oggetti ma di marche sul viale del tramonto.
L'azienda in questione si chiama Prestige Brands Holding ed è, da un certo punto di vista, uno dei più puri operatori di marketing che esistano...
In realtà, non essendo scemi, non comprano proprio dei rottami ma marche famose, in buone posizioni di mercato (almeno nelle loro nicchie), marche che sono state in un qualche modo abbandonate, che non hanno innovato, che stanno venendo messe fortemente a rischio da competitor più vispi ed aggressivi. Che hanno fatturati e utili troppo piccoli per piacere ai proprietari.
Tra i marchi acquistati da Prestige Brands troviamo gli accessori da campeggio (e non solo) delle Coleman, il mitico Spic e Span, prodotti per la pulizia della casa, farmaci OTC (quelli in libera vendita), prodotti per la cura della persona.
Questo tipo di nicchia ecologica di mercato potrebbe vedere un maggiore sviluppo nei prossimi anni. I pesci grossi (Unilever, P&G, Reckitt, Colgate...) focalizzeranno probabilmente sempre più le proprie risorse su marche forti, che cercherano di rendere fortissime.
Abbandonando al proprio destino marche a minore potenziale, magari vendendole a operatori più in basso nella catena alimentare del mass marketing, tipo Aurora Foods. O ad altre major, come nel caso di Henkel che si è comprata da Procter una serie di linee di deodoranti che P&G ha deciso di scaricare, per razionalizzare la propria gamma dopo l'acquisto di Gillette.
Basta buttare le marche, dunque, ma riciclarle, affidandole a operatori specializzati che si incaricano di rivitalizzare queste "marche orfane" e di derivarci business - non così stellari come piacciono alle major ma comunque più che accettabili per loro.
Ho appena scoperto che il quotidiano gratuito Metro sta lanciando (solo su Madrid) una edizione speciale, che viene distribuita esclusivamente in luoghi frequentati da un pubblico urbano e moderno - aggiornato con le nuove tendenze (e con buoni potenziali di spesa...).
Il particolare circuito di distribuzione dove si può trovare il giornale include bar alla moda, ristoranti giusti, business schools...
Il giornale resta strutturalmente lo stesso ma, lavorando su un target diverso dall'edizione "mass" ha contenuti pubblicitari mirati ed è stampato su una carta migliore per aumentare la resa cromatica degli annunci (e per permettere che una copia del giornale resista meglio alla lettura di molti utenti "di passaggio" - modello Gazzetta dello Sport al Bar.. che alle 10 è spesso già ridotta uno straccio).
Un esempio da manuale di segmentazione...
Il servizio telefonico, al quale si aggiungeranno successivamente l’instant messaging e l’e-mail, sarà reso disponibile ai membri della comunità virtuale (avatar) sulle isole Alice e TIM attraverso il 'First Life Communicator', un’applicazione sviluppata dai laboratori di ricerca Telecom Italia Lab. Il servizio, a regime, consentirà agli avatar di effettuare telefonate tra loro, inviare sms, e-mail e utilizzare l’instant messenger collegandosi con il mondo reale ma mantenendo la propria identità virtuale. Tutti gli avatar registrati al servizio riceveranno in regalo un telefonino TIM virtuale. Il pacchetto gratuito messo a disposizione da Telecom Italia comprende un massimo di 10 telefonate di 3 minuti ciascuna e 40 sms su numeri nazionali verso tutti gli operatori fissi e mobili nell’arco di 4 settimane. Il servizio, rinnovabile al massimo due volte da parte di ciascun avatar e non oltre il 18 settembre, permetterà successivamente la comunicazione telefonica anche con entrambi gli utenti offline e renderà fruibili anche le funzioni di e-mail e di instant messaging. Su Second Life 'Alice Home' è la sede virtuale di Alice all’interno della quale gli avatar potranno conoscere i servizi e i prodotti di Telecom Italia. In quest’isola saranno inoltre offerti servizi anche ai clienti Business di Telecom Italia i quali potranno organizzare eventi e usufruire di aree riservate come uffici e sale riunioni. L’isola 'Alice MyGp', un circuito aperto a gare automobilistiche e motociclistiche, permetterà agli appassionati dei motori di provare, come in un videogioco, l’ebbrezza di girare in pista, gareggiando con automobili firmate Alice oppure di assistere dalle tribune alle gare degli altri e di spostarsi per il circuito e le sue varie strutture. Con 'Tim Stadium', una riproduzione di uno stadio di serie A, gli avatar potranno organizzare campionati di calcio e commentare le partire al bar e in spiaggia. All’interno dell’isola 'Alice Video' si potranno vedere i contenuti video di Rosso Alice, il portale Adsl di Telecom Italia, e del Canale Video del Portale Alice, realizzato in partnership con Dailymotion, dove gli avatar potranno anche pubblicare filmati generati su Second Life. L’isola 'Telecom Italia ICT' ospita l’Ecosystem Tower, grattacielo di 30 piani, con al suo interno aree dedicate ai servizi di ICT fissi e mobili per le aziende e un centinaio di uffici a disposizione dei partner tecnologici del Gruppo dove sarà possibile organizzare riunioni con i clienti, conferenze e assistere a eventi e iniziative formative. L’Ecosystem Tower ospita due Auditorium all’interno dei quali Telecom Italia organizzerà convention e workshop per i clienti. Sarà anche disponibile un’area eventi che offrirà spettacoli e concerti. Le isole Alice e TIM sono state realizzate in partnership con ISN – Virtual Worlds, mentre l’isola 'Telecom Italia ICT' si avvale della partnership di Fastmedia.
Via Pubblicità Italia
|