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  mymarketing.it: l'isola nell'oceano del marketing... di Admin
 
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Errare è umano, ma per incasinare davvero tutto è necessario un computer.

Arthur Bloch
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\\ : Storico per mese (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Max Da Via' (del 19/09/2005 @ 13:10:07, in Strategie, linkato 1925 volte)

Stonefly, azienda specializzata nella produzione e distribuzione di calzature, dovrebbe aver dotato il proprio negozio di Corso Europa a Milano di una telecamera per riprendere il traffico all’interno del negozio.

Fin qui niente di strano, se non fosse che questa telecamera è orientata ad altezza piedi e alimenta una banca dati che registra le immagini riprese. A che scopo? Ma per monitorare i gusti e le preferenze del pubblico.

Il progetto è costato circa 1,5 milioni di euro, e comprende anche sofisticate apparecchiature all’interno delle vetrine che mostreranno i prodotti esposti solo al passaggio del cliente all’esterno dello spazio espositivo.

La prima iniziativa mi sembra particolarmente interessante: nel rispetto della privacy dei visitatori, infatti, il marketing dell’azienda avrà la possibilità di analizzare meglio il proprio target di riferimento, e sulla base delle informazioni acquisite prendere le opportune decisioni per le prossime collezioni, il tutto senza bisogno di ricorrere a costose e talvolta poco affidabili fonti esterne. Questa analisi, inoltre, potrebbe essere utile anche per effettuare statistiche demografiche sulla propria clientela ma anche, eventualmente, per ottimizzare il layout del negozio.

L’idea sarà esportabile per altre tipologie di prodotti? Io direi proprio di si.

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Di Tiziana P. (del 19/09/2005 @ 11:25:56, in Media, linkato 1596 volte)

Non dovremo più scegliere tra film o vidooclip, grazie a Vasco infatti le barriere tra i due generi potrebbero presto scomparire. Il cocker infatti trasforma i videoclip di ''Buoni o Cattivi'' in un film, e arriva ''E' solo un rock'n'roll show''.

Sull’onda del successo dell’ultimo album Vasco, come alternativa all’ormai abusato mercato dei DVD live, ha sfornato un doppio DVD, che nelle intenzioni degli autori dovrebbe rappresentare il primo ''movieclip'' della storia, un esempio di come il viedeoclip possa sposarsi con il cinema.
Grazie alla collaborazione della Nuct è nata l’idea di di realizzare una fiction con i videoclip
di tutte le canzoni dell'album, collegati tra di loro da una sceneggiatura “piccante”.La sceneggiatura, ad opera di Carlo Lucarelli, è un thriller girato tra Los Angeles ed il Mar Rosso.

Nel secondo DVD, di contenuto più tradizionale, sono presenti tutti i videoclip delle canzoni di ''Buoni o Cattivi'', con versioni inedite, making of, storyboard ed un piccolo cortometraggio ispirato a ''Dimenticarsi''.

Siamo di fronte alla nascita di un nuovo genere cinematografico-musicale?

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Di Eli (del 18/09/2005 @ 13:52:30, in Pubblicità, linkato 1765 volte)

Molti di noi, compresala sottoscritta, non si ricorderanno facilmente di Carmencita, il pupazzo a forma di cono ideato da Armando Testa che sponsorizzava il caffè Lavazza, con l’ausilio del fidanzato Caballero. Navigando su internet mi sono imbattuta nella notizia e una rapida occhiata alla foto dei personaggi mi ha risvegliato vaghi ricordi.

A quarant'anni di distanza dal Carosello che li ha resi celebri, i pupazzi nati nel 1964 faranno il loro ritorno trionfale sui nostri schermi televisivi.

Questa volta però i due personaggi saranno protagonisti di una sitcom, di 12 puntate, ognuna della durata di due minuti e mezzo,al termine della quale comparirà il prodotto sponsorizzato. L’ambientazione sarà decisamente moderna e simile a quella dei trentenni dei giorni nostri. Con i due fidanzati vedremo anche nuovi personaggi: un musicista inglese, tre affiatate amiche fidanzati al seguito e un pittore gay, oltre ovviamente al gatto di casa.

 

Si tratta quindi della riscoperta di un testimonial datato, al quale sarà fatto un restyling anche in termini di ambientazione per adattarlo ai gusti e alle tendenze della società moderna.

 

L’aspetto secondo me più interessante è cercare di capire il perchè di questa scelta: chi era all’epoca dello spot origliale ventenne adesso avrà circa cinquanta anni, e potrebbe non apprezzare una rivisitazione in chiave moderna per trentenni delle avventure dei due personaggi della sitcom.

Nello stesso tempo però l’operazione potrebbe invece piacere a chi all’epoca era molto giovane e magari si ricorda solo vagamente i personaggi perché inseriti in Carosello. In questo caso infatti la vista dei due pupazzi potrebbe risultare piacevolmente familiare e un ammodernamento del contesto nel quale sono presentati renderebbe il tutto più interessante.

 

Se questa è la strada che molte agenzie pubblicitarie decideranno di percorrere nei prossimi anni (risvegliare nei trentenni di adesso i ricordi dei beniamini delle pubblicità di quando erano molto giovani) allora aspettiamoci di vedere di nuovo sui nostri teleschermi l’Ippopotamo azzurro Pippo, la Linea e tutta l’allegra banda di personaggi che animavano le pubblicità televisive degli anni ’70.

 

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Di Matteo B. (del 17/09/2005 @ 18:05:22, in Internet, linkato 1753 volte)

Microsoft e Google potrebbero avere un blog dedicato, visto che ormai non passa quasi giorno nel quale non ci siano rumors su qualche loro futura mossa. Questa anticipazione pubblicata da "La Stampa" è però clamorosa, perché segnerebbe la fine di un matrimonio che all’epoca aveva fatto scalpore...

Cinque anni fa sembrava la fusione che avrebbe dominato la scena mondiale delle comunicazioni: adesso la Time Warner sta pensando di sbarazzarsi di America Online. La soluzione preferita sarebbe quella di venderla alla Microsoft, ma non si esclude una cessione a Yahoo o Google. (...)

 

La favola era cominciata nel 2000, quando proprio il topolino aveva inghiottito l'elefante. America online non era esattamente un'azienda minuscola, perché era il principale servizio per l'acceso ad internet via telefono. Aveva oltre 26 milioni di clienti, che pagavano non solo per accedere alla rete, ma anche per ricevere il suo contenuto esclusivo. Sembrava la strada da seguire per le comunicazioni del futuro e il suo capo, Steve Case, passava per il ragazzo prodigio della rivoluzione digitale.

La Time Warner invece era un colosso dei contenuti, con giornali tipo il settimanale Time, una delle più famose case cinematografiche e discografiche al mondo, e in seguito anche la televisione di notizie Cnn. Era l'azienda più grande e antica delle due, ma formalmente era stata fagocitata da Aol perché il futuro si era preso in carica il passato.

 

Sembrava un matrimonio voluto in cielo, come dicono gli americani, perché avrebbe unito i contenuti al nuovo mezzo mediatico per distribuirli. I film, gli articoli, le trasmissioni televisive della Time Warner sarebbero arrivate in tutto il mondo, attraverso il collegamento ad internet garantito da America online.

 

La tecnologia, però, fa brutti scherzi: proprio quando pensi di averle messo il sale sulla coda, lei scappa via. Dal punto di vista culturale, la fusione tra la nuova generazione di Aol e la vecchia di Time Warner non aveva mai funzionato sul serio. Poco alla volta, però, aveva perso anche la sua attrattiva economica. Il colosso dei contenuti, infatti, aveva conservato tutta la sua forza, restando un punto di riferimento nel settore e allargandosi anche alla fornitura dell'accesso ad internet con la banda larga.

 

Il topolino della nuova tecnologia cibernetica, invece, aveva progressivamente perso colpi, proprio perché il suo modello si era inceppato. La gente si era stancata delle lunghe attese nei collegamenti «dial-up», e i contenuti esclusivi di America online non erano più sufficienti a trattenerla dalla corsa verso la banda larga e la libertà sconfinata di internet.

 

La fusione aveva finito per bruciare circa 200 miliardi di dollari in termini di valore delle azioni, cioè grosso modo il costo dei danni fatti dall'uragano Katrina in Louisiana e Mississippi, tanto per capirsi. La testa di Case era saltata e i dinosauri di Time Warener avevano ripreso il controllo della sua compagnia. Adesso, però, stanno considerano l'ipotesi di sbarazzarsene del tutto, come un corpo estraneo che non vedono l'ora di espellere. (...)

 

La prima ipotesi sarebbe quella di cedere il 50% delle azioni alla Microsoft, che poi gestirebbe l'impresa a metà con la Time Warner, collegandola ai propri servizi.

La seconda, però, non esclude di passare la mano integralmente alla concorrenza, girando tutta la proprietà a Yahoo oppure a Google, che proprio in questi giorni sta rastrellando altri soldi sul mercato. Comunque vada a finire, la bella favola di Aol sembra arrivata all'ultimo capitolo.

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Di Matteo B. (del 16/09/2005 @ 18:02:11, in Prodotti, linkato 1906 volte)

A proposito di product placement su Affari e Finanza si è parlato proprio di questo.

Punta al target dei giovanissimi, sempre molto difficile da raggiungere, un concorso di Cartoon Network. Da oggi, e per cinque settimane sul sito della rete (visibile in tv nel bouquet Sky), è possibile partecipare ad un gioco a premi per bambini legato al nuovo film La fabbrica di cioccolato in uscita nelle sale interpretato da Johnny Depp.
Un lancio promozionale da record quello organizzato dalla major Universal Pictures per ¨King Kong¨ protagonisti Naomi Watts e Adrien Brody. Su 150 milioni di dollari di produzione, l´apporto degli sponsor è di circa 100 milioni con presenze sotto forma di product placement di multinazionali come Nestlé, Volkwagen, JP Morgan Chase, Toshiba, Burger King. Gli sceneggiatori hanno faticato non poco per non snaturare, con l´eccesso di marche, un classico del cinema.
Piano di marketing senza precedenti per l´esordio commerciale della Grande Punto. L´investimento media per la Fiat è di 17 milioni di euro, che stanno generando un forte impatto sul pubblico. La regia dello spot è dell´ungherese Laszlo Kadar, l´agenzia è la STV fondata da Silvio Saffirio, un manager che segue Fiat da oltre 20 anni, il jingle è ¨Senza parole¨ di Vasco Rossi. Saffirio-Tortelli-Vigoriti, la sigla che segue il lancio della nuova vettura, ha vinto una gara creativa contro la Leo Burnett. Armando Testa si occuperà, invece, del mercato estero. Parallelamente, Lapo Elkan lavora al rilancio di un´altra vettura nata, come la Punto, dalla mano di Giorgetto Giugiaro: la Panda 4X4, ¨protagonista¨ del prossimo James Bond.

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Di Matteo B. (del 16/09/2005 @ 14:31:04, in Internet, linkato 1732 volte)

In molti blog Google viene citato almeno tre volte al giorno. Questo libro potrà fornire nuovi e inaspettati spunti?


Anche Google protagonista di un libro,Autore il co-fondatore della rivista Wired

Si intitola “The Search: How Google and Its Rivals Rewrote the Rules of Business and Transformed Our Culture” ed è interamente dedicato al motore di ricerca più famoso della Rete. È il libro appena pubblicato dal giornalista hi-tech John Battelle – tra le altre cose co-fondatore della rivista Wired - che in 288 pagine racconta l’intera storia dell’incredibile successo di Google, passo dopo passo, dalla sua nascita (nel 1998) a oggi.

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Di Max Da Via' (del 15/09/2005 @ 13:50:32, in Marketing, linkato 4262 volte)

L’entertainment marketing ha come obiettivo quello di pubblicizzare un determinato prodotto o marchio in maniera non convenzionale, offrendo al consumatore un’esperienza dinamica di intrattenimento, tramite il ricorso a strumenti quali video, film, clip, sitcom e carta stampata.

Il suo affermarsi negli ultimi anni deriva dall’efficacia di questo tipo di comunicazione, che risulta più interessante e coinvolgente rispetto alle forme di advertising tradizionale: si tratta un nuovo canale per comunicare con il pubblico in maniera privilegiata, creando non solo interesse, ma una vera e propria emozione, destinata come tale a rimanere maggiormente impressa.

Questa inaspettata alleanza tra prodotto e intrattenimento nasce per fare colpo su un determinato segmento, ma proprio per questo l’abbinamento deve essere vincente: non solo il pubblico destinatario di entrambi deve coincidere, ma è necessario che il marchio possa integrarsi efficacemente nel tessuto narrativo proposto.

Un esempio tipico di entertainment marketing è il product placement, che consiste nel collocare un prodotto con un forte brand all’interno di un film, telefilm o videoclip in virtù di un accordo commerciale stipulato con la produzione (da questo aspetto possono derivare anche le eventuali operazioni di merchandising e licensing del prodotto in questione).

L’utilizzo di questo strumento consente, a fronte di investimenti irelativamente limitati, di ottenere un livello di visibilità che sarebbe molto più costoso raggiungere attraverso l’utilizzo dei media tradizionali

Questa tecnica promozionale nasce negli USA mediante un contratto che può all’occorrenza essere reso pubblico, in modo da garantire la massima trasparenza, e si distingue nettamente dalla famigerata “pubblicità occulta” che periodicamente tiene banco in Italia.

L’utilizzo di brand celebri all’interno di importanti produzioni inoltre è di reciproco beneficio.

- Le case di produzione si avvantaggiano grazie al contributo economico dello sponsor, nello stesso tempo i prodotti in questione tendono a conferire un aspetto più “realistico” e quotidiano alle ambientazioni proposte. La fornitura gratuita di materiali inoltre può consentire grossi risparmi economici in certe scene (basti pensare a tutte le BMW distrutte da Pierce Brosnan nei suoi recenti 007).

- Lo sponsor trae vantaggio dalla presentazione dei propri prodotti in momenti di intensa partecipazione emotiva del pubblico, usufruendo di prestigiosi testimonial che possono essere utilizzati “una tantum” e quindi non vincolano in termini di durata del contratto.

Uno dei più costosi product placement degli ultimi tempi è stata la sponsorizzazione di Minority Report , per il quale le aziende interessate avrebbero sborsato complessivamente più di 21 milioni di euro. Il film tra l’altro è anche un esempio ben riuscito di questa tecnica, in quanto gli oggetti in promozione sono utilizzati dinamicamente all’interno della vicenda e sono congruenti con l’ambientazione della storia (basti pensare ai cartelloni parlanti e ai commessi virtuali che salutano puntualmente per nome il Cliente, ricordando istantaneamente i suoi precedenti acquisti e i gusti: insomma il commesso ideale di ogni negozio).

L’integrazione del prodotto nella trama è di gran lunga la tecnica più efficace, oltre che più costosa ma può dare i suoi frutti. Lo sanno bene tra i tanti i signori di Equisearch.com che, dopo la breve apparizione ne “L'uomo che sussurrava ai cavalli” hanno visto quadruplicare il numero di visitatori del loro sito.

Questi potete trovare alcuni illustri esempi di Product Placement.

A Product-Placement Hall Of Fame

La biblioteca dei "prodotti piazzati"

Anche in Italia alcune aziende cominciamo a muovere i primi passi in questo senso. Non sarà però contento l'agente segreto più famoso del mondo, che dopo aver guitato per anni auto come Aston Martin e BMW si troverà al volante di una Fiat Panda 4x4 nera.

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Di Matteo B. (del 14/09/2005 @ 14:30:12, in Internet, linkato 1663 volte)
Capisco che competer con Google sia ogni giorno più difficile, ma questa notizia mi ha lasciato alquanto perplesso… Yahoo, tutte le guerre del mondo Yahoo mostrera' su Internet tutte le guerre del mondo. La compagnia ha creato a Santa Monica, California, un dipartimento che produrra' servizi multimedia su tutti i conflitti del nostro pianeta da presentare su un sito Web che sara' inaugurato il 26 settembre.
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Di Max Da Via' (del 13/09/2005 @ 20:30:00, in Comarketing, linkato 3142 volte)

Kraft in collaborazione con la Apple ha messo a disposizione dei possessori di iPod oltre 100 ricette estive, che possono essere scaricate dal proprio sito e visualizzate la funzione "Note" dell'iPod.

Il menù comprende svariate pietanze, che possono essere facilmente realizzate utilizzando gli ingredienti Kraft. L'utente, tramite la scroll wheel dell'iPod può visualizzare in ogni momento gli ingredienti necessari, anche mentre fa la spesa.

Se l'esperimento si rivelasse un successo la Kraft è pronta con un nuovo giro di ricette.

Tra i tanti utilizzi prevedibili dell'iPod questo non compare sicuramente in testa alla classifica. Per la Kraft legare i propri prodotti a un prodotto di successo come l'iPod presenta indubbi vantaggi, ed è anche un modo sia per fidelizzare (ricette gratuite) che per promuovere sito e prodotti (che sono alla base delle ricette pubblicate).

La Apple d'altro canto, fedele alla propria fama si sperimentatrice, potrà vantare anche questo inaspettato utilizzo per un prodotto che ha oltrepassato da tempo ogni previsione di vendita.

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Di Eli (del 13/09/2005 @ 09:15:53, in Prodotti, linkato 1847 volte)

A quanto pare Matteo aveva ragione. Il nuovo cellulare targato Motorola e Apple ha deluso più di un'aspettativa. Considerando che entrambe ultimamente si sono mosse molto bene sul mercato la cosa è ancora più sorprendente...

Nano esalta, Rokr delude (http://webnews.html.it/focus/518.htm)

(…) Le novità annunciate sono state sostanzialmente due: il nuovo iPod Nano e il cosiddetto Mactorola. Se era il secondo a dover convogliare tutte le attenzioni della stampa, è stato invece il primo a calamitare il maggior numero di flash e commenti. Qualcosa non ha evidentemente funzionato nel progetto Rokr: nonostante le promesse, nonostante le attese, nonostante il fatto che il Rokr sembrava essere stato progettato dal destino, il prodotto non sembra in realtà destinato a sconvolgere il mercato del settore e semmai, nella migliore delle ipotesi, può costituire una sorta di prototipo. Sensazioni, solo sensazioni, che il mercato potrà liberamente ribaltare.

iPod Nano
Il nuovo iPod ha stupito, eccome. Dimensioni minimali e stile inconfondibile, il nuovo iPod ha tutte le carte in regola per sostituire nell'immaginario collettivo le versioni precedenti e candidarsi a vero oggetto "cool" dell’inverno: il primo suggerimento per il prossimo regalo di Natale è già pronto. (…)

Mactorola Rokr
Completamente diversi i commenti piovuti sul Rokr. «Più marketing che rivoluzione hi-tech» per Week.it; «il Nano è uno strumento incredibile […] ma non si può dire lo stesso per il Rokr» secondo Macworld; «tutto qui?» per Portel. Molte le critiche mosse all’oggetto e, se alcune sono dettate dalla delusione del trovarsi di fronte ad una finta evoluzione dopo tanti annunci ed una lunga attesa, soprattutto sono pochi i veri elogi mossi verso il nuovo prodotto. Lo stile, innanzitutto, non è di quelli che lasceranno un segno nella storia del design: riciclato un vecchio modello Motorola (E398), un solo tasto aggiuntivo simboleggia il fatto che il Rokr abbia in più la funzione musicale. Delude, inoltre, lo schermo: la definizione VGA è lontana da quella degli iPod ed i due strumenti non sono dunque paragonabili sotto questo punto di vista. Altra delusione giunge dal fatto che il Mactorola sia in grado di tenere in memoria appena 100 canzoni, una quantità assolutamente bassa per permettere all’utente quella vastità di scelta che ci si aspetta da nuove simili tecnologie.

La più acida delle delusioni, soprattutto, è l’assenza della possibilità di connessione al music store iTunes e la contemporanea presenza di un farraginoso sistema di gestione dei file in connessione al proprio Mac/PC. Quasi clamorosa, inoltre, una ennesima mancanza: in seguito alle prime prove pare che il Rokr non possa neppure sfruttare i file scaricati come suoneria del cellulare, aspetto che i più avrebbero potuto dare quasi per scontato (sorge il sospetto di una qualche complicazione a livello di diritto d’autore, unica possibile attenuante).

Mancanza di stile. Mancanza di una connessione al music store iTunes. Mancanza di funzioni ottimizzate per la gestione dei file musicali. Memoria limitata. Definizione d’immagine scarsa. A ben guardare tutti questi aspetti non riguardano tanto il servizio iTunes (ovvero quella parte del prodotto addebitabile ad Apple), quanto più la progettazione Motorola. Se il telefono non risponde alle esigenze del lettore MP3, insomma, la cosa non è addebitabile direttamente a Cupertino se non in riferimento all’opportunità di lanciare sul mercato un ibrido tanto carente. La scelta di Apple, però, può essere decifrata alla luce del rapporto di non-esclusività in vigore tra Motorola e l’azienda di Jobs. Apple potrebbe dunque aver semplicemente ceduto alle lusinghe di una prima casa produttrice propostasi, ma nulla vieta che entro breve non compaia un simil-Rokr firmato Nokia (nonostante precedenti accordi con Microsoft), firmato Siemens (azienda già in collaborazione con Apple in ambito telefonico), firmato Sony (i cui rapporti con Apple sembrano andare verso il disgelo), o firmato comunque da qualunque azienda decisa a sfruttare il traino iTunes per guadagnare posizioni di mercato. (…)

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