Il numero di utenti giornalieri del social networkFacebooke dell'app Messenger è aumentato a 1,6 miliardi di persone nel secondo trimestre,ha dichiarato Facebook mercoledì, e il tasso di crescita dell'8% rispetto a un anno fa è il secondo più lento nella storia dell'azienda. In Europa, Stati Uniti e Canada -che insieme generano circa tre quarti dei ricavi trimestralidiFacebook- il numero di utenti non si è sviluppato per quasi due anni.
Facebookcresce molto in Asia (soprattutto India), ma i suoi ricavi in questa area valgono circaun decimo dei paesi sviluppati.
Mark Zuckerberge la sua azienda si sono impegnati a fondo per fare soldi per costruire"the next big thing". Ma i costi operativi nel secondo trimestre sono aumentati più velocemente dei ricavi per il quinto trimestre consecutivo.Facebookspende molto nella programmazione e neidata centerper la sezione video Watch e per le storie suInstagram, e perassumere più personeper sorvegliare quello che succede nel social network.
Ma uno degli elementi che sta bloccando l'espansione reddituale diFacebooksono le nuove regole sullaraccolta dei dati degli utenti, come il GDPR in Europa.
Il dilemma: Instagram e WhatsApp fanno concorrenza a Facebook
Tom Cunningham, Data Scientists diFacebook, ha dipinto l'immagine di un possibile futuro per l'applicazione di punta diFacebook. In pratica già ora gli utenti condividono i loro contenuti diFacebooksu WhatsApp eInstagram.
Il problema sorgerebbe se gli utenti pubblicassero su questi due canali senza condividere su Facebook: in questo modo quest'ultima potrebbe entrare in crisi.
Infattiil vero motore pubblicitario e di monetizzazione rimane Facebook, che verrebbe dunque cannibalizzato dalle altre due app che però hanno una monetizzazione di gran lunga inferiore.
Ad esempio, quando la ricerca è stata compilata alla fine del 2018,almeno due terzi degli utenti attivi mensili di ciascuna applicazione erano attivi anche su un'altra applicazione della famigliaFacebook. Le app con il maggior numero di utenti che si sovrappongono sonoFacebooke WhatsApp, anche se WhatsApp, con i suoi 1,5 miliardi di utenti mensili, ha avuto il maggior numero di persone che non utilizzavano un'altra proprietà diFacebook. Attraverso tutte le sue proprietà,Facebookha raggiuntol'85,4% della popolazione mondiale con accesso a Internet, come mostrano i dati.
Uno scenario negativo perFacebook, secondo la ricerca, è che la principale applicazione diFacebooksi troverà ad affrontare un declino man mano che WhatsApp eInstagramcrescono.
La lotta tra WhatsApp e Messenger
Un discorso a parte merita la messaggistica, dove Messenger e WhatsApp appaiono come veri e propri rivali.
Ad esempio, Messenger è significativamente più dominante di WhatsApp in Nord America in termini di portata, ma il contrario è vero in Europa occidentale.
Anche le loro caratteristiche specifiche sono in competizione. Quando le persone hanno iniziato a condividere attraverso WhatsApp Status, Facebookha osservato un notevole calo dei messaggi inviati su Messenger.
Il motivo per cui la messaggistica è vista come cruciale sta anche nel fatto che il team interno di Facebook ha valutato come il servizio diiMessage di Appleponga un serio pericolo di competizione futura.
Il nemico numero uno: Instagram
Instagram ha mangiato direttamente nella crescita dell'app di punta diFacebook, secondo la ricerca.
Di tutte le proprietà diFacebook,Instagramè cresciuta più velocementee non ha mostrato segni di rallentamento, mentre l'impegno complessivo per l'applicazioneFacebookè rimasto invariato nel 2018 dopo il calo dell'anno precedente. I ricercatori diFacebookhanno scoperto che, mentreInstagramcontinuava a crescere, il numero di utenti solo suFacebooksarebbe diminuito,rendendo meno interessante per le persone rimanere attive su entrambe le app.
La società ha stimato che, se le tendenze dovessero continuare, il tempo speso suInstagram, che ha rivelato avere un miliardo di utenti a livello globale nel giugno 2018, potrebbe anche superare l'applicazioneFacebook.
Questo è anche il motivo per cui il Chief Financial OfficerDavid Wehnerha annunciato che, invece di rivelare il numero di utenti per l'applicazioneFacebook, si sarebbe gradualmente spostato a rivelare il numero di persone che utilizzano almeno una delle sue applicazioni. Come dire guardatecomestiamo crescendo ma nondovestiamo crescendo. Questo però non sembra per ora mitigare lapreoccupazione degli investitori.
La metrica più importante dell'agglomerato Facebook sembra quindi esserel'engagement totale, qualsiasi siano le app di riferimento. E su questo piano il sistema regge, un minore engagement su Facebook viene per ora compenstato da WhatsApp o Instagram.
Il tema dell’Influencer Marketing è quasi sempre affrontato dal punto di vista degli influencer perché per i media è l’aspetto più curioso e notiziabile. InBuzzooleabbiamo deciso di esplorare il mercato indagando l’ottica delle aziende che comprano o fanno autonomamente attività con i creator. Lo abbiamo fatto commissionando una ricerca su 300 decision maker di grandi aziende aKoniqa, società di consulenza per l’innovazione di offerta e il go to market.
Le 3 fasi dell’Influencer Marketing
L’indagine ha portato alla luce un mercato stratificato e dinamico che può essere letto in ottica evolutiva. Esistono almeno tre tipologie di aziende che possono essere ricondotte a tre fasi di un percorso evolutivo: l’adolescenza, la maturità e la fase di maggiore sofisticazione nell’approccio all’Influencer Marketing.
Young: il 53% delle aziende intervistate appartiene al cluster di coloro che si stanno avvicinando all’Influencer Marketing. Lo fanno esplorando cautamente questa leva soprattutto ricorrendo ad essa per progetti occasionali (ad esempio per il lancio di un prodotto o per un evento aziendale). Le aziende di questo tipo non partecipano attivamente alla gestione di tutte le fasi del processo di IM, ma preferiscono delegarle all’agenzia partner.
Mature: il 24% delle aziende appartiene al cluster di coloro che hanno già fatto esperienze di coinvolgimento degli influencer. Si caratterizzano per un management più giovane e istruito. Qui il brand ha un ruolo attivo, di “direttore d’orchestra” nella supervisione della strategia e di coordinamento di più fornitori, necessari allo sviluppo di campagne più complesse: centro media, agenzia di comunicazione, agenzia di pubbliche relazioni.
Sophisticated: il 23% delle aziende intervistate appartiene al cluster più evoluto ossia a coloro che usano l’Influencer Marketing in maniera strategica. In questo gruppo, il management è concentrato nella fascia d’età 35-44 con il più alto livello di istruzione riscontrato. La decisione di acquisto delle soluzioni di IM è concentrata nella funzione marketing, che ha responsabilità di budget ed è in grado di assumere la guida dell’intero processo, dalla fase strategica a quella operativa. Questi brand arrivano anche a riconfigurare la propria organizzazione per rispondere allo scopo, affidando ai Product Manager e ai loro team la gestione del processo.
Il ruolo dell’Influencer Marketing nel Customer Journey
Il 45% degli intervistati attribuisce un ruolo specifico all’Influencer Marketing nell’ambito della propria strategia di comunicazione. Tra questi, la maggior parte, gli riconosce maggiore incisività in due fasi del funnel di vendita: quelle di ‘aware’ e di ‘appeal’. Ma le aziende che si trovano nello stadio evolutivo più avanzato ne colgono l’importanza anche nelle fasi di ‘Ask’ e ‘Act’. Tuttavia, la ricerca evidenzia una quota ancora consistente di “scettici”, pari al 55% degli intervistati, nei confronti dell’efficacia dell’Influencer Marketing. Questa quota è particolarmente concentrata nel cluster Young, a riprova del fatto che l’Influencer marketing non riesce ad esprimere il suo potenziale se inserito in un processo di adozione ancora acerbo.
La propensione agli investimenti in Influencer Marketing
L’85% degli intervistati pensa di pianificare un’attività di Influencer Marketing nei prossimi 12 mesi. Il 39% ha dichiarato che intende procedere con due o più campagne nel prossimo anno, mentre il 30% sta pensando di pianificare progetti strategici che coprono un arco di 6-12 mesi.
La ricerca contiene molti dati e mette in luce diversi altri aspetti cruciali: le barriere all’utilizzo di questa leva di comunicazione, i driver di selezione degli influencer, il ruolo della tecnologia. Per saperne di più vi consiglio discaricarla gratuitamente qui.
Instagramsta testando un aumento del carico pubblicitario sulle sue Storie.
Lo scorso mese vari professionisti del marketing avevano notato unsensibile aumento degli annuncisul social network fotografico, arrivati a costituire circa un quarto dei post e delle Storie presenti su di esso. Osservazioni che ora sono state confermate da Instagram stessa, che, ha dichiarato di avere in effettiavviato dei test per rendere più numerose le campagne mostrate sulla piattaforma.
Secondo quanto riportaAdWeek, Instagram starebbe in particolare sperimentando l’erogazione consecutiva nelle Storie di annunci di due diversi brand, uno dopo l’altro. Al momento l’esperimento è visibile solo a un ristretto numero di utenti, ma tutti gli inserzionisti sono potenzialmente qualificati a partecipare.
Un portavoce di Facebook ha dichiarato che l’obiettivo dei test è verificare se questi annunci consecutivi di diversi brand nelle Storie forniscano agli utenti un’esperienza più fluida, e raccogliere feedback. Ha inoltre aggiunto cheil focus della società rimane la user experience, con la produzione di valore per gli inserzionisti come seconda priorità.
Lo stato dei social media in Italiaaveva evidenziato la persistente forza di Facebook quale luogo più affollato tra le piattaforma dedicate alla socialità. I visitatori, secondo Audiweb, si attesterebbero attorno ai 31 milioni, ma il sistema di advertising segnala un’audience raggiungibile di 29 milioni di persone. La novità è che WhatsApp, come già ampiamente sospettato qui nell’analisi delleapp di messaggistica più usate in Italia, avrebbe superato Facebook in termini di utilizzo.
Gli utenti italiani di WhatsApp sarebbero 32,9 milioni, stando a quanto riportato daeMarketer, numero molto vicino a quello comunicatomi da una mia fonte. La nazione col maggior tasso di utilizzo è l’India che ha 340 milioni di utenti, seguita da Brasile, Stati Uniti, Indonesia, Messico e Russia. In Europa i più appassionati sono i tedeschi, gli italiani, gli spagnoli e gli inglesi.
Quest’anno si stima che saranno 2,5 miliardi le persone che nel mondo utilizzeranno applicazioni di messaggistica istantanea (+12,1% rispetto al 2018). Solo nel 2020 la crescita inizierà a rallentare, toccando i 2,7 miliardi per poi arrivare a 3 miliardi nel 2022. Una platea, che non si sovrappone completamente a quella degli utilizzatori dei social media, e che Mr. Zuckerberg non intende lasciarsi sfuggire.
La diffusione di WhatsApp anche ad un pubblico che non utilizza abitualmente internet, per impossibilità o per incapacità, si spiega con la sua semplicità di utilizzo. E’ il vantaggio di tutte le app che fanno solo una cosa e la fanno bene. Ma in futuro tutto ciò potrebbe cambiare perché WhatsApp sta diventando una vera e propria piattaforma sul modello di quelle cinesi, in primis WeChat. Ad esempio sarà possibile trasferire denaro e fare acquisti di beni e servizi, funzioni che già si stanno testando in India. Il percorso è tracciato, ma non privo di ostacoli, soprattutto quelli relativi alle regolamentazioni nazionali. Sicuramente le aziende dovranno tenere gli occhi ben aperti e iniziare ad esplorare le opportunità diWhatsApp Business.
L’advertising sulle piattaforme social è esploso negli ultimi anni. Le nostre bacheche Facebook e Instagram sono letteralmente invase da post sponsorizzati.
Ad oggi suFacebooksono presenti più di sette milioni di inserzionisti. Questo potrebbe farci pensare che sia l’unica e la migliore piattaforma per fare advertising. In parte questo è vero, vista e considerata la mole infinita di dati che Facebook conosce dei suoi utenti e considerate le enormi potenzialità della piattaforma di advertising in termini di profilazione.
Tuttavia la concorrenza sulla piattaforma continua costantemente a crescere ed è necessario per molti inserzionisti iniziare a differenziare il budget pubblicitario anche su altri canali.
Gli annunci suPinterestpotrebbero essere una delle possibilità più allettanti. Secondo uno degli ultimi rapporti presentati, Pinterest conterebbe attualmente circa1,5 milioni di aziendeche utilizzano le potenzialità di advertising della piattaforma.
Numeri più piccoli rispetto al colosso Facebook, ma una grande opportunità per tanti marchi anche piccoli, di raggiungere segmenti di utenti molto interessanti.
Dalla sua nascita Pinterest ha costantemente visto aumentare il numero di persone che utilizzano la piattaforma rilasciando diversi aggiornamenti con l’obiettivo di rendere l’esperienza di navigazione e ricerca sempre più intuitiva e migliore.
In questo articolo andiamo a fare una breve panoramica su come attivare il primo annuncio pubblicitario per promuovere i nostri prodotti e servizi sulla piattaforma.
Perché iniziare ad usare Pinterest Ads?
A differenza di Instagram e Facebook, Pinterest è molto più di un social media. Potremmo definirlo una via di mezzo tra un social media e un motore di ricerca.
Mentre sui social gli utenti si connettono tra di loro condividendo contenuti, su Pinterest gli utenti ricercano ispirazioni e creano bacheche che possono visualizzare in seguito con contenuti di loro interesse.
Poiché gli annunci vengono visualizzati come Pin sponsorizzati con molta probabilità compariranno all’interno di board che gli utenti vogliono scoprire o vorrebbero acquistare in futuro.
Ci sono diversi motivi per iniziare seriamente a pensare di inserire nelle proprie strategie di advertising Pinterest:
La possibilità di raggiungere circa 300 milioni di utenti attivi nel mondo, con una crescita continua e costante.
Circa il50% degli utentipresenti in piattaforma ha dichiarato di aver acquistato un prodotto dopo aver visto un Pin sponsorizzato.
Raggiungere nuovi utenti in tutto il mondo. Il numero più alto di utenti attivi provengono da Stati Uniti, Brasile, India e Turchia.
Il 93% degli utenti che lo utilizza afferma cheè alla ricerca di un prodotto da acquistare, oltre ad essere una delle piattoforme preferite dai millennials per lo shopping.
Come iniziare a creare annunci e campagne su Pinterest
La prima cosa necessaria per poter creare annunci e campagne su Pinterest è quella di assicurarsi di avere un account aziendale. In caso contrario possiamo trasformare il nostro account personale in aziendale semplicemente andando in questapagina.
Ora siamo pronti per la creazione di un contenuto sponsorizzato. Il processo di creazione è simile a quello di Facebook e Instagram poiché abbiamo la possibilità di creare campagne, gruppi di annunci e impostare la spesa e tracciare i risultati.
Ci sono tre livelli per strutturare una campagna:
Campagna: dove stabiliamo l’obiettivo dell’offerta (traffico, conversioni, etc.)
Gruppo di annunci: dove possiamo pianificare il budget, il pubblico di destinazione e la durata della campagna.
Pin promossi: il risultato finale della campagna, ovvero quello che visualizzeranno gli utenti.
Per creare il nostro primo annuncio basta andare inAds Manager, dove possiamo tracciare tutti i risultati delle nostre campagne, e da qui cliccare su Crea Annuncio. Nella fase successiva possiamo scegliere l’obiettivo della campagna in base al risultato che desideriamo raggiungere.
La scelta dell’obiettivo è una decisione fondamentale e strategica per ogni tipo di campagna, perchè determinerà il modo in cui parteciperemo alle aste con altri inserzionisti, i formati di annunci disponibili e i risultati specifici per cui pagheremo.
Attualmente Pinterest offre 6 differenti tipologie di obiettivi:
Brand Awareness: in questo caso l’obiettivo principale è quello di aumentare il numero delle persone che iniziano a scoprire il nostro marchio o i nostri prodotti e servizi. Se il nostro focus è quello di far conoscere quello che possiamo offrire allora dobbiamo scegliere questo obiettivo. La campagna si pagherà ogni 1.000 impression del nostro pin.
Visualizzazioni del video:in questo caso la nostra priorità è quella di ottenere il massimo di visualizzazioni del nostro contenuto video. Questa tipologia di annunci sarà mostrato agli utenti che hanno maggiori probabilità di guardare il video fino alla fine.
Traffico:in questo caso cercheremo di ottimizzare il numero di clic sul nostro sito. Pagheremo la campagna per numero di clic (CPC).
Installazioni di app:questo obiettivo è rivolto a chi vuole promuovere l’installazione della propria app. Si pagherà per numero di impression e la campagna si adeguerà in maniera dinamica facendo visualizzare l’annuncio alle persone che hanno la più alta probabilità di scaricare l’app.
Conversioni:in questo caso la campagna sarà ottimizzata per far compiere delle azioni specifiche agli utenti, come un acquisto o l’inserimento del prodotto nel carrello del nostro eCommerce. Pagheremo la campagna per azione o CPA, nel momento in cui l’utente cliccano il pin e visualizzano il nostro sito. Per utilizzare questo obiettivo è necessario aver già avuto almeno 50 conversioni da una delle campagne precedenti come traffico al sito o brand awareness negli ultimi 7 giorni.
Cataloghi commerciali:qui si sposta l’attenzione sulla possibilità di aiutare gli utenti a scoprire i nostri prodotti mentre cercano informazioni su Pinterest. Questa campagna funziona un po’ come gli annunci dinamici di Facebook: si collega un catalogo di prodotti online a Pinterest e si promuovono gruppi di prodotti per utenti pertinenti.
È utile, soprattutto nelle prime fasi di creazione degli annunci pubblicitari, effettuare dei test su creatività, pubblico e obiettivi al fine di stabilire quali delle campagne performano meglio in termini di obiettivi raggiunti e costi.
Pubblico e posizionamento
Una volta scelto l’obiettivo il passo successivo è quello di individuare il giusto pubblico a cui mostrare il nostro annuncio. Possiamo sia creare un pubblico personalizzato che abbia ad esempio giàvisualizzato il nostro sito o interagito con i nostri Pin, oppure creare un pubblico totalmente nuovo basandoci sugli interessi e le categorie proposte da Pinterest.
È importante ricordare che possono essere impostati più gruppi di annunci, quindi è importante essere quanto più specifici possibili per garantire che i nostri annunci siano visualizzati dalle giuste persone.
Fondamentale per il successo della nostra campagna è anche il posizionamento dei nostri annunci. Potremmo scegliere se far visualizzare l’annuncio quando gli utenti sfogliano il loro feed o esplorano Pin simili. Oppure potremmo scegliere se mostrare l’annuncio in entrambi i posizionamenti per garantire la massima esposizione.
Per rendere i nostri annunci ancora più pertinenti e performanti è consigliabile aggiungere le parole chiave associate al prodotto e al marchio che stiamo sponsorizzando. Lekeywordsu Pinterest hanno un’importanza enorme, anche se funzionano in maniera differente da Google, dove solitamente è consigliato utilizzare gruppi di parole molto precise.
Il consiglio su Pinterest è quello di utilizzare parole chiave creative, lasciandosi guidare dai suggerimenti di Pinterest che possono aiutarci a comparire anche in ricerche affini al nostro prodotto.
Ad esempio se vendiamo abiti eleganti un buon consiglio sarebbe anche quello di utilizzare parole chiave come “abito da sera” e “abito formale” per avere maggiore visibilità, posizionamenti pertinenti e quindi di conseguenza maggiori vendite o visualizzazioni.
Impostare il budget
Ultima fase è quella riguardante il budget da allocare alla campagna. Possiamo scegliere tra budget giornaliero, che è l’importo massimo al giorno che desideriamo spendere per il gruppo di annunci, e il budget totale che invece rappresenta il totale che vogliamo spendere fino a quando l’annuncio sarà attivo.
Avremo la possibilità anche di aggiungere un’offerta massima, cioè un importo massimo che siamo disposti a pagare indipendentemente che il nostro obiettivo sia impression, installazioni dell’app, click al sito o conversioni.
Scegliere i Pin da aggiungere alla campagna
Il passaggio per concludere la creazione della nostra campagna riguarda la scelta del Pin che desideriamo che sia visualizzato nel nostro gruppo di annunci.
Potremmo scegliere tra tutti i Pin contenuti nei nostri board purchè rispettino alcune linee guida stabilite da Pinterest:
Il pin scelto deve essere salvato nel nostro profilo
Non è possibile utilizzare Pin salvati in board segreti
Bisogna includere gli URL di destinazione all’interno di ogni Pin
Non possono essere utilizzati abbreviazioni di collegamenti nell’url
Non possiamo includere video o GIF di terze parti
Ma non abbiamo la possibilità di scegliere solo i Pin sponsorizzati. Infatti con Pinterest Ads possiamo utilizzare anche altri formati interessanti come iPin per sponsorizzare un Appo iVideo Pin sponsorizzati.
I Pin di app sponsorizzati all’apparenza sembrano avere la stessa visualizzazione di un Pin normale. L’unica differenza è che cliccandolo ci conduce direttamente a iTunes store o a Google Play per installare direttamente l’app.
Per utilizzarli basta selezionare “Installazione app” come obiettivo della campagna. Il vantaggio di utilizzare questa i Pin App sponsorizzati è che essendo Pinterest perlopiù utilizzato da dispositivi mobile, per circa l’80% del traffico complessivo, questo aumenta la possibilità di raggiungere un grande numero di utenti e di aumentare le possibilità di scaricare l’app.
Altra tipologia di Pin per le nostre inserzioni su Pinterest sono quelli video. Possiamo utilizzare video di larghezza standard che avranno le stesse dimensioni dei Pin, oppure video con di mansioni maggiori corrispondenti a due Pin. I video permettono di coinvolgere maggiormente gli utenti ad esempio facendo vedere come funziona un prodotto o come può essere indossato un capo o ancora come preparare una ricetta con determinati ingredienti.
Ora che conosciamo le prime basi per creare annunci pubblicitari su Pinterest non ci resta che testare le sue potenzialità. L’importante è dare libero sfogo alla creatività, al design e all’unicità dei nostri prodotti e marchi per avere successo sulla piattaforma ed interagire con il nostro pubblico.
Pinterest, a meno di un anno dalla suaquotazione, è il social occidentale più seguito dopo quelli della famiglia Facebook. Può vantare322 milionidi utenti attivi mensili (+28% rispetto allo scorso anno), la maggior parte dei quali al di fuori degli Stati Uniti. Qui l’audience totale include il 43% di chi accede alla rete, in particolare l’80% delle donne con figli di età compresa tra i 18 e i 64 anni.
In ItaliaPinterestviene usato da 10 milioni di persone ogni mese, secondo i dati ufficiali condivisi dai rappresentanti della piattaforma durante le presentazioni nel nostro paese. La caratteristica principale del servizio è che il 64% dei suoi utenti è donna e questo lo rende particolarmente efficace per tutte le attività di marketing destinate a questo specifico pubblico. Da un punto di vista demografico la popolazione più presente è quella che ha un’età compresa tra i 16 e i 24 anni, che rappresenta il 24% della sua base utenti. Gli utenti che hanno 24-35 anni sono il 22% mentre al 20% troviamo sia i 36-44enni che i 45-54enni. Gli ultra 55enni rappresentano il 14%. Insomma su Pinterest si ritrovano un po’ tutte le fasce d’età rappresentate in maniera uniforme, senza particolari predominanze.
Pinterest si posiziona non come un social network, ma come un servizio utile per curare le proprie passioni, individuare trend e trovare ispirazioni, spesso per futuri acquisti.In definitiva è utile nella prima fase del customer journey dell’utente, tanto che il pitch di vendita consiglia di iniziare la pianificazione pubblicitaria su Pinterest mesi prima rispetto alla chiusura sperata della vendita, per poi proseguirla sui motori di ricerca e sui social.
Tuttavia le sfide che si trova ad affrontare sono molteplici. E’ vero che i ricavi dell’ultimo trimestre sono cresciuti del 28% rispetto all’anno scorso, ma il futuro è legato soprattutto alla capacità di crescere ulteriormente tra gli uomini e nelle regioni in cui la connessione non è ottimale (Pinterest non ha una versione light). A ciò si aggiunge una competizione sfrenata da parte di Google, Facebook e Instagram per presidiare non solo la parte iniziale del customer journey, ma anche quella di finale di conversione (social shopping).
Lo stato dei social media in Italiaaveva evidenziato la persistente forza di Facebook quale luogo più affollato tra le piattaforma dedicate alla socialità. I visitatori, secondo Audiweb, si attesterebbero attorno ai 31 milioni, ma il sistema di advertising segnala un’audience raggiungibile di 29 milioni di persone. La novità è che WhatsApp, come già ampiamente sospettato qui nell’analisi delleapp di messaggistica più usate in Italia, avrebbe superato Facebook in termini di utilizzo.
Gli utenti italiani di WhatsApp sarebbero 32,9 milioni, stando a quanto riportato daeMarketer, numero molto vicino a quello comunicatomi da una mia fonte. La nazione col maggior tasso di utilizzo è l’India che ha 340 milioni di utenti, seguita da Brasile, Stati Uniti, Indonesia, Messico e Russia. In Europa i più appassionati sono i tedeschi, gli italiani, gli spagnoli e gli inglesi.
Quest’anno si stima che saranno 2,5 miliardi le persone che nel mondo utilizzeranno applicazioni di messaggistica istantanea (+12,1% rispetto al 2018). Solo nel 2020 la crescita inizierà a rallentare, toccando i 2,7 miliardi per poi arrivare a 3 miliardi nel 2022. Una platea, che non si sovrappone completamente a quella degli utilizzatori dei social media, e che Mr. Zuckerberg non intende lasciarsi sfuggire.
La diffusione di WhatsApp anche ad un pubblico che non utilizza abitualmente internet, per impossibilità o per incapacità, si spiega con la sua semplicità di utilizzo. E’ il vantaggio di tutte le app che fanno solo una cosa e la fanno bene. Ma in futuro tutto ciò potrebbe cambiare perché WhatsApp sta diventando una vera e propria piattaforma sul modello di quelle cinesi, in primis WeChat. Ad esempio sarà possibile trasferire denaro e fare acquisti di beni e servizi, funzioni che già si stanno testando in India. Il percorso è tracciato, ma non privo di ostacoli, soprattutto quelli relativi alle regolamentazioni nazionali. Sicuramente le aziende dovranno tenere gli occhi ben aperti e iniziare ad esplorare le opportunità diWhatsApp Business.
Twittersta per rilasciare Topics, una funzione che permetterà di seguire argomenti specifici. L’idea gira nei corridoi dell’azienda da anni, ma solo ora grazie ai progressi nel campo del machine learning e al lavoro di un team editoriale, è pronta per essere resa disponibili a tutti. L’obiettivo è di aiutare i nuovi utenti, quelli che non vogliono perdere tempo a costruire una propria rete di following, ad avere contenuti in linea con i propri interessi.
Come funziona Twitter Topics?
Gli utenti non potranno seguire qualunque tema, ma solo scegliere tra una rosa che inizialmente è composta da oltre 300 argomenti. Da essi sono stati esclusi quelli politici, che potrebbero essere oggetto di “hijacking” e di fake news. Dopo aver deciso di seguire un argomentol’algoritmo di Twitterandrà a caccia dei tweet pertinenti (in base a parole chiave che ne delimitano i confini). Poi passa a comprendere se quei tweet provengono da persone credibili (account ufficiali o da persone che solitamente trattano quel tema). A questo punto li ordina per engagement e decide quali di questi far apparire nella timeline dell’utente.
L’efficacia dell’algoritmo andrà testata, ma da queste informazioni è probabile un comportamento abbastanza scontato e quindi poco utile. Mi spiego: se io sono un fan di cinema e inizio a seguire questo topic, potrei deder apparire tweet di personaggi del cinema e case di produzione che già seguo o, all’opposto, di cui poco m’importa essendo l’argomento così vasto.
L’altra questione riguarda la frequenza di questi aggiornamenti.Quanto andranno ad “inquinare” la mia timeline attuale fatta di tweet di persone che ho scelto di seguire puntualmente? La risposta ufficiale di Twitter è che la frequenza sarà regolata in base al numero di persone che si seguono. Se seguo molte persone che producono tanti contenuti, vedrò pochi tweet dai topic e viceversa. L’obiettivo è offrire una timeline sempre ricca, che non annoi l’utente. Una questione, non banale, di bilanciamenti la cui efficacia andrà verificata.
Come cambierà Twitter con Topics?
Topics è destinato a cambiare Twitter in maniera profonda.Il modello di social network asimmetrico finora esistente si è rivelato poco adatto all’utente medio per la curva di apprendimento iniziale che richiede (la ricerca di profili da seguire). Diventando un “network di interessi” Twitter avrà il vantaggio di rendere più rapida la comprensione del servizio (fase di onboarding) e di stimolare le persone ad utilizzarlo più frequentemente (engagement nel tempo). Oltre a ciò il sistema avrà dati molto più solidi per profilare gli utenti (i loro interessi) e dunque di proporre pubblicità più rilevanti. In pratica potrebbe dare nuovo impulso all’advertising self service e non, che su Twitter stenta a decollare.
Dal 13 novembre capiremo se questa novità aggiungerà valore all’esperienza di Twitter o solo rumore. Il mio è più di un timore visto che non è stata prevista la possibilità di relegare i topic a liste specifiche, navigabili come timeline separata rispetto a quella delle persone.
Sono passati circa 6 mesi da quandoInstagramin Italia ha deciso di sperimentare la "sparizione dei like", ovvero ha scelto di nascondere agli utenti la possibilità via mobile (non da pc) di visualizzare il numero di "cuoricini" guadagnato dai post altrui. Un'iniziativa che almeno in parte ha lo scopo dispingere le persone a pubblicare più contenuti, evitando l'effetto "scoraggiamento" derivante dal basso consenso pubblico (come avviene invece probabilmente su Facebook, dove i contenuti privati sono calati dai tempi d'oro).
Ma quali sarebbero state, ad oggi, le conseguenze di tale decisione?Prova a rispondere con un'analisi Buzzoole nel suo Osservatorio sull’influencer marketing. Ecco a seguire i risultati.
Cresce il numero di interazioni medie L'Osservatorio ha considerato due intervalli temporali, il primo dal 15 maggio al 15 luglio 2019 (prima dell’oscuramento) e il secondo dal 25 settembre al 25 novembre 2019. Il campione di post analizzati è di utenti italiani che nei due periodi hanno utilizzato gli hashtag della trasparenza (#ad, #sponsored, #fornitoda ecc…). Nel primo arco temporale sono state registrati 20,7 milioni di like prodotti da 15 mila contenuti, mentre nel secondo 56,4 milioni con 36 mila post. Per poter comparare i dati dei due periodi si è optato di utilizzare l’indice like per post così da avere il dato medio per post. Contrariamente alle attese, il risultato è stato un aumento di interazioni medie del 13,68%.
Le differenze per settore L'Osservatorio ha posto l’attenzione su quattro settori che fanno molto leva sull’influencer marketing: fashion, beauty, accessories e food. Sono stati etichettati i primi 200 post con più engagement per ogni categoria, assegnando ad ognuno un tag in base al settore di competenza. I due settori più attivi,l’abbigliamento e la cosmesi, non hanno subito alcuna ripercussionein termini di engagement dal test. In particolare, sui post dei fashion influencer sono stati riscontrati in media 3.600 like per post in più, un incremento del 6,33%. Più basso l’incremento dei beauty creator 3,2% con 1.400 cuori in più rispetto al periodo precedente. Tutt’altro trend per i post dei settoriaccessories e foodche vedono unleggero decremento delle prestazioni medie. Il maggior calo di performance si ha dai post che sponsorizzano accessori (-2,98% ossia -1700 like per post), e alimenti (-1,77% pari a 871 interazioni medie).
Non resta che da attendere un ulteriore sviluppo e monitoraggio del trend, che per il marketing per ora sembrerebbe non aver avuto conseguenze significativamente negative.
Nel 2019 gli italiani che hanno navigato in rete almeno una volta al mese sono stati 41,6 milioni, per un tempo medio a persona di oltre 104 ore. Nel giorno medio gli utenti connessi sono stati 33,3 milioni per 4 ore e 18 minuti. Questi sono i datiAudiweb powered by Nielsendai quali parto per analizzare l’utenza dei social media (qui i dati dell’anno scorso). L’analisi considera la Total Digital Audience, ossia le persone che accedono da desktop e mobile (smartphone e tablet) al netto delle sovrapposizioni. L’universo riguarda i maggiori di 2 anni per l’audience da Pc e la fascia 18-74 anni per quella da mobile. Dunque è probabile una sottovalutazione dell’impatto dei servizi usati prevalentemente in mobilità dagli under 18.
Utenti dei social media in Italia
A dicembre 2019 la piattaforma social preferita dagli italiani è stataYouTubeche ha raggiunto 36,173 milioni di persone. Naturalmente la tv non lineare di Google non prevede registrazioni quindi è più accessibile rispetto, ad esempio, aFacebook. Nello stesso mese il social network di Zuckerberg ha catturato 35,906 milioni di connazionali. Entrambi in leggero miglioramento, 2,7 punti, rispetto a 12 mesi fa.
Stabile in terza posizioneInstagramche continua a crescere, ma ad un ritmo meno intenso del passato. Riesce a coinvolgere 27,073 milioni di italiani, 15,6% in più anno su anno.
SegueLinkedIncon un’audience di 18,781 milioni di persone(+13,5% in un anno). Un miglioramenteo di tutto rispetto che però, come vedremo, si accompagna ai soliti, irrisolti, problemi di permanenza sul sito.
Ottima performance perPinterestche per il secondo anno consecutivo, e senza clamore, riesce a incrementare il suo pubblico. A dicembre è stato di16,642 milioni di persone, più 35% rispetto al 2018.
La stella nascente èTikTokche ha conquistato in pochi mesi 3,6 milioni di persone, con un tasso di crescita annuale del 388%. Naturalmente si tratta di dati sottostimati perché non comprendono l’audience tipica del servizio ossia i minorenni che lo usano da dispositivi mobili.
Secondo Audiweb cresce ancheTwitterarrivando a superare i 10 milioni (+9%) eSnapchatcon oltre 2,7 milioni (+14%). Anche in quest’ultimo caso ci potrebbe essere una sottostima dovuta alla peculiarità della sua audience. L’unico social in apparente caduta libera èTumblrche registra 2 milioni di visitatori, in calo del 23,5%, a causa della “mala gestio” di questi anni.
Tempo di utilizzo dei social media in Italia
Il social utilizzato per più tempo dagli italiani è Facebook che a dicembre ha toccato le 16 ore e 24 minuti al mese per persona. Segue Instagram che è stato usato in media per circa 7 ore e YouTube che cattura l’attenzione per 6 ore. E’ evidente che gli stimoli che si hanno in un social network simmetrico come Facebook sono la chiave dell’incremento dell’engagement.
Sorprendono per la loro crescita Twitter, con 3 ore e 48 minuti, e TikTok con 2 ore e 45 minuti.
Leggermente sopra i 60 minuti di utilizzo si piazza Tumblr, mentre di poco sotto troviamo Pinterest (53 minuti e 5 secondi) e Snapchat (52 minuti e 45 secondi). La pecora nera dell’engagement è LinkedIn che è stato utilizzato per 37 minuti al mese. Per porre rimedio a questa bassa permanenza sono stati assunti, anche nel nostro paese, due giornalisti col compito di selezionare le notizie quotidiane da mettere in evidenza.
Dando un’occhiata alle modalità di fruizione dei social media emergono due grosse famiglie: i social che sono usati prevalentemente da smartphone e quelli che vengono fruiti anche da desktop (dati medi del 2019 per utenti di età 18-74 anni). Quelli che presentano oltre il 90% di fruzione in mobilità sono Instagram (97%), Twitter (92%), Snapchat (92%), TikTok (91,5%). Quelli con l’utilizzo più alto da desktop sono YouTube (25%), Pinterest (19%) e Tumblr (18%).
In attesa dei vostri commenti vi consiglio, per non perdervi i prossimi aggiornamenti iscrivendovi allanewsletter, di consultare la pagina dell’Osservatorio Social Mediaper le statistiche italiane, la paginaSocial Media Statisticsper le straniere.