Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
E' uscito il rapporto di Eurostat sui navigatori europei. Diciamolo subito che l'Europa appare come un simpatico patchwork, dove però alcuni colori cominciano a essere ripetituti.
Intanto l'Italia rappresenta uno dei paesi più arretrati. Direi che è un dato poco incredibile (mi sarei stupito del contrario). La cultura italiana possiede una delle più basse propensioni all'Innovazione.
In realtà il cellullare soddisfa l'esigenza di comunicare che abbiamo, sostituisce il bar o la piazza. Il suo uso diffuso su tutta la popolazione non è certamente un dato di propensione all'innovazione.
Preoccupa che la fascia giovane sia indietro e superi solo l'Irlanda o la Grecia, mentre tutti gli altri stati europei vanno con numeri da capogiro.
Per fare qualche esempio: in Italia navigano il 74% degli studenti, una miseria rispetto al 97% della Finlandia o diciamolo, Cipro ci batte con l'81%... dico Cipro.
Naviga il 31% degli italiani. Sicuramente esistono dei dati che ci mettono sotto una luce più bella. Ma di quanto possono alzare il dato così scadente?
E se calcoliamo che navigano soprattutto coloro che hanno i soldi, quindi lavorano. Cosa faremo?
Il rapporto Eurostat è qui
Ennesima sorpresa da parte di Google, che inaspettatamente ha deciso di proporre un nuovo servizio per lo studio del traffico dei siti internet, denominato fantasiosamente Google Analytics. Grazie all’acquisto della software house specializzata nell’analisi statistica Urchin il nostro motore di ricerca preferito offre gratuitamente l’accesso ai statistiche on-line, disponibile per chiunque disponga di un account Google.Oltre all’agevole integrazione con AdWords il programma consente efficaci analisi di marketing, garantendo a sviluppatori, amministratori e inserzionisti una serie di strumenti di analisi per mettere a punto i propri siti.L’offerta di questo nuovo servizio rientra nella strategia di Google di favorire l’utilizzo dei suoi strumenti per il marketing, a tutto vantaggio delle promozione delle correlate attività pubblicitarie.
Non è un mistero infatti che le entrate di Google dello scorso trimestre, pari alla considerevole cifra di 1,58 miliardi di dollari, siano derivate quasi unicamente dalla pubblicità on-line, che è un business fondamentale per i ragazzi di Mountain View.Il software Web Analytics di Urchin, dal quale Google Analytics trae origine, è utilizzato da numerose compagnie presenti nella lista di Fortune 500, e viene attualmente offerto alla modica cifra di 199 dollari al mese.
Sempre a proposito di siti divertenti vi segnalo Street Sign Generator. Inserendo l'indirizzo che preferite dopo aver selezionato lo sfondo vi troverete un cartello pronto per l'uso.

Partecipare alle aste su eBay è sempre più facile. Come se non bastassero le svariate email di avvertimento che il sito manda in automatico a chi lo desidera in questi giorni i primi negozi on-line cominciano ad offrire i loro RSS.Per chi non lo sapesse gli RSS, sono della sorta di “messaggi” che consentono di visualizzare comodamente i contenuti di un certo sito, mediante programmi denominati news aggregator. Questi ultimi, tramite un’interfaccia simile a molti programmi di posta, consentono di leggere appunto questi contenuti, garantendo un unico punto di accesso alle informazioni contenute in molti siti, senza quindi la necessità di visitarli tutti.
PetriFinds un negozio di minerali che vende tramite eBay, è uno dei primi a garantire questo tipo di servizio, offrendo ai propri visitatori la possibilità di essere sempre aggiornati, grazie a questi RSS, sugli oggetti messi in vendita.Si tratta di uno dei primi esperimenti di utilizzo dei feed nell’ambito di eBay, ma c’è da scommettere che la moda prenderà piede. Molti altri negozi infatti vorranno assicurare ai propri clienti la possibilità di essere aggiornati quotidianamente su tutti i prodotti messi all’asta.Ma la moda dei feed potrebbe anche non fermarsi ad eBay, e quindi anche altri siti di commercio on-line potrebbero sfruttare questa nuova moda fornendo i loro feed. Il dubbio semmai è se effettivamente possa essere utile ricevere i feed di un negozio, a meno che non si sia davvero molto interessati alla merce offerta. Si tratta comunque di un nuovo modo di comunicare con i clienti promuovendo i propri prodotti, che in futuro, magari in altre forme, potrebbe essere molto utilizzato.Per ulteriori informazioni sull’argomento provate a dare un’occhiata a questo blog.
La guerra tra i motori di ricerca (anche se è sempre più restrittivo chiamarli in questo modo) si sposta anche nella telefonia mobile, con i principali operatori impegnati a fornire nuovi servizi in concorrenza tra di loro. Non stupisce quindi che Yahoo e Google stiano lanciando quasi in contemporanea applicazioni per telefoni cellulari sfruttando le potenzialità degli apparecchi di ultima generazione.
Tramiate un accordo con la SNB Yahoo proporrà sul mercato un nuovo apparecchio in grado di sincronizzarsi con gli account registrati sul portale, integrando foto, musica e gestione delle email.
Google dal canto suo sta preparando il lancio della versione mobil e di Google Local, in grado di garantire ai telefoni che supportano Java mappe satellitari così come avviene sul web, ma anche offrendo all’utente una rapida localizzazione dei servizi di proprio interesse.Si rafforza ulteriormente quindi il legame tra telefonia mobile e web, consolidando un trend che appare sempre più evidente e che sposterà parte della sfida da internet ai cellulari, con da una lato fornitori di servizi sempre più integrati e dall’altra utenti in grado ricevere informazioni dalla rete in ogni momento e luogo.

Promuovere il proprio motore di ricerca, difendendosi nello stesso tempo da avversari del calibro di Google, richiede anche una certa creatività. Allora cosa c’è di meglio che lanciare un quiz interattivo per promuovere i propri servizi? MSN ha lanciato il guanto di sfida, invitando i propri utenti a rispondere a un certo numero di domande sul calcio alle quali rispondere utilizzando le funzionalità di ricerca del proprio motore.
Abbinato a questa iniziativa, denominata “Search Supremo”, c’è un concorso dove sono messi in palio biglietti per le partite da regalare ai concorrenti che hanno risposto più velocemente.
Lo scopo di questa iniziativa è attirare utenti sul sito MSN, mostrando nello stesso tempo le potenzialità del motore di ricerca. Considerando il seguito di appassionati di questo sport il primo obiettivo dovrebbe essere raggiunto. Se poi questi sportivi saranno in grado di trovare rapidamente e con facilità le informazioni di cui hanno bisogno allora MSN avrà davvero messo la palla in rete.

Anche i miti crollano o meglio, nell'epoca di internet, vengono inglobati. Questo sembra sia il destino che attende Virgilio, uno dei marchi italiani storici della rete e utilizzatissimo motore di ricerca. Telecom Italia ha infatti annunciato che dal 2006 sarà inglobato nel nuovo megaportale di Alice, che diventerà l'unico punto di riferimento del Gruppo. Chiude quindi i battenti il portale generalista: del "Bello di Internet" rimarranno attive solo le funzionalità di ricerca.Il Gruppo Telecom Italia, che ultimamente è particolarmente sotto pressione, in particolare per quanto riguarda la telefonia mobile a causa dell'agguerrita concorrenza degli altri operatori, sta portando avanti un deciso programma di riorganizzazione di molti settori, tra i quali rientra anche internet, puntando su quello che attualmente è il suo brand più forte, cioè Alice. Lo scopo di tutte queste attività è quello di creare un portale unico, broadband e multiservizio accessibile da molteplici terminali (tv, pc e cellulari di ultima generazione).Un dubbio però rimane: un brand forte rappresenta per molte aziende un obiettivo da perseguire con tenacia e dedizione, al quale dedicare tempo e risorse. Chi ha la fortuna di possederlo già , grazie ad una collaudata presenza sul mercato e a numerosi investimenti fatti negli anni precedenti, fa bene ad immolarlo per scongiurare una non meglio precisata "dispersione dell'immagine web in tanti brand diversi"?
Amanti della musica online accorrete. Dopo Musicnet (che comprende un archivio di circa 600.000 canzoni), il gruppo Time Warner fa un ulteriore passo in avanti nel modo della music on demand.

Si e' infatti appena conclusa l'acquisizione di Musicnow.com da parte del motore di ricerca AOL. I termini economici dell'accordo non sono stati ancora rivelati dalle parti. Quello che è certo è che ora i patiti della online music potranno scaricare oltre un milione di canzoni tramite il portale aol.musicnow.com ad un costo piuttosto contenuto: si parte infatti da una cifra di 0.99$ a canzone, ma sono disponibili anche piani di abbonamento mensile che partono da 9.95$.
Buon download a tutti!
La lunga fase di trasformazione di Internet si concretizza in una domanda chiave per il futuro della Rete: gli utenti sono disposti a pagare per i contenuti?
Dalla prima Internet volontaria e gratuita alla crescita sostenuta da motivazioni finanziarie e nebulosi progetti, dallo scoppio della bolla alla maturità dei servizi a pagamento. Per capire se veramente la Rete è entrata a pieno titolo in una nuova fase di sviluppo e crescita, l’interrogativo principale riguarda la sua capacità di veicolare, insieme ai servizi e ai contenuti, anche gli investimenti e i ritorni. Capire se gli utenti sono disposti a pagare per quello che trovano in Rete è lo snodo fondamentale per il futuro di Internet.
Le famiglie e i contenuti
Il rapporto 2005 dell’Osservatorio AIE, Associazione Italiana Editori, è stato condotto dalla società di ricerca ISPO ed ha un significativo titolo: “Le famiglie italiane e i contenuti digitali: modalità di accesso e di consumo”. Il quadro che emerge da questa ricerca indica chiaramente che la mentalità degli utenti Web è cambiata: l’idea di accedere a contenuti a pagamento è ormai radicata, il consumo di contenuti digitali non va a scapito degli strumenti tradizionali, come i libri, l’argomento di maggior richiamo per i navigatori restano le notizie, d’approfondimento o sotto forma di corsi, news veloci o articoli specialistici.
Crescita Web
La premessa al nucleo centrale della ricerca, condotta su un campione di 4.336 persone rappresentative della popolazione italiana, è la crescita costante dell’uso di Internet in Italia. La penetrazione della Rete nella popolazione si attesta al 46%, circa 23 milioni. Lo scorso anno si attestava al 43%, con una continua crescita anche in questi ultimi anni. Tra chi possiede un Pc, l’83% è un navigatore. Il primo dato significativo quindi riguarda non tanto le ulteriori possibilità di espansione di Internet in sé, ma della crescita della cultura informatica nel suo insieme. Circa il 45% degli italiani ancora non utilizza un personal computer. La base su cui lavorare per il futuro è rappresentata da questa metà degli italiani, ancora fuori dalla società dell’informazione. Tra i navigatori, la maggioranza assoluta è catalogata come “forti utilizzatori”, ossia persone che hanno notevole dimestichezza con le tecnologie e con Internet. La prima nota importante è che tra questo gruppo è molto forte anche la lettura di libri e quotidiani (il 61% dei forti utilizzatori legge libri con regolarità, il 57% legge quotidiani). Il web quindi non sostituisce, ma si affianca ai media e agli strumenti tradizionali per la ricerca di notizie e approfondimenti.
Pagare, perché no?
L’elemento di maggior interesse della ricerca, tuttavia, riguarda la propensione al pagamento dei contenuti. Il campione intervistato, infatti, non ha sollevato dubbi rispetto all’opportunità di pagare i contenuti da fruire in Rete. Ma per quale tipo di contenuti sarebbero disposti a pagare gli utenti? Prima di tutto per lo studio e la professione: i corsi di formazione (il 67% del campione pagherebbe) e materiali a vario titolo utili per la propria attività (45% del campione) riscuotono grande comprensione. Sullo stesso livello sono da porre le informazioni specialistiche (55%) e la ricezione di attività di consulenza (48%) evidenti compendi alle due categorie di cui sopra. La fruizione di musica a pagamento è normale per il 41% del campione. Anche solo la lettura di giornali e riviste online, però, riscuote un significativo 29%, che equivale a un pubblico potenziale di oltre 3 milioni e mezzo di italiani. Rispetto alla sicurezza delle transazioni, i dubbi sono pochi: pur con notevoli sfumature, la fiducia nella sicurezza del mezzo è appurata. Per quanto riguarda il metodo di pagamento, invece, l’abbonamento sembra il preferito.
Modalità di fruizione
L’ultimo elemento degno di nota riguarda invece la modalità d’approccio alle informazioni online. La parte più numerosa (il 37%) può essere catalogato come “mordi e fuggi”. Sono curiosi che utilizzano Internet senza uno scopo preciso, cercando di tutto un po’. Senza particolari esigenze d’archiviazione delle informazioni raccolte, si muovono un po’ per curiosità e un po’ per esigenze professionali o di studio. C’è quindi un corposo gruppo (24%) rappresentativo di persone non molto giovani (comunque sotto i 50 anni) che usano Internet a pillole, senza fidarsi eccessivamente delle nuove tecnologie. Per questo stesso motivo, sono i meno propensi a compiere transazioni online. Il gruppo più interessante è rappresentato invece dal 22% del campione: un blocco di persone che usa Internet per quello che serve e che mantiene il materiale fino a quando serve. Sono soprattutto i più giovani, tra i 14 e i 17 anni, hanno molta confidenza con le tecnologie, sono disposti a pagare. Usano il Web soprattutto per le proprie attività di studio o professionali. Infine, l’ultimo gruppo (17%) è composto dagli ultimi arrivati, per forza di cose molto prudenti e con poca propensione agli scatti in avanti. Sono disposti a pagare, ma soltanto per arrivare a corsi di formazione o informazioni specialistiche. [fonte Shinynews]
Non c’è pace nel mondo dei media, e tutti i contenuti devono necessariamente essere digitalizzati. Google tra mille difficoltà si sta organizzando per dare accesso a numerosi libri in formato digitale, battendosi contro concorrenti del calibro di Yahoo e Microsoft, ed ecco che un’altra minaccia si profila all’orizzonte.Amazon, la famosissima libreria (e non solo) on line, ha recentemente annunciato che darà la possibilità ai propri utenti di acquistare libri digitalizzati, sia interi che a singole pagine.Questa iniziativa, denominata Amazon Pages, consentirà di accedere a parte dei contenuti dei libri (previa consenso degli editori), a pagamento. Tramite il programma Amazon Upgrade gli utenti interessati ad acquistare il libro in formato cartaceo avranno la possibilità, pagando un minimo sovrapprezzo, vederselo recapitato a casa.Il pricing non è ancora definito, ma dovrebbe essere piuttosto economico. Da sottolineare che l’accesso a pagamento consente il regolare pagamento dei diritti d’autore, tanto che l'Associazione degli Editori Americani ha supportato apertamente l’iniziativa.
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