Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 03/11/2014
C’è un equivoco che ancora ha molto seguito nel marketing e nelle aziende, specie quando ci si sposta sui mezzi a vocazione più digitale: bisogna essere su quel canale o utilizzare quella tecnologia perché ci daranno un vantaggio o solo perché altri ci sono già.

Certo grazie alla diffusione di internet, degli smartphone e a mille altri fattori sono cambiate molte cose negli ultimi anni rispetto agli strumenti per comunicare, e in particolare:
a) si sono pesantemente ridotte le barriere all’ingresso per la produzione di contenuti, sia in termini di competenze tecniche sia sul piano dei costi;
b) i privati ormai posseggono in molti casi una tecnologia pari o perfino migliore di quella aziendale e non è raro che la sappiano padroneggiare meglio;
c) in termini teorici la distribuzione su vasta scala è accessibile a tutti.
Fermiamoci un attimo: rispetto a quanto sopra nella gran parte dei casi il nostro pubblico come privati sono degli amici per i quali ciò che creiamo ha un significato che nasce dal contesto, dalle relazioni, da una storia e che prescinde da qualità e mezzo di produzione. Ma se siamo delle aziende, quali dovrebbero essere i motivi per cui dovremmo avere successo ora che la fruizione dei media è frammentata tra tanti device, asincrona e personalizzata? Per quale (abbondante) mancanza di umiltà noi dovremmo essere per forza interessanti nel frastuono della conversazione collettiva?
Senza un palinsesto unico dei media che ci dia una mano a dettare l’agenda e i tempi, come avveniva per la tv tradizionale, e con tanti stimoli continui che arrivano nello stesso momento da fonti disparate per livello, qualità e vicinanza il solo esserci non serve. E anzi è controproducente.
La domanda giusta infatti non è tanto “dove devo essere” ma che cosa voglio fare e rispetto a chi. L’ormai storico acronimo POST viene rispettato infatti inconsciamente dagli utenti, per i quali la tecnologia è qualcosa di indifferente purché sia comodo per fare ciò che vogliono, ma non dalle aziende.

Un contenuto di qualità e rivolto alle persone giuste quindi è la prima chiave. La seconda è la capacità di gestirlo attraverso i canali e nel tempo: fondare una strategia su di un singolo media, specie se earned, vuol dire essere a rischio ad ogni nuovo arrivo nell’ecosistema. In più, la possibilità (tecnica e organizzativa) di rilavorare e adattare in tempi brevi ad ogni nuovo mezzo le storie ciò per cui veniamo scelti dal cliente è il secondo pilastro di una sana capacità di cavalcare l’evoluzione frenetica dei nostri tempi.
Contenuto può poi volere dire tante cose ma al centro ci sono sempre le persone, le storie, le aziende, i bisogni, l’immaginazione: è questo che riempie di senso un libro come un post di Facebook. E allora si capisce che partire solo dal supporto non è davvero una buon idea.
P.s. Tutto ciò si applica alla grande anche agli strumenti di collaboration, ma lì c’è materiale per più di un altro post!
Gianluigi Zarantonello via Internetmanagerblog.com
Come annunciato un anno fa e dopo sei mesi di test, Instagram lancia ufficialmente gli annunci pubblicitari video. Fondata da Kevin Systrom e Mike Krieger e di proprietà Facebook dal 2012, ha stretto accordi con Disney, Activision, Lancome, Banana Republic e CW per mostrare 15 secondi di spot in autoplay. Gli annunci inizieranno in queste ore per poi continuare nelle prossime settimane.
Come per le immagini degli annunci pubblicitari lanciati lo scorso anno, Instagram è stata e sarà particolarmente attenta con i brand coinvolti negli annunci video. La società ha visionato tutte le clip al fine di garantire contenuti “freschi”, che ben si adattino all’atmosfera della piattaforma e che non siano semplicemente la replica di spot televisivi o su web.
I video sono diventati una parte importante della pubblicità su mobile e alcuni competitor di Instagram, come Tumblr e Snapchat, hanno recentemente lanciato prodotti pubblicitari simili: snapchat, ad esempio, ha venduto il suo primo annuncio video di questo mese per Universal Pictures, che ha promosso un trailer per il film Ouija. Ma l’introduzione di ads all’interno di queste piattaforme, dicono gli esperti, dovrà avvenire con grande delicatezza, con una introduzione graduale in app che, fino ad oggi, sono state libere da qualsiasi pubblicità. E che si tratti di un argomento delicato lo dimostrano le reazioni registrate dai primi inserzionisti su Instagram che hanno provato ad introdurre immagini sponsorizzate sono stati attaccati da commenti negativi da parte degli utenti che non amano attività pubblicitarie nel loro feed. Eppure Instagram condivide feedback che scavano più a fondo dei commenti e guardano alla brand awareness e all’ad recall, con risultati positivi su tutti i fronti, sostiene la società.
I brand che hanno preso parte al primo lancio degli annunci video di questa mattina concordano sulla necessità di essere i primi, rafforzare la reputazione e rendere innovativo il proprio brand. ”Non è stata una decisione difficile per noi“, ha detto Brian Chang, assistente al VP Media di Lancome USA. “Noi, come marchio, abbiamo voluto cogliere il vantaggio di essere i primi sul mercato.” Lancome sta promuovendo una nuova fragranza e un mascara, mentre Activision lancia il gioco Call of Duty, con un lavoro di mesi per ottenere risultati positivi, lanciando il video in contemporanea sulla propria pagina Facebook con 23 milioni di fan.
Immagine“Il nostro pubblico sta diventando sempre più mobile-centric, e Instagram è una piattaforma mobile-centric“, dichiara Jonathan Anastas, Capo della sezione Digital e Social media di Activision, “quindi è una parte importante del marketing mix.” Anastas si aspetta che l’annuncio raggiunga inizialmente i 2 milioni di utenti, e grazie a like e condivisioni, altri milioni lo vedranno e convoglieranno il traffico verso il video su Facebook. “Uno dei grandi vantaggi di lavorare nel team di marketing per Call of Duty è che i giocatori in linea di massima, e il nostro target di riferimento specifico, inalano contenuti“, sostiene Anastas. Non è pertanto preoccupato per una possibile reazione negativa alla visualizzazione di contenuti sponsorizzati. Activision lavora con Omnicom Media Group, che ha firmato in esclusiva la scorsa primavera un contratto da 40 milioni di dollari con Instagram, per offrire ai propri clienti in anticipo offerte su nuovi prodotti pubblicitari. Il primo annuncio pubblicitario di Banana Republic è invece uno sguardo dietro le quinte presso l’azienda con suggerimenti di moda per le vacanze. Il video presenta la creazione dei bozzetti in fast-motion, con un effetto di manipolazione del tempo reso popolare da Hyperlapse, la prima applicazione stand-alone di Instagram. “Ci stanno prendendo di mira le donne, perché si tratta di illustrazioni di moda e il focus è sui prodotti delle donne“, ha detto Marissa Webb, Direttore creativo e Vice Presidente esecutivo del design a Banana Republic. L’orientamento degli annunci su Instagram è ancora piuttosto semplice, ma concede al marketing la possibilità di raggiungere il target per età, sesso e paese.
Via Tech Economy
Fotografie del 03/11/2014
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