Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 08/11/2005
Nella vita di tutti i giorni sappiamo bene quanto è importante fare una buona impressione al primo incontro, anche perché in caso contrario poi sarà difficile risalire la china.
Di questo semplice principio invece molto spesso si dimenticano le azienda quando danno i nomi ai loro prodotti, e fanno molto male.
Il nome di un prodotto infatti dovrebbe essere qualcosa di più di un semplice modo per distinguerlo dagli altri, ed invece è un biglietto da visita del marchio nei confronti del consumatore.
La marca moderna è un asset molto più complesso di un semplice logo, è una rete d'associazioni mentali e d'atteggiamenti, che si viene a costruire nel consumatore a partire dagli stimoli che gli giungono nelle interazioni con il prodotto e con il brand.
E uno dei primi stimoli è proprio il nome del prodotto, che deve essere dunque coerente con l'immaginario complessivo di marca.
Questo porta a dire subito una cosa: il naming non è solamente un esercizio creativo.
Nel naming devono entrare valutazioni strategiche sia sul breve sia sul medio-lungo periodo, in grado di gestire allargamenti della gamma, evoluzione del marcato e fenomeni d'obsolescenza del nome.
A livello d'immagine poi bisogna considerare i possibili significati che il nome scelto assume in altre lingue, per evitare effetti cross-cultural che possono essere assolutamente comici (tranne che per chi commercializza quel prodotto).
Inoltre i rischi connessi ad una cattiva gestione del naming non sono esenti da implicazioni legali: si può incappare in cause anche significative con altri marchi, specie esteri, che utilizzano gli stessi nomi e, viste le carenze della legislazione vigente, gli esiti sono piuttosto difficili da prevedere.
A livello gestionale poi non bisogna dimenticarsi che i prodotti e le attività aziendali non possono essere scollegati tra loro se sono raccolte sotto un unico brand e dunque è bene trovare un'architettura efficace per gestire il naming, per evitare poi di dover rimediare a lancio avvenuto, con tutti i problemi del caso.
Un aspetto poi di sicuro interesse è anche dato dai costi, che non sono poi particolarmente elevati, soprattutto a fronte dei benefici e del ritorno sul piano complessivo di comunicazione.
Di conseguenza quello del naming può essere un ottimo modo di costruire l'immaginario di marca per le piccole aziende.
Per concludere uno spunto di riflessione: in Italia abbiamo una lunga serie di tradizioni manifatturiere, soprattutto in settori d'alta gamma, se queste aziende riusciranno a crearsi un posizionamento fondato sulla loro storia e sul background del territorio questa potrà essere una risorsa difficilmente attaccabile dagli imitatori.
E per riuscire in quest'operazione un ottimo punto di partenza è proprio un'intelligente politica di naming.
Gianluigi Zarantonello
Lo aveva detto Bill Gates e oggi lo pensano in molti. La continua crescita degli investimenti in comunicazione su internet è stato uno dei temi della terza edizione dello Iab Forum 2005, il convegno sulla pubblicità interattiva tenutosi a Milano la settimana passata. Dati alla mano si può affermare che sarà internet la squadra da battere nel campionato della pubblicità, avendo registrato quest’anno uno sviluppo circa cinque volte superiore agli investimenti televisivi.
Si è parlato spesso, anche su questo blog, di come ormai la pubblicità televisiva venga memorizzata sempre meno facilmente; alcuni telespettatori sembrano disporre di una corazza anti-advertising che permette loro di non considerarla, di rimanere completamente indifferenti, mentre altri addirittura la recepiscono come una seccatura, peggior risultato per uno spot pubblicitario. Internet al contrario regala alle aziende un’occasione unica: la possibilità di una comunicazione non solo unilaterale ma di interagire con i navigatori.
A proposito di navigatori, sono 20 milioni (35% della popolazione), crescono attualmente con un tasso annuo dell’8% e sono composti per un 74% da individui che possiedono almeno il diploma. Oltre all’aumento dei servizi on line, la diffusione della banda larga e la riduzione dei prezzi per la navigazione concorrono all’incessante aumento sia degli users e che dell’usage. Viceversa i media tradizionali ,ad eccezione del digitale, non sembrano offrire nè contenuti così eterogenei nè sufficienti abbassamenti di prezzi. Sempre a proposito dei motivi che spingono il pubblico ad un maggiore utilizzo di Internet vorrei citare l’intervento di Edmondo Lucchi, responsabile new media di Eurisko, durante il convegno: "Ci chiediamo spesso se internet sia più importante della tv, della radio, del cinema… Ma ci siamo mai chiesti cos’è davvero più importante di questi mezzi? E’ la realtà. La realtà è più rilevante della tv, della radio, e così via. E internet è il media che meglio si rapporta alla realtà, alla vita delle persone. Internet ci dà qualcosa che serve nella vita reale, è utile, facile, veloce, divertente...". E proprio come nella realtà, in internet non c’è solo l’ascoltatore o il lettore o lo spettatore ma c’è un attore che cerca, guarda, pensa e poi confronta, valuta e sceglie.
Promuovere il proprio motore di ricerca, difendendosi nello stesso tempo da avversari del calibro di Google, richiede anche una certa creatività. Allora cosa c’è di meglio che lanciare un quiz interattivo per promuovere i propri servizi? MSN ha lanciato il guanto di sfida, invitando i propri utenti a rispondere a un certo numero di domande sul calcio alle quali rispondere utilizzando le funzionalità di ricerca del proprio motore.
Abbinato a questa iniziativa, denominata “Search Supremo”, c’è un concorso dove sono messi in palio biglietti per le partite da regalare ai concorrenti che hanno risposto più velocemente.
Lo scopo di questa iniziativa è attirare utenti sul sito MSN, mostrando nello stesso tempo le potenzialità del motore di ricerca. Considerando il seguito di appassionati di questo sport il primo obiettivo dovrebbe essere raggiunto. Se poi questi sportivi saranno in grado di trovare rapidamente e con facilità le informazioni di cui hanno bisogno allora MSN avrà davvero messo la palla in rete.
Per molte persone essere sempre alla moda è una questione della massima importanza, al punto da avere bisogno di consulenze specialistiche di uno stilista quasi quitidiane.La catena di abbigliamento inglese Topshop sta per offrire ai propri clienti un servizio di consulenza personalizzato tramite cellulare. Attraverso sms e mms gli utenti potranno interagire con gli stilisti dell’azienda, fissando appuntamenti ma anche ricevendo consigli quotidiani per migliorare il look.Sempre attraverso i messaggini potranno inoltre ricevere fotografie dei vestiti più cool del momento e prenotare direttamente alcuni capi d’abbigliamento disponibili nei negozi della catena.Con questa operazione Topshop raggiunge due obiettivi. Prima di tutto fidelizza una clientela giovane e modaiola offrendo un servizio aggiuntivo senza enormi costi, salvo quelli di invio dei messaggio, e può utilizzare le informazioni che riceve, anche in termini di consulenze, per capire meglio i gusti dei propri utenti. In secondo luogo si assicura la possibilità di segnalare tempestivamente i capi d’abbigliamento sui quali desidera puntare o che comunque vuole promuovere. La possibilità di prenotarli direttamente via telefono può incrementare l’interesse e quindi le vendite.Il rischio è legato alla possibilità di copiare facilmente l’idea da parte dei concorrenti se l’iniziativa dovesse rivelarsi un successo, oltre ai costi che potrebbero derivare dal gestire migliaia di messaggi al giorno, sia per quanto riguarda la loro lettura e i relativi consigli che per l’invio vero e proprio.Idea originale comunque, staremo a vedere se prenderà piede anche da noi.
Fotografie del 08/11/2005
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