Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 20/11/2005

Sbarca anche in Italia il Progetto Bolla che segue alla lettera le tecniche di street comunication dell'originale Bubble Project elaborato a New York dall'Art Director Ji Lee, il quale iniziò a tappezzare i cartelloni pubblicitari della Grande Mela con degli stickers bianchi a forma di fumetto; in pochi giorni gli spazi vennero riempiti con i più disparati commenti dei passanti ed i cartelloni pubblicitari divennero esattamente come le vignette dei comics. Lo scopo? Dare l'opportunità al destinatario della pubblicità di avere una voce e soprattutto di poterla far sentire a tutti, così da rendere in un certo senso bilaterale il dialogo tra aziende e pubblico.

Per capire meglio le ragioni e la filosofia che c'è dietro, questo è il manifesto estratto dal sito di Progetto Bolla, dove si possono trovare informazioni e foto delle affissioni:
I nostri muri e gli spazi delle nostre città sono invasi dalla pubblicità.
Stazioni, strade, piazze, bus, metropolitane ci gridano in continuazione messaggi di ogni tipo. Se una volta questi spazi erano considerati “pubblici”, ora vengono utilizzati dalle aziende per propagare i loro messaggi nel mero interesse del profitto. Armati di pesanti budget, le tecniche di marketing delle multinazionali stanno diventando sempre più aggressive e manipolatorie.Noi, la gente comune, siamo diventati contemporaneamente obbiettivi e vittime di questo attacco mediatico. Il Progetto Bolla e’ in contrattacco.
Gli adesivi a balloon sono le munizioni.
Una volta attaccati ai manifesti pubblicitari, questi adesivi trasformano il monologo delle aziende in un dialogo aperto. Incoraggiano la gente a dire la loro, a riempire il balloon con qualsiasi forma di auto-espressione libera dalla censura.
Piu’ balloon in giro = più spazi liberati
Più spazi = più condivisione dei pensieri e delle idee personali
Più condivisione = più reazione a quello che sta succedendo
Il dibattito sulla legalità di queste iniziative immagino sarà particolarmente acceso, ma preferisco evitare complessi giudizi morali e focalizzare invece l'attenzione su come l'immagine delle azienda sarà influenzata dal nuovo movimento. Sarà solo un fattore negativo e quindi da reprimere? Dalle poche bolle fin'ora presenti in Italia(solo a Parma), non mi è sembrato di notare espliciti attacchi alle società pubblicizzanti mentre mi è parso che i "fumettisti di strada" abbiano preferito scrivere più semplicemente una battuta. In questi casi le bolle potrebbero addirittura donare maggiore visibilità e memorabilità al cartellone. Ma per i marchi che non godono di particolari simpatie, come le multinazionali Nike, McDonald's o Coca Cola sembra difficile che possano guadagnare qualcosa dalla possibilità di far parlare senza censura la gente comune.
Bisogna comunque aspettare per capire quale sarà l'entità di questo fenomeno e quale sarà in effetti il tipo di comunicazione che sarà attuata; sarà fondamentale vedere se troverà un seguito importante oltre all'esperienza di Parma, da che tipo di persone verrà adottata e per comunicare cosa. Gli interrogativi sono tanti ma per l'immagine delle aziende sarà importante non reagire nel modo sbagliato.
Tramite il blog dell'amico Maurizio Goetz sono venuto a conoscenza di questo interessante articolo, che offre buoni spunti di riflessione:Parafrasando un celebre incipit si potrebbe dire che "uno spettro si aggira per il mondo": è lo spettro delle comunità virtuali intelligenti che collaborano, usano blog e nuove forme di comunicazione via internet e possono decretare il successo di realtà sconosciute o obbligare grandi corporation a miliardari risarcimenti. Un potere crescente, ma anche una grande responsabilità. Con queste realtà le imprese devono fare i conti. Un cambiamento organizzativo e culturale di notevole portata, nel quale l'Ict è l'indispensabile elemento abilitatore.continua su ZeroUno web
Un articolo pubblicato su questo blog qualche tempo fa affrontava in parte temi simili, descrivendo come molte aziende debbano imparare a fare i conti con questa nuova realtà. Leggi
Navigando su CNET News mi sono imbattuto in questa segnalazione, che ci mostra le acrobazie che si potrebbero fare sostituendo allo skateboard un amico un pò scivoloso.Non è chiaro lo scopo di questo filmato, che grazie al passaparola si sta però diffondendo rapidamente, facendo un pò di pubblicità gratuita al sito che lo ospita.Del resto anche il redattore di CNET ha commentato sconsolato:We have no idea why, how or what for, but here it is nonetheless. It appears to be a stop-action simulation of a human skateboard.
Tag: skateboard, crazy, CNET, viral
Fotografie del 20/11/2005
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