Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 16/10/2005
Lo studio riguardante le caratteristiche del brand, le opportunità del knowledge management ed il modo in cui questi si stanno evolvendo nel contesto economico della moda, rappresenta un’opportunità per capire un settore che negli ultimi anni si è accampato al centro della vita economica e sociale. Un approccio alla moda basato sul marketing risulta interessante soprattutto quando permette di avvicinarsi maggiormente ad una visione ed una strategia aziendale fondate sulla gestione delle risorse intellettuali, la valorizzazione del capitale umano, le sinergie e l’eccellenza totale. Alla base di ogni teoria di fashion marketing c’è un’attitudine a creare valore, un valore che non è solo economico, ma prima e soprattutto, estetico, morale, universale e fortemente legato alla centralità della persona, dell’umano. Alle conoscenze tecniche ed economiche si affiancano le intuizioni creative ed innovative. C’è bisogno della rinascita degli asset intangibili, spesso sottovalorizzati.
Le moderne sfide nel settore della moda si giocheranno in particolare sulla capacità di saper creare e gestire dei marchi fortemente coerenti con la cultura aziendale. La cultura aziendale dà unicità e deve essere forte e differenziante. Essa deve corrispondere a dei valori che devono essere vissuti dal management per poter essere trasferiti a tutti i livelli dell’immagine e dell’identità aziendale. Nel fashion marketing la ricerca assume un ruolo rilevante poiché aiuta l’osservazione e la comprensione di un particolare contesto, sempre in evoluzione e fortemente aderente ai cambiamenti sociali.
Le ricerche degli ultimi anni stanno cercando di capire in modo particolare il lusso; la moda di lusso. Il consumatore è sempre più disposto, addirittura con entusiasmo, ad investire un premium price in categorie di prodotti dai superiori benefici non solo funzionali, ma soprattutto emotivi, auto-finanziandosi con l’acquisto di prodotti a prezzo minimo in quelle categorie che non rivestono per lui un’importanza particolare (Silverstein e Fiske, 2003). Tra le categorie di prodotto capaci di creare un legame emotivo, un’aspirazione al sogno, i prodotti moda rivestono un ruolo da veri protagonisti. Si sente il bisogno di un neo management della moda proiettato verso questo new luxury, questo desiderio di un lusso sempre più elitario in cui i prodotti medi senza vero valore aggiunto perdono consistenza ed i prodotti di massa si elevano al prestigio potendosi permettere un premium price rispetto ai prodotti tradizionali ma restando molto al di sotto dei beni super-premium.
Il fashion marketing si arricchisce e si estende ad obiettivi sempre più profondi: cercare di accrescere la condivisione di know-how trasversali, identificare il marketing come essenza culturale per la conduzione complessiva del sistema azienda e preparare brand managers (o meglio brand developers) che sappiano incarnare il DNA del marchio andando a riscoprire l’elemento heritage (le origini e la storia) adattandolo al gusto del giorno, ad un lifestyle ed a un social target.
Ecco le tariffe per organizzare un esproprio proletario in qualche punto vendita di proprietà:
Offerta base
esproprio tradizionale con volantinaggio, striscione e megafonata sul caro vita con un centinaio di manifestanti
costo: fino a 5.000 euro in merce (più 20% spese di produzione)
Offerta de luxe
esproprio con processione della statua di San Precario, almeno due striscioni coreografici e oltre duecento manifestanti
costo: oltre 5.000 euro in merce (più 25% spese di produzione)
Offerta elite
esproprio con processione della statua di San Precario, soluzioni pirotecniche e presenza di almeno un leader no-global
costo: oltre 10.000 euro in merce (più 30% spese di produzione)
Queste sono le tariffe pubblicate sul sito di espropriproletari.com, un sito che applica in maniera non convenzionale alcuni principi di guerrilla marketing. Il funzionamente è decisamente semplice: il committente (proprietario del punto vendita, si spera), paga questa società per organizzare un cosiddetto esproprio proletario. Un certo numero di persone quindi, il cui totale varia in funzione della tariffa concordata, farà un vero e proprio esproprio nel punto vendita da voi segnalato, rubandovi la merce.
A questo punto qualcuno potrebbe legittimamente chiedersi perché pagare per farsi svaligiare il negozio…
La risposta è nascosta tra le righe delle Faq del sito: tramite un accurato lavoro dell’ufficio stampa infatti, i media saranno prontamente allertati di quanto sta per succedere (ovviamente senza sapere che si tratta di un esproprio organizzato), e assicureranno una buona copertura mediatica dell’evento.
Fotografie del 16/10/2005
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